Daniele Daniele - Capitolo 1I RAGAZZI EBREI ALLA CORTE DI NABUCODONOSOR[3]Il re ordinò ad Asfenàz, capo dei suoi funzionari di corte, di
condurgli giovani israeliti di stirpe reale o di famiglia nobile,
[4]senza difetti, di bell'aspetto, dotati di ogni scienza, educati,
intelligenti e tali da poter stare nella reggia, per essere istruiti nella
scrittura e nella lingua dei Caldei.
[5]Il re assegnò loro una razione giornaliera di vivande e di vino
della sua tavola; dovevano esser educati per tre anni, al termine dei quali
sarebbero entrati al servizio del re. [6]Fra di loro vi erano alcuni
Giudei: Daniele, Anania, Misaele e Azaria; [7]però il capo dei funzionari
di corte chiamò Daniele Baltazzàr; Anania Sadràch; Misaele Mesàch e Azaria
Abdènego.
[8]Ma Daniele decise in cuor suo di non contaminarsi con le vivande
del re e con il vino dei suoi banchetti e chiese al capo dei funzionari di non
farlo contaminare.
[9]Dio fece sì che Daniele incontrasse la benevolenza e la simpatia
del capo dei funzionari. [10]Però egli disse a Daniele: «Io temo che il
re mio signore, che ha stabilito quello che dovete mangiare e bere, trovi le
vostre facce più magre di quelle degli altri giovani della vostra età e io così
mi renda colpevole davanti al re». [11]Ma Daniele disse al custode, al
quale il capo dei funzionari aveva affidato Daniele, Anania, Misaele e Azaria:
[12]«Mettici alla prova per dieci giorni, dandoci da mangiare legumi e da
bere acqua, [13]poi si confrontino, alla tua presenza, le nostre facce
con quelle dei giovani che mangiano le vivande del re; quindi deciderai di fare
con noi tuoi servi come avrai constatato». [14]Egli acconsentì e fece la
prova per dieci giorni; [15]terminati questi, si vide che le loro facce
erano più belle e più floride di quelle di tutti gli altri giovani che
mangiavano le vivande del re. [16]D'allora in poi il sovrintendente fece
togliere l'assegnazione delle vivande e del vino e diede loro soltanto legumi.
[17]Dio concesse a questi quattro giovani di conoscere e comprendere
ogni scrittura e ogni sapienza e rese Daniele interprete di visioni e di sogni.
[18]Terminato il tempo stabilito dal re entro il quale i giovani
dovevano essergli presentati, il capo dei funzionari li portò a Nabucodònosor.
[19]Il re parlò con loro, ma fra tutti non si trovò nessuno pari a
Daniele, Anania, Misaele e Azaria, i quali rimasero al servizio del re;
[20]in qualunque affare di sapienza e intelligenza su cui il re li
interrogasse, li trovò dieci volte superiori a tutti i maghi e astrologi che
c'erano in tutto il suo regno. [21]Così Daniele vi rimase fino al primo
anno del re Ciro.
Daniele - Capitolo 2
[12]Allora il re, acceso di furore, ordinò che tutti i saggi di
Babilonia fossero messi a morte. [13]Il decreto fu pubblicato e gia i
saggi venivano uccisi; anche Daniele e i suoi compagni erano ricercati per
essere messi a morte.
[19]Allora il mistero fu svelato a Daniele in una visione notturna;
perciò Daniele benedisse il Dio del cielo:
[20]«Sia benedetto il nome di Dio di secolo in secolo, [21]Egli alterna tempi e stagioni, depone i re e li innalza,
[22]Svela cose profonde e occulte [23]Gloria e lode a te, Dio dei miei padri, [24]Allora Daniele si recò da Ariòch, al quale il re aveva affidato
l'incarico di uccidere i saggi di Babilonia, e presentatosi gli disse: «Non
uccidere i saggi di Babilonia, ma conducimi dal re e io gli farò conoscere la
spiegazione del sogno». [25]Ariòch condusse in fretta Daniele alla
presenza del re e gli disse: «Ho trovato un uomo fra i Giudei deportati, il
quale farà conoscere al re la spiegazione del sogno». [26]Il re disse
allora a Daniele, chiamato Baltazzàr: «Puoi tu davvero rivelarmi il sogno che ho
fatto e darmene la spiegazione?». [27]Daniele, davanti al re, rispose:
«Il mistero di cui il re chiede la spiegazione non può essere spiegato né da
saggi, né da astrologi, né da maghi, né da indovini; [28]ma c'è un Dio
nel cielo che svela i misteri ed egli ha rivelato al re Nabucodònosor quel che
avverrà al finire dei giorni. Ecco dunque qual era il tuo sogno e le visioni che
sono passate per la tua mente, mentre dormivi nel tuo letto. [29]O re, i
pensieri che ti sono venuti mentre eri a letto riguardano il futuro; colui che
svela i misteri ha voluto svelarti ciò che dovrà avvenire. [30]Se a me è
stato svelato questo mistero, non è perché io possieda una sapienza superiore a
tutti i viventi, ma perché ne sia data la spiegazione al re e tu possa conoscere
i pensieri del tuo cuore. [31]Tu stavi osservando, o re, ed ecco una
statua, una statua enorme, di straordinario splendore, si ergeva davanti a te
con terribile aspetto. [32]Aveva la testa d'oro puro, il petto e le
braccia d'argento, il ventre e le cosce di bronzo, [33]le gambe di ferro
e i piedi in parte di ferro e in parte di creta. [34]Mentre stavi
guardando, una pietra si staccò dal monte, ma non per mano di uomo, e andò a
battere contro i piedi della statua, che erano di ferro e di argilla, e li
frantumò. [35]Allora si frantumarono anche il ferro, l'argilla, il
bronzo, l'argento e l'oro e divennero come la pula sulle aie d'estate; il vento
li portò via senza lasciar traccia, mentre la pietra, che aveva colpito la
statua, divenne una grande montagna che riempì tutta quella regione.
[36]Questo è il sogno: ora ne daremo la spiegazione al re.
[37]Tu o re, sei il re dei re; a te il Dio del cielo ha concesso il
regno, la potenza, la forza e la gloria. [38]A te ha concesso il dominio
sui figli dell'uomo, sugli animali selvatici, sugli uccelli del cielo; tu li
domini tutti: tu sei la testa d'oro. [39]Dopo di te sorgerà un altro
regno, inferiore al tuo; poi un terzo regno, quello di bronzo, che dominerà su
tutta la terra. [40]Vi sarà poi un quarto regno, duro come il ferro. Come
il ferro spezza e frantuma tutto, così quel regno spezzerà e frantumerà tutto.
[41]Come hai visto, i piedi e le dita erano in parte di argilla da vasaio
e in parte di ferro: ciò significa che il regno sarà diviso, ma avrà la durezza
del ferro unito all'argilla. [42]Se le dita dei piedi erano in parte di
ferro e in parte di argilla, ciò significa che una parte del regno sarà forte e
l'altra fragile. [43]Il fatto d'aver visto il ferro mescolato all'argilla
significa che le due parti si uniranno per via di matrimoni, ma non potranno
diventare una cosa sola, come il ferro non si amalgama con l'argilla.
[44]Al tempo di questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno che non
sarà mai distrutto e non sarà trasmesso ad altro popolo: stritolerà e annienterà
tutti gli altri regni, mentre esso durerà per sempre. [45]Questo
significa quella pietra che tu hai visto staccarsi dal monte, non per mano di
uomo, e che ha stritolato il ferro, il bronzo, l'argilla, l'argento e l'oro. Il
Dio grande ha rivelato al re quello che avverrà da questo tempo in poi. Il sogno
è vero e degna di fede ne è la spiegazione».
Daniele - Capitolo 3
[2]Quindi il re Nabucodònosor aveva convocato i sàtrapi, i prefetti, i
governatori, i consiglieri, i tesorieri, i giudici, i questori e tutte le alte
autorità delle province, perché presenziassero all'inaugurazione della statua
che il re Nabucodònosor aveva fatto erigere.
[3]I sàtrapi, i prefetti, i governatori, i consiglieri, i tesorieri, i
giudici, i questori e tutte le alte autorità delle province vennero
all'inaugurazione della statua. Essi si disposero davanti alla statua fatta
erigere dal re.
[4]Un banditore gridò ad alta voce: «Popoli, nazioni e lingue, a voi è
rivolto questo proclama:
[5]Quando voi udirete il suono del corno, del flauto, della cetra,
dell'arpicordo, del salterio, della zampogna, e d'ogni specie di strumenti
musicali, vi prostrerete e adorerete la statua d'oro, che il re Nabucodònosor ha
fatto innalzare.
[6]Chiunque non si prostrerà alla statua, in quel medesimo istante
sarà gettato in mezzo ad una fornace di fuoco ardente».
[7]Perciò tutti i popoli, nazioni e lingue, in quell'istante che
ebbero udito il suono del corno, del flauto, dell'arpicordo, del salterio e di
ogni specie di strumenti musicali, si prostrarono e adorarono la statua d'oro,
che il re Nabucodònosor aveva fatto innalzare.
[12]Ora, ci sono alcuni Giudei, ai quali hai affidato gli affari della
provincia di Babilonia, cioè Sadràch, Mesàch e Abdènego, che non ti obbediscono,
re: non servono i tuoi dei e non adorano la statua d'oro che tu hai fatto
innalzare».
[13]Allora Nabucodònosor, sdegnato, comandò che gli si conducessero
Sadràch, Mesàch e Abdènego, e questi comparvero alla presenza del re.
[14]Nabucodònosor disse loro: «E' vero, Sadràch, Mesàch e Abdènego, che
voi non servite i miei dei e non adorate la statua d'oro che io ho fatto
innalzare? [15]Ora, se voi sarete pronti, quando udirete il suono del
corno, del flauto, della cetra, dell'arpicordo, del salterio, della zampogna e
d'ogni specie di strumenti musicali, a prostrarvi e adorare la statua che io ho
fatta, bene; altrimenti in quel medesimo istante sarete gettati in mezzo ad una
fornace dal fuoco ardente. Qual Dio vi potrà liberare dalla mia mano?».
[16]Ma Sadràch, Mesàch e Abdènego risposero al re Nabucodònosor: «Re,
noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito; [17]sappi
però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace con il fuoco
acceso e dalla tua mano, o re. [18]Ma anche se non ci liberasse, sappi, o
re, che noi non serviremo mai i tuoi dei e non adoreremo la statua d'oro che tu
hai eretto». [19]Allora Nabucodònosor, acceso d'ira e con aspetto
minaccioso contro Sadràch, Mesàch e Abdènego, ordinò che si aumentasse il fuoco
della fornace sette volte più del solito. [20]Poi, ad alcuni uomini fra i
più forti del suo esercito, comandò di legare Sadràch, Mesàch e Abdènego e
gettarli nella fornace con il fuoco acceso. [21]Furono infatti legati,
vestiti come erano, con i mantelli, calzari, turbanti e tutti i loro abiti e
gettati in mezzo alla fornace con il fuoco acceso.
[22]Ma quegli uomini, che dietro il severo comando del re avevano
acceso al massimo la fornace per gettarvi Sadràch, Mesàch e Abdènego, rimasero
uccisi dalle fiamme, [23]nel momento stesso che i tre giovani Sadràch,
Mesàch e Abdènego cadevano legati nella fornace con il fuoco acceso.
[25]Azaria, alzatosi, fece questa preghiera in mezzo al fuoco e
aprendo la bocca disse:
[26]«Benedetto sei tu, Signore Dio dei nostri padri; [46]I servi del re, che li avevano gettati dentro, non cessarono di
aumentare il fuoco nella fornace, con bitume, stoppa, pece e sarmenti.
[47]La fiamma si alzava quarantanove cubiti sopra la fornace [48]e
uscendo bruciò quei Caldei che si trovavano vicino alla fornace. [49]Ma
l'angelo del Signore, che era sceso con Azaria e con i suoi compagni nella
fornace, allontanò da loro la fiamma del fuoco [50]e rese l'interno della
fornace come un luogo dove soffiasse un vento pieno di rugiada. Così il fuoco
non li toccò affatto, non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia.
[52]«Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, [92]Egli soggiunse: «Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali
camminano in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi il quarto è simile
nell'aspetto a un figlio di dei».
[93]Allora Nabucodònosor si accostò alla bocca della fornace con il
fuoco acceso e prese a dire: «Sadràch, Mesàch, Abdènego, servi del Dio
altissimo, uscite, venite fuori». Allora Sadràch, Mesàch e Abdènego uscirono dal
fuoco.
[94]Quindi i satrapi, i prefetti, i governatori e i ministri del re si
radunarono e, guardando quegli uomini, videro che sopra i loro corpi il fuoco
non aveva avuto nessun potere; che neppure un capello del loro capo era stato
bruciato e i loro mantelli non erano stati toccati e neppure l'odore del fuoco
era penetrato in essi.
[95]Nabucodònosor prese a dire: «Benedetto il Dio di Sadràch, Mesàch e
Abdènego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i servi che hanno
confidato in lui; hanno trasgredito il comando del re e hanno esposto i loro
corpi per non servire e per non adorare alcun altro dio che il loro Dio.
[96]Perciò io decreto che chiunque, a qualsiasi popolo, nazione o
lingua appartenga, proferirà offesa contro il Dio di Sadràch, Mesàch e Abdènego,
sia tagliato a pezzi e la sua casa sia ridotta a un mucchio di rovine, poiché
nessun altro dio può in tal maniera liberare».
[97]Da allora il re promosse Sadràch, Mesàch e Abdènego a cariche
pubbliche nella provincia di Babilonia.
[99]M'è parso opportuno rendervi noti i prodigi e le meraviglie che il
Dio altissimo ha fatto per me.
[100]Quanto sono grandi i suoi prodigi
e quanto straordinarie le sue meraviglie!
Il suo regno è un regno eterno
e il suo dominio di generazione in generazione.
Daniele - Capitolo 4
[4]Allora vennero i maghi, gli astrologi, i caldei e gli indovini, ai
quali esposi il sogno, ma non me ne potevano dare la spiegazione.
[5]Infine mi si presentò Daniele, chiamato Baltazzàr dal nome del mio
dio, un uomo in cui è lo spirito degli dei santi, e gli raccontai il sogno
[6]dicendo: «Baltazzàr, principe dei maghi, poiché io so che lo spirito
degli dei santi è in te e che nessun segreto ti è difficile, ecco le visioni che
ho avuto in sogno: tu dammene la spiegazione».
[7]Le visioni che mi passarono per la mente, mentre stavo a letto,
erano queste:
Io stavo guardando Così i viventi sappiano che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che
egli lo può dare a chi vuole e insediarvi anche il più piccolo degli uomini».
[15]Questo è il sogno, che io, re Nabucodònosor, ho fatto. Ora tu,
Baltazzàr, dammene la spiegazione. Tu puoi darmela, perché, mentre fra tutti i
saggi del mio regno nessuno me ne spiega il significato, in te è lo spirito
degli dei santi.
[20]Che il re abbia visto un vigilante, un santo che scendeva dal
cielo e diceva: Tagliate l'albero, spezzatelo, però lasciate nella terra il
ceppo delle sue radici legato con catene di ferro e di bronzo fra l'erba della
campagna e sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia sorte comune con le
bestie della terra, finché sette tempi siano passati su di lui,
[21]questa, o re, ne è la spiegazione e questo è il decreto
dell'Altissimo, che deve essere eseguito sopra il re, mio signore: [22]Tu
sarai cacciato dal consorzio umano e la tua dimora sarà con le bestie della
terra; ti pascerai d'erba come i buoi e sarai bagnato dalla rugiada del cielo;
sette tempi passeranno su di te, finché tu riconosca che l'Altissimo domina sul
regno degli uomini e che egli lo dà a chi vuole.
[23]L'ordine che è stato dato di lasciare il ceppo con le radici
dell'albero significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, quando avrai
riconosciuto che al Cielo appartiene il dominio. [24]Perciò, re, accetta
il mio consiglio: sconta i tuoi peccati con l'elemosina e le tue iniquità con
atti di misericordia verso gli afflitti, perché tu possa godere lunga
prosperità».
[26]Dodici mesi dopo, passeggiando sopra la terrazza della reggia di
Babilonia, [27]il re prese a dire: «Non è questa la grande Babilonia che
io ho costruito come reggia per la gloria della mia maestà, con la forza della
mia potenza?».
[28]Queste parole erano ancora sulle labbra del re, quando una voce
venne dal cielo: «A te io parlo, re Nabucodònosor: il regno ti è tolto!
[29]Sarai cacciato dal consorzio umano e la tua dimora sarà con le bestie
della terra; ti pascerai d'erba come i buoi e passeranno sette tempi su di te,
finché tu riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo
dà a chi vuole».
[30]In quel momento stesso si adempì la parola sopra Nabucodònosor.
Egli fu cacciato dal consorzio umano, mangiò l'erba come i buoi e il suo corpo
fu bagnato dalla rugiada del cielo: il pelo gli crebbe come le penne alle aquile
e le unghie come agli uccelli.
[31]«Ma finito quel tempo, io Nabucodònosor alzai gli occhi al cielo e
la ragione tornò in me e benedissi l'Altissimo; lodai e glorificai colui che
vive in eterno,
la cui potenza è potenza eterna [33]In quel tempo tornò in me la conoscenza e con la gloria del regno
mi fu restituita la mia maestà e il mio splendore: i miei ministri e i miei
prìncipi mi ricercarono e io fui ristabilito nel mio regno e mi fu concesso un
potere anche più grande. [34]Ora io, Nabucodònosor, lodo, esalto e
glorifico il Re del cielo: tutte le sue opere sono verità e le sue vie
giustizia; egli può umiliare coloro che camminano nella superbia».
Daniele - Capitolo 5
[7]Allora il re si mise a gridare, ordinando che si convocassero gli
astrologi, i caldei e gli indovini. Appena vennero, il re disse ai saggi di
Babilonia: «Chiunque leggerà quella scrittura e me ne darà la spiegazione sarà
vestito di porpora, porterà una collana d'oro al collo e sarà il terzo signore
del regno».
[8]Allora entrarono nella sala tutti i saggi del re, ma non poterono
leggere quella scrittura né darne al re la spiegazione.
[9]Il re Baldassàr rimase molto turbato e cambiò colore; anche i suoi
grandi restarono sconcertati.
[10]La regina, alle parole del re e dei suoi grandi, entrò nella sala
del banchetto e, rivolta al re, gli disse: «Re, vivi per sempre! I tuoi pensieri
non ti spaventino né si cambi il colore del tuo volto. [11]C'è nel tuo
regno un uomo, in cui è lo spirito degli dei santi. Al tempo di tuo padre si
trovò in lui luce, intelligenza e sapienza pari alla sapienza degli dei. Il re
Nabucodònosor tuo padre lo aveva fatto capo dei maghi, degli astrologi, dei
caldei e degli indovini. [12]Fu riscontrato in questo Daniele, che il re
aveva chiamato Baltazzàr, uno spirito superiore e tanto accorgimento da
interpretare sogni, spiegare detti oscuri, sciogliere enigmi. Si convochi dunque
Daniele ed egli darà la spiegazione».
[13]Fu quindi introdotto Daniele alla presenza del re ed egli gli
disse: «Sei tu Daniele un deportato dei Giudei, che il re mio padre ha condotto
qua dalla Giudea? [14]Ho inteso dire che tu possiedi lo spirito degli dei
santi e che si trova in te luce, intelligenza e sapienza straordinaria.
[15]Poco fa sono stati condotti alla mia presenza i saggi e gli astrologi
per leggere questa scrittura e darmene la spiegazione, ma non sono stati capaci.
[16]Ora, mi è stato detto che tu sei esperto nel dare spiegazioni e
sciogliere enigmi. Se quindi potrai leggermi questa scrittura e darmene la
spiegazione, tu sarai vestito di porpora, porterai al collo una collana d'oro e
sarai il terzo signore del regno».
[17]Daniele rispose al re: «Tieni pure i tuoi doni per te e dà ad
altri i tuoi regali: tuttavia io leggerò la scrittura al re e gliene darò la
spiegazione.
[18]O re, il Dio altissimo aveva dato a Nabucodònosor tuo padre regno,
grandezza, gloria e magnificenza. [19]Per questa grandezza che aveva
ricevuto, tutti i popoli, nazioni e lingue lo temevano e tremavano davanti a
lui: egli uccideva chi voleva, innalzava chi gli piaceva e abbassava chi gli
pareva.
[20]Ma, quando il suo cuore si insuperbì e il suo spirito si ostinò
nell'alterigia, fu deposto dal trono e gli fu tolta la sua gloria.
[21]Fu cacciato dal consorzio umano e il suo cuore divenne simile a
quello delle bestie; la sua dimora fu con gli ònagri e mangiò l'erba come i
buoi; il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, finché riconobbe che il
Dio altissimo domina sul regno degli uomini, sul quale innalza chi gli piace.
[22]Tu, Baldassàr suo figlio, non hai umiliato il tuo cuore, sebbene tu
fossi a conoscenza di tutto questo. [23]Anzi tu hai insolentito contro il
Signore del cielo e sono stati portati davanti a te i vasi del suo tempio e in
essi avete bevuto tu, i tuoi dignitari, le tue mogli, le tue concubine: tu hai
reso lode agli dei d'oro, d'argento, di bronzo, di ferro, di legno, di pietra, i
quali non vedono, non odono e non comprendono e non hai glorificato Dio, nelle
cui mani è la tua vita e a cui appartengono tutte le tue vie. [24]Da lui
fu allora mandata quella mano che ha tracciato quello scritto, [25]di cui
questa è la lettura: mene, tekel, peres, [26]e questa ne è
l'interpretazione: Mene: Dio ha computato il tuo regno e gli ha posto
fine. [27]Tekel: tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato
trovato mancante. [28]Peres: il tuo regno è diviso e dato ai Medi
e ai Persiani». [29]Allora, per ordine di Baldassàr, Daniele fu vestito
di porpora, ebbe una collana d'oro al collo e con bando pubblico fu dichiarato
terzo signore del regno.
[30]In quella stessa notte Baldassàr re dei Caldei fu ucciso:
[31]Dario il Medo ricevette il regno, all'età di circa sessantadue anni.
Daniele - Capitolo 6
[7]Perciò quei governatori e i sàtrapi si radunarono presso il re e
gli dissero: «Re Dario, vivi per sempre! [8]Tutti i governatori del
regno, i magistrati, i sàtrapi, i consiglieri e i capi sono del parere che venga
pubblicato un severo decreto del re secondo il quale chiunque, da ora a trenta
giorni, rivolga supplica alcuna a qualsiasi dio o uomo all'infuori di te, o re,
sia gettato nella fossa dei leoni. [9]Ora, o re, emana il decreto e fallo
mettere per iscritto, perché sia irrevocabile, come sono le leggi di Media e di
Persia, che non si possono mutare». [10]Allora il re Dario fece scrivere
il decreto.
[12]Allora quegli uomini accorsero e trovarono Daniele che stava
pregando e supplicando il suo Dio. [13]Subito si recarono dal re e gli
dissero riguardo al divieto del re: «Non hai tu scritto un decreto che chiunque,
da ora a trenta giorni, rivolga supplica a qualsiasi dio o uomo, all'infuori di
te, re, sia gettato nella fossa dei leoni?». Il re rispose: «Sì. Il decreto è
irrevocabile come lo sono le leggi dei Medi e dei Persiani».
[14]«Ebbene - replicarono al re - Daniele, quel deportato dalla
Giudea, non ha alcun rispetto né di te, re, né del tuo decreto: tre volte al
giorno fa le sue preghiere».
[15]Il re, all'udir queste parole, ne fu molto addolorato e si mise in
animo di salvare Daniele e fino al tramonto del sole fece ogni sforzo per
liberarlo.
[16]Ma quegli uomini si riunirono di nuovo presso il re e gli dissero:
«Sappi, re, che i Medi e i Persiani hanno per legge che qualunque decreto
firmato dal re è irrevocabile».
[24]Il re fu pieno di gioia e comandò che Daniele fosse tirato fuori
dalla fossa. Appena uscito, non si riscontrò in lui lesione alcuna, poiché egli
aveva confidato nel suo Dio. [25]Quindi, per ordine del re, fatti venire
quegli uomini che avevano accusato Daniele, furono gettati nella fossa dei leoni
insieme con i figli e le mogli. Non erano ancor giunti al fondo della fossa, che
i leoni furono loro addosso e stritolarono tutte le loro ossa.
perché egli è il Dio vivente, [29]Questo Daniele prosperò durante il regno di Dario e il regno di
Ciro il Persiano.
Daniele - Capitolo 7
[2]Io, Daniele, guardavo nella mia visione notturna ed ecco, i quattro
venti del cielo si abbattevano impetuosamente sul Mar Mediterraneo [3]e
quattro grandi bestie, differenti l'una dall'altra, salivano dal mare.
[4]La prima era simile ad un leone e aveva ali di aquila. Mentre io stavo
guardando, le furono tolte le ali e fu sollevata da terra e fatta stare su due
piedi come un uomo e le fu dato un cuore d'uomo.
[5]Poi ecco una seconda bestia, simile ad un orso, la quale stava
alzata da un lato e aveva tre costole in bocca, fra i denti, e le fu detto: «Su,
divora molta carne».
[6]Mentre stavo guardando, eccone un'altra simile a un leopardo, la
quale aveva quattro ali d'uccello sul dorso; quella bestia aveva quattro teste e
le fu dato il dominio.
[7]Stavo ancora guardando nelle visioni notturne ed ecco una quarta
bestia, spaventosa, terribile, d'una forza eccezionale, con denti di ferro;
divorava, stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi e lo calpestava:
era diversa da tutte le altre bestie precedenti e aveva dieci corna.
[8]Stavo osservando queste corna, quand'ecco spuntare in mezzo a
quelle un altro corno più piccolo, davanti al quale tre delle prime corna furono
divelte: vidi che quel corno aveva occhi simili a quelli di un uomo e una bocca
che parlava con alterigia.
[11]Continuai a guardare a causa delle parole superbe che quel corno
proferiva, e vidi che la bestia fu uccisa e il suo corpo distrutto e gettato a
bruciare sul fuoco.
[12]Alle altre bestie fu tolto il potere e fu loro concesso di
prolungare la vita fino a un termine stabilito di tempo.
[13]Guardando ancora nelle visioni notturne, [19]Volli poi sapere la verità intorno alla quarta bestia, che era
diversa da tutte le altre e molto terribile, che aveva denti di ferro e artigli
di bronzo e che mangiava e stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi
e lo calpestava; [20]intorno alle dieci corna che aveva sulla testa e
intorno a quell'ultimo corno che era spuntato e davanti al quale erano cadute
tre corna e del perché quel corno aveva occhi e una bocca che parlava con
alterigia e appariva maggiore delle altre corna. [21]Io intanto stavo
guardando e quel corno muoveva guerra ai santi e li vinceva, [22]finché
venne il vegliardo e fu resa giustizia ai santi dell'Altissimo e giunse il tempo
in cui i santi dovevano possedere il regno.
[23]Egli dunque mi disse: «La quarta bestia significa che ci sarà
sulla terra un quarto regno diverso da tutti gli altri e divorerà tutta la
terra, la stritolerà e la calpesterà.
[24]Le dieci corna significano che dieci re sorgeranno da quel regno e
dopo di loro ne seguirà un altro, diverso dai precedenti: abbatterà tre re
[25]e proferirà insulti contro l'Altissimo e distruggerà i santi
dell'Altissimo; penserà di mutare i tempi e la legge; i santi gli saranno dati
in mano per un tempo, più tempi e la metà di un tempo. [26]Si terrà poi
il giudizio e gli sarà tolto il potere, quindi verrà sterminato e distrutto
completamente. [27]Allora il regno, il potere e la grandezza di tutti i
regni che sono sotto il cielo saranno dati al popolo dei santi dell'Altissimo,
il cui regno sarà eterno e tutti gli imperi lo serviranno e obbediranno».
[28]Qui finisce la relazione. Io, Daniele, rimasi molto turbato nei
pensieri, il colore del mio volto si cambiò e conservai tutto questo nel cuore.
Daniele - Capitolo 8
[2]Quand'ebbi questa visione, mi trovavo nella cittadella di Susa, che
è nella provincia dell'Elam, e mi sembrava, in visione, di essere presso il
fiume Ulai.
[3]Alzai gli occhi e guardai; ecco un montone, in piedi, stava di
fronte al fiume. Aveva due corna alte, ma un corno era più alto dell'altro,
sebbene fosse spuntato dopo. [4]Io vidi che quel montone cozzava verso
l'occidente, il settentrione e il mezzogiorno e nessuna bestia gli poteva
resistere, né alcuno era in grado di liberare dal suo potere: faceva quel che
gli pareva e divenne grande.
[5]Io stavo attento ed ecco un capro venire da occidente, sulla terra,
senza toccarne il suolo: aveva fra gli occhi un grosso corno. [6]Si
avvicinò al montone dalle due corna, che avevo visto in piedi di fronte al
fiume, e gli si scagliò contro con tutta la forza. [7]Dopo averlo
assalito, lo vidi imbizzarrirsi e cozzare contro di lui e spezzargli le due
corna, senza che il montone avesse la forza di resistergli; poi lo gettò a terra
e lo calpestò e nessuno liberava il montone dal suo potere.
[8]Il capro divenne molto potente; ma quando fu diventato grande, quel
suo gran corno si spezzò e al posto di quello sorsero altre quattro corna, verso
i quattro venti del cielo.
[9]Da uno di quelli uscì un piccolo corno, che crebbe molto verso il
mezzogiorno, l'oriente e verso la Palestina: [10]s'innalzò fin contro la
milizia celeste e gettò a terra una parte di quella schiera e delle stelle e le
calpestò.
[11]S'innalzò fino al capo della milizia e gli tolse il sacrificio
quotidiano e fu profanata la santa dimora.
[12]In luogo del sacrificio quotidiano fu posto il peccato e fu
gettata a terra la verità; ciò esso fece e vi riuscì.
[13]Udii un santo parlare e un altro santo dire a quello che parlava:
«Fino a quando durerà questa visione: il sacrificio quotidiano abolito, la
desolazione dell'iniquità, il santuario e la milizia calpestati?».
[14]Gli rispose: «Fino a duemilatrecento sere e mattine: poi il santuario
sarà rivendicato».
[19]Egli disse: «Ecco io ti rivelo ciò che avverrà al termine
dell'ira, perché la visione riguarda il tempo della fine. [20]Il montone
con due corna, che tu hai visto, significa il re di Media e di Persia;
[21]il capro è il re della Grecia; il gran corno, che era in mezzo ai
suoi occhi, è il primo re. [22]Che quello sia stato spezzato e quattro ne
siano sorti al posto di uno, significa che quattro regni sorgeranno dalla
medesima nazione, ma non con la medesima potenza di lui.
[23]Alla fine del loro regno, quando l'empietà avrà raggiunto il
colmo, sorgerà un re audace, sfacciato e intrigante. [24]La sua potenza
si rafforzerà, ma non per potenza propria; causerà inaudite rovine, avrà
successo nelle imprese, distruggerà i potenti e il popolo dei santi.
[25]Per la sua astuzia, la frode prospererà nelle sue mani, si
insuperbirà in cuor suo e con inganno farà perire molti: insorgerà contro il
principe dei prìncipi, ma verrà spezzato senza intervento di mano d'uomo.
[26]La visione di sere e mattine, che è stata spiegata, è vera. Ora tu
tieni segreta la visione, perché riguarda cose che avverranno fra molti giorni».
[27]Io, Daniele, rimasi sfinito e mi sentii male per vari giorni: poi
mi alzai e sbrigai gli affari del re: ma ero stupefatto della visione perché non
la potevo comprendere.
Daniele - Capitolo 9
[12]Egli ha messo in atto quelle parole che aveva pronunziate contro
di noi e i nostri governanti, mandando su di noi un male così grande quale mai,
sotto il cielo, era venuto a Gerusalemme.
[13]Tutto questo male è venuto su di noi, proprio come sta scritto
nella legge di Mosè. Tuttavia noi non abbiamo supplicato il Signore Dio nostro,
convertendoci dalle nostre iniquità e seguendo la tua verità. [14]Il
Signore ha vegliato sopra questo male, l'ha mandato su di noi, poiché il Signore
Dio nostro è giusto in tutte le cose che fa, mentre noi non abbiamo ascoltato la
sua voce. [15]Signore Dio nostro, che hai fatto uscire il tuo popolo
dall'Egitto con mano forte e ti sei fatto un nome, come è oggi, noi abbiamo
peccato, abbiamo agito da empi. [16]Signore, secondo la tua misericordia,
si plachi la tua ira e il tuo sdegno verso Gerusalemme, tua città, verso il tuo
monte santo, poiché per i nostri peccati e per l'iniquità dei nostri padri
Gerusalemme e il tuo popolo sono oggetto di vituperio presso quanti ci stanno
intorno.
[17]Ora ascolta, Dio nostro, la preghiera del tuo servo e le sue
suppliche e per amor tuo, o Signore, fà risplendere il tuo volto sopra il tuo
santuario, che è desolato. [18]Porgi l'orecchio, mio Dio, e ascolta: apri
gli occhi e guarda le nostre desolazioni e la città sulla quale è stato invocato
il tuo nome! Non presentiamo le nostre suppliche davanti a te, basate sulla
nostra giustizia, ma sulla tua grande misericordia.
[19]Signore, ascolta; Signore, perdona; Signore, guarda e agisci senza
indugio, per amore di te stesso, mio Dio, poiché il tuo nome è stato invocato
sulla tua città e sul tuo popolo».
[22]Egli mi rivolse questo discorso: «Daniele, sono venuto per
istruirti e farti comprendere.
[23]Fin dall'inizio delle tue suppliche è uscita una parola e io sono
venuto per annunziartela, poiché tu sei un uomo prediletto. Ora stà attento alla
parola e comprendi la visione:
[24]Settanta settimane sono fissate Daniele - Capitolo 10
[2]In quel tempo io, Daniele, feci penitenza per tre settimane,
[3]non mangiai cibo prelibato, non mi entrò in bocca né carne né vino e
non mi unsi d'unguento finché non furono compiute tre settimane. [4]Il
giorno ventiquattro del primo mese, mentre stavo sulla sponda del gran fiume,
cioè il Tigri, [5]alzai gli occhi e guardai ed ecco un uomo vestito di
lino, con ai fianchi una cintura d'oro di Ufàz; [6]il suo corpo
somigliava a topazio, la sua faccia aveva l'aspetto della folgore, i suoi occhi
erano come fiamme di fuoco, le sue braccia e le gambe somigliavano a bronzo
lucente e il suono delle sue parole pareva il clamore di una moltitudine.
[7]Soltanto io, Daniele, vidi la visione, mentre gli uomini che erano
con me non la videro, ma un gran terrore si impadronì di loro e fuggirono a
nascondersi. [8]Io rimasi solo a contemplare quella grande visione,
mentre mi sentivo senza forze; il mio colorito si fece smorto e mi vennero meno
le forze.
[10]Ed ecco, una mano mi toccò e tutto tremante mi fece alzare sulle
ginocchia, appoggiato sulla palma delle mani. [11]Poi egli mi disse:
«Daniele, uomo prediletto, intendi le parole che io ti rivolgo, alzati in piedi,
poiché ora sono stato mandato a te». Quando mi ebbe detto questo, io mi alzai in
piedi tutto tremante.
[12]Egli mi disse: «Non temere, Daniele, poiché fin dal primo giorno
in cui ti sei sforzato di intendere, umiliandoti davanti a Dio, le tue parole
sono state ascoltate e io sono venuto per le tue parole. [13]Ma il
principe del regno di Persia mi si è opposto per ventun giorni: però Michele,
uno dei primi prìncipi, mi è venuto in aiuto e io l'ho lasciato là presso il
principe del re di Persia; [14]ora sono venuto per farti intendere ciò
che avverrà al tuo popolo alla fine dei giorni, poiché c'è ancora una visione
per quei giorni». [15]Mentre egli parlava con me in questa maniera,
chinai la faccia a terra e ammutolii.
[16]Ed ecco uno con sembianze di uomo mi toccò le labbra: io aprii la
bocca e parlai e dissi a colui che era in piedi davanti a me: «Signor mio, nella
visione i miei dolori sono tornati su di me e ho perduto tutte le energie.
[17]Come potrebbe questo servo del mio signore parlare con il mio
signore, dal momento che non è rimasto in me alcun vigore e mi manca anche il
respiro?». [18]Allora di nuovo quella figura d'uomo mi toccò, mi rese le
forze [19]e mi disse: «Non temere, uomo prediletto, pace a te, riprendi
forza, rinfrancati». Mentre egli parlava con me, io mi sentii ritornare le forze
e dissi: «Parli il mio signore perché tu mi hai ridato forza».
Daniele - Capitolo 11
[5]Il re del mezzogiorno diverrà potente e uno dei suoi capitani sarà
più forte di lui e il suo impero sarà grande. [6]Dopo qualche anno
faranno alleanza e la figlia del re del mezzogiorno verrà al re del settentrione
per fare la pace, ma non potrà mantenere la forza del suo braccio e non
resisterà né lei né la sua discendenza e sarà condannata a morte insieme con i
suoi seguaci, il figlio e il marito. [7]In quel tempo, da un germoglio
delle sue radici sorgerà uno, al posto di costui, e verrà con un esercito e
avanzerà contro le fortezze del re del settentrione, le assalirà e se ne
impadronirà. [8]Condurrà in Egitto i loro dei con le loro immagini e i
loro preziosi oggetti d'oro e d'argento, come preda di guerra, poi per qualche
anno si asterrà dal contendere con il re del settentrione. [9]Questi
muoverà contro il re del mezzogiorno, ma se ne ritornerà nel suo paese.
[10]Poi suo figlio si preparerà alla guerra, raccogliendo una
moltitudine di grandi eserciti, con i quali avanzerà come una inondazione:
attraverserà il paese per attaccare di nuovo battaglia e giungere sino alla sua
fortezza. [11]Il re del mezzogiorno, inasprito, uscirà per combattere con
il re del settentrione, che si muoverà con un grande esercito, ma questo cadrà
in potere del re del mezzogiorno, [12]il quale dopo aver disfatto
quell'esercito si gonfierà d'orgoglio, ma pur avendo abbattuto decine di
migliaia, non per questo sarà più forte. [13]Il re del settentrione di
nuovo metterà insieme un grande esercito, più grande di quello di prima, e dopo
qualche anno avanzerà con un grande esercito e con grande apparato.
[14]In quel tempo molti si alzeranno contro il re del mezzogiorno e
uomini violenti del tuo popolo insorgeranno per adempiere la visione, ma
cadranno. [15]Il re del settentrione verrà, costruirà terrapieni e
occuperà una città ben fortificata. Le forze del mezzogiorno, con truppe scelte,
non potranno resistere, mancherà loro la forza per opporre resistenza.
[16]L'invasore farà ciò che vuole e nessuno gli si potrà opporre; si
stabilirà in quella magnifica terra e la distruzione sarà nelle sue mani.
[17]Quindi si proporrà di occupare tutto il regno del re del mezzogiorno,
stipulerà un'alleanza con lui e gli darà sua figlia per rovinarlo, ma ciò non
riuscirà e non raggiungerà il suo scopo.
[18]Poi volgerà le mire alle isole e ne prenderà molte, ma un
comandante straniero farà cessare la sua arroganza, facendola ricadere sopra di
lui. [19]Si volgerà poi verso le fortezze del proprio paese, ma
inciamperà, cadrà, scomparirà. [20]Sorgerà quindi al suo posto uno che
manderà esattori nella terra perla del suo regno, ma in pochi giorni sarà
stroncato, non nel furore di una rivolta né in battaglia.
[25]La sua potenza e il suo ardire lo spingeranno contro il re del
mezzogiorno con un grande esercito e il re del mezzogiorno verrà a battaglia con
un grande e potente esercito, ma non potrà resistere, perché si ordiranno
congiure contro di lui: [26]i suoi stessi commensali saranno causa della
sua rovina; il suo esercito sarà travolto e molti cadranno uccisi. [27]I
due re non penseranno che a farsi del male a vicenda e seduti alla stessa tavola
parleranno con finzione, ma senza riuscire nei reciproci intenti, perché li
attenderà la fine, al tempo stabilito. [28]Egli ritornerà nel suo paese
con grandi ricchezze e con in cuore l'avversione alla santa alleanza: agirà
secondo i suoi piani e poi ritornerà nel suo paese. [29]Al tempo
determinato verrà di nuovo contro il paese del mezzogiorno, ma quest'ultima
impresa non riuscirà come la prima. [30]Verranno contro lui navi dei
Kittìm ed egli si sentirà scoraggiato e tornerà indietro. Si volgerà infuriato e
agirà contro la santa alleanza, e nel suo ritorno se la intenderà con coloro che
avranno abbandonato la santa alleanza. [31]Forze da lui armate si
muoveranno a profanare il santuario della cittadella, aboliranno il sacrificio
quotidiano e vi metteranno l'abominio della desolazione.
[32]Con lusinghe egli sedurrà coloro che avranno apostatato
dall'alleanza, ma quanti riconoscono il proprio Dio si fortificheranno e
agiranno. [33]I più saggi tra il popolo ammaestreranno molti, ma cadranno
di spada, saranno dati alle fiamme, condotti in schiavitù e saccheggiati per
molti giorni. [34]Mentre così cadranno, riceveranno un pò di aiuto: molti
però si uniranno a loro ma senza sincerità. [35]Alcuni saggi cadranno
perché fra di loro ve ne siano di quelli purificati, lavati, resi candidi fino
al tempo della fine, che dovrà venire al tempo stabilito.
[36]Il re dunque farà ciò che vuole, s'innalzerà, si magnificherà
sopra ogni dio e proferirà cose inaudite contro il Dio degli dei e avrà successo
finché non sarà colma l'ira; poiché ciò che è stato determinato si compirà.
[37]Egli non si curerà neppure delle divinità dei suoi padri né del dio
amato dalle donne, né di altro dio, poiché egli si esalterà sopra tutti.
[38]Onorerà invece il dio delle fortezze: onorerà, con oro e argento, con
gemme e con cose preziose, un dio che i suoi padri non hanno mai conosciuto.
[39]Nel nome di quel dio straniero attaccherà le fortezze e colmerà di
onori coloro che lo riconosceranno: darà loro il potere su molti e distribuirà
loro terre in ricompensa.
Daniele - Capitolo 12
[1]Or in quel tempo sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui
figli del tuo popolo. Vi sarà un tempo di angoscia, come non c'era mai stato dal
sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo
popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.
[4]Ora tu, Daniele, chiudi queste parole e sigilla questo libro, fino
al tempo della fine: allora molti lo scorreranno e la loro conoscenza sarà
accresciuta».
[8]Io udii bene, ma non compresi, e dissi: «Mio Signore, quale sarà la
fine di queste cose?». [9]Egli mi rispose: «Và, Daniele, queste parole
sono nascoste e sigillate fino al tempo della fine. [10]Molti saranno
purificati, resi candidi, integri, ma gli empi agiranno empiamente: nessuno
degli empi intenderà queste cose, ma i saggi le intenderanno. [11]Ora,
dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l'abominio
della desolazione, ci saranno milleduecentonovanta giorni. [12]Beato chi
aspetterà con pazienza e giungerà a milletrecentotrentacinque giorni.
[13]Tu, và pure alla tua fine e riposa: ti alzerai per la tua sorte alla
fine dei giorni».
Daniele - Capitolo 13
[15]Mentre aspettavano l'occasione favorevole, Susanna entrò, come al
solito, con due sole ancelle, nel giardino per fare il bagno, poiché faceva
caldo. [16]Non c'era nessun altro al di fuori dei due anziani nascosti a
spiarla. [17]Susanna disse alle ancelle: «Portatemi l'unguento e i
profumi, poi chiudete la porta, perché voglio fare il bagno». [18]Esse
fecero come aveva ordinato: chiusero le porte del giardino ed entrarono in casa
dalla porta laterale per portare ciò che Susanna chiedeva, senza accorgersi
degli anziani poiché si erano nascosti. [19]Appena partite le ancelle, i
due anziani uscirono dal nascondiglio, corsero da lei e le dissero:
[20]«Ecco, le porte del giardino sono chiuse, nessuno ci vede e noi
bruciamo di passione per te; acconsenti e datti a noi. [21]In caso
contrario ti accuseremo; diremo che un giovane era con te e perciò hai fatto
uscire le ancelle». [22]Susanna, piangendo, esclamò: «Sono alle strette
da ogni parte. Se cedo, è la morte per me; se rifiuto, non potrò scampare dalle
vostre mani. [23]Meglio però per me cadere innocente nelle vostre mani
che peccare davanti al Signore!». [24]Susanna gridò a gran voce. Anche i
due anziani gridarono contro di lei [25]e uno di loro corse alle porte
del giardino e le aprì.
[26]I servi di casa, all'udire tale rumore in giardino, si
precipitarono dalla porta laterale per vedere che cosa stava accadendo.
[27]Quando gli anziani ebbero fatto il loro racconto, i servi si
sentirono molto confusi, perché mai era stata detta una simile cosa di Susanna.
[28]Il giorno dopo, tutto il popolo si adunò nella casa di Ioakìm, suo
marito e andarono là anche i due anziani pieni di perverse intenzioni per
condannare a morte Susanna. [29]Rivolti al popolo dissero: «Si faccia
venire Susanna figlia di Chelkìa, moglie di Ioakìm». Mandarono a chiamarla
[30]ed essa venne con i genitori, i figli e tutti i suoi parenti.
[31]Susanna era assai delicata d'aspetto e molto bella di forme;
[32]aveva il velo e quei perversi ordinarono che le fosse tolto per
godere almeno così della sua bellezza. [33]Tutti i suoi familiari e amici
piangevano.
[34]I due anziani si alzarono in mezzo al popolo e posero le mani
sulla sua testa. [35]Essa piangendo alzò gli occhi al cielo, con il cuore
pieno di fiducia nel Signore. [36]Gli anziani dissero: «Mentre noi
stavamo passeggiando soli nel giardino, è venuta con due ancelle, ha chiuse le
porte del giardino e poi ha licenziato le ancelle. [37]Quindi è entrato
da lei un giovane che era nascosto, e si è unito a lei. [38]Noi che
eravamo in un angolo del giardino, vedendo una tale nefandezza, ci siamo
precipitati su di loro e li abbiamo sorpresi insieme. [39]Non abbiamo
potuto prendere il giovane perché, più forte di noi, ha aperto la porta ed è
fuggito. [40]Abbiamo preso lei e le abbiamo domandato chi era quel
giovane, ma lei non ce l'ha voluto dire. Di questo noi siamo testimoni».
[41]La moltitudine prestò loro fede poiché erano anziani e giudici del
popolo e la condannò a morte. [42]Allora Susanna ad alta voce esclamò:
«Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che accadano,
[43]tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me! Io muoio innocente
di quanto essi iniquamente hanno tramato contro di me». [44]E il Signore
ascoltò la sua voce.
[45]Mentre Susanna era condotta a morte, il Signore suscitò il santo
spirito di un giovanetto, chiamato Daniele, [46]il quale si mise a
gridare: «Io sono innocente del sangue di lei!».
[47]Tutti si voltarono verso di lui dicendo: «Che vuoi dire con le tue
parole?». [48]Allora Daniele, stando in mezzo a loro, disse: «Siete così
stolti, Israeliti? Avete condannato a morte una figlia d'Israele senza indagare
la verità! [49]Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto il
falso contro di lei».
[50]Il popolo tornò subito indietro e gli anziani dissero a Daniele:
«Vieni, siedi in mezzo a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha dato il dono
dell'anzianità». [51]Daniele esclamò: «Separateli bene l'uno dall'altro e
io li giudicherò». [52]Separati che furono, Daniele disse al primo: «O
invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla
luce, [53]quando davi sentenze ingiuste opprimendo gli innocenti e
assolvendo i malvagi, mentre il Signore ha detto: Non ucciderai il giusto e
l'innocente. [54]Ora dunque, se tu hai visto costei, dì: sotto quale
albero tu li hai visti stare insieme?». Rispose: «Sotto un lentisco».
[55]Disse Daniele: «In verità, la tua menzogna ricadrà sulla tua testa.
Gia l'angelo di Dio ha ricevuto da Dio la sentenza e ti spaccherà in due».
[56]Allontanato questo, fece venire l'altro e gli disse: «Razza di Canaan
e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il
cuore! [57]Così facevate con le donne d'Israele ed esse per paura si
univano a voi. Ma una figlia di Giuda non ha potuto sopportare la vostra
iniquità. [58]Dimmi dunque, sotto quale albero li hai trovati insieme?».
Rispose: «Sotto un leccio». [59]Disse Daniele: «In verità anche la tua
menzogna ti ricadrà sulla testa. Ecco l'angelo di Dio ti aspetta con la spada in
mano per spaccarti in due e così farti morire».
[60]Allora tutta l'assemblea diede in grida di gioia e benedisse Dio
che salva coloro che sperano in lui. [61]Poi insorgendo contro i due
anziani, ai quali Daniele aveva fatto confessare con la loro bocca di aver
deposto il falso, fece loro subire la medesima pena alla quale volevano
assoggettare il prossimo [62]e applicando la legge di Mosè li fece
morire. In quel giorno fu salvato il sangue innocente. [63]Chelkìa e sua
moglie resero grazie a Dio per la figlia Susanna insieme con il marito Ioakìm e
tutti i suoi parenti, per non aver trovato in lei nulla di men che onesto.
[64]Da quel giorno in poi Daniele divenne grande di fronte al popolo.
Daniele - Capitolo 14
[13]Dopo che essi se ne furono andati, il re fece porre i cibi davanti
a Bel: [14]Daniele ordinò ai servi del re di portare un pò di cenere e la
sparsero su tutto il pavimento del tempio alla presenza soltanto del re; poi
uscirono, chiusero la porta, la sigillarono con l'anello del re e se ne
andarono. [15]I sacerdoti vennero di notte, secondo il loro consueto, con
le mogli, i figli, e mangiarono e bevvero tutto. [16]Di buon mattino il
re si alzò, come anche Daniele. [17]Il re domandò: «Sono intatti i
sigilli, Daniele?». «Intatti, re» rispose. [18]Aperta la porta, il re
guardò la tavola ed esclamò: «Tu sei grande, Bel, e nessun inganno è in te!».
[19]Daniele sorrise e, trattenendo il re perché non entrasse, disse:
«Guarda il pavimento ed esamina di chi sono quelle orme». [20]Il re
disse: «Vedo orme d'uomini, di donne e di ragazzi!». [21]Acceso d'ira,
fece arrestare i sacerdoti con le mogli e i figli; gli furono mostrate le porte
segrete per le quali entravano a consumare quanto si trovava sulla tavola.
[22]Quindi il re li fece mettere a morte, consegnò Bel in potere di
Daniele che lo distrusse insieme con il tempio.
[28]Quando i Babilonesi lo seppero, ne furono molto indignati e
insorsero contro il re, dicendo: «Il re è diventato Giudeo: ha distrutto Bel, ha
ucciso il drago, ha messo a morte i sacerdoti». [29]Andarono da lui
dicendo: «Consegnaci Daniele, altrimenti uccidiamo te e la tua famiglia!».
[30]Quando il re vide che lo assalivano con violenza, costretto dalla
necessità consegnò loro Daniele.
[33]Si trovava allora in Giudea il profeta Abacuc il quale aveva fatto
una minestra e spezzettato il pane in un recipiente e andava a portarlo nel
campo ai mietitori. [34]L'angelo del Signore gli disse: «Porta questo
cibo a Daniele in Babilonia nella fossa dei leoni». [35]Ma Abacuc
rispose: «Signore, Babilonia non l'ho mai vista e la fossa non la conosco».
[36]Allora l'angelo del Signore lo prese per i capelli e con la velocità
del vento lo trasportò in Babilonia e lo posò sull'orlo della fossa dei leoni.
[37]Gridò Abacuc: «Daniele, Daniele, prendi il cibo che Dio ti ha
mandato». [38]Daniele esclamò: «Dio, ti sei ricordato di me e non hai
abbandonato coloro che ti amano». [39]Alzatosi, Daniele si mise a
mangiare, mentre l'angelo di Dio riportava subito Abacuc nel luogo di prima.
[40]Il settimo giorno il re andò per piangere Daniele e giunto alla
fossa guardò e vide Daniele seduto. [41]Allora esclamò ad alta voce:
«Grande tu sei, Signore Dio di Daniele, e non c'è altro dio all'infuori di te!».
[42]Poi fece uscire Daniele dalla fossa e vi fece gettare coloro che
volevano la sua rovina ed essi furono subito divorati sotto i suoi occhi.
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