Ecclesiaste Ecclesiaste - Capitolo 1[15]Ciò che è storto non si può raddrizzare [16]Pensavo e dicevo fra me: «Ecco, io ho avuto una sapienza superiore
e più vasta di quella che ebbero quanti regnarono prima di me in Gerusalemme. La
mia mente ha curato molto la sapienza e la scienza». [17]Ho deciso allora
di conoscere la sapienza e la scienza, come anche la stoltezza e la follia, e ho
compreso che anche questo è un inseguire il vento, [18]perchè
molta sapienza, molto affanno; Ecclesiaste - Capitolo 2
[1]Io ho detto in cuor mio: «Vieni, dunque, ti voglio mettere alla
prova con la gioia: Gusta il piacere!». Ma ecco anche questo è vanità.
[2]Del riso ho detto: «Follia!» [3]Ho voluto soddisfare il mio corpo con il vino, con la pretesa di
dedicarmi con la mente alla sapienza e di darmi alla follia, finché non
scoprissi che cosa convenga agli uomini compiere sotto il cielo, nei giorni
contati della loro vita. [4]Ho intrapreso grandi opere, mi sono
fabbricato case, mi sono piantato vigneti. [5]Mi sono fatto parchi e
giardini e vi ho piantato alberi da frutto d'ogni specie; [6]mi sono
fatto vasche, per irrigare con l'acqua le piantagioni. [7]Ho acquistato
schiavi e schiave e altri ne ho avuti nati in casa e ho posseduto anche armenti
e greggi in gran numero più di tutti i miei predecessori in Gerusalemme.
[8]Ho accumulato anche argento e oro, ricchezze di re e di province; mi
sono procurato cantori e cantatrici, insieme con le delizie dei figli dell'uomo.
[9]Sono divenuto grande, più potente di tutti i miei predecessori in
Gerusalemme, pur conservando la mia sapienza. [10]Non ho negato ai miei
occhi nulla di ciò che bramavano, né ho rifiutato alcuna soddisfazione al mio
cuore, che godeva d'ogni mia fatica; questa è stata la ricompensa di tutte le
mie fatiche. [11]Ho considerato tutte le opere fatte dalle mie mani e
tutta la fatica che avevo durato a farle: ecco, tutto mi è apparso vanità e un
inseguire il vento: non c'è alcun vantaggio sotto il sole.
[12]Ho considerato poi la sapienza, la follia e la stoltezza. «Che
farà il successore del re? Ciò che è gia stato fatto». [13]Mi sono
accorto che il vantaggio della sapienza sulla stoltezza è il vantaggio della
luce sulle tenebre:
[14]Il saggio ha gli occhi in fronte, [15]Allora ho pensato: «Anche a me toccherà la sorte dello stolto!
Allora perché ho cercato d'esser saggio? Dov'è il vantaggio?». E ho concluso:
«Anche questo è vanità». [16]Infatti, né del saggio né dello stolto
resterà un ricordo duraturo e nei giorni futuri tutto sarà dimenticato. Allo
stesso modo muoiono il saggio e lo stolto.
[17]Ho preso in odio la vita, perché mi è sgradito quanto si fa sotto
il sole. Ogni cosa infatti è vanità e un inseguire il vento. [18]Ho preso
in odio ogni lavoro da me fatto sotto il sole, perché dovrò lasciarlo al mio
successore. [19]E chi sa se questi sarà saggio o stolto? Eppure potrà
disporre di tutto il mio lavoro, in cui ho speso fatiche e intelligenza sotto il
sole. Anche questo è vanità! [20]Sono giunto al punto di disperare in
cuor mio per tutta la fatica che avevo durato sotto il sole, [21]perché
chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare i
suoi beni a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e
grande sventura.
[22]Allora quale profitto c'è per l'uomo in tutta la sua fatica e in
tutto l'affanno del suo cuore con cui si affatica sotto il sole?
[23]Tutti i suoi giorni non sono che dolori e preoccupazioni penose; il
suo cuore non riposa neppure di notte. Anche questo è vanità! [24]Non c'è
di meglio per l'uomo che mangiare e bere e godersela nelle sue fatiche; ma mi
sono accorto che anche questo viene dalle mani di Dio. [25]Difatti, chi
può mangiare e godere senza di lui? [26]Egli concede a chi gli è gradito
sapienza, scienza e gioia, mentre al peccatore dà la pena di raccogliere e
d'ammassare per colui che è gradito a Dio. Ma anche questo è vanità e un
inseguire il vento!
Ecclesiaste - Capitolo 3
[2]C'è un tempo per nascere e un tempo per morire, [9]Che vantaggio ha chi si dà da fare con fatica?
[10]Ho considerato l'occupazione che Dio ha dato agli uomini, perché
si occupino in essa. [11]Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma
egli ha messo la nozione dell'eternità nel loro cuore, senza però che gli uomini
possano capire l'opera compiuta da Dio dal principio alla fine. [12]Ho
concluso che non c'è nulla di meglio per essi, che godere e agire bene nella
loro vita; [13]ma che un uomo mangi, beva e goda del suo lavoro è un dono
di Dio. [14]Riconosco che qualunque cosa Dio fa è immutabile; non c'è
nulla da aggiungere, nulla da togliere. Dio agisce così perché si abbia timore
di lui. [15]Ciò che è, gia è stato; ciò che sarà, gia è; Dio ricerca ciò
che è gia passato.
[16]Ma ho anche notato che sotto il sole al posto del diritto c'è
l'iniquità e al posto della giustizia c'è l'empietà. [17]Ho pensato: Dio
giudicherà il giusto e l'empio, perché c'è un tempo per ogni cosa e per ogni
azione. [18]Poi riguardo ai figli dell'uomo mi son detto: Dio vuol
provarli e mostrare che essi di per sé sono come bestie. [19]Infatti la
sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa; come muoiono queste
muoiono quelli; c'è un solo soffio vitale per tutti. Non esiste superiorità
dell'uomo rispetto alle bestie, perché tutto è vanità. [20]Tutti sono
diretti verso la medesima dimora:
tutto è venuto dalla polvere [21]Chi sa se il soffio vitale dell'uomo salga in alto e se quello
della bestia scenda in basso nella terra? [22]Mi sono accorto che nulla
c'è di meglio per l'uomo che godere delle sue opere, perché questa è la sua
sorte. Chi potrà infatti condurlo a vedere ciò che avverrà dopo di lui?
Ecclesiaste - Capitolo 4
[4]Ho osservato anche che ogni fatica e tutta l'abilità messe in un
lavoro non sono che invidia dell'uno con l'altro. Anche questo è vanità e un
inseguire il vento.
[5]Lo stolto incrocia le braccia [7]Inoltre ho considerato un'altra vanità sotto il sole: [8]uno
è solo, senza eredi, non ha un figlio, non un fratello. Eppure non smette mai di
faticare, né il suo occhio è sazio di ricchezza: «Per chi mi affatico e mi privo
dei beni?». Anche questo è vanità e un cattivo affannarsi.
[9]Meglio essere in due che uno solo, perché due hanno un miglior
compenso nella fatica. [10]Infatti, se vengono a cadere, l'uno rialza
l'altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi.
[11]Inoltre, se due dormono insieme, si possono riscaldare; ma uno solo
come fa a riscaldarsi? [12]Se uno aggredisce, in due gli possono
resistere e una corda a tre capi non si rompe tanto presto.
[13]Meglio un ragazzo povero ma accorto, [14]Il ragazzo infatti può uscir di prigione ed esser proclamato re,
anche se, mentre quegli regnava, è nato povero. [15]Ho visto tutti i
viventi che si muovono sotto il sole, stare con quel ragazzo, il secondo, cioè
l'usurpatore. [16]Era una folla immensa quella di cui egli era alla
testa. Ma coloro che verranno dopo non avranno da rallegrarsi di lui. Anche
questo è vanità e un inseguire il vento.
[17]Bada ai tuoi passi, quando ti rechi alla casa di Dio. Avvicinarsi
per ascoltare vale più del sacrificio offerto dagli stolti che non comprendono
neppure di far male.
Ecclesiaste - Capitolo 5
[1]Non essere precipitoso con la bocca e il tuo cuore non si affretti
a proferir parola davanti a Dio, perché Dio è in cielo e tu sei sulla terra;
perciò le tue parole siano parche, poichè
[2]Dalle molte preoccupazioni vengono i sogni [3]Quando hai fatto un voto a Dio, non indugiare a soddisfarlo, perché
egli non ama gli stolti: adempi quello che hai promesso. [4]E' meglio non
far voti, che farli e poi non mantenerli. [5]Non permettere alla tua
bocca di renderti colpevole e non dire davanti al messaggero che è stata una
inavvertenza, perché Dio non abbia ad adirarsi per le tue parole e distrugga il
lavoro delle tue mani. [6]Poiché dai molti sogni provengono molte
delusioni e molte parole. Abbi dunque il timor di Dio.
[7]Se vedi nella provincia il povero oppresso e il diritto e la
giustizia calpestati, non ti meravigliare di questo, poiché sopra un'autorità
veglia un'altra superiore e sopra di loro un'altra ancora più alta:
[8]l'interesse del paese in ogni cosa è un re che si occupa dei campi.
[11]Dolce è il sonno del lavoratore, poco o molto che mangi; [12]Un altro brutto malanno ho visto sotto il sole: ricchezze
custodite dal padrone a proprio danno. [13]Se ne vanno in fumo queste
ricchezze per un cattivo affare e il figlio che gli è nato non ha nulla nelle
mani. [14]Come è uscito nudo dal grembo di sua madre, così se ne andrà di
nuovo come era venuto, e dalle sue fatiche non ricaverà nulla da portar con sé.
[15]Anche questo è un brutto malanno: che se ne vada proprio come è
venuto. Qual vantaggio ricava dall'aver gettato le sue fatiche al vento?
[16]Inoltre avrà passato tutti i suoi giorni nell'oscurità e nel pianto
fra molti guai, malanni e crucci.
[17]Ecco quello che ho concluso: è meglio mangiare e bere e godere dei
beni in ogni fatica durata sotto il sole, nei pochi giorni di vita che Dio gli
dà: è questa la sua sorte. [18]Ogni uomo, a cui Dio concede ricchezze e
beni, ha anche facoltà di goderli e prendersene la sua parte e di godere delle
sue fatiche: anche questo è dono di Dio. [19]Egli non penserà infatti
molto ai giorni della sua vita, poiché Dio lo tiene occupato con la gioia del
suo cuore.
Ecclesiaste - Capitolo 6
[1]Un altro male ho visto sotto il sole, che pesa molto sopra gli
uomini. [2]A uno Dio ha concesso beni, ricchezze, onori e non gli manca
niente di quanto desidera; ma Dio non gli concede di poterne godere, perché è un
estraneo che ne gode. Ciò è vanità e malanno grave!
[3]Se uno avesse cento figli e vivesse molti anni e molti fossero i
suoi giorni, se egli non gode dei suoi beni e non ha neppure una tomba, allora
io dico: meglio di lui l'aborto, [4]perché questi viene invano e se ne va
nella tenebra e il suo nome è coperto dalla tenebra. [5]Non vide neppure
il sole: non conobbe niente; eppure il suo riposo è maggiore di quello
dell'altro. [6]Se quello vivesse anche due volte mille anni, senza godere
dei suoi beni, forse non dovranno andare tutt'e due nel medesimo luogo?
[7]Tutta la fatica dell'uomo è per la bocca e la sua brama non è mai
sazia. [8]Quale vantaggio ha il saggio sullo stolto? Quale il vantaggio
del povero che sa comportarsi bene di fronte ai viventi?
[9]Meglio vedere con gli occhi, che vagare con il desiderio. Anche
questo è vanità e un inseguire il vento. [10]Ciò che è, gia da tempo ha
avuto un nome; e si sa che cos'è un uomo: egli non può competere con chi è più
forte di lui. [11]Le molte parole aumentano la delusione e quale
vantaggio v'è per l'uomo? [12]Chi sa quel che all'uomo convenga durante
la vita, nei brevi giorni della sua vana esistenza che egli trascorre come
un'ombra? Chi può indicare all'uomo cosa avverrà dopo di lui sotto il sole?
Ecclesiaste - Capitolo 7
è meglio la pazienza della superbia.
[9]Non esser facile a irritarti nel tuo spirito, perché l'ira alberga
in seno agli stolti. [10]Non domandare: «Come mai i tempi antichi erano
migliori del presente?», poiché una tale domanda non è ispirata da saggezza.
[11]E' buona la saggezza insieme con un patrimonio ed è utile per coloro
che vedono il sole; [12]perché si sta all'ombra della saggezza come si
sta all'ombra del denaro e il profitto della saggezza fa vivere chi la possiede.
[13]Osserva l'opera di Dio: chi può raddrizzare ciò che egli ha fatto
curvo? [14]Nel giorno lieto stà allegro e nel giorno triste rifletti:
«Dio ha fatto tanto l'uno quanto l'altro, perché l'uomo non trovi nulla da
incolparlo».
[15]Tutto ho visto nei giorni della mia vanità: perire il giusto
nonostante la sua giustizia, vivere a lungo l'empio nonostante la sua iniquità.
[16]Non esser troppo scrupoloso [18]E' bene che tu ti attenga a questo e che non stacchi la mano da
quello, perché chi teme Dio riesce in tutte queste cose.
[19]La sapienza rende il saggio più forte di dieci potenti che
governano la città. [20]Non c'è infatti sulla terra un uomo così giusto
che faccia solo il bene e non pecchi. [21]Ancora: non fare attenzione a
tutte le dicerie che si fanno, per non sentir che il tuo servo ha detto male di
te, [22]perché il tuo cuore sa che anche tu hai detto tante volte male
degli altri.
[23]Tutto questo io ho esaminato con sapienza e ho detto: «Voglio
essere saggio!», ma la sapienza è lontana da me! [24]Ciò che è stato è
lontano e profondo, profondo: chi lo può raggiungere?
[25]Mi son applicato di nuovo a conoscere e indagare e cercare la
sapienza e il perché delle cose e a conoscere che la malvagità è follia e la
stoltezza pazzia. [26]Trovo che amara più della morte è la donna, la
quale è tutta lacci: una rete il suo cuore, catene le sue braccia. Chi è gradito
a Dio la sfugge ma il peccatore ne resta preso.
[27]Vedi, io ho scoperto questo, dice Qoèlet, confrontando una ad una
le cose, per trovarne la ragione. [28]Quello che io cerco ancora e non ho
trovato è questo:
Un uomo su mille l'ho trovato: [29]Vedi, solo questo ho trovato:
Dio ha fatto l'uomo retto, Ecclesiaste - Capitolo 8
[1]Chi è come il saggio? [2]Osserva gli ordini del re e, a causa del giuramento fatto a Dio,
[3]non allontanarti in fretta da lui e non persistere nel male; perché
egli può fare ciò che vuole. [4]Infatti, la parola del re è sovrana; chi
può dirgli: «Che fai?». [5]Chi osserva il comando non prova alcun male;
la mente del saggio conosce il tempo e il giudizio.
[6]Infatti, per ogni cosa vi è tempo e giudizio e il male dell'uomo
ricade gravemente su chi lo fa. [7]Questi ignora che cosa accadrà; chi
mai può indicargli come avverrà? [8]Nessun uomo è padrone del suo soffio
vitale tanto da trattenerlo, né alcuno ha potere sul giorno della sua morte, né
c'è scampo dalla lotta; l'iniquità non salva colui che la compie.
[9]Tutto questo ho visto riflettendo su ogni azione che si compie
sotto il sole, quando l'uomo domina sull'altro uomo, a proprio danno.
[10]Frattanto ho visto empi venir condotti alla sepoltura; invece,
partirsene dal luogo santo ed essere dimenticati nella città coloro che avevano
operato rettamente. Anche questo è vanità. [11]Poiché non si dà una
sentenza immediata contro una cattiva azione, per questo il cuore dei figli
dell'uomo è pieno di voglia di fare il male; [12]poiché il peccatore,
anche se commette il male cento volte, ha lunga vita. Tuttavia so che saranno
felici coloro che temono Dio, appunto perché provano timore davanti a lui,
[13]e non sarà felice l'empio e non allungherà come un'ombra i suoi
giorni, perché egli non teme Dio. [14]Sulla terra si ha questa delusione:
vi sono giusti ai quali tocca la sorte meritata dagli empi con le loro opere, e
vi sono empi ai quali tocca la sorte meritata dai giusti con le loro opere. Io
dico che anche questo è vanità.
[15]Perciò approvo l'allegria, perché l'uomo non ha altra felicità,
sotto il sole, che mangiare e bere e stare allegro. Sia questa la sua compagnia
nelle sue fatiche, durante i giorni di vita che Dio gli concede sotto il sole.
[16]Quando mi sono applicato a conoscere la sapienza e a considerare
l'affannarsi che si fa sulla terra - poiché l'uomo non conosce riposo né giorno
né notte - [17]allora ho osservato tutta l'opera di Dio, e che l'uomo non
può scoprire la ragione di quanto si compie sotto il sole; per quanto si
affatichi a cercare, non può scoprirla. Anche se un saggio dicesse di
conoscerla, nessuno potrebbe trovarla.
Ecclesiaste - Capitolo 9
L'uomo non conosce né l'amore né l'odio; davanti a lui tutto è vanità.
[2]Vi è una sorte unica per tutti, [3]Questo è il male in tutto ciò che avviene sotto il sole: una
medesima sorte tocca a tutti e anche il cuore degli uomini è pieno di male e la
stoltezza alberga nel loro cuore mentre sono in vita, poi se ne vanno fra i
morti. [4]Certo, finché si resta uniti alla società dei viventi c'è
speranza: meglio un cane vivo che un leone morto. [5]I vivi sanno che
moriranno, ma i morti non sanno nulla; non c'è più salario per loro, perché il
loro ricordo svanisce. [6]Il loro amore, il loro odio e la loro invidia,
tutto è ormai finito, non avranno più alcuna parte in tutto ciò che accade sotto
il sole.
[7]Và, mangia con gioia il tuo pane, [9]Godi la vita con la sposa che ami per tutti i giorni della tua vita
fugace, che Dio ti concede sotto il sole, perché questa è la tua sorte nella
vita e nelle pene che soffri sotto il sole. [10]Tutto ciò che trovi da
fare, fallo finché ne sei in grado, perché non ci sarà né attività, né ragione,
né scienza, né sapienza giù negli inferi, dove stai per andare.
[11]Ho visto anche sotto il sole che non è degli agili la corsa, né
dei forti la guerra e neppure dei sapienti il pane e degli accorti la ricchezza
e nemmeno degli intelligenti il favore, perché il tempo e il caso raggiungono
tutti. [12]Infatti l'uomo non conosce neppure la sua ora: simile ai pesci
che sono presi dalla rete fatale e agli uccelli presi al laccio, l'uomo è
sorpreso dalla sventura che improvvisa si abbatte su di lui.
E' meglio la sapienza della forza, Ecclesiaste - Capitolo 10
[1]Una mosca morta guasta l'unguento del profumiere: [2]La mente del sapiente si dirige a destra [3]Per qualunque via lo stolto cammini è privo di senno e di ognuno
dice: «E' un pazzo».
[4]Se l'ira d'un potente si accende contro di te, non lasciare il tuo
posto, perché la calma placa le offese anche gravi.
[5]C'è un male che io ho osservato sotto il sole: l'errore commesso da
parte di un sovrano: [6]la follia vien collocata in posti elevati e gli
abili siedono in basso. [7]Ho visto schiavi a cavallo e prìncipi
camminare a piedi come schiavi.
[8]Chi scava una fossa ci casca dentro [10]Se il ferro è ottuso e non se ne affila il taglio, bisogna
raddoppiare gli sforzi; la riuscita sta nell'uso della saggezza. [11]Se
il serpente morde prima d'essere incantato, non c'è niente da fare per
l'incantatore.
[12]Le parole della bocca del saggio procurano benevolenza, [14]L'insensato moltiplica le parole: «Non sa l'uomo quel che avverrà:
chi gli manifesterà ciò che sarà dopo di lui?».
[15]La fatica dello stolto lo stanca; Ecclesiaste - Capitolo 11
[1]Getta il tuo pane sulle acque, perché con il tempo lo ritroverai.
[2]Fanne sette od otto parti, perché non sai quale sciagura potrà
succedere sulla terra.
[3]Se le nubi sono piene di acqua, [5]Come ignori per qual via lo spirito entra nelle ossa dentro il seno
d'una donna incinta, così ignori l'opera di Dio che fa tutto.
[6]La mattina semina il tuo seme [7]Dolce è la luce Ecclesiaste - Capitolo 12
[1]Ricòrdati del tuo creatore [10]Qoèlet cercò di trovare pregevoli detti e scrisse con esattezza
parole di verità. [11]Le parole dei saggi sono come pungoli; come chiodi
piantati, le raccolte di autori: esse sono date da un solo pastore.
[12]Quanto a ciò che è in più di questo, figlio mio, bada bene: i libri
si moltiplicano senza fine ma il molto studio affatica il corpo.
[13]Conclusione del discorso, dopo che si è ascoltato ogni cosa: Temi
Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo per l'uomo è tutto.
[14]Infatti, Dio citerà in giudizio ogni azione, tutto ciò che è
occulto, bene o male.
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