Esdra Esdra - Capitolo 1I. IL RITORNO DALL'ESILIO E LA RICOSTRUZIONE DEL TEMPIOIl ritorno dei Sionisti[5]Allora si misero in cammino i capifamiglia di Giuda e di Beniamino
e i sacerdoti e i leviti, quanti Dio aveva animato a tornare per ricostruire il
tempio del Signore in Gerusalemme. [6]Tutti i loro vicini li aiutarono
validamente con oggetti d'argento e d'oro, con beni e bestiame e con oggetti
preziosi, e inoltre quello che ciascuno offrì volontariamente.
[7]Anche il re Ciro fece trarre fuori gli arredi del tempio, che
Nabucodònosor aveva asportato da Gerusalemme e aveva deposto nel tempio del suo
dio. [8]Ciro, re di Persia, li fece trarre fuori per mano di Mitridate il
tesoriere, che li consegnò a Sesbassar, principe di Giuda. [9]Questo è il
loro computo:
Bacili d'oro: trenta; Sesbassar li riportò da Babilonia a Gerusalemme, in occasione del ritorno
degli esuli.
Esdra - Capitolo 2
Essi tornarono a Gerusalemme e in Giudea, ognuno alla sua città;
[2]vennero con Zorobabèle, Giosuè, Neemia, Seraia, Reelaia, Mardocheo,
Bilsan, Mispar, Bigvai, Recun, Baana.
Computo degli uomini del popolo d'Israele:
[3]Figli di Paros: duemilacentosettantadue. [36]I sacerdoti:
Figli di Iedaia della casa di Giosuè: novecentosettantatrè.
[40]I leviti:
Figli di Giosuè e di Kadmiel, di Binnui e di Odavia: settantaquattro.
[41]I cantori:
Figli di Asaf: centoventotto.
[42]I portieri:
Figli di Sallùm, figli di Ater, figli di Talmon, figli di Akkub, figli di
Catita, figli di Sobài: in tutto centotrentanove.
[43]Gli oblati:
Figli di Zica, figli di Casufa, figli di Pochèret Azzebàim, figli di Ami.
[58]Totale degli oblati e dei figli dei servi di Salomone:
trecentonovantadue.
[59]I seguenti rimpatriati da Tel-Melach, Tel-Carsa, Cherub-Addàn,
Immer, non potevano dimostrare se il loro casato e la loro discendenza fossero
d'Israele:
[60]figli di Delaia, figli di Tobia, figli di Nekodà:
seicentoquarantadue.
[61]Tra i sacerdoti i seguenti:
figli di Cobaià, figli di Akkoz, figli di Barzillài, il quale aveva preso in
moglie una delle figlie di Barzillài il Galaadita e aveva assunto il suo nome,
[62]cercarono il loro registro genealogico, ma non lo trovarono; allora
furono esclusi dal sacerdozio. [63]Il governatore ordinò loro che non
mangiassero le cose santissime, finché non si presentasse un sacerdote con
Urim e Tummim.
[64]Tutta la comunità così radunata era di
quarantaduemilatrecentosessanta persone; [65]inoltre vi erano i loro
schiavi e le loro schiave: questi erano settemilatrecentotrentasette; poi vi
erano i cantori e le cantanti: duecento.
[66]I loro cavalli: settecentotrentasei. [68]Alcuni capifamiglia al loro arrivo al tempio che è in Gerusalemme,
fecero offerte volontarie per il tempio, perché fosse ripristinato nel suo
stato. [69]Secondo le loro forze diedero al tesoro della fabbrica: oro:
dramme sessantunmila; argento: mine cinquemila; tuniche da sacerdoti: cento.
[70]Poi i sacerdoti, i leviti, alcuni del popolo, i cantori, i
portieri e gli oblati si stabilirono nelle rispettive città e tutti gli
Israeliti nelle loro città.
Esdra - Capitolo 3
Il popolo si radunò come un solo uomo a Gerusalemme. [2]Allora Giosuè
figlio di Iozadàk con i fratelli, i sacerdoti, e Zorobabele figlio di Sealtiel
con i suoi fratelli, si misero al lavoro per ricostruire l'altare del Dio
d'Israele, per offrirvi olocausti, come è scritto nella legge di Mosè uomo di
Dio. [3]Ristabilirono l'altare al suo posto, pur angustiati dal timore
delle popolazioni locali, e vi offrirono sopra olocausti al Signore, gli
olocausti del mattino e della sera. [4]Celebrarono la festa delle capanne
secondo il rituale e offrirono olocausti quotidiani nel numero stabilito dal
regolamento per ogni giorno. [5]In seguito continuarono ad offrire
l'olocausto perenne e i sacrifici dei giorni di novilunio e di tutte le
solennità consacrate al Signore, più tutte le offerte volontarie al Signore.
[6]Cominciarono a offrire olocausti al Signore dal primo giorno del
mese settimo, benché del suo tempio non fossero ancora poste le fondamenta.
[7]Allora diedero denaro ai tagliapietre e ai falegnami; e alimenti,
bevande e olio alla gente di Sidòne e di Tiro, perché trasportassero il legname
di cedro dal Libano per mare fino a Giaffa: ciò secondo la concessione loro
fatta da Ciro re di Persia.
[8]Nel secondo anno dal loro arrivo al tempio di Dio in Gerusalemme,
nel secondo mese, diedero inizio ai lavori Zorobabele figlio di Sealtiel, e
Giosuè figlio di Iozadàk, con gli altri fratelli sacerdoti e leviti e quanti
erano tornati dall'esilio a Gerusalemme. Essi incaricarono i leviti dai
vent'anni in su di dirigere i lavori del tempio.
[9]Giosuè, i suoi figli e i suoi fratelli, Kadmiel, Binnui e Odavia si
misero come un solo uomo a dirigere i lavoratori dell'impresa riguardante il
tempio. Così pure i figli di Chenadàd con i loro figli e fratelli, leviti.
[10]Quando i costruttori ebbero gettato le fondamenta del tempio,
invitarono a presenziare i sacerdoti con i loro paramenti e le trombe e i
leviti, figli di Asaf, con i cembali per lodare il Signore con i canti di Davide
re d'Israele.
[11]Essi cantavano a cori alterni lodi e ringraziamenti al Signore
perché è buono, perché la sua grazia dura sempre verso Israele. Tutto il
popolo faceva risuonare il grido della grande acclamazione, lodando così il
Signore perché erano state gettate le fondamenta del tempio.
[12]Tuttavia molti tra i sacerdoti e i leviti e i capifamiglia
anziani, che avevano visto il tempio di prima, mentre si gettavano le nuove
fondamenta di questo tempio sotto i loro occhi piangevano ad alta voce, ma i più
continuavano ad alzare la voce con il grido dell'acclamazione e della gioia.
[13]Così non si poteva distinguere il grido dell'acclamazione di gioia
dal grido del pianto del popolo, perché il popolo faceva echeggiare la grande
acclamazione e la voce si sentiva lontano.
Esdra - Capitolo 4
[3]Ma Zorobabele, Giosuè e gli altri capifamiglia d'Israele dissero
loro: «Non conviene che costruiamo insieme la casa del nostro Dio; ma noi
soltanto la ricostruiremo al Signore Dio d'Israele, come Ciro re di Persia ci ha
ordinato».
[4]Allora la popolazione indigena si mise a scoraggiare il popolo dei
Giudei e a molestarlo per impedirgli di costruire. [5]Inoltre sobillarono
contro di loro alcuni funzionari per mandar fallito il loro piano; ciò per tutto
il tempo di Ciro re di Persia fino al regno di Dario re di Persia.
[8]Recum governatore e Simsai scriba scrissero questa lettera contro
Gerusalemme al re Artaserse: [9]«Recum governatore e Simsai scriba e gli
altri loro colleghi giudici, legati, sovrintendenti e funzionari, uomini di
Uruk, di Babilonia e di Susa, cioè di Elam, [10]e degli altri popoli che
il grande e illustre Asnappàr deportò e stabilì nella città di Samaria e nel
resto della regione d'Oltrefiume. - [11]Questa è la copia della lettera
che gli mandarono. -
Al re Artaserse i tuoi servi, uomini della regione d'Oltrefiume.
[12]Sia reso noto al re che i Giudei, partiti da te e venuti presso di
noi, a Gerusalemme, stanno ricostruendo la città ribelle e malvagia, ne rialzano
le mura e ne restaurano le fondamenta. [13]Ora sia noto al re che, se
questa città sarà ricostruita e saranno rialzate le sue mura, tributi, imposte e
diritti di passaggio non saranno più pagati e i diritti dei re saranno lesi.
[14]Ora, poiché noi mangiamo il sale della reggia e non possiamo
tollerare l'insulto al re, perciò mandiamo a lui queste informazioni,
[15]perché si facciano ricerche nel libro delle memorie dei tuoi padri:
tu troverai in questo libro di memorie e constaterai che questa città è ribelle,
causa di guai per i re e le province, e le ribellioni vi sono avvenute dai tempi
antichi. Per tali ragioni questa città è stata distrutta. [16]Noi
informiamo il re che, se questa città sarà ricostruita e saranno rialzate le sue
mura, ben presto nella regione d'Oltrefiume non avrai più alcun possesso».
[17]Il re inviò questa risposta: «A Recum governatore e Simsai scriba
e agli altri loro colleghi, che risiedono in Samaria e altrove nella regione
d'Oltrefiume, salute! Ora: [18]il documento che mi avete mandato è stato
letto davanti a me accuratamente. [19]Dietro mio ordine si sono fatte
ricerche, e si è trovato che questa città fin dai tempi antichi si è sollevata
contro i re e in essa sono avvenute rivolte e sedizioni. [20]A
Gerusalemme vi sono stati re potenti che comandavano su tutto il territorio
d'Oltrefiume; a loro si pagavano tributi, imposte e diritti di passaggio.
[21]Date perciò ordine che quegli uomini interrompano i lavori e che
quella città non sia ricostruita, fino a nuovo mio ordine. [22]Badate di
non essere negligenti in questo, perché non ne venga maggior danno al re».
[23]Appena il testo del documento del re Artaserse fu letto davanti a
Recum e a Simsai scriba e ai loro colleghi, questi andarono in gran fretta a
Gerusalemme dai Giudei e fecero loro interrompere i lavori con la forza delle
armi.
Esdra - Capitolo 5
[1]Ma i profeti Aggeo e Zaccaria figlio di Iddo si rivolsero ai Giudei
che erano in Giuda e a Gerusalemme, profetando in nome del Dio d'Israele, che li
ispirava. [2]Allora Zorobabele figlio di Sealtiel, e Giosuè figlio di
Iozadàk subito ripresero a costruire il tempio di Gerusalemme; con essi erano i
profeti di Dio, che li incoraggiavano. [3]In quel tempo Tattènai,
governatore della regione d'Oltrefiume, Setar-Boznai e i loro colleghi vennero
da loro e dissero: «Chi vi ha dato ordine di ricostruire questa casa e di
rialzare questa cinta di mura? [4]Chi sono e come si chiamano gli uomini
che costruiscono questo edificio?». [5]Ma l'occhio vigile del loro Dio
era sugli anziani dei Giudei: quelli non li costrinsero a desistere dai lavori
in attesa che fosse portata a Dario una interpellanza e ne venisse in risposta
un decreto su questo affare.
[6]Copia della lettera che Tattènai, governatore dell'Oltrefiume,
Setar-Boznai e i loro colleghi, funzionari dell'Oltrefiume, mandarono al re
Dario. [7]Gli mandarono un rapporto in cui era scritto: «Al re Dario
salute perfetta! [8]Sia noto al re che siamo andati nella provincia della
Giudea, al tempio del grande Dio: esso viene ricostruito con blocchi di pietra;
si mette legname nelle pareti; questo lavoro viene fatto con diligenza e
progredisce nelle loro mani. [9]Allora abbiamo interrogato quegli anziani
e abbiamo loro detto: Chi ha dato ordine di ricostruire questo tempio e di
rialzare questa cinta di mura? [10]Inoltre abbiamo domandato i loro nomi,
per farteli conoscere; così abbiamo scritto il nome degli uomini che stanno loro
a capo. [11]Essi hanno risposto: Noi siamo servitori del Dio del cielo e
della terra e ricostruiamo il tempio che fu costruito una volta, or sono molti
anni. Un grande re d'Israele lo ha costruito e lo ha portato a termine.
[12]Ma poiché i nostri padri hanno provocato all'ira il Dio del cielo,
egli li ha messi nelle mani di Nabucodònosor re di Babilonia, il Caldeo, che
distrusse questo tempio e deportò a Babilonia il popolo. [13]Ma nel primo
anno di Ciro re di Babilonia, il re Ciro ha dato ordine di ricostruire questo
tempio; [14]inoltre gli arredi del tempio, d'oro e d'argento, che
Nabucodònosor aveva portato via dal tempio di Gerusalemme e trasferito al tempio
di Babilonia, il re Ciro li ha fatti togliere dal tempio di Babilonia e li ha
fatti consegnare a un tale di nome Sesbassar, che egli aveva costituito
governatore. [15]Ciro gli disse: Prendi questi arredi, portali nel tempio
di Gerusalemme e fà in modo che il tempio sia ricostruito al suo posto.
[16]Allora questo Sesbassar venne, gettò le fondamenta del tempio in
Gerusalemme e da allora fino ad oggi esso è in costruzione, ma non è ancora
finito. [17]Ora, se piace al re, si cerchi negli archivi del re in
Babilonia se vi è un decreto emanato dal re Ciro per ricostruire questo tempio
in Gerusalemme: e ci si mandi la decisione del re».
Esdra - Capitolo 6
[1]Allora il re Dario ordinò che si facessero ricerche nell'archivio,
là dove si conservano i tesori a Babilonia, [2]e a Ecbàtana, la fortezza
che è nella provincia di Media, si trovò un rotolo in cui era scritto:
«Promemoria.
[3]Nell'anno primo del re Ciro, il re Ciro prese questa decisione
riguardo al tempio in Gerusalemme: la casa sia ricostruita come luogo in cui si
facciano sacrifici; le sue fondamenta siano salde, la sua altezza sia di
sessanta cubiti, la sua larghezza di sessanta cubiti. [4]Vi siano nei
muri tre spessori di blocchi di pietra e uno di legno. La spesa sia pagata dalla
reggia. [5]Inoltre gli arredi del tempio fatti d'oro e d'argento, che
Nabucodònosor ha portato via dal tempio di Gerusalemme e trasferito a Babilonia,
siano restituiti e rimessi al loro posto nel tempio di Gerusalemme e ricollocati
nella casa di Dio».
[6]«Quindi voi Tattènai, governatore d'Oltrefiume e Setar-Boznai, con
i vostri colleghi funzionari residenti nell'Oltrefiume, tenetevi in disparte.
[7]Lasciate che lavorino a quella casa di Dio il governatore dei Giudei e
i loro anziani. Essi ricostruiscano questo tempio al suo posto. [8]Ecco i
miei ordini sull'atteggiamento che dovete tenere con questi anziani dei Giudei
per la ricostruzione del tempio: dalle entrate del re, cioè dalla imposta
dell'Oltrefiume, saranno rimborsate puntualmente le spese a quegli uomini, senza
interruzione. [9]Ciò che loro occorre, giovenchi, arieti e agnelli, per
gli olocausti al Dio del cielo, come anche grano, sale, vino e olio, siano loro
forniti ogni giorno senza esitazione, secondo le indicazioni dei sacerdoti di
Gerusalemme, [10]perché si facciano offerte di odore soave al Dio del
cielo e si preghi per la vita del re e dei suoi figli. [11]Ordino ancora:
se qualcuno trasgredisce questo decreto, si tolga una trave dalla sua casa, la
si rizzi ed egli vi sia impiccato. Poi la sua casa sia ridotta a letamaio.
[12]Il Dio che ha fatto risiedere là il suo nome disperda qualsiasi re o
popolo che presuma trasgredire il mio ordine, distruggendo questo tempio che è a
Gerusalemme. Io Dario ho emanato questo ordine: sia eseguito alla lettera».
[13]Allora Tattènai, governatore dell'Oltrefiume, Setar-Boznai e i
loro colleghi eseguirono alla lettera quel che aveva comandato il re Dario.
[14]Quanto agli anziani dei Giudei, essi continuarono a costruire e
fecero progressi con l'incoraggiamento delle parole ispirate del profeta Aggeo e
di Zaccaria figlio di Iddo. Portarono a compimento la costruzione secondo il
comando del Dio d'Israele e secondo il decreto di Ciro, di Dario e di Artaserse
re di Persia. [15]Si terminò la costruzione di questo tempio il giorno
tre del mese di Adar nell'anno sesto del regno del re Dario. [16]Allora
gli Israeliti, i sacerdoti, i leviti e gli altri rimpatriati celebrarono con
gioia la dedicazione di questa casa di Dio; [17]offrirono per la
dedicazione di questa casa di Dio cento tori, duecento arieti, quattrocento
agnelli; inoltre dodici capri come sacrifici espiatori per tutto Israele,
secondo il numero delle tribù d'Israele. [18]Inoltre stabilirono i
sacerdoti divisi secondo le loro classi e i leviti secondo i loro turni per il
servizio di Dio a Gerusalemme, come è scritto nel libro di Mosè.
Esdra - Capitolo 7
figlio di Seraia, [12]«Artaserse, re dei re, al sacerdote Esdra, scriba della legge del
Dio del cielo, salute perfetta. Ora: [13]da me è dato questo decreto.
Chiunque nel mio regno degli appartenenti al popolo d'Israele, dei sacerdoti e
dei leviti ha deciso liberamente di andare a Gerusalemme, può venire con te;
[14]infatti da parte del re e dei suoi sette consiglieri tu sei inviato a
fare inchiesta in Giudea e a Gerusalemme intorno all'osservanza della legge del
tuo Dio, che hai nelle mani, [15]e a portare l'argento e l'oro che il re
e i suoi consiglieri inviano come offerta volontaria per devozione al Dio
d'Israele che è in Gerusalemme, [16]e tutto l'argento e l'oro che
troverai in tutte le province di Babilonia insieme con le offerte volontarie che
il popolo e i sacerdoti offriranno per la casa del loro Dio a Gerusalemme.
[17]Perciò con questo argento ti prenderai cura di acquistare tori,
arieti, agnelli e ciò che occorre per le offerte e libazioni che vi si uniscono
e li offrirai sull'altare della casa del vostro Dio che è in Gerusalemme.
[18]Quanto al resto dell'argento e dell'oro farete come sembrerà bene a
te e ai tuoi fratelli, secondo la volontà del vostro Dio. [19]Gli arredi
che ti sono stati consegnati per il culto del tuo Dio, rimettili davanti al Dio
di Gerusalemme. [20]Per il resto di quanto occorre per la casa del tuo
Dio e che spetta a te di procurare, lo procurerai a spese del tesoro reale.
[21]Io, il re Artaserse, ordino a tutti i tesorieri dell'Oltrefiume:
Tutto ciò che Esdra, sacerdote e scriba della legge del Dio del cielo, vi
domanderà, dateglielo puntualmente, [22]fino a cento talenti d'argento,
cento kor di grano, cento bat di vino, cento bat di olio e
sale a volontà. [23]Quanto è secondo la volontà del Dio del cielo sia
fatto con precisione per la casa del Dio del cielo, perché non venga l'ira sul
regno del re e dei suoi figli. [24]Vi rendiamo poi noto che non è
permesso riscuotere tributi e diritti di pedaggio su tutti i sacerdoti, leviti,
cantori, portieri, oblati e inservienti di questa casa di Dio.
[25]Quanto a te, Esdra, con la sapienza del tuo Dio, che ti è stata
data, stabilisci magistrati e giudici, ai quali sia affidata l'amministrazione
della giustizia per tutto il popolo dell'Oltrefiume, cioè per quanti conoscono
la legge del tuo Dio, e istruisci quelli che non la conoscono. [26]A
riguardo di chiunque non osserverà la legge del tuo Dio e la legge del re, sia
fatta prontamente giustizia o con la morte o con il bando o con ammenda in
denaro o con il carcere».
Esdra - Capitolo 8
[1]Questi sono, con le loro indicazioni genealogiche, i capifamiglia
che sono partiti con me da Babilonia, sotto il regno del re Artaserse.
[2]dei figli di Pincas: Ghersom; [15]Io li ho radunati presso il canale che scorre verso Aava. Là siamo
stati accampati per tre giorni. Ho fatto una rassegna tra il popolo e i
sacerdoti e non ho trovato nessun levita. [16]Allora ho mandato a
chiamare i capi Elièzer, Arièl, Semaia, Elnatàn, Iarib, Natàn, Zaccaria,
Mesullàm e gli istruttori Ioiarib ed Elnatàn [17]e ho ordinato loro di
andare da Iddo, capo nella località di Casifià, e ho messo loro in bocca le
parole da dire a Iddo e ai suoi fratelli oblati nella località di Casifià: di
mandarci cioè inservienti per il tempio del nostro Dio. [18]Poiché la
mano benefica del nostro Dio era su di noi, ci hanno mandato un uomo assennato,
dei figli di Macli, figlio di Levi, figlio d'Israele, cioè Serebia, con i suoi
figli e fratelli: diciotto persone; [19]inoltre Casabià e con lui Isaia,
dei figli di Merari suo fratello e i loro figli: venti persone. [20]Degli
oblati, che Davide e i principi avevano assegnato al servizio dei leviti:
duecentoventi oblati. Furono registrati per nome. [21]Là, presso il
canale Aavà, ho indetto un digiuno, per umiliarci davanti al Dio nostro e
implorare da lui un felice viaggio per noi, i nostri bambini e tutti i nostri
averi. [22]Avevo infatti vergogna di domandare al re soldati e cavalieri
per difenderci lungo il cammino da un eventuale nemico; anzi, avevamo detto al
re: «La mano del nostro Dio è su quanti lo cercano, per il loro bene; invece la
sua potenza e la sua ira su quanti lo abbandonano». [23]Così abbiamo
digiunato e implorato da Dio questo favore ed egli ci è venuto in aiuto.
[24]Quindi ho scelto dodici tra i capi dei sacerdoti: Serebia e Casabià e
i dieci loro fratelli con essi: [25]ho pesato loro l'argento, l'oro e gli
arredi, che costituivano l'offerta per il tempio del nostro Dio fatta dal re,
dai suoi consiglieri, dai suoi principi e da tutti gli Israeliti che si
trovavano da quelle parti. [26]Ho pesato dunque e consegnato nelle loro
mani:
argento: seicentocinquanta talenti; [28]Ho detto loro: «Voi siete consacrati al Signore; questi arredi
sono cosa sacra; l'argento e l'oro sono offerta volontaria al Signore, Dio dei
nostri padri. [29]Sorvegliateli e custoditeli, finché non possiate
pesarli davanti ai capi dei sacerdoti, ai leviti e ai capifamiglia d'Israele a
Gerusalemme, nelle stanze del tempio». [30]Allora i sacerdoti e i leviti
presero in consegna il carico dell'argento e dell'oro e dei vasi, per portarli a
Gerusalemme nel tempio del nostro Dio.
[31]Il dodici del primo mese siamo partiti dal fiume Aava per andare a
Gerusalemme e la mano del nostro Dio era su di noi: egli ci ha liberati dagli
assalti dei nemici e dei briganti lungo il cammino. [32]Siamo arrivati a
Gerusalemme e ci siamo riposati tre giorni. [33]Il quarto giorno sono
stati pesati l'argento, l'oro e gli arredi nella casa del nostro Dio nelle mani
del sacerdote Meremòt, figlio di Uria, con cui vi era Eleàzaro figlio di Pincas
e con essi i leviti Iozabàd figlio di Giosuè e Noadia figlio di Binnui;
[34]ogni cosa era secondo il numero e il peso e si mise per iscritto il
peso totale.
In quel tempo [35]quelli che venivano dall'esilio, cioè i deportati,
vollero offrire olocausti al Dio d'Israele:
tori: dodici per tutto Israele, Esdra - Capitolo 9
«Mio Dio, sono confuso, ho vergogna di alzare, Dio mio, la faccia verso di
te, poiché le nostre colpe si sono moltiplicate fin sopra la nostra testa; la
nostra colpevolezza è aumentata fino al cielo. [7]Dai giorni dei nostri
padri fino ad oggi noi siamo stati molto colpevoli e per le nostre colpe, noi, i
nostri re e i nostri sacerdoti, siamo stati dati nelle mani dei re stranieri;
siamo stati consegnati alla spada, alla prigionia, alla rapina, all'insulto fino
ad oggi. [8]Ora, da poco, il nostro Dio ci ha fatto una grazia: ha
liberato un resto di noi, dandoci un asilo nel suo luogo santo, e così il nostro
Dio ha fatto brillare i nostri occhi e ci ha dato un pò di sollievo nella nostra
schiavitù. [9]Perché noi siamo schiavi; ma nella nostra schiavitù il
nostro Dio non ci ha abbandonati: ci ha resi graditi ai re di Persia; ci ha
fatti rivivere, perché rialzassimo la casa del nostro Dio e restaurassimo le sue
rovine e ci ha concesso di avere un riparo in Giuda e in Gerusalemme.
[10]Ma ora, che dire, Dio nostro, dopo questo? Poiché abbiamo abbandonato
i tuoi comandi [11]che tu avevi dato per mezzo dei tuoi servi, i profeti,
dicendo: Il paese di cui voi andate a prendere il possesso è un paese immondo,
per l'immondezza dei popoli indigeni, per le nefandezze di cui l'hanno colmato
da un capo all'altro con le loro impurità. [12]Per questo non dovete dare
le vostre figlie ai loro figli, né prendere le loro figlie per i vostri figli;
non dovrete mai contribuire alla loro prosperità e al loro benessere, così
diventerete forti voi e potrete mangiare i beni del paese e lasciare un'eredità
ai vostri figli per sempre. [13]Dopo ciò che è venuto su di noi a causa
delle nostre cattive azioni e per la nostra grande colpevolezza, benché tu, Dio
nostro, ci abbia punito meno di quanto meritavano le nostre colpe e ci abbia
concesso di formare questo gruppo di superstiti, [14]potremmo forse noi
tornare a violare i tuoi comandi e a imparentarci con questi popoli abominevoli?
Non ti adireresti contro di noi fino a sterminarci, senza lasciare resto né
superstite? [15]Signore, Dio di Israele, per la tua bontà è rimasto di
noi oggi un gruppo di superstiti: eccoci davanti a te con la nostra
colpevolezza. Ma a causa di essa non possiamo resistere alla tua presenza!».
Esdra - Capitolo 10
[1]Mentre Esdra pregava e faceva questa confessione piangendo,
prostrato davanti alla casa di Dio, si riunì intorno a lui un'assemblea molto
numerosa d'Israeliti, uomini, donne e fanciulli, e il popolo piangeva
dirottamente. [2]Allora Secania, figlio di Iechièl, uno dei figli di
Elam, prese la parola e disse a Esdra: «Noi siamo stati infedeli verso il nostro
Dio, sposando donne straniere, prese dalle popolazioni del luogo. Orbene: c'è
ancora una speranza per Israele nonostante ciò. [3]Ora noi facciamo
questa alleanza davanti al nostro Dio: rimanderemo tutte queste donne e i figli
nati da esse, secondo il tuo consiglio, mio signore, e il consiglio di quelli
che tremano davanti al comando del nostro Dio. Si farà secondo la legge!
[4]Alzati, perché a te è affidato questo compito; noi saremo con te; sii
forte e mettiti all'opera!». [5]Allora Esdra si alzò e fece giurare ai
capi dei sacerdoti e dei leviti e a tutto Israele che avrebbero agito secondo
quelle parole; essi giurarono. [6]Esdra allora, alzatosi davanti alla
casa di Dio, andò nella camera di Giovanni, figlio di Eliasib. Là egli passò la
notte, senza prendere cibo né bere acqua, perché era in lutto a causa
dell'infedeltà dei rimpatriati. [7]Poi fu fatta passare la voce in Giuda
e Gerusalemme a tutti i rimpatriati che si radunassero in Gerusalemme:
[8]a chiunque non fosse venuto entro tre giorni - così disponeva il
consiglio dei capi e degli anziani - sarebbero stati votati allo sterminio tutti
i beni ed egli stesso sarebbe stato escluso dalla comunità dei rimpatriati.
[9]Allora tutti gli uomini di Giuda e di Beniamino si radunarono a
Gerusalemme entro tre giorni; si era al nono mese, il venti del mese. Tutto il
popolo stava nella piazza del tempio, tremante per questo evento e per gli
scrosci della pioggia.
[10]Allora il sacerdote Esdra si alzò e disse loro: «Voi avete
commesso un atto d'infedeltà, sposando donne straniere: così avete accresciuto
la colpevolezza d'Israele. [11]Ma ora rendete lode al Signore, Dio dei
vostri padri, e fate la sua volontà, separandovi dalle popolazioni del paese e
dalle donne straniere».
[12]Tutta l'assemblea rispose a gran voce: «Sì, dobbiamo fare secondo
la tua parola. [13]Ma il popolo è numeroso e siamo al tempo delle piogge;
non è possibile restare all'aperto. D'altra parte non è lavoro di un giorno o di
due, perché siamo in molti ad aver peccato in questa materia. [14]I
nostri capi stiano a rappresentare tutta l'assemblea; e tutti quelli delle
nostre città che hanno sposato donne straniere vengano in date determinate e
accompagnati dagli anziani della rispettiva città e dai loro giudici, finché non
abbiano allontanato da noi l'ira ardente del nostro Dio per questa causa».
[15]Soltanto Giònata figlio di Asaèl e Iaczeia figlio di Tikva si
opposero, appoggiati da Mesullàm e dal levita Sabbetài. [16]I rimpatriati
fecero come era stato proposto: il sacerdote Esdra si scelse alcuni uomini,
capifamiglia, uno per casato, tutti designati per nome. Essi iniziarono le
sedute il primo giorno del decimo mese per esaminare la questione [17]e
terminarono di esaminare tutti gli uomini che avevano sposato donne straniere il
primo giorno del primo mese.
dei figli di Giosuè figlio di Iozadàk e tra i suoi fratelli: Maaseia,
Elièzer, Iarib e Godolia.
[19]Essi hanno promesso con giuramento di rimandare le loro donne e
hanno offerto un ariete in espiazione della loro colpa. [20]Dei figli di
Immer: Canàni e Zebadia. [21]Dei figli di Carim: Maaseia, Elia, Semaia,
Iechièl e Uzzia. [22]Dei figli di Pascur: Elioènai, Maaseia, Ismaele,
Natanaele, Iozabàd ed Eleasà.
[23]Degli appartenenti ai leviti: Iozabàd, Simei, Chelaia, chiamato il
Chelita, Petachia, Giuda ed Elièzer. [44]Tutti questi avevano sposato donne straniere e rimandarono le
donne insieme con i figli che avevano avuti da esse.
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