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Forza Venite Gente

Lo Spettacolo



Musical in due atti di Michele Paulicelli

Presentato dal gruppo

"Giovanissimi Di Azione Cattolica"

Coreografie Elena Urso

Fonica e illuminazione:
Servizi Tecnici S. Paolo
Filippo Furnari - Stefano Ponzio - Luciano Maugeri

Costumi:
Sara Bella - Lucia Licciardello - Dorotea

Musiche:
Michele Paulicelli
Gianpaolo Belardinelli - Giancarlo De Matteis

Adattamento dei gruppo
Giovanissimi di Azione Cattolica

Scenografia:
Enzo Musumeci - Margherita Valvo
Elvira Strano - Alessia Zamgri - Enzo Valvo
Rosamaria Scalia - Saro Fazzio

Occhio di bue:
Sebastiano Grasso


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Francesco, con i pochi compagni, fa la scelta della povertà e si affida totalmente a Sorella Provvidenza. La matta del paese, o cenciosa che dir si voglia, garantita dalla sua condizione, dice sempre la verità, ciò irrita in modo particolare Pietro Bernardone. Chiara conosce Francesco, si interroga, comprende le sue motivazioni e incontra Gesù che chiede anche a lei di seguirlo allo stesso modo: lascerò le vesti e gli ori, di veste bianca mi vestirò.
La piccola famiglia vive la vita come una canzone e testimonia al mondo la pace e la gioia possibili. Pietro Bernardone, il padre, ossia l'autorità costituita, ossia l'istituzione, ossia la ragione, ossia le ragioni del mondo, dopo essersi arrabbiato, si mette in discussione di fronte alle ragioni profetiche di un cuore innamorato perchè toccato da Dio. Il mondo coi suoi godimenti, le sue distrazioni, la sua solitudine.
La piazza, ci si incontra: si vivono, si interpretano, si commentano gli avvenimenti. Francesco si è spogliato. Il bianco simbolo di pace, la luna bianca, in alto, sempre, distante da tutti: presunti buoni e presunti cattivi, presunti fedeli e presunti infedeli, poveri e ricchi, liberi e schiavi, cristiani e musulmani. Incontrarsi è possibile, la storia lo dimostra, ma bisogna abbassare il volume delle ragioni del mondo. Obbedienza, rigore, sacrificio, tale consapevolezza esprimono questi volti. La gioia non è banale, la felicità non è a buon mercato. L'incontro con Gesù, che dà pienezza a tutta la persona e la trasforma, non esclude qualche rinuncia.
La guerra, chi è costretto a viverla ne comprende tutta la follia, è un punto di vista privilegiato. Quanti nella storia hanno urlato la loro esperienza di sopravvissuti perchè servisse come monito! Ma chi decide la guerra non sempre coincide con chi la fa o la subisce. La matta è felice perchè a lei basta l'essenziale e quello non le manca, il padre non si dà pace: quel figlio va contro le regole del normale egoismo.
Il lupo se si converte vuol dire che in fondo era già agnello. I veri lupi sono quelli che non hanno bisogno di convertirsi perchè hanno le sembianze degli agnelli per bene e così dichiarano guerre, esercitano la corruzione, vivono l'ambiguità dei valori e la mistificazione del linguaggio. E' giusto quello che sto facendo? Qualunque persona, sana di mente che sa prendersi la responsabilità delle proprie scelte, conosce il volto particolare della solitudine che ti parla del tuo limite. E' il momento in cui hai bosogno del confronto, della rassicurazione, del conforto. La notte è il silenzio di Dio, la prova più dura, la risposta si fa attendere ma alla fine ecco le stimmate.
"Piansero i lupi nel bosco, ma cantarono le allodole". "Vieni Sorella Morte".Nella foto centrale il Gruppo Giovanissimi Di Azione Cattolica S. Paolo. Nell'ultima foto la regia.






Web Master Mario Pappalardo