Geremia
Geremia - Capitolo 1
Titolo
[1]Parole di Geremia figlio di Chelkia, uno dei sacerdoti
che dimoravano in Anatòt, nel territorio di Beniamino. [2]A lui fu
rivolta la parola del Signore al tempo di Giosia figlio di Amon, re di Giuda,
l'anno decimoterzo del suo regno, [3]e quindi anche al tempo di Ioiakìm
figlio di Giosia, re di Giuda, fino alla fine dell'anno undecimo di Sedecìa
figlio di Giosìa, re di Giuda, cioè fino alla deportazione di Gerusalemme
avvenuta nel quinto mese.
I. ORACOLI CONTRO GIUDA E GERUSALEMME
1. AL TEMPO DI GIOSIA
Vocazione di Geremia[4]Mi fu rivolta la parola del Signore:
[5]«Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che
tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato; ti ho stabilito profeta delle
nazioni». [6]Risposi: «Ahimè, Signore Dio, ecco io non so parlare,
perché sono giovane». [7]Ma il Signore mi disse: «Non dire: Sono
giovane, ma và da coloro a cui ti manderò e annunzia ciò che io ti
ordinerò. [8]Non temerli, perché io sono con te per proteggerti».
Oracolo del Signore. [9]Il Signore stese la mano, mi toccò la
bocca e il Signore mi disse: «Ecco, ti metto le mie parole sulla bocca.
[10]Ecco, oggi ti costituisco sopra i popoli e sopra i regni
per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edificare
e piantare».
[11]Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Che cosa vedi,
Geremia?». Risposi: «Vedo un ramo di mandorlo». [12]Il Signore soggiunse:
«Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per realizzarla».
[13]Quindi mi fu rivolta di nuovo questa parola del Signore: «Che cosa
vedi?». Risposi: «Vedo una caldaia sul fuoco inclinata verso settentrione».
[14]Il Signore mi disse:
«Dal settentrione si rovescerà la sventura su tutti gli abitanti del
paese. [15]Poiché, ecco, io sto per chiamare tutti i regni del
settentrione. Oracolo del Signore. Essi verranno e ognuno porrà il trono
davanti alle porte di Gerusalemme, contro tutte le sue mura e contro
tutte le città di Giuda. [16]Allora pronunzierò i miei giudizi contro
di loro, per tutto il male che hanno commesso abbandonandomi, per
sacrificare ad altri dèi e prostrarsi davanti al lavoro delle proprie mani.
[17]Tu, poi, cingiti i fianchi, alzati e dì loro tutto ciò che ti
ordinerò; non spaventarti alla loro vista, altrimenti ti farò temere
davanti a loro. [18]Ed ecco oggi io faccio di te come una
fortezza, come un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re
di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.
[19]Ti muoveranno guerra ma non ti vinceranno, perché io sono con
te per salvarti». Oracolo del Signore.
Geremia - Capitolo 2
Le predicazioni più antiche. L'apostasia di Israele[1]Mi fu
rivolta questa parola del signore: [2]«Va' e grida agli orecchi di
Gerusalemme: Così dice il Signore: Mi ricordo di te, dell'affetto della
tua giovinezza, dell'amore al tempo del tuo fidanzamento, quando mi
seguivi nel deserto,in una terra non seminata. [3]Israele era cosa
sacra al Signore la primizia del suo raccolto; quanti ne mangiavano
dovevano pagarla, la sventura si abbatteva su di loro. Oracolo del
Signore. [4]Udite la parola del Signore, casa di Giacobbe, voi,
famiglie tutte della casa di Israele! [5]Così dice il Signore:
Quale ingiustizia trovarono in me i vostri padri, per allontanarsi da
me? Essi seguirono ciò ch'è vano, diventarono loro stessi vanità
[6]e non si domandarono: Dov'è il Signore che ci fece uscire dal
paese d'Egitto, ci guidò nel deserto, per una terra di steppe e di
frane, per una terra arida e tenebrosa, per una terra che nessuno
attraversa e dove nessuno dimora? [7]Io vi ho condotti in una
terra da giardino, perchè ne mangiaste i frutti e i prodotti. Ma voi,
appena entrati, avete contaminato la mia terra e avete reso il mio possesso
un abominio. [8]Neppure i sacerdoti si domandarono: Dov'è il
Signore? I detentori della legge non mi hanno conosciuto, i pastori mi
si sono ribellati, i profeti hanno predetto nel nome di Baal e hanno
seguito esseri inutili. [9]Per questo intenterò ancora un processo
contro di voi, - oracolo del Signore - e farò causa ai vostri nipoti.
[10]Recatevi nelle isole del Kittìm e osservate, mandate pure a
Kedàr e considerate bene; vedete se là è mai accaduta una cosa simile.
[11]Ha mai un popolo cambiato dèi? Eppure quelli non sono dèi!
Ma il mio popolo ha cambiato colui che è la sua gloria con un essere
inutile e vano. [12]Stupitene, o cieli; inorridite come non mai.
Oracolo del Signore. [13]Perchè il mio popolo ha commesso due
iniquità: essi hanno abbandonato me, sorgente di acqua viva, per
scavarsi cisterne, cisterne screpolate, che non tengono l'acqua.
[14]Israele è forse uno schiavo, o un servo nato in casa?
Perchè allora è diventato una preda? [15]Contro di lui ruggiscono
i leoni, fanno udire i loro urli. La sua terra è ridotta a deserto,
le sue città sono state bruciate e nessuno vi abita. [16]Perfino
i figli di Menfi e di Tafni ti hanno raso la testa. [17]Tutto
ciò, forse, non ti accade perchè hai abbandonato il Signore tuo Dio?
[18]E ora perchè corri verso l'Egitto a bere le acque del Nilo?
Perchè corri verso l'Assiria a bere le acque dell'Eufrate?
[19]La tua stessa malvagità ti castiga e le tue ribellioni ti
puniscono. Riconosci e vedi quanto è cosa cattiva e amara l'avere
abbandonato il Signore tuo Dio e il non avere più timore di me. Oracolo
del Signore degli eserciti. [20]Poichè già da tempo hai infranto il
tuo giogo, hai spezzato i tuoi legami e hai detto: Non ti servirò!
Infatti sopra ogni colle elevato e sotto ogni albero verde ti sei
prostituita. [21]Io ti avevo piantato come vigna scelta, tutta di
vitigni genuini; ora, come mai ti sei mutata in tralci degeneri di vigna
bastarda? [22]Anche se ti lavassi con la soda e usassi molta
potassa, davanti a me resterebbe la macchia della tua iniquità. Oracolo
del Signore. [23]Perchè osi dire: Non mi sono contaminata, non ho
seguito i Baal? Considera i tuoi passi là nella valle riconosci quello
che hai fatto, giovane cammella leggera e vagabonda, [24]asina
selvatica abituata al deserto: nell'ardore del suo desiderio aspira l'aria;
chi può frenare la sua brama? Quanti la cercano non devono stancarsi:
la troveranno sempre nel suo mese. [25]Bada che il tuo piede non
resti scalzo e che la tua gola non si inaridisca! Ma tu rispondi: No. E'
inutile, perchè io amo gli stranieri, voglio seguirli.
[26]Come si vergogna un ladro preso in flagrante così restano
svergognati quelli della casa di Israele, essi, i loro re, i loro capi,
i loro sacerdoti e i loro profeti. [27]Dicono a un pezzo di
legno: Tu sei mio padre, e a una pietra: Tu mi hai generato. A me essi
voltan le spalle e non la fronte; ma al tempo della sventura invocano:
Alzati,salvaci! [28]E dove sono gli dei che ti sei costruiti?
Si alzino, se posson salvarti nel tempo della tua sventura; poiché
numerosi come le tue città sono, o Giuda, i tuoi dei! [29]Perché
vi lamentate con me? Tutti voi mi siete stati infedeli. Oracolo del
Signore. [30]Invano ho colpito i vostri figli, voi non avete
imparato la lezione. La vostra stessa spada ha divorato i vostri profeti
come un leone distruttore. [31]O generazione! Proprio voi
badate alla parola del Signore! Sono forse divenuto un deserto per Israele
o una terra di tenebre densissime? Perché il mio popolo dice: Ci siamo
emancipati, più non faremo ritorno a te? [32]Si dimentica forse
una vergine dei suoi ornamenti, una sposa della sua cintura? Eppure il
mio popolo mi ha dimenticato per giorni innumerevoli. [33]Come
sai ben scegliere la tua via in cerca di amore! Per questo hai insegnato
i tuoi costumi anche alle donne peggiori. [34]Perfino sugli orli
delle tue vesti si trova il sangue di poveri innocenti, da te non
sorpresi nell'atto di scassinare, ma presso ogni quercia.
[35]Eppure protesti: Io sono innocente, la sua ira è gia lontana
da me. Eccomi pronto a entrare in giudizio con te, perché hai detto: Non
ho peccato! [36]Perché ti sei ridotta così vile nel cambiare la
strada? Anche dall'Egitto sarai delusa come fosti delusa dall'Assiria.
[37]Anche di là tornerai con le mani sul capo, perché il Signore
ha rigettato coloro nei quali confidavi; da loro non avrai alcun vantaggio.
Geremia - Capitolo 3
La conversione[1]Se un uomo ripudia la moglie ed essa,
allontanatasi da lui, si sposa con un altro uomo, tornerà il primo
ancora da lei? Forse una simile donna non è tutta contaminata? Tu ti sei
disonorata con molti amanti e osi tornare da me? Oracolo del Signore.
[2]Alza gli occhi sui colli e osserva: dove non ti sei
disonorata? Tu sedevi sulle vie aspettandoli, come fa l'Arabo nel
deserto. Così anche la terra hai contaminato con impudicizia e
perversità. [3]Per questo sono state fermate le piogge e gli
scrosci di primavera non sono venuti. Sfrontatezza di prostituta è la tua,
ma tu non vuoi arrossire. [4]E ora forse non gridi verso di me:
Padre mio, amico della mia giovinezza tu sei! [5]Serberà egli
rancore per sempre? Conserverà in eterno la sua ira? Così parli, ma
intanto ti ostini a commettere il male che puoi».
L'Israele del nord invitato alla conversione[6]Il Signore mi
disse al tempo del re Giosia: «Hai visto ciò che ha fatto Israele, la ribelle?
Si è recata su ogni luogo elevato e sotto ogni albero verde per prostituirsi.
[7]E io pensavo: Dopo che avrà fatto tutto questo tornerà a me, ma essa
non è ritornata. La perfida Giuda sua sorella ha visto ciò, [8]ha visto
che ho ripudiato la ribelle Israele proprio per tutti i suoi adultèri,
consegnandole il documento del divorzio, ma la perfida Giuda sua sorella non ha
avuto alcun timore. Anzi anch'essa è andata a prostituirsi; [9]e con il
clamore delle sue prostituzioni ha contaminato il paese; ha commesso adulterio
davanti alla pietra e al legno. [10]Ciò nonostante, la perfida Giuda sua
sorella non è ritornata a me con tutto il cuore, ma soltanto con menzogna».
Parola del Signore. [11]Allora il Signore mi disse: «Israele ribelle si è
dimostrata più giusta della perfida Giuda. [12]Và e grida tali cose verso
il settentrione dicendo:
Ritorna, Israele ribelle, dice il Signore. Non ti mostrerò la faccia
sdegnata, perché io sono pietoso, dice il Signore. Non conserverò l'ira
per sempre. [13]Su, riconosci la tua colpa, perché sei stata
infedele al Signore tuo Dio; hai profuso l'amore agli stranieri sotto
ogni albero verde e non hai ascoltato la mia voce. Oracolo del Signore.
Il popolo messianico a Sion[14]Ritornate, figli traviati - dice
il Signore - perché io sono il vostro padrone. Io vi prenderò uno da ogni città
e due da ciascuna famiglia e vi condurrò a Sion. [15]Vi darò pastori
secondo il mio cuore, i quali vi guideranno con scienza e intelligenza.
[16]Quando poi vi sarete moltiplicati e sarete stati fecondi nel paese,
in quei giorni - dice il Signore - non si parlerà più dell'arca dell'alleanza
del Signore; nessuno ci penserà né se ne ricorderà; essa non sarà rimpianta né
rifatta. [17]In quel tempo chiameranno Gerusalemme trono del Signore;
tutti i popoli vi si raduneranno nel nome del Signore e non seguiranno più la
caparbietà del loro cuore malvagio. [18]In quei giorni la casa di Giuda
andrà verso la casa di Israele e tutte e due torneranno insieme dalla regione
settentrionale nel paese che io avevo dato in eredità ai loro padri.
Seguito del poema sulla conversione[19]Io pensavo: Come
vorrei considerarti tra i miei figli e darti una terra invidiabile,
un'eredità che sia l'ornamento più prezioso dei popoli! Io pensavo: Voi
mi direte: Padre mio, e non tralascerete di seguirmi. [20]Ma come
una donna è infedele al suo amante, così voi, casa di Israele, siete stati
infedeli a me». Oracolo del Signore. [21]Sui colli si ode una
voce, pianto e gemiti degli Israeliti, perché hanno reso tortuose le
loro vie, si sono dimenticati del Signore loro Dio.
[22]«Ritornate, figli traviati, io risanerò le vostre
ribellioni». «Ecco, noi veniamo a te perché tu sei il Signore nostro
Dio. [23]In realtà, menzogna sono le colline, come anche il
clamore sui monti; davvero nel Signore nostro Dio è la salvezza di
Israele. [24]L'infamia ha divorato fino dalla nostra giovinezza
il frutto delle fatiche dei nostri padri, i loro greggi e i loro
armenti, i loro figli e le loro figlie. [25]Avvolgiamoci nella
nostra vergogna, la nostra confusione ci ricopra, perché abbiamo peccato
contro il Signore nostro Dio, noi e i nostri padri, dalla nostra
giovinezza fino ad oggi; non abbiamo ascoltato la voce del Signore nostro
Dio».
Geremia - Capitolo 4
[1]«Se vuoi ritornare, o Israele - dice il Signore - a me dovrai
ritornare. Se rigetterai i tuoi abomini, non dovrai più vagare lontano
da me. [2]Il tuo giuramento sarà: Per la vita del Signore, con
verità, rettitudine e giustizia. Allora i popoli si diranno benedetti da te
e di te si vanteranno». [3]Dice il Signore agli uomini di
Giuda e a Gerusalemme: «Dissodatevi un terreno incolto e non seminate
fra le spine. [4]Circoncidetevi per il Signore, circoncidete il
vostro cuore, uomini di Giuda e abitanti di Gerusalemme, perché la mia
ira non divampi come fuoco e non bruci senza che alcuno la possa spegnere,
a causa delle vostre azioni perverse.
L'invasione dal nord[5]Annunziatelo in Giuda, fatelo udire a
Gerusalemme; suonate la tromba nel paese, gridate a piena voce e dite:
Radunatevi ed entriamo nelle città fortificate. [6]Alzate un
segnale verso Sion; fuggite, non indugiate, perchè io mando da
settentrione una sventura e una grande rovina. [7]Il leone è
balzato dalla boscaglia, il distruttore di nazioni si è mosso dalla sua
dimora per ridurre la tua terra a una desolazione: le tue città saranno
distrutte, non vi rimarranno abitanti. [8]Per questo vestitevi di
sacco, lamentatevi e alzate grida, perchè non si è allontanata l'ira
ardente del Signore da noi. [9]E in quel giorno, dice il Signore,
verrà meno il coraggio del re e il coraggio dei capi; i sacerdoti
saranno costernati e i profeti saranno stupiti. [10]Essi diranno:
Ah, Signore Dio hai dunque del tutto ingannato questo popolo e
Gerusalemme, quando dicevi: Voi avrete pace, mentre una spada giunge
fino alla gola». [11]In quel tempo si dirà a questo popolo e a
Gerusalemme: «Il vento ardente delle dune soffia dal deserto verso la
figlia del mio popolo, non per vagliare, né per mondare il grano.
[12]Un vento minaccioso si alza per mio ordine. Ora, anch'io
voglio pronunziare contro di essi la condanna». [13]Ecco, egli
sale come nubi e come un turbine sono i suoi carri, i suoi cavalli sono
più veloci delle aquile. Guai a noi che siamo perduti!
[14]Purifica il tuo cuore dalla malvagità, Gerusalemme, perchè
possa uscirne salva. Fino a quando albergheranno in te pensieri
d'iniquità? [15]Ecco, una voce reca la notizia da Dan, si
annunzia la sventura dalle montagne di Efraim. [16]Annunziatelo alle
genti, fatelo sapere a Gerusalemme. Gli assedianti vengono da una terra
lontana, mandano urla contro le città di Giuda, [17]Come custodi
d'un campo l'hanno circondata, perchè si è ribellata contro di me. Oracolo
del Signore. [18]La tua condotta e le tue azioni ti hanno causato
tutto ciò. Questo il guadagno della tua malvagità; com'è amaro! Ora ti
penetra fino al cuore. [19]Le mie viscere, le mie viscere! Sono
straziato. Le pareti del mio cuore! Il cuore mi batte forte; non
riesco a tacere, perché ho udito uno squillo di tromba, un fragore di
guerra. [20]Si annunzia rovina sopra rovina: tutto il paese è
devastato. A un tratto sono distrutte le mie tende, in un attimo i miei
padiglioni. [21]Fino a quando dovrò vedere segnali e udire
squilli di tromba? [22]«Stolto è il mio popolo: non mi conoscono,
sono figli insipienti, senza intelligenza; sono esperti nel fare il
male, ma non sanno compiere il bene». [23]Guardai la terra ed
ecco solitudine e vuoto, i cieli, e non v'era luce. [24]Guardai i
monti ed ecco tremavano e tutti i colli ondeggiavano. [25]Guardai
ed ecco non c'era nessuno e tutti gli uccelli dell'aria erano volati via.
[26]Guardai ed ecco la terra fertile era un deserto e tutte le
sue città erano state distrutte dal Signore e dalla sua ira ardente.
[27]Poiché dice il Signore: «Devastato sarà tutto il paese;
io compirò uno sterminio. [28]Pertanto la terra sarà in lutto
e i cieli lassù si oscureranno, perché io l'ho detto e non me ne pento,
l'ho stabilito e non ritratterò». [29]Per lo strepito di
cavalieri e di arcieri ogni città è in fuga, vanno nella folta boscaglia
e salgono sulle rupi. Ogni città è abbandonata, non c'è rimasto un
sol uomo. [30]E tu, devastata, che farai? Anche se ti vestissi di
scarlatto, ti adornassi di fregi d'oro e ti facessi gli occhi grandi con
il bistro, invano ti faresti bella. I tuoi amanti ti disprezzano;
essi vogliono la tua vita. [31]Sento un grido come di donna nei
dolori, un urlo come di donna al primo parto, è il grido della figlia di
Sion, che spasima e tende le mani: «Guai a me! Sono affranta,
affranta per tutti gli uccisi».
Geremia - Capitolo 5
Le ragioni dell'invasione[1]Percorrete le vie di Gerusalemme,
osservate bene e informatevi, cercate nelle sue piazze se trovate un
uomo, uno solo che agisca giustamente e cerchi di mantenersi fedele,
e io le perdonerò, dice il Signore. [2]Anche quando esclamano:
«Per la vita del Signore!», certo giurano il falso. [3]Signore, i
tuoi occhi non cercano forse la fedeltà? Tu li hai percossi, ma non mostrano
dolore; li hai fiaccati, ma rifiutano di comprendere la correzione.
Hanno indurito la faccia più di una rupe, non vogliono convertirsi.
[4]Io pensavo: «Certo, sono di bassa condizione, agiscono da
stolti, perchè non conoscono la via del Signore, il diritto del loro
Dio. [5]Mi rivolgerò ai grandi e parlerò loro. Certo, essi
conoscono la via del Signore, il diritto del loro Dio». Ahimè, anche
questi hanno rotto il giogo, hanno spezzato i legami! [6]Per
questo li azzanna il leone della foresta, il lupo delle steppe ne fa
scempio, il leopardo sta in agguato vicino alle loro città quanti ne
escono saranno sbranati; perchè si sono moltiplicati i loro peccati,
sono aumentate le loro ribellioni. [7]Perchè ti dovrei perdonare?
I tuoi figli mi hanno abbandonato, hanno giurato per chi non è Dio.
Io li ho saziati ed essi hanno commesso adulterio, si affollano nelle
case di prostituzione. [8]Sono come stalloni ben pasciuti e focosi;
ciascuno nitrisce dietro la moglie del suo prossimo. [9]Non
dovrei forse punirli per questo? Oracolo del Signore. E di un popolo
come questo non dovrei vendicarmi? [10]Salite sui suoi filari e
distruggeteli, compite uno sterminio; strappatene i tralci, perchè
non sono del Signore. [11]Poichè, certo, mi si sono ribellate la
casa di Israele e la casa di Giuda». Oracolo del Signore.
[12]Hanno rinnegato il Signore, hanno proclamato: «Non è lui!
Non verrà sopra di noi la sventura, non vedremo né spada né fame.
[13]I profeti sono come il vento, la sua parola non è in essi».
[14]Perciò dice il Signore, Dio degli eserciti: «Questo sarà
fatto loro, poichè hanno pronunziato questo discorso: Ecco io farò delle
mie parole come un fuoco sulla tua bocca. Questo popolo sarà la legna
che esso divorerà. [15]Ecco manderò contro di voi una nazione da
lontano, o casa di Israele. Oracolo del Signore. E' una nazione
valorosa, è una nazione antica! Una nazione di cui non conosci la lingua
e non comprendi che cosa dice. [16]La sua faretra è come un
sepolcro aperto. Essi sono tutti prodi. [17]Divorerà le tue messi
e il tuo pane; divorerà i tuoi figli e le tue figlie; divorerà i greggi
e gli armenti; divorerà le tue vigne e i tuoi fichi; distruggerà le
città fortificate nelle quali riponevi la fiducia.
La pedagogia del castigo[18]Ma anche in quei giorni, dice il
Signore, non farò di voi uno sterminio».
[19]Allora, se diranno: «Perché il Signore nostro Dio ci fa tutte
queste cose?», tu risponderai: «Come voi avete abbandonato il Signore e avete
servito divinità straniere nel vostro paese, così servirete gli stranieri in un
paese non vostro».
In occasione di una carestia (?)[20]Annunziatelo nella casa di
Giacobbe, fatelo udire in Giuda dicendo: [21]«Questo dunque
ascoltate, o popolo stolto e privo di senno, che ha occhi ma non vede,
che ha orecchi ma non ode. [22]Voi non mi temerete? Oracolo del
Signore. Non tremerete dinanzi a me, che ho posto la sabbia per confine
al mare, come barriera perenne che esso non varcherà? Le sue onde si
agitano ma non prevalgono, rumoreggiano ma non l'oltrepassano».
[23]Ma questo popolo ha un cuore indocile e ribelle; si
voltano indietro e se ne vanno, [24]e non dicono in cuor loro:
«Temiamo il Signore nostro Dio che elargisce la pioggia d'autunno e
quella di primavera a suo tempo, ha fissato le settimane per la messe e
ce le mantiene costanti». [25]Le vostre iniquità hanno sconvolto
queste cose e i vostri peccati tengono lontano da voi il benessere;
Ripresa del tema[26]poiché tra il mio popolo vi sono malvagi
che spiano come cacciatori in agguato, pongono trappole per prendere
uomini. [27]Come una gabbia piena di uccelli, così le loro case
sono piene di inganni; perciò diventano grandi e ricchi. [28]Sono
grassi e pingui, oltrepassano i limiti del male; non difendono la
giustizia, non si curano della causa dell'orfano, non fanno giustizia ai
poveri. [29]Non dovrei forse punire queste colpe? Oracolo del
Signore. Di un popolo come questo non dovrei vendicarmi?
[30]Cose spaventose e orribili avvengono nel paese.
[31]I profeti predicono in nome della menzogna e i sacerdoti
governano al loro cenno; eppure il mio popolo è contento di questo. Che
farete quando verrà la fine?
Geremia - Capitolo 6
Ancora l'invasione[1]Mettetevi in salvo, figli di Beniamino,
fuori di Gerusalemme. In Tekòa date fiato alle trombe; innalzate
segnali su Bet-Chèrem, perchè dal settentrione si affaccia una sventura
e una grande rovina. [2]E' forse simile a un tenero prato la
figlia di Sion? [3]Verso di essa muovono i pastori con i loro
greggi; le fissano le tende tutto intorno, ognuno di loro pascola la sua
parte. [4]«Ingaggiate la santa battaglia contro di essa; su,
assaliamola in pieno giorno. Noi sventurati! Già il giorno declina, già
si allungano le ombre della sera. [5]Su, allora, assaliamola di
notte, distruggiamo i suoi palazzi». [6]Perchè così dice il
Signore degli eserciti: «Tagliate i suoi alberi, costruite un terrapieno
davanti a Gerusalemme. Essa è la città della menzogna, in essa tutto è
oppressione. [7]Come una sorgente fa scorrere l'acqua, così essa
fa scorrere la sua iniquità. Violenza e oppressione risuonano in essa,
dinanzi a me stanno sempre dolori e piaghe. [8]Lasciati
correggere, o Gerusalemme, perchè io non mi allontani da te e non ti
riduca a un deserto, a una regione disabitata». [9]Così dice il
Signore degli eserciti: «Racimolate, racimolate come una vigna il resto
di Israele; stendi ancora la tua mano come un vendemmiatore verso i tuoi
tralci». [10]A chi parlerò e chi scongiurerò perchè mi ascoltino?
Ecco, il loro orecchio non è circonciso, sono incapaci di prestare
attenzione. Ecco, la parola del Signore è per loro oggetto di scherno;
non la gustano. [11]Io perciò sono pieno dell'ira del Signore,
non posso più contenerla. «Riversala sui bambini nella strada, e
anche sull'adunanza dei giovani, perchè saranno presi insieme uomini e
donne, l'anziano e il decrepito. [12]Le loro case passeranno a
stranieri, anche i loro campi e le donne, perchè io stenderò la mano
sugli abitanti di questo paese». Oracolo del Signore.
[13]Perchè dal piccolo al grande tutti commettono frode; dal
profeta al sacerdote tutti praticano la menzogna. [14]Essi curano
la ferita del mio popolo, ma solo alla leggera, dicendo: «Bene, bene!»
ma bene non va. [15]Dovrebbero vergognarsi dei loro atti abominevoli,
ma non si vergognano affatto, non sanno neppure arrossire. «er
questo cadranno con le altre vittime, nell'ora del castigo saranno
prostrati», dice il Signore. [16]Così il Signore: «Fermatevi
nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri del passato, dove
sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre».
Ma essi risposero: «Non la prenderemo!». [17]Io ho posto
sentinelle presso di voi: «Fate attenzione allo squillo di tromba». Essi
hanno risposto: «Non ci baderemo!». [18]Per questo ascoltate, o
popoli, e sappi, o assemblea, ciò che avverrà di loro.
[19]Ascolta, o terra! «Ecco, io mando contro questo popolo la
sventura, il frutto dei loro pensieri, perchè non hanno prestato
attenzione alle mie parole e hanno rigettato la mia legge.
[20]Perchè mi offrite incenso portato da Saba e la preziosa
cannella che giunge da un paese lontano? I vostri olocausti non mi sono
graditi e non mi piacciono i vostri sacrifici». [21]Perciò, dice
il Signore: «Ecco, io porrò per questo popolo pietre di inciampo, in
esse inciamperanno insieme padri e figli; vicini e amici periranno».
[22]Così dice il Signore: «Ecco un popolo viene da un paese del
settentrione, una grande nazione si muove dall'etremità della terra.
[23]Impugnano archi e lance; sono crudeli, senza pietà. Il
loro clamore è come quello di un mare agitato; essi montano cavalli:
sono pronti come un solo guerriero alla battaglia contro di te, figlia
di Sion». [24]«Abbiamo udito la loro fama, ci sono cadute le
braccia; l'angoscia si è impadronita di noi, come spasimo di
partoriente». [25]Non uscite nei campi e non camminate per le
strade, perchè la spada nemica e il terrore sono tutt'intorno.
[26]Figlia del mio popolo, vèstiti di sacco e ròtolati nella
polvere. Fa' lutto come per un figlio unico, lamèntati amaramente,
perchè piomberà improvviso il distruttore su di noi! [27]Io
ti ho posto come saggiatore fra il mio popolo, perché tu conoscessi e
saggiassi la loro condotta. [28]Essi sono tutti ribelli, spargono
calunnie, tutti sono corrotti. [29]Il mantice soffia con forza,
il piombo è consumato dal fuoco; invano si vuol raffinarlo a ogni costo,
le scorie non si separano. [30]Scoria di argento si chiamano,
perché il Signore li ha rigettati.
Geremia - Capitolo 7
2. ORACOLI PRONUNZIATI SOPRATTUTTO AL TEMPO DI IOIAKIM
Il vero culto
a) L'attacco contro il tempio[1]Questa è la parola che fu
rivolta dal Signore a Geremia: [2]«Fermati alla porta del tempio del
Signore e là pronunzia questo discorso dicendo: Ascoltate la parola del Signore,
voi tutti di Giuda che attraversate queste porte per prostrarvi al Signore.
[3]Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Migliorate la
vostra condotta e le vostre azioni e io vi farò abitare in questo luogo.
[4]Pertanto non confidate nelle parole menzognere di coloro che dicono:
Tempio del Signore, tempio del Signore, tempio del Signore è questo!
[5]Poiché, se veramente emenderete la vostra condotta e le vostre
azioni, se realmente pronunzierete giuste sentenze fra un uomo e il suo
avversario; [6]se non opprimerete lo straniero, l'orfano e la vedova, se
non spargerete il sangue innocente in questo luogo e se non seguirete per vostra
disgrazia altri dei, [7]io vi farò abitare in questo luogo, nel paese che
diedi ai vostri padri da lungo tempo e per sempre. [8]Ma voi confidate in
parole false e ciò non vi gioverà: [9]rubare, uccidere, commettere
adulterio, giurare il falso, bruciare incenso a Baal, seguire altri dei che non
conoscevate. [10]Poi venite e vi presentate alla mia presenza in questo
tempio, che prende il nome da me, e dite: Siamo salvi! per poi compiere tutti
questi abomini. [11]Forse è una spelonca di ladri ai vostri occhi questo
tempio che prende il nome da me? Anch'io, ecco, vedo tutto questo. Parola del
Signore. [12]Andate, dunque, nella mia dimora che era in Silo, dove avevo
da principio posto il mio nome; considerate che cosa io ne ho fatto a causa
della malvagità di Israele, mio popolo. [13]Ora, poiché avete compiuto
tutte queste azioni - parola del Signore - e, quando vi ho parlato con premura e
sempre, non mi avete ascoltato e, quando vi ho chiamato, non mi avete risposto,
[14]io tratterò questo tempio che porta il mio nome e nel quale confidate
e questo luogo che ho concesso a voi e ai vostri padri, come ho trattato Silo.
[15]Vi scaccerò davanti a me come ho scacciato tutti i vostri
fratelli, tutta la discendenza di Efraim.
b) Gli dei stranieri[16]Tu poi, non pregare per questo popolo,
non innalzare per esso suppliche e preghiere né insistere presso di me, perché
non ti ascolterò. [17]Non vedi che cosa fanno nelle città di Giuda e
nelle strade di Gerusalemme? [18]I figli raccolgono la legna, i padri
accendono il fuoco e le donne impastano la farina per preparare focacce alla
Regina del cielo; poi si compiono libazioni ad altri dei per offendermi.
[19]Ma forse costoro offendono me - oracolo del Signore - o non piuttosto
se stessi a loro vergogna?». [20]Pertanto, dice il Signore Dio: «Ecco il
mio furore, la mia ira si riversa su questo luogo, sugli uomini e sul bestiame,
sugli alberi dei campi e sui frutti della terra e brucerà senza estinguersi».
c) Il culto senza fedeltà[21]Dice il Signore degli eserciti, Dio
di Israele: «Aggiungete pure i vostri olocausti ai vostri sacrifici e mangiatene
la carne! [22]In verità io non parlai né diedi comandi sull'olocausto e
sul sacrificio ai vostri padri, quando li feci uscire dal paese d'Egitto.
[23]Ma questo comandai loro: Ascoltate la mia voce! Allora io sarò il
vostro Dio e voi sarete il mio popolo; e camminate sempre sulla strada che vi
prescriverò, perché siate felici. [24]Ma essi non ascoltarono né
prestarono orecchio; anzi procedettero secondo l'ostinazione del loro cuore
malvagio e invece di voltarmi la faccia mi han voltato le spalle, [25]da
quando i loro padri uscirono dal paese d'Egitto fino ad oggi. Io inviai a voi
tutti i miei servitori, i profeti, con premura e sempre; [26]eppure essi
non li ascoltarono e non prestarono orecchio. Resero dura la loro nuca,
divennero peggiori dei loro padri. [27]Tu dirai loro tutte queste cose,
ma essi non ti ascolteranno; li chiamerai, ma non ti risponderanno.
[28]Allora dirai loro: Questo è il popolo che non ascolta la voce del
Signore suo Dio né accetta la correzione. La fedeltà è sparita, è stata bandita
dalla loro bocca.
d) Di nuovo il culto illeggittimo; minaccia di esilio[29]Taglia
la tua chioma e gettala via e intona sulle alture un canto lugubre,
perché il Signore ha rigettato e abbandonato la generazione che è
oggetto della sua ira.
[30]Perché i figli di Giuda hanno commesso ciò che è male ai miei
occhi, oracolo del Signore. Hanno posto i loro abomini nel tempio che prende il
nome da me, per contaminarlo. [31]Hanno costruito l'altare di Tofet,
nella valle di Ben-Hinnòn, per bruciare nel fuoco i figli e le figlie, cosa che
io non ho mai comandato e che non mi è mai venuta in mente. [32]Perciò
verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali non si chiamerà più Tofet né
valle di Ben-Hinnòn, ma valle della Strage. Allora si seppellirà in Tofet,
perché non ci sarà altro luogo. [33]I cadaveri di questo popolo saranno
pasto agli uccelli dell'aria e alle bestie selvatiche e nessuno li scaccerà.
[34]Io farò cessare nelle città di Giuda e nelle vie di Gerusalemme le
grida di gioia e la voce dell'allegria, la voce dello sposo e della sposa,
poiché il paese sarà ridotto un deserto».
Geremia - Capitolo 8
[1]«In quel tempo - oracolo del Signore - si estrarranno dai loro
sepolcri le ossa dei re di Giuda, le ossa dei suoi capi, dei sacerdoti, dei
profeti e degli abitanti di Gerusalemme. [2]Esse saranno sparse in onore
del sole, della luna e di tutta la milizia del cielo che essi amarono,
servirono, seguirono, consultarono e adorarono. Non saranno più raccolte né
sepolte, ma rimarranno come letame sulla terra. [3]Allora la morte sarà
preferibile alla vita per tutti quelli che resteranno di questa razza malvagia
in ogni luogo, dove li avrò dispersi». Oracolo del Signore degli eserciti.
Minacce, lamenti, istruzioni. Traviamento di Israele[4]Tu dirai
loro: «Così dice il Signore: Forse chi cade non si rialza e chi perde la
strada non torna indietro? [5]Perché allora questo popolo si
ribella con continua ribellione? Persistono nella malafede, rifiutano di
convertirsi. [6]Ho fatto attenzione e ho ascoltato; essi non
parlano come dovrebbero. Nessuno si pente della sua malizia, dicendo:
Che ho fatto? Ognuno segue senza voltarsi la sua corsa come un cavallo
che si lanci nella battaglia. [7]Anche la cicogna nel cielo
conosce i suoi tempi; la tortora, la rondinella e la gru osservano
la data del loro ritorno; il mio popolo, invece, non conosce il comando
del Signore.
La legge nelle mani dei sacerdoti[8]Come potete dire: Noi siamo
saggi, la legge del Signore è con noi? A menzogna l'ha ridotta la
penna menzognera degli scribi! [9]I saggi saranno confusi,
sconcertati e presi come in un laccio. Essi hanno rigettato la parola
del Signore, quale sapienza possono avere?
Ripresa di un frammento con minacce[10]Per questo darò le loro
donne ad altri, i loro campi ai conquistatori, perché, dal piccolo al
grande, tutti commettono frode; dal profeta al sacerdote, tutti
praticano la menzogna. [11]Essi curano la ferita del mio popolo
ma solo alla leggera, dicendo: Bene, bene! ma bene non va.
[12]Dovrebbero vergognarsi dei loro atti abominevoli, ma non si
vergognano affatto, non sanno neppure arrossire. Per questo cadranno con
le altre vittime, nell'ora del castigo saranno prostrati» dice il Signore.
Minacce alla vigna - Giuda[13]«Li mieto e li anniento, dice
il Signore, non c'è più uva nella vigna né frutti sui fichi; anche
le foglie son avvizzite. Ho procurato per loro degli invasori».
[14]«Perché ce ne stiamo seduti? Riunitevi, entriamo nelle
fortezze e moriamo in esse, poiché il Signore nostro Dio ci fa perire.
Egli ci fa bere acque avvelenate, perché abbiamo peccato contro di lui.
[15]Aspettavamo la pace, ma non c'è alcun bene; l'ora della
salvezza, ed ecco il terrore». [16]Da Dan si sente lo sbuffare
dei suoi cavalli; al rumore dei nitriti dei suoi destrieri trema tutta
la terra. Vengono e divorano il paese e quanto in esso si trova, la
città e i suoi abitanti. [17]«Ecco, io sto per mandarvi serpenti
velenosi contro i quali non esiste incantesimo, ed essi vi morderanno»
dice il Signore.
Lamento del profeta per una carestialdeserto[18]Cercai di
rasserenarmi, superando il mio dolore, ma il mio cuore vien meno.
[19]Ecco odo le grida della figlia del mio popolo da una terra
lunga e larga: «Forse il Signore non si trova in Sion, il suo re non vi
abita più?». Perché mi hanno provocato all'ira con i loro idoli e con
queste nullità straniere? [20]E' passata la stagione della messe, è
finita l'estate e noi non siamo stati soccorsi. [21]Per la ferita
della figlia del mio popolo sono affranto, sono costernato, l'orrore mi
ha preso. [22]Non v'è forse balsamo in Gàlaad? Non c'è più nessun
medico? Perché non si cicatrizza la ferita della figlia del mio popolo?
[23]Chi farà del mio capo una fonte di acqua, dei miei occhi una
sorgente di lacrime, perché pianga giorno e notte gli uccisi della
figlia del mio popolo?
Geremia - Capitolo 9
Corruzione morale di Giuda[1]Chi mi darà nel deserto un rifugio
per viandanti? Io lascerei il mio popolo e mi allontanerei da lui,
perché sono tutti adùlteri, una massa di traditori. [2]Tendono la
loro lingua come un arco; la menzogna e non la verità domina nel paese.
Passano da un delitto all'altro e non conoscono il Signore.
[3]Ognuno si guardi dal suo amico, non fidatevi neppure del
fratello, poiché ogni fratello inganna il fratello, e ogni amico va
spargendo calunnie. [4]Ognuno si beffa del suo prossimo, nessuno
dice la verità. Hanno abituato la lingua a dire menzogne, operano
l'iniquità, incapaci di convertirsi. [5]Angheria sopra angheria,
inganno su inganno; rifiutano di conoscere il Signore. [6]Perciò
dice il Signore degli eserciti: «Ecco li raffinerò al crogiuolo e li
saggerò; come dovrei comportarmi con il mio popolo? [7]Una saetta
micidiale è la loro lingua, inganno le parole della loro bocca. Ognuno
parla di pace con il prossimo, mentre nell'intimo gli ordisce un tranello
[8]Non dovrei forse punirli per tali cose? Oracolo del Signore.
Di un popolo come questo non dovrei vendicarmi?».
Lamenti a Sion[9]Sui monti alzerò gemiti e lamenti, un
pianto di lutto sui pascoli della steppa, perché sono riarsi, nessuno più vi
passa, né più si ode il grido del bestiame. Dagli uccelli dell'aria alle
bestie tutti sono fuggiti, scomparsi. [10]«Ridurrò Gerusalemme un
cumulo di rovine, rifugio di sciacalli; le citta di Giuda ridurrò alla
desolazione, senza abitanti». [11]Chi è tanto saggio da
comprendere questo? A chi la bocca del Signore ha parlato perché lo annunzi?
Perché il paese è devastato, desolato come un deserto senza passanti?
[12]Ha detto il Signore: «E' perché hanno abbandonato la legge che
avevo loro posto innanzi e non hanno ascoltato la mia voce e non l'hanno
seguita, [13]ma han seguito la caparbietà del loro cuore e i Baal, che i
loro padri avevano fatto loro conoscere». [14]Pertanto così dice il
Signore degli eserciti, Dio di Israele: «Ecco, darò loro in cibo assenzio, farò
loro bere acque avvelenate; [15]li disperderò in mezzo a popoli che né
loro né i loro padri hanno conosciuto e manderò dietro a loro la spada finché
non li abbia sterminati».
Così dice il Signore degli eserciti: [16]Attenti, chiamate le
lamentatrici, che vengano! Fate venire le più brave! Accorrano
[17]e facciano presto, per intonare su di noi un lamento.
Sgorghino lacrime dai nostri occhi, il pianto scorra dalle nostre
ciglia, [18]perché una voce di lamento si ode da Sion: «Come
siamo rovinati, come profondamente confusi, poiché dobbiamo abbandonare
il paese, lasciare le nostre abitazioni». [19]Udite, dunque, o
donne, la parola del Signore; i vostri orecchi accolgano la parola della sua
bocca. Insegnate alle vostre figlie il lamento, l'una all'altra un canto
di lutto: [20]«La morte è entrata per le nostre finestre, si è
introdotta nei nostri palazzi, abbattendo i fanciulli nella via e i
giovani nelle piazze. [21]I cadaveri degli uomini giacciono - dice il
Signore - come letame sui campi, come covoni dietro il mietitore e
nessuno li raccoglie».
La vera saggezza[22]Così dice il Signore: «Non si vanti il
saggio della sua saggezza e non si vanti il forte della sua forza, non
si vanti il ricco delle sue ricchezze. [23]Ma chi vuol gloriarsi si
vanti di questo, di avere senno e di conoscere me, perché io sono il
Signore che agisce con misericordia, con diritto e con giustizia sulla
terra; di queste cose mi compiaccio». Parola del Signore.
La circoncisione, falsa garanzia[24]«Ecco, giorni verranno -
oracolo del Signore - nei quali punirò tutti i circoncisi che rimangono non
circoncisi: [25]l'Egitto, Giuda, Edom, gli Ammoniti e i Moabiti e tutti
coloro che si tagliano i capelli alle estremità delle tempie, i quali abitano
nel deserto, perché tutte queste nazioni e tutta la casa di Israele sono
incirconcisi nel cuore».
Geremia - Capitolo 10
Idoli e vero Dio[1]Ascoltate la parola che il Signore vi
rivolge, casa di Israele. [2]Così dice il Signore: «Non
imitate la condotta delle genti e non abbiate paura dei segni del cielo,
perché le genti hanno paura di essi. [3]Poiché ciò che è il
terrore dei popoli è un nulla, non è che un legno tagliato nel bosco,
opera delle mani di chi lavora con l'ascia. [4]E' ornato di
argento e di oro, è fissato con chiodi e con martelli, perché non si
muova. [5]Gli idoli sono come uno spauracchio in un campo di
cocòmeri, non sanno parlare, bisogna portarli, perché non camminano.
Non temeteli, perché non fanno alcun male, come non è loro potere fare
il bene». [6]Non sono come te, Signore; tu sei grande e
grande la potenza del tuo nome. [7]Chi non ti temerà, re delle
nazioni? Questo ti conviene, poiché fra tutti i saggi delle nazioni
e in tutti i loro regni nessuno è simile a te. [8]Sono allo
stesso tempo stolti e testardi; vana la loro dottrina, come un legno.
[9]Argento battuto e laminato portato da Tarsìs e oro di Ofir,
lavoro di artista e di mano di orafo, di porpora e di scarlatto è la
loro veste: tutti lavori di abili artisti. [10]Il Signore,
invece, è il vero Dio, egli è Dio vivente e re eterno; al suo sdegno
trema la terra, i popoli non resistono al suo furore.
[11]Direte loro: «Gli dei che non hanno fatto il cielo e la terra
scompariranno dalla terra e sotto il cielo».
[12]Egli ha formato la terra con potenza, ha fissato il mondo con
sapienza, con intelligenza ha disteso i cieli. [13]Al rombo della
sua voce rumoreggiano le acque nel cielo. Egli fa salire le nubi
dall'estremità della terra, produce lampi per la pioggia e manda fuori
il vento dalle sue riserve. [14]Rimane inebetito ogni uomo, senza
comprendere; resta confuso ogni orafo per i suoi idoli, poiché è
menzogna ciò che ha fuso e non ha soffio vitale. [15]Essi sono
vanità, opere ridicole; al tempo del loro castigo periranno.
[16]Non è tale l'eredità di Giacobbe, perché egli ha formato ogni
cosa. Israele è la tribù della sua eredità, Signore degli eserciti è il
suo nome.
Panico nel paese[17]Raccogli il tuo fardello fuori dal paese,
tu che sei cinta d'assedio, [18]poiché dice il Signore:
«Ecco, questa volta, caccerò lontano gli abitanti del paese; li
ridurrò alle strette, perché mi ritrovino». [19]Guai a me a causa
della mia ferita; la mia piaga è incurabile. Eppure io avevo pensato:
«E' solo un dolore che io posso sopportare». [20]La mia tenda è
sfasciata tutte le mie corde sono rotte. I miei figli si sono
allontanati da me e più non sono. Nessuno pianta ancora la mia tenda e
stende i miei teli. [21]I pastori sono diventati insensati, non
hanno ricercato più il Signore; per questo non hanno avuto successo,
anzi è disperso tutto il loro gregge. [22]Si ode un rumore che
avanza e un grande frastuono giunge da settentrione, per ridurre le
città di Giuda un deserto, un rifugio di sciacalli. [23]«Lo so,
Signore, che l'uomo non è padrone della sua via, non è in potere di chi
cammina il dirigere i suoi passi. [24]Correggimi, Signore, ma con
giusta misura, non secondo la tua ira, per non farmi vacillare».
[25]Riversa la tua collera sui popoli che non ti conoscono e
sulle stirpi che non invocano il tuo nome, poiché hanno divorato
Giacobbe l'hanno divorato e consumato, e hanno distrutto la sua dimora.
Geremia - Capitolo 11
Geremia e le parole dell'alleanza[1]Questa la parola che fu
rivolta a Geremia da parte del Signore: [2]«Ascolta le parole di questa
alleanza e tu riferiscile agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme.
[3]Dirai loro: Dice il Signore Dio di Israele: Maledetto l'uomo che non
ascolta le parole di questa alleanza, [4]che io imposi ai vostri padri
quando li feci uscire dal paese d'Egitto, dal crogiuolo di ferro, dicendo:
Ascoltate la mia voce ed eseguite quanto vi ho comandato; allora voi sarete il
mio popolo e io sarò il vostro Dio, [5]così che io possa mantenere il
giuramento fatto ai vostri padri di dare loro una terra dove scorrono latte e
miele, come oggi possedete». Io risposi: «Così sia, Signore!». [6]E il
Signore mi disse: «Proclama tutte queste parole nelle città di Giuda e nelle
strade di Gerusalemme, dicendo: Ascoltate le parole di questa alleanza e
mettetele in pratica! [7]Poiché io ho più volte scongiurato i vostri
padri quando li feci uscire dal paese d'Egitto e fino ad oggi, ammonendoli
premurosamente ogni giorno: Ascoltate la mia voce! [8]Ma essi non
ascoltarono né prestarono orecchio; ognuno seguì la caparbietà del suo cuore
malvagio. Perciò ho attuato nei loro riguardi tutte le parole di questa alleanza
che avevo ordinato loro di osservare e non osservarono».
[9]Il Signore mi disse: «Si è formata una congiura fra gli uomini di
Giuda e gli abitanti di Gerusalemme; [10]sono ritornati alle iniquità dei
loro primi padri che avevano rifiutato di ascoltare le mie parole, anch'essi
hanno seguito altri dei per servirli. La casa di Israele e la casa di Giuda
hanno violato l'alleanza che io avevo concluso con i loro padri.
[11]Perciò dice il Signore: Ecco manderò su di loro una sventura alla
quale non potranno sfuggire. Allora leveranno grida di aiuto verso di me, ma io
non li ascolterò; [12]allora le città di Giuda e gli abitanti di
Gerusalemme alzeranno grida di aiuto agli dei ai quali hanno offerto incenso, ma
quelli certamente non li salveranno nel tempo della loro sciagura.
[13]Perché numerosi come le tue città sono i tuoi dei, o Giuda; numerosi
come le strade di Gerusalemme gli altari che avete eretto all'idolo, altari per
bruciare incenso a Baal.
[14]Tu poi, non intercedere per questo popolo, non innalzare per esso
suppliche e preghiere, perché non ascolterò quando mi invocheranno nel tempo
della loro sventura».
Rimprovero ai frequentatori del tempio[15]Che ha da fare il mio
diletto nella mia casa, con la sua perversa condotta? Voti e carne di
sacrifici allontanano forse da te la tua sventura, e così potrai ancora
schiamazzare di gioia? [16]Ulivo verde, maestoso, era il nome che
il Signore ti aveva imposto. Con grande strepito ha dato fuoco alle sue
foglie, i suoi rami si sono bruciati.
[17]Il Signore degli eserciti che ti ha piantato preannunzia la
sventura contro di te, a causa della malvagità che hanno commesso a loro danno
la casa di Israele e la casa di Giuda irritandomi con il bruciare incenso a
Baal.
Geremia perseguitato ad Anatot[18]Il Signore me lo ha
manifestato e io l'ho saputo; allora ha aperto i miei occhi sui loro
intrighi.
[19]Ero come un agnello mansueto che viene portato al macello, non
sapevo che essi tramavano contro di me, dicendo: «Abbattiamo l'albero nel suo
rigoglio, strappiamolo dalla terra dei viventi; il suo nome non sia più
ricordato».
[20]Ora, Signore degli eserciti, giusto giudice, che scruti il
cuore e la mente, possa io vedere la tua vendetta su di loro, poiché a
te ho affidato la mia causa.
[21]Perciò dice il Signore riguardo agli uomini di Anatòt che
attentano alla mia vita dicendo: «Non profetare nel nome del Signore, se no
morirai per mano nostra»; [22]così dunque dice il Signore degli eserciti:
«Ecco, li punirò. I loro giovani moriranno di spada, i loro figli e le loro
figlie moriranno di fame. [23]Non rimarrà di loro alcun superstite,
perché manderò la sventura contro gli uomini di Anatòt nell'anno del loro
castigo».
Geremia - Capitolo 12
La felicità dei cattivi[1]Tu sei troppo giusto, Signore,
perché io possa discutere con te; ma vorrei solo rivolgerti una parola
sulla giustizia. Perché le cose degli empi prosperano? Perché tutti i
traditori sono tranquilli? [2]Tu li hai piantati ed essi hanno messo
radici, crescono e producono frutto; tu sei vicino alla loro bocca,
ma lontano dai loro cuori. [3]Ma tu, Signore, mi conosci, mi
vedi, tu provi che il mio cuore è con te. Strappali via come pecore per
il macello, riservali per il giorno dell'uccisione. [4]Fino a
quando sarà in lutto la terra e seccherà tutta l'erba dei campi? Per la
malvagità dei suoi abitanti le fiere e gli uccelli periscono, poiché
essi dicono: «Dio non vede i nostri passi». [5]«Se, correndo con i
pedoni, ti stanchi, come potrai gareggiare con i cavalli? Se non ti
senti al sicuro in una regione pacifica, che farai nella boscaglia del
Giordano? [6]Perfino i tuoi fratelli e la casa di tuo padre,
perfino loro sono sleali con te; anch'essi ti gridano dietro a piena
voce; non fidarti di loro quando ti dicono buone parole.
Lamenti del Signore sulla sua eredità invasa[7]Io ho abbandonato
la mia casa, ho ripudiato la mia eredità; ho consegnato ciò che ho di
più caro nelle mani dei suoi nemici. [8]La mia eredità è divenuta
per me come un leone nella foresta; ha ruggito contro di me, perciò
ho cominciato a odiarla. [9]La mia eredità è forse per me come un
uccello screziato? Gli uccelli rapaci l'assalgono da ogni parte.
Venite, radunatevi, voi tutte bestie selvatiche, venite a divorare.
[10]Molti pastori hanno devastato la mia vigna, hanno calpestato
il mio campo. Hanno fatto del mio campo prediletto un deserto desolato,
[11]lo hanno ridotto una landa deserta, in uno stato deplorevole;
sta desolato dinanzi a me. E' devastato tutto il paese, e nessuno se
ne dà pensiero. [12]Su tutte le alture del deserto giungono
devastatori, poiché il Signore ha una spada che divora, da un estremo
all'altro della terra; non c'è scampo per nessuno. [13]Essi hanno
seminato grano e mietuto spine, si sono stancati senz'alcun vantaggio;
restano confusi per il loro raccolto a causa dell'ira ardente del
Signore».
Giudizio e salvezza dei popoli vicini[14]Così dice il Signore:
«Sradicherò dalla loro terra tutti i miei vicini malvagi, che han messo le mani
sull'eredità da me data in possesso al mio popolo Israele, come anche strapperò
la casa di Giuda di mezzo a loro. [15]Allora, dopo averli strappati, avrò
di nuovo compassione di loro e farò tornare ognuno al suo possesso e ognuno al
suo paese. [16]Se impareranno accuratamente le usanze del mio popolo sì
da giurare nel mio nome: Per la vita del Signore, come hanno insegnato al mio
popolo a giurare per Baal, allora potranno stabilirsi in mezzo al mio popolo.
[17]Se invece non ascoltano, estirperò tutto questo popolo ed esso
perirà». Oracolo del Signore.
Geremia - Capitolo 13
La cintura inutilizzabile[1]Il Signore mi parlò così: «Và a
comprarti una cintura di lino e mettitela ai fianchi senza immergerla
nell'acqua». [2]Io comprai la cintura secondo il comando del Signore e me
la misi ai fianchi.
[3]Poi la parola del Signore mi fu rivolta una seconda volta:
[4]«Prendi la cintura che hai comprato e che porti ai fianchi e và subito
verso l'Eufrate e nascondila nella fessura di una pietra». [5]Io andai e
la nascosi presso l'Eufrate, come mi aveva comandato il Signore. [6]Ora,
dopo molto tempo, il Signore mi disse: «Alzati, và all'Eufrate e prendi di là la
cintura che ti avevo comandato di nascondervi». [7]Io andai verso
l'Eufrate, cercai e presi la cintura dal luogo in cui l'avevo nascosta; ed ecco,
la cintura era marcita, non era più buona a nulla.
[8]Allora mi fu rivolta questa parola del Signore: [9]«Dice il
Signore: In questo modo ridurrò in marciume la grande gloria di Giuda e di
Gerusalemme. [10]Questo popolo malvagio, che rifiuta di ascoltare le mie
parole, che si comporta secondo la caparbietà del suo cuore e segue altri dei
per servirli e per adorarli, diventerà come questa cintura, che non è più buona
a nulla. [11]Poiché, come questa cintura aderisce ai fianchi di un uomo,
così io volli che aderisse a me tutta la casa di Israele e tutta la casa di
Giuda - parola del Signore - perché fossero mio popolo, mia fama, mia lode e mia
gloria, ma non mi ascoltarono.
I boccali di vino fracassati[12]Ora, tu riferirai a questo
popolo: Così dice il Signore Dio di Israele: Ogni boccale va riempito di vino.
Se essi ti diranno: Forse non sappiamo che ogni boccale va riempito di vino?
[13]tu risponderai loro : Così parla il Signore: Ecco io renderò tutti
ubriachi gli abitanti di questo paese, i re che siedono sul trono di Davide, i
sacerdoti, i profeti e tutti gli abitanti di Gerusalemme. [14]Poi
fracasserò, gli uni contro gli altri, i padri e i figli insieme - dice il
Signore-; non avrò pietà, non li risparmierò né userò misericordia nel
distruggerli».
Prospettive di esilio[15]Ascoltate e porgete l'orecchio, non
montate in superbia, perché il Signore parla. [16]Date gloria
al Signore vostro Dio, prima che venga l'oscurità e prima che inciampino
i vostri piedi sui monti, al cadere della notte. Voi aspettate la luce,
ma egli la ridurrà in tenebre e la muterà in densa oscurità!
[17]Se voi non ascolterete, io piangerò in segreto dinanzi
alla vostra superbia; il mio occhio si scioglierà in lacrime, perché
sarà deportato il gregge del Signore.
Minacce a Ioiachin[18]Dite al re e alla regina madre:
«Sedete giù in basso, poiché vi è caduta dalla testa la vostra
preziosa corona». [19]Le città del mezzogiorno sono bloccate,
nessuno le libera. Tutto Giuda è stato deportato con una
deportazione totale.
Ammonizione a Gerusalemme che non si converte[20]Alza gli occhi
e osserva coloro che vengono dal settentrione; dov'è il gregge che ti è
stato consegnato, le tue pecore magnifiche? [21]Che dirai quando
saranno posti sopra di te come capi coloro che tu stessa hai abituato a
essere tuoi amici? Non ti prenderanno forse i dolori come una
partoriente? [22]Se dirai in cuor tuo: «Perché mi capita tutto
ciò?». Per l'enormità delle tue iniquità sono stati strappati i lembi
della tua veste, il tuo corpo ha subìto violenza. [23]Cambia
forse un Etiope la sua pelle o un leopardo la sua picchiettatura? Allo
stesso modo, potrete fare il bene anche voi abituati a fare il male?
[24]Perciò vi disperderò come paglia portata via dal vento del
deserto. [25]Questa è la tua sorte, la parte che ti è destinata
da me - oracolo del Signore - perché mi hai dimenticato e hai
confidato nella menzogna. [26]Anch'io solleverò le tue vesti fino al
volto, così si vedrà la tua vergogna, [27]i tuoi adultèri e i
tuoi richiami d'amore, l'ignominia della tua prostituzione! Sulle
colline e per i piani ho visto i tuoi orrori. Guai a te, Gerusalemme, perché
non ti purifichi! Per quanto tempo ancora?
Geremia - Capitolo 14
La grande siccità[1]Parola che il Signore rivolse a Geremia in
occasione della siccità:
[2]Giuda è in lutto, le sue città languiscono, sono a terra
nello squallore; il gemito di Gerusalemme sale al cielo. [3]I
ricchi mandano i loro servi in cerca d'acqua; essi si recano ai pozzi,
ma non ve la trovano e tornano con i recipienti vuoti. Sono delusi e
confusi e si coprono il capo. [4]Per il terreno screpolato,
perché non cade pioggia nel paese, gli agricoltori sono delusi e confusi
e si coprono il capo. [5]La cerva partorisce nei campi e
abbandona il parto, perché non c'è erba. [6]Gli ònagri si fermano
sui luoghi elevati e aspirano l'aria come sciacalli; i loro occhi
languiscono, perché non si trovano erbaggi. [7]«Se le nostre
iniquità testimoniano contro di noi, Signore, agisci per il tuo nome!
Certo, sono molte le nostre infedeltà, abbiamo peccato contro di te.
[8]O speranza di Israele, suo salvatore al tempo della sventura,
perché vuoi essere come un forestiero nel paese e come un viandante che
si ferma solo una notte? [9]Perché vuoi essere come un uomo
sbigottito, come un forte incapace di aiutare? Eppure tu sei in mezzo a
noi, Signore, e noi siamo chiamati con il tuo nome, non abbandonarci!».
[10]Così dice il Signore di questo popolo: «Piace loro andare vagando,
non fermano i loro passi». Per questo il Signore non li gradisce. Ora egli
ricorda la loro iniquità e punisce i loro peccati.
[11]Il Signore mi ha detto: «Non intercedere a favore di questo
popolo, per il suo benessere. [12]Anche se digiuneranno, non ascolterò la
loro supplica; se offriranno olocausti e sacrifici, non li gradirò; ma li
distruggerò con la spada, la fame e la peste». [13]Allora ho soggiunto:
«Ahimè, Signore Dio, dicono i profeti: Non vedrete la spada, non soffrirete la
fame, ma vi concederò una pace perfetta in questo luogo». [14]Il Signore
mi ha detto: «I profeti hanno predetto menzogne in mio nome; io non li ho
inviati, non ho dato ordini né ho loro parlato. Vi annunziano visioni false,
oracoli vani e suggestioni della loro mente». [15]Perciò così dice il
Signore: «I profeti che predicono in mio nome, senza che io li abbia inviati, e
affermano: Spada e fame non ci saranno in questo paese, questi profeti finiranno
di spada e di fame. [16]Gli uomini ai quali essi predicono saranno
gettati per le strade di Gerusalemme in seguito alla fame e alla spada e nessuno
seppellirà loro, le loro donne, i loro figli e le loro figlie. Io rovescerò su
di essi la loro malvagità».
[17]Tu riferirai questa parola: «I miei occhi grondano lacrime
notte e giorno, senza cessare, perché da grande calamità è stata
colpita la figlia del mio popolo, da una ferita mortale. [18]Se
esco in aperta campagna, ecco i trafitti di spada; se percorro la città,
ecco gli orrori della fame. Anche il profeta e il sacerdote si
aggirano per il paese e non sanno che cosa fare. [19]Hai forse
rigettato completamente Giuda, oppure ti sei disgustato di Sion? Perché
ci hai colpito, e non c'è rimedio per noi? Aspettavamo la pace, ma non c'è
alcun bene, l'ora della salvezza ed ecco il terrore!
[20]Riconosciamo, Signore, la nostra iniquità, l'iniquità dei
nostri padri: abbiamo peccato contro di te. [21]Ma per il tuo nome
non abbandonarci, non render spregevole il trono della tua gloria.
Ricordati! Non rompere la tua alleanza con noi. [22]Forse fra i
vani idoli delle nazioni c'è chi fa piovere? O forse i cieli mandan
rovesci da sé? Non sei piuttosto tu, Signore nostro Dio? In te abbiamo
fiducia, perché tu hai fatto tutte queste cose».
Geremia - Capitolo 15
[1]Il Signore mi disse: «Anche se Mosè e Samuele si presentassero
davanti a me, io non mi piegherei verso questo popolo. Allontanali da me, se ne
vadano!» [2]Se ti domanderanno: «Dove andremo?» dirai loro: Così dice il
Signore:
Chi è destinato alla peste, alla peste, Chi alla spada, alla spada,
chi alla fame, alla fame, chi alla schiavitù, alla schiavitù.
[3]Io manderò contro di loro quattro specie di mali - parola del
Signore -: la spada per ucciderli, i cani per sbranarli, gli uccelli dell'aria e
le bestie selvatiche per divorarli e distruggerli. [4]Li renderò oggetto
di spavento per tutti i regni della terra a causa di Manàsse figlio di Ezechia,
re di Giuda, per ciò che egli ha fatto in Gerusalemme.
La sventura della guerra[5]Chi avrà pietà di te, Gerusalemme,
chi ti compiangerà? Chi si volterà per domandarti come stai?
[6]Tu mi hai respinto, dice il Signore, mi hai voltato le
spalle e io ho steso la mano su di te per annientarti; sono stanco di
avere pietà. [7]Io li ho dispersi al vento con la pala nelle
città della contrada. Ho reso senza figli e ho fatto perire il mio popolo,
perché non abbandonarono le loro abitudini. [8]Le loro vedove
sono diventate più numerose della sabbia del mare. Ho mandato sulle
madri e sui giovani un devastatore in pieno giorno; d'un tratto ho fatto
piombare su di loro turbamento e spavento. [9]E' abbattuta la
madre di sette figli, esala il suo respiro; il suo sole tramonta quando
è ancor giorno, è coperta di vergogna e confusa. Io consegnerò i loro
superstiti alla spada, in preda ai loro nemici». Oracolo del Signore.
Rinnovo della vocazione[10]Me infelice, madre mia, che mi hai
partorito oggetto di litigio e di contrasto per tutto il paese! Non ho
preso prestiti, non ho prestato a nessuno, eppure tutti mi maledicono.
[11]Forse, Signore, non ti ho servito del mio meglio, non mi sono
rivolto a te con preghiere per il mio nemico, nel tempo della sventura e nel
tempo dell'angoscia? [12]Potrà forse il ferro spezzare il ferro
del settentrione e il bronzo? [13]«I tuoi averi e i tuoi tesori
li abbandonerò al saccheggio, non come pagamento, per tutti i peccati
che hai commessi in tutti i tuoi territori. [14]Ti renderò
schiavo dei tuoi nemici in una terra che non conosci, perché si è acceso
il fuoco della mia ira, che arderà contro di voi». [15]Tu lo sai,
Signore, ricordati di me e aiutami, vendicati per me dei miei
persecutori. Nella tua clemenza non lasciarmi perire, sappi che io
sopporto insulti per te. [16]Quando le tue parole mi vennero
incontro, le divorai con avidità; la tua parola fu la gioia e la letizia
del mio cuore, perché io portavo il tuo nome, Signore, Dio degli
eserciti. [17]Non mi sono seduto per divertirmi nelle brigate di
buontemponi, ma spinto dalla tua mano sedevo solitario, poiché mi avevi
riempito di sdegno. [18]Perché il mio dolore è senza fine e la
mia piaga incurabile non vuol guarire? Tu sei diventato per me un torrente
infido, dalle acque incostanti. [19]Ha risposto allora il
Signore: «Se tu ritornerai a me, io ti riprenderò e starai alla mia
presenza; se saprai distinguere ciò che è prezioso da ciò che è vile,
sarai come la mia bocca. Essi torneranno a te, mentre tu non dovrai
tornare a loro, [20]ed io, per questo popolo, ti renderò come un
muro durissimo di bronzo; combatteranno contro di te ma non potranno
prevalere, perché io sarò con te per salvarti e per liberarti.
Oracolo del Signore. [21]Ti libererò dalle mani dei malvagi e
ti riscatterò dalle mani dei violenti».
Geremia - Capitolo 16
La vita del profeta come segno[1]Mi fu rivolta questa parola del
Signore: [2]«Non prendere moglie, non aver figli né figlie in questo
luogo, [3]perché dice il Signore riguardo ai figli e alle figlie che
nascono in questo luogo e riguardo alle madri che li partoriscono e ai padri che
li generano in questo paese: [4]Moriranno di malattie strazianti, non
saranno rimpianti né sepolti, ma saranno come letame sulla terra. Periranno di
spada e di fame; i loro cadaveri saranno pasto degli uccelli dell'aria e delle
bestie della terra». [5]Poiché così dice il Signore: «Non entrare in una
casa dove si fa un banchetto funebre, non piangere con loro né commiserarli,
perché io ho ritirato da questo popolo la mia pace - dice il Signore - la mia
benevolenza e la mia compassione.
[6]Moriranno in questo paese grandi e piccoli; non saranno sepolti né
si farà lamento per essi; nessuno si farà incisioni né si taglierà i capelli.
[7]Non si spezzerà il pane all'afflitto per consolarlo del morto e non
gli si darà da bere il calice della consolazione per suo padre e per sua madre.
[8]Non entrare nemmeno in una casa dove si banchetta per sederti a
mangiare e a bere con loro, [9]poiché così dice il Signore degli
eserciti, Dio di Israele: Ecco, sotto i vostri occhi e nei vostri giorni farò
cessare da questo luogo le voci di gioia e di allegria, la voce dello sposo e
della sposa.
[10]Quando annunzierai a questo popolo tutte queste cose, ti diranno:
Perché il Signore ha decretato contro di noi questa sventura così grande? Quali
iniquità e quali peccati abbiamo commesso contro il Signore nostro Dio?
[11]Tu allora risponderai loro: Perché i vostri padri mi abbandonarono -
parola del Signore - seguirono altri dei, li servirono e li adorarono, mentre
abbandonarono me e non osservarono la mia legge. [12]Voi però avete agito
peggio dei vostri padri; ognuno di voi, infatti, segue la caparbietà del suo
cuore malvagio rifiutandosi di ascoltarmi. [13]Perciò vi scaccerò da
questo paese verso un paese che né voi né i vostri padri avete conosciuto e là
servirete divinità straniere giorno e notte, poiché io non vi userò più
misericordia.
Il ritorno dei dispersi in Israele[14]Pertanto, ecco, verranno
giorni - oracolo del Signore - nei quali non si dirà più: Per la vita del
Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dal paese d'Egitto; [15]ma
piuttosto si dirà: Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dal
paese del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi. E io li
ricondurrò nel loro paese che avevo concesso ai loro padri.
Annunzio dell'invasione[16]Ecco, io invierò numerosi pescatori -
dice il Signore - che li pescheranno; quindi invierò numerosi cacciatori che
daranno loro la caccia su ogni monte, su ogni colle e nelle fessure delle rocce;
[17]poiché i miei occhi osservano le loro vie che non possono restar
nascoste dinanzi a me, né si può occultare la loro iniquità davanti ai miei
occhi. [18]Innanzi tutto ripagherò due volte la loro iniquità e il loro
peccato, perché hanno profanato il mio paese con i cadaveri dei loro idoli e
hanno riempito la mia eredità con i loro abomini».
La conversione delle nazioni[19]Signore, mia forza e mia difesa,
mio rifugio nel giorno della tribolazione, a te verranno i popoli
dalle estremità della terra e diranno: «I nostri padri ereditarono
soltanto menzogna, vanità che non giovano a nulla». [20]Può forse
l'uomo fabbricarsi dei? Ma questi non sono dei! [21]Perciò, ecco
io mostrerò loro, rivolgerò loro questa volta la mia mano e la mia
forza. Essi sapranno che il mio nome è Signore.
Geremia - Capitolo 17
Colpe cultuali in Giuda[1]Il peccato di Giuda è scritto con
uno stilo di ferro, con una punta di diamante è inciso sulla tavola del
loro cuore e sugli angoli dei loro altari, [2]come per ricordare
ai loro figli i loro altari e i loro pali sacri presso gli alberi verdi,
sui colli elevati, [3]sui monti e in aperta campagna. «I tuoi
averi e tutti i tuoi tesori li abbandonerò al saccheggio, a motivo di
tutti i peccati che hai commessi in tutti i tuoi territori. [4]Tu
dovrai ritirare la mano dall'eredità che ti avevo data; ti farò schiavo
dei tuoi nemici in un paese che non conosci, perché avete acceso il
fuoco della mia ira, che arderà sempre». Così dice il Signore:
Sentenze di saggezza[5]«Maledetto l'uomo che confida nell'uomo,
che pone nella carne il suo sostegno e il cui cuore si allontana dal
Signore. [6]Egli sarà come un tamerisco nella steppa, quando
viene il bene non lo vede; dimorerà in luoghi aridi nel deserto, in una
terra di salsedine, dove nessuno può vivere. [7]Benedetto l'uomo che
confida nel Signore e il Signore è sua fiducia. [8]Egli è come un
albero piantato lungo l'acqua, verso la corrente stende le radici; non
teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi; nell'anno
della siccità non intristisce, non smette di produrre i suoi frutti.
[9]Più fallace di ogni altra cosa è il cuore e difficilmente
guaribile; chi lo può conoscere? [10]Io, il Signore, scruto la
mente e saggio i cuori, per rendere a ciascuno secondo la sua condotta,
secondo il frutto delle sue azioni. [11]Come una pernice che cova
uova da lei non deposte è chi accumula ricchezze, ma senza giustizia. A
metà dei suoi giorni dovrà lasciarle e alla sua fine apparirà uno stolto».
Fiducia nel tempio e nel Signore[12]Trono di gloria, eccelso fin
dal principio, è il luogo del nostro santuario! [13]O speranza di
Israele, Signore, quanti ti abbandonano resteranno confusi; quanti si
allontanano da te saranno scritti nella polvere, perché hanno abbandonato
la fonte di acqua viva, il Signore.
Una preghiera di vendetta[14]Guariscimi, Signore, e io sarò
guarito, salvami e io sarò salvato, poiché tu sei il mio vanto.
[15]Ecco, essi mi dicono: «Dov'è la parola del Signore? Si
compia finalmente!». [16]Io non ho insistito presso di te nella
sventura né ho desiderato il giorno funesto, tu lo sai. Ciò che è uscito
dalla mia bocca è innanzi a te. [17]Non essere per me causa di
spavento, tu, mio solo rifugio nel giorno della sventura.
[18]Siano confusi i miei avversari ma non io, si spaventino essi,
ma non io. Manda contro di loro il giorno della sventura, distruggili,
distruggili per sempre.
L'osservanza del sabato[19]Il Signore mi disse: «Và a metterti
alla porta dei Figli del popolo, per la quale entrano ed escono i re di Giuda, e
a tutte le porte di Gerusalemme. [20]Dirai loro: Ascoltate la parola del
Signore, o re di Giuda e voi tutti Giudei e abitanti di Gerusalemme, che entrate
per queste porte. [21]Così dice il Signore: Per amore della vostra vita
guardatevi dal trasportare un peso in giorno di sabato e dall'introdurlo per le
porte di Gerusalemme. [22]Non portate alcun peso fuori dalle vostre case
in giorno di sabato e non fate alcun lavoro, ma santificate il giorno di sabato,
come io ho comandato ai vostri padri. [23]Ma essi non vollero ascoltare
né prestare orecchio, anzi indurirono la loro cervice per non ascoltarmi e per
non accogliere la lezione. [24]Ora, se mi ascolterete sul serio - dice il
Signore - se non introdurrete nessun peso entro le porte di questa città in
giorno di sabato e santificherete il giorno di sabato non eseguendo in esso
alcun lavoro, [25]entreranno per le porte di questa città i re, che
siederanno sul trono di Davide, su carri e su cavalli, essi e i loro ufficiali,
gli uomini di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme. Questa città sarà abitata per
sempre. [26]Verranno dalle città di Giuda e dai dintorni di Gerusalemme,
dalla terra di Beniamino e dalla Sefèla, dai monti e dal meridione presentando
olocausti, sacrifici, offerte e incenso e sacrifici di lode nel tempio del
Signore. [27]Ma se non ascolterete il mio comando di santificare il
giorno di sabato, di non trasportare pesi e di non introdurli entro le porte di
Gerusalemme in giorno di sabato, io accenderò un fuoco alle sue porte; esso
divorerà i palazzi di Gerusalemme e mai si estinguerà».
Geremia - Capitolo 18
Geremia presso il vasaio[1]Questa parola fu rivolta a Geremia da
parte del Signore: [2]«Prendi e scendi nella bottega del vasaio; là ti
farò udire la mia parola». [3]Io sono sceso nella bottega del vasaio ed
ecco, egli stava lavorando al tornio. [4]Ora, se si guastava il vaso che
egli stava modellando, come capita con la creta in mano al vasaio, egli rifaceva
con essa un altro vaso, come ai suoi occhi pareva giusto.
[5]Allora mi fu rivolta la parola del Signore: [6]«Forse non
potrei agire con voi, casa di Israele, come questo vasaio? Oracolo del Signore.
Ecco, come l'argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani,
casa di Israele. [7]Talvolta nei riguardi di un popolo o di un regno io
decido di sradicare, di abbattere e di distruggere; [8]ma se questo
popolo, contro il quale avevo parlato, si converte dalla sua malvagità, io mi
pento del male che avevo pensato di fargli. [9]Altra volta nei riguardi
di un popolo o di un regno io decido di edificare e di piantare; [10]ma
se esso compie ciò che è male ai miei occhi non ascoltando la mia voce, io mi
pentirò del bene che avevo promesso di fargli.
[11]Ora annunzia, dunque, agli uomini di Giuda e agli abitanti di
Gerusalemme: Dice il Signore: Ecco preparo contro di voi una calamità e medito
contro di voi un progetto. Su, abbandonate la vostra condotta perversa,
migliorate le vostre abitudini e le vostre azioni». [12]Ma essi diranno:
«E' inutile, noi vogliamo seguire i nostri progetti; ognuno di noi agirà secondo
la caparbietà del suo cuore malvagio».
Israele dimentica il Signore[13]Perciò così dice il Signore:
«Informatevi tra le nazioni: chi ha mai udito cose simili? Enormi,
orribili cose ha commesso la vergine di Israele. [14]Scompare
forse dalle alte rocce la neve del Libano? Forse si inaridiscono le
acque delle montagne che scorrono gelide? [15]Eppure il mio
popolo mi ha dimenticato; essi offrono incenso a un idolo vano. Così
hanno inciampato nelle loro strade, nei sentieri di una volta, per
camminare su viottoli, per una via non appianata. [16]Il loro
paese è una desolazione, un oggetto di scherno perenne. Chiunque passa
ne rimarrà stupito e scuoterà il capo. [17]Come fa il vento
d'oriente io li disperderò davanti al loro nemico. Mostrerò loro le
spalle e non il volto nel giorno della loro rovina».
In occasione di un attentato contro Geremia[18]Ora essi dissero:
«Venite e tramiamo insidie contro Geremia, perché la legge non verrà meno ai
sacerdoti, né il consiglio ai saggi, né l'oracolo ai profeti. Venite, colpiamolo
per la sua lingua e non badiamo a tutte le sue parole».
[19]Prestami ascolto, Signore, e odi la voce dei miei avversari.
[20]Si rende forse male per bene? Poiché essi hanno scavato una
fossa alla mia vita. Ricordati quando mi presentavo a te, per parlare in
loro favore, per stornare da loro la tua ira. [21]Abbandona
perciò i loro figli alla fame, gettali in potere della spada; le loro
donne restino senza figli e vedove, i loro uomini siano colpiti dalla morte
e i loro giovani uccisi dalla spada in battaglia. [22]Si odano
grida dalle loro case, quando improvvisa tu farai piombare su di loro
una torma di briganti, poiché hanno scavato una fossa per catturarmi
e hanno teso lacci ai miei piedi. [23]Ma tu conosci, Signore,
ogni loro progetto di morte contro di me; non lasciare impunita la loro
iniquità e non cancellare il loro peccato dalla tua presenza. Inciampino
alla tua presenza; al momento del tuo sdegno agisci contro di essi!
Geremia - Capitolo 19
La brocca spezzata e l'alterco con Pascur[1]Così disse il
Signore a Geremia: «Và a comprarti una brocca di terracotta; prendi alcuni
anziani del popolo e alcuni sacerdoti con te [2]ed esci nella valle di
Ben-Hinnòn, che è all'ingresso della Porta dei cocci. Là proclamerai le parole
che io ti dirò. [3]Riferirai: Ascoltate la parola del Signore, o re di
Giuda e abitanti di Gerusalemme. Così dice il Signore degli eserciti, Dio di
Israele: Ecco io manderò su questo luogo una sventura tale che risuonerà negli
orecchi di chiunque la udrà, [4]poiché mi hanno abbandonato e hanno
destinato ad altro questo luogo per sacrificarvi ad altri dei, che né essi né i
loro padri né i re di Giuda conoscevano. Essi hanno riempito questo luogo di
sangue innocente; [5]hanno edificato alture a Baal per bruciare nel fuoco
i loro figli come olocausti a Baal. Questo io non ho comandato, non ne ho mai
parlato, non mi è mai venuto in mente.
[6]Perciò, ecco, verranno giorni - dice il Signore - nei quali questo
luogo non si chiamerà più Tofet e valle di Ben-Hinnòn, ma piuttosto valle della
Strage. [7]Io renderò vani i piani di Giuda e di Gerusalemme in questo
luogo. Li farò cadere di spada davanti ai loro nemici e per mezzo di coloro che
attentano alla loro vita e darò i loro cadaveri in pasto agli uccelli dell'aria
e alle bestie selvatiche. [8]Ridurrò questa città a una desolazione e a
oggetto di scherno; quanti le passeranno vicino resteranno stupiti e
fischieranno davanti a tutte le sue ferite. [9]Farò loro mangiare la
carne dei figli e la carne delle figlie; si divoreranno tra di loro durante
l'assedio e l'angoscia in cui li stringeranno i nemici e quanti attentano alla
loro vita.
[10]Tu poi, spezzerai la brocca sotto gli occhi degli uomini che
saranno venuti con te [11]e riferirai loro: Così dice il Signore degli
eserciti: Spezzerò questo popolo e questa città, così come si spezza un vaso di
terracotta, che non si può più accomodare. Allora si seppellirà perfino in
Tofet, perché non ci sarà più spazio per seppellire. [12]Così farò - dice
il Signore - riguardo a questo luogo e ai suoi abitanti, rendendo questa città
come Tofet. [13]Le case di Gerusalemme e le case dei re di Giuda saranno
impure come il luogo di Tofet; cioè tutte le case, sui tetti delle quali essi
bruciavano incenso a tutta la milizia del cielo e facevano libazioni ad altri
dei».
[14]Quando Geremia tornò da Tofet dove il Signore lo aveva mandato a
profetizzare, si fermò nell'atrio del tempio del Signore e disse a tutto il
popolo: [15]«Dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Ecco io
manderò su questa città e su tutte le sue borgate tutto il male che le ho
preannunziato, perché essi si sono intestarditi, rifiutandosi di ascoltare le
mie parole».
Geremia - Capitolo 20
[1]Pascùr figlio di Immèr, sacerdote e sovrintendente-capo del tempio,
udì Geremia predire tutte queste cose. [2]Pascùr fece fustigare il
profeta Geremia e quindi lo mise in ceppi nella prigione che si trovava presso
la porta superiore di Beniamino, nel tempio del Signore. [3]Quando poi il
giorno dopo Pascùr fece liberare dai ceppi Geremia, questi gli disse: «Il
Signore non ti chiama più Pascùr, ma Terrore all'intorno».
[4]Perché così dice il Signore: «Ecco io darò in preda al terrore te e
tutti i tuoi cari; essi cadranno per la spada dei loro nemici e i tuoi occhi lo
vedranno. Metterò tutto Giuda nelle mani del re di Babilonia, il quale li
deporterà a Babilonia e li colpirà di spada. [5]Consegnerò tutte le
ricchezze di questa città e tutti i suoi prodotti, tutti gli oggetti preziosi e
tutti i tesori dei re di Giuda in mano ai suoi nemici, i quali li saccheggeranno
e li prenderanno e li trasporteranno a Babilonia. [6]Tu, Pascùr, e tutti
gli abitanti della tua casa andrete in schiavitù; andrai a Babilonia, là morirai
e là sarai sepolto, tu e tutti i tuoi cari, ai quali hai predetto menzogne».
Estratti diversi dalle "Confessioni"[7]Mi hai sedotto, Signore,
e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto forza e hai prevalso. Sono
diventato oggetto di scherno ogni giorno; ognuno si fa beffe di me.
[8]Quando parlo, devo gridare, devo proclamare: «Violenza!
Oppressione!». Così la parola del Signore è diventata per me motivo di
obbrobrio e di scherno ogni giorno. [9]Mi dicevo: «Non penserò più a
lui, non parlerò più in suo nome!». Ma nel mio cuore c'era come un fuoco
ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non
potevo. [10]Sentivo le insinuazioni di molti: «Terrore
all'intorno! Denunciatelo e lo denunceremo». Tutti i miei amici spiavano
la mia caduta: «Forse si lascerà trarre in inganno, così noi prevarremo
su di lui, ci prenderemo la nostra vendetta». [11]Ma il Signore è
al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori
cadranno e non potranno prevalere; saranno molto confusi perché non
riusciranno, la loro vergogna sarà eterna e incancellabile.
[12]Signore degli eserciti, che provi il giusto e scruti il cuore
e la mente, possa io vedere la tua vendetta su di essi; poiché a te ho
affidato la mia causa! [13]Cantate inni al Signore, lodate il
Signore, perché ha liberato la vita del povero dalle mani dei
malfattori. [14]Maledetto il giorno in cui nacqui; il giorno in
cui mia madre mi diede alla luce non sia mai benedetto.
[15]Maledetto l'uomo che portò la notizia a mio padre, dicendo:
«Ti è nato un figlio maschio», colmandolo di gioia.
[16]Quell'uomo sia come le città che il Signore ha demolito senza
compassione. Ascolti grida al mattino e rumori di guerra a mezzogiorno,
[17]perché non mi fece morire nel grembo materno; mia madre
sarebbe stata la mia tomba e il suo grembo gravido per sempre.
[18]Perché mai sono uscito dal seno materno per vedere tormenti e
dolore e per finire i miei giorni nella vergogna?
Geremia - Capitolo 21
3. ORACOLI PRONUNZIATI DOPO IOIAKIM
La risposta agli inviati di Sedecia[1]Questa parola fu rivolta a
Geremia dal Signore quando il re Sedecìa gli mandò il sacerdote Pascùr figlio di
Malchìa, e Sofonìa figlio di Maasìa, per dirgli: [2]«Intercedi per noi
presso il Signore perché Nabucodònosor re di Babilonia ci muove guerra; forse il
Signore compirà a nostro vantaggio qualcuno dei suoi tanti prodigi, così che
egli si allontani da noi». [3]Geremia rispose loro: «Riferite a Sedecìa:
[4]Così dice il Signore, Dio di Israele: Ecco io farò rientrare le armi
di guerra, che sono nelle vostre mani, con le quali combattete il re di
Babilonia e i Caldei che vi assediano fuori delle mura e le radunerò in mezzo a
questa città. [5]Io stesso combatterò contro di voi con mano tesa e con
braccio potente, con ira, furore e grande sdegno. [6]Percuoterò gli
abitanti di questa città, uomini e bestie; essi moriranno di una grave peste.
[7]Dopo ciò - dice il Signore - io consegnerò Sedecìa, re di Giuda, i
suoi ministri e il popolo, che saranno scampati in questa città dalla peste,
dalla spada e dalla fame, in potere di Nabucodònosor, re di Babilonia, in potere
dei loro nemici e in potere di coloro che attentano alla loro vita. Egli li
passerà a fil di spada; non avrà pietà di loro, non li perdonerà né risparmierà.
[8]Riferirai a questo popolo: Dice il Signore: Ecco, io vi metto
davanti la via della vita e la via della morte. [9]Chi rimane in questa
città morirà di spada, di fame e di peste; chi uscirà e si consegnerà ai Caldei
che vi cingono d'assedio, vivrà e gli sarà lasciata la vita come suo bottino.
[10]Poiché io ho volto la faccia contro questa città a suo danno e non a
suo bene. Oracolo del Signore. Essa sarà messa nelle mani del re di Babilonia,
il quale la brucerà con il fuoco».
Appello generale alla casa reale[11]Alla casa del re di Giuda
dirai: «Ascoltate la parola del Signore! [12]Casa di Davide, così
dice il Signore: Amministrate la giustizia ogni mattina e liberate
l'oppresso dalla mano dell'oppressore, se no la mia ira divamperà come
fuoco, si accenderà e nessuno potrà spegnerla, a causa della malvagità
delle vostre azioni. [13]Eccomi a te, o abitatrice della valle,
roccia nella pianura, dice il Signore. Voi che dite: Chi scenderà contro
di noi? Chi entrerà nelle nostre dimore? [14]Io vi punirò come
meritano le vostre opere - dice il Signore - e accenderò il fuoco nel
suo bosco, che divorerà tutti i suoi dintorni».
Geremia - Capitolo 22
[1]Così dice il Signore: «Scendi nella casa del re di Giuda e là
proclama questo messaggio. [2]Tu dirai: Ascolta la parola del Signore, o
re di Giuda che siedi sul trono di Davide, tu, i tuoi ministri e il tuo popolo,
che entrano per queste porte. [3]Dice il Signore: Praticate il diritto e
la giustizia, liberate l'oppresso dalle mani dell'oppressore, non fate violenza
e non opprimete il forestiero, l'orfano e la vedova, e non spargete sangue
innocente in questo luogo. [4]Se osserverete lealmente quest'ordine,
entreranno ancora per le porte di questa casa i re che siederanno sul trono di
Davide, montati su carri e cavalli, essi, i loro ministri e il loro popolo.
[5]Ma se non ascolterete queste parole, io lo giuro per me stesso -
parola del Signore - questa casa diventerà una rovina.
[6]Poiché così dice il Signore riguardo alla casa del re di Giuda:
Come Gàlaad eri per me, come le vette del Libano; ma io ti ridurrò a
deserto, a città disabitata. [7]Io preparerò contro di te i
distruttori, ognuno con le armi. Essi abbatteranno i migliori dei tuoi
cedri, li getteranno nel fuoco.
[8]Molte genti passeranno su questa città e si diranno l'un l'altro:
Perché il Signore ha trattato così questa grande città? [9]E
risponderanno: Perché essi hanno abbandonato l'alleanza del Signore, loro Dio,
hanno adorato altri dei e li hanno serviti».
Oracoli contro diversi re: contro Ioacaz[10]Non piangete sul
morto e non fate lamenti per lui, ma piangete amaramente su chi parte,
perché non tornerà più, non rivedrà il paese natio.
[11]Poiché dice il Signore riguardo a Sallùm figlio di Giosia, re di
Giuda, che regna al posto di Giosia suo padre: «Chi esce da questo luogo non vi
farà più ritorno, [12]ma morirà nel luogo dove lo condurranno prigioniero
e non rivedrà più questo paese».
Contro Ioiakim[13]Guai a chi costruisce la casa senza giustizia
e il piano di sopra senza equità, che fa lavorare il suo prossimo per
nulla, senza dargli la paga, [14]e dice: «Mi costruirò una casa
grande con spazioso piano di sopra» e vi apre finestre e la riveste
di tavolati di cedro e la dipinge di rosso. [15]Forse tu agisci
da re perché ostenti passione per il cedro? Forse tuo padre non mangiava
e beveva? Ma egli praticava il diritto e la giustizia e tutto andava
bene. [16]Egli tutelava la causa del povero e del misero e tutto
andava bene; questo non significa infatti conoscermi? Oracolo del
Signore. [17]I tuoi occhi e il tuo cuore, invece, non badano che
al tuo interesse, a spargere sangue innocente, a commettere violenza e
angherie.
[18]Per questo così dice il Signore su Ioiakìm figlio di Giosia, re di
Giuda:
«Non faranno il lamento per lui, dicendo: Ahi, fratello mio! Ahi,
sorella! Non faranno il lamento per lui, dicendo: Ahi, signore! Ahi,
maestà! [19]Sarà sepolto come si seppellisce un asino, lo
trascineranno e lo getteranno al di là delle porte di Gerusalemme».
Contro Ioiachin[20]Sali sul Libano e grida e sul Basàn alza
la voce; grida dagli Abarìm, perché tutti i tuoi amanti sono abbattuti.
[21]Ti parlai al tempo della tua tranquilla prosperità, ma tu
dicesti: «Io non voglio ascoltare». Tale è stata la tua condotta fin dalla
giovinezza: non hai ascoltato la mia voce. [22]Tutti i tuoi
pastori saranno pascolo del vento e i tuoi amanti andranno schiavi.
Allora ti dovrai vergognare ed essere confusa, a causa di tutte le tue
iniquità. [23]Tu che dimori sul Libano, che ti sei fatta il nido
tra i cedri, come gemerai quando ti coglieranno le doglie, dolori come
di partoriente!
[24]«Per la mia vita - oracolo del Signore - anche se Conìa figlio di
Ioiakìm, re di Giuda, fosse un anello da sigillo nella mia destra, io me lo
strapperei. [25]Ti metterò nelle mani di chi attenta alla tua vita, nelle
mani di coloro che tu temi, nelle mani di Nabucodònosor re di Babilonia e nelle
mani dei Caldei. [26]Sbalzerò te e tua madre che ti ha generato in un
paese dove non siete nati e là morirete. [27]Ma nel paese in cui
brameranno tornare, là non torneranno. [28]E' forse questo Conìa un vaso
spregevole, rotto, oppure un vaso che non piace più a nessuno? Perché sono
dunque scacciati, egli e la sua discendenza, e gettati in un paese che non
conoscono?».
[29]Terra, terra, terra! Ascolta la parola del Signore!
[30]Dice il Signore: «Registrate quest'uomo come uno senza figli, un uomo
che non ha successo nella sua vita, perché nessuno della sua stirpe avrà la
fortuna di sedere sul trono di Davide né di regnare ancora su Giuda».
Geremia - Capitolo 23
Oracoli messianici. Il re dell'avvenire[1]«Guai ai pastori che
fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo». Oracolo del Signore.
[2]Perciò dice il Signore, Dio di Israele, contro i pastori che devono
pascere il mio popolo: «Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e
non ve ne siete preoccupati; ecco io mi occuperò di voi e della malvagità delle
vostre azioni. Oracolo del Signore. [3]Radunerò io stesso il resto delle
mie pecore da tutte le regioni dove le ho lasciate scacciare e le farò tornare
ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno. [4]Costituirò
sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere
né sgomentarsi; di esse non ne mancherà neppure una». Oracolo del Signore.
[5]«Ecco, verranno giorni - dice il Signore - nei quali susciterò
a Davide un germoglio giusto, che regnerà da vero re e sarà saggio ed
eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra. [6]Nei suoi giorni
Giuda sarà salvato e Israele starà sicuro nella sua dimora; questo sarà
il nome con cui lo chiameranno: Signore-nostra-giustizia.
[7]Pertanto, ecco, verranno giorni - dice il Signore - nei quali non
si dirà più: Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dal paese
d'Egitto, [8]ma piuttosto: Per la vita del Signore che ha fatto uscire e
che ha ricondotto la discendenza della casa di Israele dalla terra del
settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi; costoro dimoreranno
nella propria terra».
Libretto contro i falsi profeti[9]Contro i profeti. Mi si
spezza il cuore nel petto, tremano tutte le mie membra, sono come un
ubriaco e come chi è inebetito dal vino, a causa del Signore e a causa
delle sue sante parole. [10]«Poiché il paese è pieno di adùlteri;
a causa della maledizione tutto il paese è in lutto, si sono inariditi i
pascoli della steppa. Il loro fine è il male e la loro forza è
l'ingiustizia. [11]Perfino il profeta, perfino il sacerdote sono
empi, perfino nella mia casa ho trovato la loro malvagità. Oracolo del
Signore. [12]Perciò la loro strada sarà per essi come sentiero
sdrucciolevole, saranno sospinti nelle tenebre e cadranno in esse,
poiché io manderò su di essi la sventura, nell'anno del loro castigo.
Oracolo del Signore. [13]Tra i profeti di Samaria io ho visto
cose stolte. Essi profetavano in nome di Baal e traviavano il mio popolo
Israele. [14]Ma tra i profeti di Gerusalemme ho visto cose
nefande: commettono adultèri e praticano la menzogna, danno mano ai
malfattori, sì che nessuno si converte dalla sua malvagità; per me sono
tutti come Sòdoma e i suoi abitanti come Gomorra». [15]Perciò
dice il Signore degli eserciti contro i profeti: «Ecco farò loro
ingoiare assenzio e bere acque avvelenate, perché dai profeti di
Gerusalemme l'empietà si è sparsa su tutto il paese».
[16]Così dice il Signore degli eserciti: «Non ascoltate le parole dei
profeti che profetizzano per voi; essi vi fanno credere cose vane, vi annunziano
fantasie del loro cuore, non quanto viene dalla bocca del Signore.
[17]Essi dicono a coloro che disprezzano la parola del Signore:
Voi avrete la pace! e a quanti seguono la caparbietà del loro cuore
dicono: Non vi coglierà la sventura.
[18]Ma chi ha assistito al consiglio del Signore, chi l'ha visto e ha
udito la sua parola? Chi ha ascoltato la sua parola e vi ha obbedito?
[19]Ecco la tempesta del Signore, il suo furore si scatena, una
tempesta travolgente si abbatte sul capo dei malvagi. [20]Non
cesserà l'ira del Signore, finché non abbia compiuto e attuato i
progetti del suo cuore. Alla fine dei giorni comprenderete tutto!
[21]Io non ho inviato questi profeti ed essi corrono; non ho
parlato a loro ed essi profetizzano. [22]Se hanno assistito al
mio consiglio, facciano udire le mie parole al mio popolo e li
distolgano dalla loro condotta perversa e dalla malvagità delle loro azioni.
[23]Sono io forse Dio solo da vicino - dice il Signore - e non
anche Dio da lontano? [24]Può forse nascondersi un uomo nei
nascondigli senza che io lo veda? Non riempio io il cielo e la terra?
Parola del Signore.
[25]Ho sentito quanto affermano i profeti che predicono in mio nome
menzogne: Ho avuto un sogno, ho avuto un sogno. [26]Fino a quando ci
saranno nel mio popolo profeti che predicono la menzogna e profetizzano gli
inganni del loro cuore? [27]Essi credono di far dimenticare il mio nome
al mio popolo con i loro sogni, che si raccontano l'un l'altro, come i loro
padri dimenticarono il mio nome per Baal! [28]Il profeta che ha avuto un
sogno racconti il suo sogno; chi ha udito la mia parola annunzi fedelmente la
mia parola.
Che cosa ha in comune la paglia con il grano? Oracolo del Signore.
[29]La mia parola non è forse come il fuoco - oracolo del Signore
- e come un martello che spacca la roccia? [30]Perciò, eccomi
contro i profeti - oracolo del Signore - i quali si rubano gli uni gli
altri le mie parole. [31]Eccomi contro i profeti - oracolo del
Signore - che muovono la lingua per dare oracoli. [32]Eccomi contro i
profeti di sogni menzogneri - dice il Signore - che li raccontano e traviano il
mio popolo con menzogne e millanterie. Io non li ho inviati né ho dato alcun
ordine; essi non gioveranno affatto a questo popolo». Parola del Signore.
[33]Quando dunque questo popolo o un profeta o un sacerdote ti
domanderà: «Qual è il peso del messaggio del Signore?», tu riferirai loro: «Voi
siete il peso del Signore! Io vi rigetterò». Parola del Signore. [34]E il
profeta o il sacerdote o il popolo che dica: «Peso del Signore!», io lo punirò
nella persona e nella famiglia. [35]Direte l'uno all'altro: «Che cosa ha
risposto il Signore?» e: «Che cosa ha detto il Signore?». [36]Non farete
più menzione di peso del Signore, altrimenti per chiunque la sua stessa parola
sarà considerata un peso per avere travisato le parole del Dio vivente, del
Signore degli eserciti, nostro Dio. [37]Così dirai al profeta: «Che cosa
ti ha risposto il Signore?» e: «Che cosa ha detto il Signore?». [38]Ma se
direte «Peso del Signore», allora così parla il Signore: «Poiché ripetete: Peso
del Signore, mentre vi avevo ordinato di non dire più: Peso del Signore,
[39]ecco, proprio per questo, io mi caricherò di voi come di un peso e
getterò lontano dal mio volto voi e la città che ho dato a voi e ai vostri
padri. [40]Vi coprirò di obbrobrio perenne e di confusione perenne, che
non sarà mai dimenticata».
Geremia - Capitolo 24
I due canestri di fichi[1]Il Signore mi mostrò due canestri di
fichi posti davanti al tempio, dopo che Nabucodònosor re di Babilonia aveva
deportato da Gerusalemme Ieconia figlio di Ioiakìm re di Giuda, i capi di Giuda,
gli artigiani e i fabbri e li aveva condotti a Babilonia. [2]Un canestro
era pieno di fichi molto buoni, come i fichi primaticci, mentre l'altro canestro
era pieno di fichi cattivi, così cattivi che non si potevano mangiare.
[3]Il Signore mi disse: «Che cosa vedi, Geremia?». Io risposi: «Fichi;
i fichi buoni sono molto buoni, i cattivi sono molto cattivi, tanto cattivi che
non si possono mangiare».
[4]Allora mi fu rivolta questa parola del Signore: [5]«Dice il
Signore Dio di Israele: Come si ha riguardo di questi fichi buoni, così io avrò
riguardo, per il loro bene, dei deportati di Giuda che ho fatto andare da questo
luogo nel paese dei Caldei. [6]Io poserò lo sguardo sopra di loro per il
loro bene; li ricondurrò in questo paese, li ristabilirò fermamente e non li
demolirò; li pianterò e non li sradicherò mai più. [7]Darò loro un cuore
capace di conoscermi, perché io sono il Signore; essi saranno il mio popolo e io
sarò il loro Dio, se torneranno a me con tutto il cuore. [8]Come invece
si trattano i fichi cattivi, che non si possono mangiare tanto sono cattivi -
così parla il Signore - così io farò di Sedecìa re di Giuda, dei suoi capi e del
resto di Gerusalemme, ossia dei superstiti in questo paese, e di coloro che
abitano nel paese d'Egitto. [9]Li renderò oggetto di spavento per tutti i
regni della terra, l'obbrobrio, la favola, lo zimbello e la maledizione in tutti
i luoghi dove li scaccerò. [10]Manderò contro di loro la spada, la fame e
la peste finché non scompariranno dal paese che io diedi a loro e ai loro
padri».
Geremia - Capitolo 25
4. BABILONIA, FLAGELLO DEL SIGNORE[1]Questa parola fu rivolta a
Geremia per tutto il popolo di Giuda nel quarto anno di Ioiakìm figlio di
Giosia, re di Giuda - cioè nel primo anno di Nabucodònosor re di Babilonia -.
[2]Il profeta Geremia l'annunciò a tutto il popolo di Giuda e a tutti gli
abitanti di Gerusalemme dicendo: [3]«Dall'anno decimoterzo di Giosia
figlio di Amòn, re di Giuda, fino ad oggi sono ventitrè anni che mi è stata
rivolta la parola del Signore e io ho parlato a voi premurosamente e
continuamente, ma voi non avete ascoltato. [4]Il Signore vi ha inviato
con assidua premura tutti i suoi servi, i profeti, ma voi non avete ascoltato e
non avete prestato orecchio per ascoltare [5]quando vi diceva: Ognuno
abbandoni la sua condotta perversa e le sue opere malvage; allora potrete
abitare nel paese che il Signore ha dato a voi e ai vostri padri dai tempi
antichi e per sempre. [6]Non seguite altri dei per servirli e adorarli e
non provocatemi con le opere delle vostre mani e io non vi farò del male.
[7]Ma voi non mi avete ascoltato - dice il Signore - e mi avete provocato
con l'opera delle vostre mani per vostra disgrazia. [8]Per questo dice il
Signore degli eserciti: Poiché non avete ascoltato le mie parole, [9]ecco
manderò a prendere tutte le tribù del settentrione, le manderò contro questo
paese, contro i suoi abitanti e contro tutte le nazioni confinanti, voterò
costoro allo sterminio e li ridurrò a oggetto di orrore, a scherno e a obbrobrio
perenne. [10]Farò cessare in mezzo a loro le grida di gioia e le voci di
allegria, la voce dello sposo e quella della sposa, il rumore della mola e il
lume della lampada. [11]Tutta questa regione sarà abbandonata alla
distruzione e alla desolazione e queste genti resteranno schiave del re di
Babilonia per settanta anni. [12]Quando saranno compiuti i settanta anni,
io punirò il re di Babilonia e quel popolo - dice il Signore - per i loro
delitti, punirò il paese dei Caldei e lo ridurrò a una desolazione perenne.
[13]Manderò dunque a effetto su questo paese tutte le parole che ho
pronunziate a suo riguardo, quanto è scritto in questo libro, ciò che Geremia
aveva predetto contro tutte le nazioni.
II. INTRODUZIONE AGLI ORACOLI CONTRO LE NAZIONI
La visione della coppa[14]Nazioni numerose e re potenti
ridurranno in schiavitù anche costoro, e così li ripagherò secondo le loro
azioni, secondo le opere delle loro mani».
[15]Così mi disse il Signore, Dio di Israele: «Prendi dalla mia mano
questa coppa di vino della mia ira e falla bere a tutte le nazioni alle quali ti
invio, [16]perché ne bevano, ne restino inebriate ed escano di senno
dinanzi alla spada che manderò in mezzo a loro».
[17]Presi dunque la coppa dalle mani del Signore e la diedi a bere a
tutte le nazioni alle quali il Signore mi aveva inviato: [18]a
Gerusalemme e alle città di Giuda, ai suoi re e ai suoi capi, per abbandonarli
alla distruzione, alla desolazione, all'obbrobrio e alla maledizione, come
avviene ancor oggi; [19]anche al faraone re d'Egitto, ai suoi ministri,
ai suoi nobili e a tutto il suo popolo; [20]alla gente d'ogni razza e a
tutti i re del paese di Uz, a tutti i re del paese dei Filistei, ad Ascalòn, a
Gaza, a Ekròn e ai superstiti di Asdòd, [21]a Edom, a Moab e agli
Ammoniti, [22]a tutti i re di Tiro e a tutti i re di Sidòne e ai re
dell'isola che è al di là del mare, [23]a Dedan, a Tema, a Buz e a quanti
si radono l'estremità delle tempie, [24]a tutti i re degli Arabi che
abitano nel deserto, [25]a tutti i re di Zimrì, a tutti i re dell'Elam e
a tutti i re della Media, [26]a tutti i re del settentrione, vicini e
lontani, agli uni e agli altri e a tutti i regni che sono sulla terra; il re di
Sesàch berrà dopo di essi.
[27]«Tu riferirai loro: Dice il Signore degli eserciti, Dio di
Israele: Bevete e inebriatevi, vomitate e cadete senza rialzarvi davanti alla
spada che io mando in mezzo a voi. [28]Se poi rifiuteranno di prendere
dalla tua mano il calice da bere, tu dirai loro: Dice il Signore degli eserciti:
Certamente berrete! [29]Se io comincio a castigare proprio la città che
porta il mio nome, pretendete voi di rimanere impuniti? No, impuniti non
resterete, perché io chiamerò la spada su tutti gli abitanti della terra.
Oracolo del Signore degli eserciti. [30]Tu preannunzierai tutte queste
cose e dirai loro:
Il Signore ruggisce dall'alto, dalla sua santa dimora fa udire il suo
tuono; alza il suo ruggito contro la prateria, manda grida di giubilo
come i pigiatori delle uve, contro tutti gli abitanti del paese.
[31]Il rumore giunge fino all'estremità della terra, perché il
Signore viene a giudizio con le nazioni; egli istruisce il giudizio riguardo
a ogni uomo, abbandona gli empi alla spada. Parola del Signore.
[32]Dice il Signore degli eserciti: Ecco, la sventura passa
di nazione in nazione, un grande turbine si alza dall'estremità
della terra.
[33]In quel giorno i colpiti dal Signore si troveranno da un'estremità
all'altra della terra; non saranno pianti né raccolti né sepolti, ma saranno
come letame sul suolo.
[34]Urlate, pastori, gridate, rotolatevi nella polvere, capi del
gregge! Perché sono compiuti i giorni per il vostro macello;
stramazzerete come scelti montoni. [35]Non ci sarà rifugio per i
pastori né scampo per i capi del gregge. [36]Sentite le grida dei
pastori, gli urli delle guide del gregge, perché il Signore distrugge il
loro pascolo; [37]sono devastati i prati tranquilli a causa
dell'ardente ira del Signore. [38]Il leone abbandona la sua tana,
poiché il loro paese è una desolazione a causa della spada devastatrice
e a causa della sua ira ardente».
Geremia - Capitolo 26
III. PROFEZIE DI FELICITA'
1. INTRODUZIONE: GEREMIA E' IL VERO PROFETA
Arresto e giudizio di Geremia[1]All'inizio del regno di Ioiakìm
figlio di Giosia, re di Giuda, fu rivolta a Geremia questa parola da parte del
Signore. [2]Disse il Signore: «Và nell'atrio del tempio del Signore e
riferisci a tutte le città di Giuda che vengono per adorare nel tempio del
Signore tutte le parole che ti ho comandato di annunziare loro; non tralasciare
neppure una parola. [3]Forse ti ascolteranno e ognuno abbandonerà la
propria condotta perversa; in tal caso disdirò tutto il male che pensavo di fare
loro a causa della malvagità delle loro azioni.
[4]Tu dirai dunque loro: Dice il Signore: Se non mi ascolterete, se
non camminerete secondo la legge che ho posto davanti a voi [5]e se non
ascolterete le parole dei profeti miei servi che ho inviato a voi con costante
premura, ma che voi non avete ascoltato, [6]io ridurrò questo tempio come
quello di Silo e farò di questa città un esempio di maledizione per tutti i
popoli della terra».
[7]I sacerdoti, i profeti e tutto il popolo udirono Geremia che diceva
queste parole nel tempio del Signore. [8]Ora, quando Geremia finì di
riferire quanto il Signore gli aveva comandato di dire a tutto il popolo, i
sacerdoti e i profeti lo arrestarono dicendo: «Devi morire! [9]Perché hai
predetto nel nome del Signore: Questo tempio diventerà come Silo e questa città
sarà devastata, disabitata?».
Tutto il popolo si radunò contro Geremia nel tempio del Signore. [10]I
capi di Giuda vennero a sapere queste cose e salirono dalla reggia nel tempio
del Signore e sedettero all'ingresso della Porta Nuova del tempio del Signore.
[11]Allora i sacerdoti e i profeti dissero ai capi e a tutto il popolo:
«Una sentenza di morte merita quest'uomo, perché ha profetizzato contro questa
città come avete udito con i vostri orecchi!».
[12]Ma Geremia rispose a tutti i capi e a tutto il popolo: «Il Signore
mi ha mandato a profetizzare contro questo tempio e contro questa città le cose
che avete ascoltate. [13]Or dunque migliorate la vostra condotta e le
vostre azioni e ascoltate la voce del Signore vostro Dio e il Signore ritratterà
il male che ha annunziato contro di voi. [14]Quanto a me, eccomi in mano
vostra, fate di me come vi sembra bene e giusto; [15]ma sappiate bene
che, se voi mi ucciderete, attirerete sangue innocente su di voi, su questa
città e sui suoi abitanti, perché il Signore mi ha veramente inviato a voi per
esporre ai vostri orecchi tutte queste cose».
[16]I capi e tutto il popolo dissero ai sacerdoti e ai profeti: «Non
ci deve essere sentenza di morte per quest'uomo, perché ci ha parlato nel nome
del Signore nostro Dio».
[17]Allora si alzarono alcuni anziani del paese e dissero a tutta
l'assemblea del popolo: [18]«Michea il Morastita, che profetizzava al
tempo di Ezechia, re di Giuda, affermò a tutto il popolo di Giuda: Dice il
Signore degli eserciti:
Sion sarà arata come un campo, Gerusalemme diventerà un cumulo di rovine,
il monte del tempio un'altura boscosa!
[19]Forse Ezechia re di Giuda e tutti quelli di Giuda lo uccisero? Non
temettero piuttosto il Signore e non placarono il volto del Signore e così il
Signore disdisse il male che aveva loro annunziato? Noi, invece, stiamo per
commettere una grave iniquità a nostro danno».
[20]C'era anche un altro uomo che profetizzava nel nome del Signore,
Uria figlio di Semaià da Kiriat-Iearìm; egli profetizzò contro questa città e
contro questo paese con parole simili a quelle di Geremia. [21]Il re
Ioiakìm, tutti i suoi prodi e tutti i magistrati udirono le sue parole e il re
cercò di ucciderlo, ma Uria lo venne a sapere e per timore fuggì andandosene in
Egitto. [22]Allora il re Ioiakìm inviò in Egitto uomini come Elnatàn
figlio di Acbòr, e altri con lui. [23]Costoro fecero uscire dall'Egitto
Uria e lo condussero al re Ioiakìm che lo fece uccidere di spada e fece gettare
il suo cadavere nelle fosse della gente del popolo.
[24]Ma la mano di Achikàm figlio di Safàn fu a favore di Geremia,
perché non lo consegnassero in potere del popolo per metterlo a morte.
Geremia - Capitolo 27
2. LIBRETTO PER GLI ESILIATI
L'azione simbolica del giogo e il messaggio ai re
occidentali[1]Al principio del regno di Sedecìa figlio di Giosia, re
di Giuda, fu rivolta questa parola a Geremia da parte del Signore.
[2]Mi dice il Signore: «Procùrati capestri e un giogo e mettili sul
tuo collo. [3]Quindi manda un messaggio al re di Edom, al re di Moab, al
re degli Ammoniti, al re di Tiro e al re di Sidòne per mezzo dei loro messaggeri
venuti a Gerusalemme da Sedecìa, re di Giuda, [4]e affida loro questo
mandato per i loro signori: Dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele, così
parlerete ai vostri signori: [5]Io ho fatto la terra, l'uomo e gli
animali che sono sulla terra, con grande potenza e con braccio potente e li do a
chi mi piace. [6]Ora ho consegnato tutte quelle regioni in potere di
Nabucodònosor re di Babilonia, mio servo; a lui ho consegnato perfino le bestie
selvatiche perché lo servano. [7]Tutte le nazioni saranno soggette a lui,
a suo figlio e al nipote, finché anche per il suo paese non verrà il momento.
Allora molte nazioni e re potenti lo assoggetteranno. [8]La nazione o il
regno che non si assoggetterà a lui, Nabucodònosor, re di Babilonia, e che non
sottoporrà il collo al giogo del re di Babilonia, io li punirò con la spada, la
fame e la peste - dice il Signore - finché non li avrò consegnati in suo potere.
[9]Voi non date retta ai vostri profeti né ai vostri indovini né ai
vostri sognatori né ai vostri maghi né ai vostri stregoni, che vi dicono: Non
sarete soggetti al re di Babilonia! [10]Costoro vi predicono menzogne per
allontanarvi dal vostro paese e perché io vi disperda e così andiate in rovina.
[11]Invece io lascerò stare tranquilla sul proprio suolo - dice il
Signore - la nazione che sottoporrà il collo al giogo del re di Babilonia e gli
sarà soggetta; essa lo coltiverà e lo abiterà».
[12]A Sedecìa re di Giuda, io ho parlato proprio allo stesso modo:
«Piegate il collo al giogo del re di Babilonia, siate soggetti a lui e al suo
popolo e conserverete la vita. [13]Perché tu e il tuo popolo vorreste
morire di spada, di fame e di peste, come ha preannunziato il Signore per la
nazione che non si assoggetterà al re di Babilonia? [14]Non date retta
alle parole dei profeti che vi dicono: Non sarete soggetti al re di Babilonia!
perché essi vi predicono menzogne. [15]Io infatti non li ho mandati -
dice il Signore - ed essi predicono menzogne in mio nome; perciò io sarò
costretto a disperdervi e così perirete voi e i profeti che vi fanno tali
profezie».
[16]Ai sacerdoti e a tutto questo popolo ho detto: «Dice il Signore:
Non ascoltate le parole dei vostri profeti che vi predicono che gli arredi del
tempio del Signore saranno subito riportati da Babilonia, perché essi vi
predicono menzogne. [17]Non ascoltateli! Siate piuttosto soggetti al re
di Babilonia e conserverete la vita. Perché questa città dovrebbe esser ridotta
in una desolazione? [18]Se quelli sono veri profeti e se la parola del
Signore è con essi, intercedano dunque presso il Signore degli eserciti perché
gli arredi rimasti nel tempio del Signore e nella casa del re di Giuda e a
Gerusalemme non vadano a Babilonia».
[19]Così dice il Signore degli eserciti riguardo alle colonne, al mare
di bronzo, alle basi e al resto degli arredi che sono ancora in questa città
[20]e che Nabucodònosor, re di Babilonia, non prese quando deportò
Ieconia figlio di Ioiakìm, re di Giuda, da Gerusalemme in Babilonia con tutti i
notabili di Giuda e di Gerusalemme. [21]Dice dunque così il Signore degli
eserciti, Dio di Israele, riguardo agli arredi rimasti nel tempio del Signore,
nella casa del re di Giuda e a Gerusalemme: [22]«Saranno portati a
Babilonia e là rimarranno finché non li ricercherò - parola del Signore - e li
porterò indietro e li riporrò in questo luogo».
Geremia - Capitolo 28
L'alterco con il profeta Anania[1]In quell'anno, all'inizio del
regno di Sedecìa re di Giuda, nell'anno quarto, quinto mese, Anania figlio di
Azzùr, il profeta di Gàbaon, mi riferì nel tempio del Signore sotto gli occhi
dei sacerdoti e di tutto il popolo queste parole: [2]«Dice il Signore
degli eserciti, Dio di Israele: Io romperò il giogo del re di Babilonia!
[3]Entro due anni farò ritornare in questo luogo tutti gli arredi del
tempio del Signore che Nabucodònosor, re di Babilonia, prese da questo luogo e
portò in Babilonia. [4]Farò ritornare in questo luogo - dice il Signore -
Ieconia figlio di Ioiakìm, re di Giuda, con tutti i deportati di Giuda che
andarono a Babilonia, poiché romperò il giogo del re di Babilonia».
[5]Il profeta Geremia rispose al profeta Anania, sotto gli occhi dei
sacerdoti e di tutto il popolo che stavano nel tempio del Signore. [6]Il
profeta Geremia disse: «Così sia! Così faccia il Signore! Voglia il Signore
realizzare le cose che hai predette, facendo ritornare gli arredi nel tempio e
tutti i deportati da Babilonia in questo luogo!
[7]Tuttavia ascolta ora la parola che sto per dire ai tuoi orecchi e
agli orecchi di tutto il popolo. [8]I profeti che furono prima di me e di
te dai tempi antichissimi predissero contro molti paesi, contro regni potenti,
guerra, fame e peste. [9]Quanto al profeta che predice la pace, egli sarà
riconosciuto come profeta mandato veramente dal Signore soltanto quando la sua
parola si realizzerà».
[10]Allora il profeta Anania strappò il giogo dal collo del profeta
Geremia e lo ruppe; [11]Anania riferì a tutto il popolo: «Dice il
Signore: A questo modo io romperò il giogo di Nabucodònosor re di Babilonia,
entro due anni, sul collo di tutte le nazioni».
Il profeta Geremia se ne andò per la sua strada.
[12]Ora, dopo che il profeta Anania ebbe rotto il giogo sul collo del
profeta Geremia, la parola del Signore fu rivolta a Geremia: [13]«Và e
riferisci ad Anania: Così dice il Signore: Tu hai rotto un giogo di legno ma io,
al suo posto, ne farò uno di ferro. [14]Infatti, dice il Signore degli
eserciti, Dio di Israele: Io porrò un giogo di ferro sul collo di tutte queste
nazioni perché siano soggette a Nabucodònosor, re di Babilonia».
[15]Allora il profeta Geremia disse al profeta Anania: «Ascolta,
Anania! Il Signore non ti ha mandato e tu induci questo popolo a confidare nella
menzogna; [16]perciò dice il Signore: Ecco, ti mando via dal paese;
quest'anno tu morirai, perché hai predicato la ribellione contro il Signore».
[17]Il profeta Anania morì in quello stesso anno, nel settimo mese.
Geremia - Capitolo 29
La lettera agli esiliati[1]Queste sono le parole della lettera
che il profeta Geremia mandò da Gerusalemme al resto degli anziani in esilio, ai
sacerdoti, ai profeti e a tutto il resto del popolo che Nabucodònosor aveva
deportato da Gerusalemme a Babilonia; la mandò [2]dopo che il re Ieconia,
la regina madre, i dignitari di corte, i capi di Giuda e di Gerusalemme, gli
artigiani e i fabbri erano partiti da Gerusalemme. [3]Fu recata per mezzo
di Elasà figlio di Safàn e di Ghemarìa figlio di Chelkia, che Sedecìa re di
Giuda aveva inviati a Nabucodònosor re di Babilonia, in Babilonia.
Essa diceva:
[4]«Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele, a tutti gli
esuli che ho fatto deportare da Gerusalemme a Babilonia: [5]Costruite
case e abitatele, piantate orti e mangiatene i frutti; [6]prendete moglie
e mettete al mondo figli e figlie, scegliete mogli per i figli e maritate le
figlie; costoro abbiano figlie e figli. Moltiplicatevi lì e non diminuite.
[7]Cercate il benessere del paese in cui vi ho fatto deportare. Pregate
il Signore per esso, perché dal suo benessere dipende il vostro benessere.
[8]Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Non vi
traggano in errore i profeti che sono in mezzo a voi e i vostri indovini; non
date retta ai sogni, che essi sognano. [9]Poiché con inganno parlano come
profeti a voi in mio nome; io non li ho inviati. Oracolo del Signore.
[10]Pertanto dice il Signore: Solamente quando saranno compiuti, riguardo
a Babilonia, settanta anni, vi visiterò e realizzerò per voi la mia buona
promessa di ricondurvi in questo luogo. [11]Io, infatti, conosco i
progetti che ho fatto a vostro riguardo - dice il Signore - progetti di pace e
non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza. [12]Voi mi
invocherete e ricorrerete a me e io vi esaudirò; [13]mi cercherete e mi
troverete, perché mi cercherete con tutto il cuore; [14]mi lascerò
trovare da voi - dice il Signore - cambierò in meglio la vostra sorte e vi
radunerò da tutte le nazioni e da tutti i luoghi dove vi ho disperso - dice il
Signore - vi ricondurrò nel luogo da dove vi ho fatto condurre in esilio.
[15]Certo voi dite: Il Signore ci ha suscitato profeti in Babilonia.
[16]Ebbene, queste le parole del Signore al re che siede sul trono di
Davide e a tutto il popolo che abita in questa città, ai vostri fratelli che non
sono partiti con voi nella deportazione; [17]dice il Signore degli
eserciti: Ecco, io manderò contro di essi la spada, la fame e la peste e li
renderò come i fichi guasti, che non si possono mangiare tanto sono cattivi.
[18]Li perseguiterò con la spada, la fame e la peste; li farò oggetto di
orrore per tutti i regni della terra, oggetto di maledizione, di stupore, di
scherno e di obbrobrio in tutte le nazioni nelle quali li ho dispersi,
[19]perché non hanno ascoltato le mie parole - dice il Signore - quando
mandavo loro i miei servi, i profeti, con continua premura, eppure essi non
hanno ascoltato. Oracolo del Signore. [20]Voi però ascoltate la parola
del Signore, voi deportati tutti, che io ho mandato da Gerusalemme a Babilonia.
[21]Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele, riguardo ad
Acab figlio di Kolaià, e a Sedecìa figlio di Maasià, che vi predicono menzogne
in mio nome: Ecco, li darò in mano a Nabucodònosor re di Babilonia, il quale li
ucciderà sotto i vostri occhi. [22]Da essi si trarrà una formula di
maledizione in uso presso tutti i deportati di Giuda in Babilonia e si dirà: Il
Signore ti tratti come Sedecìa e Acab, che il re di Babilonia fece arrostire sul
fuoco! [23]Poiché essi hanno operato cose nefande in Gerusalemme, hanno
commesso adulterio con le mogli del prossimo, hanno proferito in mio nome parole
senza che io avessi dato loro alcun ordine. Io stesso lo so bene e ne sono
testimone. Oracolo del Signore».
Profezia contro Semaia[24]A Semaià il Nechelamita tu riferirai
queste parole: [25]«Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele:
Perché hai mandato in tuo nome lettere a tutto il popolo di Gerusalemme e a
Sofonia figlio di Maasià, il sacerdote, e a tutti i sacerdoti, dicendo:
[26]Il Signore ti ha costituito sacerdote al posto del sacerdote Ioiadà,
perché fossi sovrintendente nel tempio del Signore, per reprimere qualunque
forsennato che vuol fare il profeta, ponendolo in ceppi e in catene.
[27]Orbene, perché non reprimi Geremia da Anatòt, che fa profezie fra di
voi? [28]Infatti egli ci ha mandato a dire in Babilonia: Sarà lunga la
cosa! Edificate case e abitatele, piantate orti e mangiatene i frutti!».
[29]Il sacerdote Sofonia lesse questa lettera in presenza del profeta
Geremia.
[30]Allora la parola del Signore fu rivolta a Geremia:
[31]«Invia questo messaggio a tutti i deportati: Così dice il Signore
riguardo a Semaià il Nechelamita: Poiché Semaià ha parlato a voi come profeta
mentre io non l'avevo mandato e vi ha fatto confidare nella menzogna,
[32]per questo dice il Signore: Ecco punirò Semaià il Nechelamita e la
sua discendenza; nessuno dei suoi dimorerà in mezzo a questo popolo, né vedrà il
bene che farò al mio popolo - dice il Signore - perché ha predicato la
ribellione contro il Signore».
Geremia - Capitolo 30
3. IL LIBRO DELLA CONSOLAZIONE
Restaurazione promessa a Israele[1]Parola che fu rivolta a
Geremia da parte del Signore: [2]Dice il Signore, Dio di Israele:
«Scriviti in un libro tutte le cose che ti dirò, [3]perché, ecco,
verranno giorni - dice il Signore - nei quali cambierò la sorte del mio popolo,
di Israele e di Giuda - dice il Signore -; li ricondurrò nel paese che ho
concesso ai loro padri e ne prenderanno possesso». [4]Queste sono le
parole che il Signore pronunziò per Israele e per Giuda:
[5]Così dice il Signore: «Si ode un grido di spavento,
terrore, non pace. [6]Informatevi e osservate se un maschio può
partorire. Perché mai vedo tutti gli uomini con le mani sui fianchi come
una partoriente? Perché ogni faccia è stravolta, impallidita? Ohimè!
[7]Perché grande è quel giorno, non ce n'è uno simile! Esso
sarà un tempo di angoscia per Giacobbe, tuttavia egli ne uscirà salvato.
[8]In quel giorno - parola del Signore degli eserciti - romperò il
giogo togliendolo dal suo collo, spezzerò le sue catene; non saranno più schiavi
di stranieri. [9]Essi serviranno il Signore loro Dio e Davide loro re,
che io susciterò loro.
[10]Tu, poi, non temere, Giacobbe, mio servo. Oracolo del Signore.
Non abbatterti, Israele, poichè io libererò te dal paese lontano, la
tua discendenza dal paese del suo esilio. Giacobbe ritornerà e godrà la
pace, vivrà tranquillo e nessuno lo molesterà. [11]Poichè io sono
con te per salvarti, oracolo del Signore. Sterminerò tutte le nazioni,
in mezzo alle quali ti ho disperso; ma con te non voglio operare una
strage; cioè ti castigherò secondo giustizia, non ti lascerò del tutto
impunito». [12]Così dice il Signore: «La tua ferita è incurabile.
la tua piaga è molto grave. [13]Per la tua piaga non ci sono
rimedi, non si forma nessuna cicatrice. [14]Tutti i tuoi amanti
ti hanno dimenticato, non ti cercano più; poichè ti ho colpito come
colpisce un nemico, con un castigo severo, per le tue grandi iniquità,
per i molti tuoi peccati. [15]Perchè gridi per la tua ferita?
Incurabile è la tua piaga. A causa della tua grande iniquità, dei molti
tuoi peccati, io ti ho fatto questi mali. [16]Però quanti ti
divorano saranno divorati, i tuoi oppressori andranno tutti in schiavitù;
i tuoi saccheggiatori saranno abbandonati al saccheggio e saranno
oggetto di preda quanti ti avranno depredato. [17]Farò infatti
cicatrizzare la tua ferita e ti guarirò dalle tue piaghe. Parola del
Signore. Poichè ti chiamano la ripudiata, o Sion, quella di cui nessuno
si cura», [18]così dice il Signore: «Ecco restaurerò la sorte
delle tende di Giacobbe e avrò compassione delle sue dimore. La città
sarà ricostruita sulle rovine e il palazzo sorgerà di nuovo al suo posto.
[19]Ne usciranno inni di lode, voci di gente festante. Li
moltiplicherò e non diminuiranno, li onorerò e non saranno disprezzati,
[20]i loro figli saranno come una volta, la loro assemblea sarà
stabile dinanzi a me; mentre punirò tutti i loro avversari.
[21]Il loro capo sarà uno di essi e da essi uscirà il loro
comandante; io lo farò avvicinare ed egli si accosterà a me. Poichè chi
è colui che arrischia la vita per avvicinarsi a me? Oracolo del Signore.
[22]Voi sarete il mio popolo e io il vostro Dio.
[23]Ecco la tempesta del Signore, il suo furore si scatena, una
tempesta travolgente; si abbatte sul capo dei malvagi. [24]Non
cesserà l'ira ardente del Signore, finché non abbia compiuto e attuato i
progetti del suo cuore. Alla fine dei giorni lo comprenderete!
Geremia - Capitolo 31
[1]In quel tempo - oracolo del Signore - io sarò Dio per tutte le
tribù di Israele ed esse saranno il mio popolo». [2]Così dice il
Signore: «Ha trovato grazia nel deserto un popolo di scampati alla
spada; Israele si avvia a una quieta dimora». [3]Da lontano gli è
apparso il Signore: «Ti ho amato di amore eterno, per questo ti conservo
ancora pietà. [4]Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata,
vergine di Israele. Di nuovo ti ornerai dei tuoi tamburi e uscirai
fra la danza dei festanti. [5]Di nuovo pianterai vigne sulle colline
di Samaria; i piantatori, dopo aver piantato, raccoglieranno.
[6]Verrà il giorno in cui grideranno le vedette sulle montagne di
Efraim: Su, saliamo a Sion, andiamo dal Signore nostro Dio».
[7]Poichè dice il Signore: «Innalzate canti di gioia per
Giacobbe, esultate per la prima delle nazioni, fate udire la vostra lode
e dite: Il Signore ha salvato il suo popolo, un resto di Israele».
[8]Ecco li riconduco dal paese del settentrione e li raduno
all'estremità della terra; fra di essi sono il cieco e lo zoppo, la
donna incinta e la partoriente; ritorneranno qui in gran folla.
[9]Essi erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le
consolazioni; li condurrò a fiumi d'acqua per una strada dritta in cui
non inciamperanno; perchè io sono un padre per Israele, Efraim è il mio
primogenito. [10]Ascoltate la parola del Signore, popoli,
annunziatela alle isole lontane e dite: «Chi ha disperso Israele lo
raduna e lo custodisce come fa un pastore con il gregge»,
[11]perchè il Signore ha redento Giacobbe, lo ha riscattato dalle
mani del più forte di lui. [12]Verranno e canteranno inni sull'altura
di Sion, affluiranno verso i beni del Signore, verso il grano, il mosto
e l'olio, verso i nati dei greggi e degli armenti. Essi saranno come un
giardino irrigato, non languiranno più. [13]Allora si allieterà
la vergine della danza; i giovani e i vecchi gioiranno. Io cambierò il
loro lutto in gioia, li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni.
[14]Sazierò di delizie l'anima dei sacerdoti e il mio popolo
abbonderà dei miei beni. Parola del Signore. [15]Così dice il
Signore: «Una voce si ode da Rama, lamento e pianto amaro: Rachele
piange i suoi figli, rifiuta d'essere consolata perché non sono più».
[16]Dice il Signore: «Trattieni la voce dal pianto, i tuoi
occhi dal versare lacrime, perché c'è un compenso per le tue pene; essi
torneranno dal paese nemico. [17]C'è una speranza per la tua
discendenza: i tuoi figli ritorneranno entro i loro confini.
[18]Ho udito Efraim rammaricarsi: Tu mi hai castigato e io ho
subito il castigo come un giovenco non domato. Fammi ritornare e io
ritornerò, perché tu sei il Signore mio Dio. [19]Dopo il mio
smarrimento, mi sono pentito; dopo essermi ravveduto, mi sono battuto
l'anca. Mi sono vergognato e ne provo confusione, perché porto l'infamia
della mia giovinezza. [20]Non è forse Efraim un figlio caro per me,
un mio fanciullo prediletto? Infatti dopo averlo minacciato, me ne
ricordo sempre più vivamente. Per questo le mie viscere si commuovono per
lui, provo per lui profonda tenerezza». Oracolo del Signore.
[21]Pianta dei cippi, metti pali indicatori, stà bene attenta
alla strada, alla via che hai percorso. Ritorna, vergine di Israele,
ritorna alle tue città. [22]Fino a quando andrai vagando, figlia
ribelle? Poiché il Signore crea una cosa nuova sulla terra: la donna
cingerà l'uomo!
Ristabilimento promesso a Giuda[23]Così dice il Signore degli
eserciti, Dio di Israele: «Si dirà ancora questa parola nel paese di Giuda e
nelle sue città, quando avrò cambiato la loro sorte: Il Signore ti benedica, o
dimora di giustizia, monte santo. [24]Vi abiteranno insieme Giuda e tutte
le sue città, agricoltori e allevatori di greggi. [25]Poiché ristorerò
copiosamente l'anima stanca e sazierò ogni anima che languisce».
[26]A questo punto mi sono destato e ho guardato; il mio sonno mi
parve soave.
Israele e Giuda[27]«Ecco verranno giorni - dice il Signore - nei
quali renderò feconda la casa di Israele e la casa di Giuda per semenza di
uomini e di bestiame. [28]Allora, come ho vegliato su di essi per
sradicare e per demolire, per abbattere e per distruggere e per affliggere con
mali, così veglierò su di essi per edificare e per piantare». Parola del
Signore.
La retribuzione personale[29]«In quei giorni non si dirà più:
I padri han mangiato uva acerba e i denti dei figli si sono allegati!
[30]Ma ognuno morirà per la sua propria iniquità; a ogni persona che
mangi l'uva acerba si allegheranno i denti».
La nuova alleanza[31]«Ecco verranno giorni - dice il Signore -
nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io concluderò una
alleanza nuova. [32]Non come l'alleanza che ho conclusa con i loro padri,
quando li presi per mano per farli uscire dal paese d'Egitto, una alleanza che
essi hanno violato, benché io fossi loro Signore. Parola del Signore.
[33]Questa sarà l'alleanza che io concluderò con la casa di Israele dopo
quei giorni, dice il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul
loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo. [34]Non
dovranno più istruirsi gli uni gli altri, dicendo: Riconoscete il Signore,
perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice il Signore;
poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato».
Permanenza di Israele[35]Così dice il Signore che ha fissato
il sole come luce del giorno, la luna e le stelle come luce della notte,
che solleva il mare e ne fa mugghiare le onde e il cui nome è Signore
degli eserciti: [36]«Quando verranno meno queste leggi dinanzi a
me - dice il Signore - allora anche la progenie di Israele cesserà di
essere un popolo davanti a me per sempre». [37]Così dice il Signore:
«Se si possono misurare i cieli in alto ed esplorare in basso le
fondamenta della terra, anch'io rigetterò tutta la progenie di Israele
per ciò che ha commesso». Oracolo del Signore.
Ricostruzione e grandezza di Gerusalemme[38]«Ecco verranno
giorni - dice il Signore - nei quali la città sarà riedificata per il Signore
dalla torre di Cananeèl fino alla porta dell'Angolo. [39]La corda per
misurare si stenderà in linea retta fino alla collina di Gàreb, volgendo poi
verso Goà. [40]Tutta la valle dei cadaveri e delle ceneri e tutti i campi
fino al torrente Cedron, fino all'angolo della porta dei Cavalli a oriente,
saranno consacrati al Signore; non sarà più sconvolta né distrutta mai più».
Geremia - Capitolo 32
4. AGGIUNTE AL LIBRO DELLA CONSOLAZIONE
L'acquisto di un campo, pegno di avvenire felice[1]Parola che fu
rivolta a Geremia dal Signore nell'anno decimo di Sedecìa re di Giuda, cioè
nell'anno decimo ottavo di Nabucodònosor. [2]L'esercito del re di
Babilonia assediava allora Gerusalemme e il profeta Geremia era rinchiuso
nell'atrio della prigione, nella reggia del re di Giuda, [3]e ve lo aveva
rinchiuso Sedecìa re di Giuda, dicendo: «Perché profetizzi con questa minaccia:
Dice il Signore: Ecco metterò questa città in potere del re di Babilonia ed egli
la occuperà; [4]Sedecìa re di Giuda non scamperà dalle mani dei Caldei,
ma sarà dato in mano del re di Babilonia e parlerà con lui faccia a faccia e si
guarderanno negli occhi; [5]egli condurrà Sedecìa in Babilonia dove egli
resterà finché io non lo visiterò - oracolo del Signore -; se combatterete
contro i Caldei, non riuscirete a nulla»?
[6]Geremia disse: Mi fu rivolta questa parola del Signore:
[7]«Ecco Canamèl, figlio di Sallùm tuo zio, viene da te per dirti:
Co\'mprati il mio campo, che si trova in Anatòt, perché a te spetta il diritto
di riscatto per acquistarlo». [8]Venne dunque da me Canamèl, figlio di
mio zio, secondo la parola del Signore, nell'atrio della prigione e mi disse:
«Compra il mio campo che si trova in Anatòt, perché a te spetta il diritto di
acquisto e a te tocca il riscatto. Co\'mpratelo!».
Allora riconobbi che questa era la volontà del Signore [9]e comprai il
campo da Canamèl, figlio di mio zio, e gli pagai il prezzo: diciassette sicli
d'argento. [10]Stesi il documento del contratto, lo sigillai, chiamai i
testimoni e pesai l'argento sulla stadera. [11]Quindi presi il documento
di compra, quello sigillato e quello aperto, secondo le prescrizioni della
legge. [12]Diedi il contratto di compra a Baruc figlio di Neria, figlio
di Macsia, sotto gli occhi di Canamèl figlio di mio zio e sotto gli occhi dei
testimoni che avevano sottoscritto il contratto di compra e sotto gli occhi di
tutti i Giudei che si trovavano nell'atrio della prigione. [13]Diedi poi
a Baruc quest'ordine: [14]«Dice il Signore degli eserciti, Dio di
Israele: Prendi i contratti di compra, quello sigillato e quello aperto, e
mettili in un vaso di terra, perché si conservino a lungo. [15]Poiché
dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Ancora si compreranno case,
campi e vigne in questo paese».
[16]Pregai il Signore, dopo aver consegnato il contratto di compra a
Baruc figlio di Neria: [17]«Ah, Signore Dio, tu hai fatto il cielo e la
terra con grande potenza e con braccio forte; nulla ti è impossibile.
[18]Tu usi misericordia con mille e fai subire la pena dell'iniquità dei
padri ai loro figli dopo di essi, Dio grande e forte, che ti chiami Signore
degli eserciti. [19]Tu sei grande nei pensieri e potente nelle opere, tu,
i cui occhi sono aperti su tutte le vie degli uomini, per dare a ciascuno
secondo la sua condotta e il merito delle sue azioni. [20]Tu hai operato
segni e miracoli nel paese di Egitto e fino ad oggi in Israele e fra tutti gli
uomini e ti sei fatto un nome come appare oggi. [21]Tu hai fatto uscire
dall'Egitto il tuo popolo Israele con segni e con miracoli, con mano forte e con
braccio possente e incutendo grande spavento. [22]Hai dato loro questo
paese, che avevi giurato ai loro padri di dare loro, terra in cui scorre latte e
miele.
[23]Essi vennero e ne presero possesso, ma non ascoltarono la tua
voce, non camminarono secondo la tua legge, non fecero quanto avevi comandato
loro di fare; perciò tu hai mandato su di loro tutte queste sciagure.
[24]Ecco, le opere di assedio hanno raggiunto la città per occuparla;
la città sarà data in mano ai Caldei che l'assediano con la spada, la fame e la
peste. Ciò che tu avevi detto avviene; ecco, tu lo vedi. [25]E tu,
Signore Dio, mi dici: Comprati il campo con denaro e chiama i testimoni, mentre
la città sarà messa in mano ai Caldei».
[26]Allora mi fu rivolta questa parola del Signore: [27]«Ecco,
io sono il Signore Dio di ogni essere vivente; qualcosa è forse impossibile per
me? [28]Pertanto dice il Signore: Ecco io darò questa città in mano ai
Caldei e a Nabucodònosor re di Babilonia, il quale la prenderà. [29]Vi
entreranno i Caldei che combattono contro questa città, bruceranno questa città
con il fuoco e daranno alle fiamme le case sulle cui terrazze si offriva incenso
a Baal e si facevano libazioni agli altri dei per provocarmi. [30]Gli
Israeliti e i figli di Giuda non hanno fatto che quanto è male ai miei occhi fin
dalla loro giovinezza; gli Israeliti hanno soltanto saputo offendermi con il
lavoro delle loro mani. Oracolo del Signore.
[31]Poiché causa della mia ira e del mio sdegno è stata questa città
da quando la edificarono fino ad oggi; così io la farò scomparire dalla mia
presenza, [32]a causa di tutto il male che gli Israeliti e i figli di
Giuda commisero per provocarmi, essi, i loro re, i loro capi, i loro sacerdoti e
i loro profeti, gli uomini di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme.
[33]Essi mi voltarono la schiena invece della faccia; io li istruivo
con continua premura, ma essi non ascoltarono e non impararono la correzione.
[34]Essi collocarono i loro idoli abominevoli perfino nel tempio che
porta il mio nome per contaminarlo [35]e costruirono le alture di Baal
nella valle di Ben-Hinnòn per far passare per il fuoco i loro figli e le loro
figlie in onore di Moloch - cosa che io non avevo comandato, anzi neppure avevo
pensato di istituire un abominio simile -, per indurre a peccare Giuda».
[36]Ora così dice il Signore Dio di Israele, riguardo a questa città
che voi dite sarà data in mano al re di Babilonia per mezzo della spada, della
fame e della peste: [37]«Ecco, li radunerò da tutti i paesi nei quali li
ho dispersi nella mia ira, nel mio furore e nel mio grande sdegno; li farò
tornare in questo luogo e li farò abitare tranquilli. [38]Essi saranno il
mio popolo e io sarò il loro Dio. [39]Darò loro un solo cuore e un solo
modo di comportarsi perché mi temano tutti i giorni per il loro bene e per
quello dei loro figli dopo di essi. [40]Concluderò con essi un'alleanza
eterna e non mi allontanerò più da loro per beneficarli; metterò nei loro cuori
il mio timore, perché non si distacchino da me. [41]Godrò nel
beneficarli, li fisserò stabilmente in questo paese, con tutto il cuore e con
tutta l'anima». [42]Poiché così dice il Signore: «Come ho mandato su
questo popolo tutto questo grande male, così io manderò su di loro tutto il bene
che ho loro promesso. [43]E compreranno campi in questo paese, di cui voi
dite: E' una desolazione, senza uomini e senza bestiame, lasciato in mano ai
Caldei. [44]Essi si compreranno campi con denaro, stenderanno contratti e
li sigilleranno e si chiameranno testimoni nella terra di Beniamino e nei
dintorni di Gerusalemme, nelle città di Giuda e nelle città della montagna e
nelle città della Sefèla e nelle città del mezzogiorno, perché cambierò la loro
sorte». Oracolo del Signore.
Geremia - Capitolo 33
Altra promessa di restaurazione[1]La parola del Signore fu
rivolta una seconda volta a Geremia, mentre egli era ancora chiuso nell'atrio
della prigione: [2]«Così dice il Signore, che ha fatto la terra e l'ha
formata per renderla stabile e il cui nome è Signore: [3]Invocami e io ti
risponderò e ti annunzierò cose grandi e impenetrabili, che tu non conosci.
[4]Poiché dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele, riguardo alle
case di questa città e alle case dei re di Giuda, che saranno diroccate di
fronte alle opere di assedio e alle armi [5]dei Caldei venuti a far
guerra e a riempirle dei cadaveri degli uomini che io ho colpito nella mia ira e
nel mio furore, poiché ho nascosto il volto distornandolo da questa città a
causa di tutta la loro malvagità: [6]Ecco io farò rimarginare la loro
piaga, li curerò e li risanerò; procurerò loro abbondanza di pace e di
sicurezza. [7]Cambierò la sorte di Giuda e la sorte di Israele e li
ristabilirò come al principio. [8]Li purificherò da tutta l'iniquità con
cui hanno peccato contro di me e perdonerò tutte le iniquità che han commesso
verso di me e per cui si sono ribellati contro di me. [9]Ciò sarà per me
titolo di gioia, di lode e di gloria tra tutti i popoli della terra, quando
sapranno tutto il bene che io faccio loro e temeranno e tremeranno per tutto il
bene e per tutta la pace che concederò loro. [10]Dice il Signore: In
questo luogo, di cui voi dite: Esso è desolato, senza uomini e senza bestiame;
nelle città di Giuda e nelle strade di Gerusalemme, che sono desolate, senza
uomini, senza abitanti e senza bestiame, si udranno ancora [11]grida di
gioia e grida di allegria, la voce dello sposo e quella della sposa e il canto
di coloro che dicono: Lodate il Signore degli eserciti, perché è buono,
perché la sua grazia dura sempre, portando sacrifici di ringraziamento nel
tempio del Signore, perché ristabilirò la sorte di questo paese come era prima,
dice il Signore.
[12]Così dice il Signore degli eserciti: In questo luogo desolato,
senza uomini e senza bestiame, e in tutte le sue città ci saranno ancora luoghi
di pastori che vi faranno riposare i greggi. [13]Nelle città dei monti,
nelle città della Sefèla, nelle città del mezzogiorno, nella terra di Beniamino,
nei dintorni di Gerusalemme e nelle città di Giuda passeranno ancora le pecore
sotto la mano di chi le conta, dice il Signore.
Le istituzioni dell'avvenire[14]Ecco verranno giorni - oracolo
del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa
di Israele e alla casa di Giuda. [15]In quei giorni e in quel tempo farò
germogliare per Davide un germoglio di giustizia; egli eserciterà il giudizio e
la giustizia sulla terra. [16]In quei giorni Giuda sarà salvato e
Gerusalemme vivrà tranquilla. Così sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia.
[17]Così dice il Signore: Davide non sarà mai privo di un discendente
che sieda sul trono della casa di Israele; [18]ai sacerdoti leviti non
mancherà mai chi stia davanti a me per offrire olocausti, per bruciare l'incenso
in offerta e compiere sacrifici tutti i giorni».
[19]Questa parola del Signore fu poi rivolta a Geremia:
[20]«Dice il Signore: Se voi potete spezzare la mia alleanza con il
giorno e la mia alleanza con la notte, in modo che non vi siano più giorno e
notte al tempo loro, [21]così sarà rotta anche la mia alleanza con Davide
mio servo, in modo che non abbia un figlio che regni sul suo trono, e quella con
i leviti sacerdoti che mi servono. [22]Come non si può contare la milizia
del cielo né numerare la sabbia del mare, così io moltiplicherò la discendenza
di Davide, mio servo, e i leviti che mi servono».
[23]La parola del Signore fu ancora rivolta a Geremia: [24]«Non
hai osservato ciò che questo popolo va dicendo: Il Signore ha rigettato le due
famiglie che si era scelte! e così disprezzano il mio popolo quasi che non sia
più una nazione ai loro occhi?». [25]Dice il Signore: «Se non sussiste
più la mia alleanza con il giorno e con la notte, se io non ho stabilito le
leggi del cielo e della terra, [26]in tal caso potrò rigettare la
discendenza di Giacobbe e di Davide mio servo, così da non prendere più dai loro
posteri coloro che governeranno sulla discendenza di Abramo, di Isacco e di
Giacobbe. Poiché io cambierò la loro sorte e avrò pietà di loro».
Geremia - Capitolo 34
5. COSE DIVERSE
La sorte finale di Sedecia[1]Parola che fu rivolta a Geremia dal
Signore, quando Nabucodònosor re di Babilonia con tutto il suo esercito e tutti
i regni della terra sotto il suo dominio e tutti i popoli combattevano contro
Gerusalemme e tutte le città dipendenti: [2]Così dice il Signore, Dio di
Israele: «Và a parlare a Sedecìa re di Giuda e digli: Così parla il Signore:
Ecco io do questa città in mano al re di Babilonia, che la darà alle fiamme.
[3]Tu non scamperai dalla sua mano, ma sarai preso e consegnato in suo
potere. I tuoi occhi fisseranno gli occhi del re di Babilonia, gli parlerai
faccia a faccia e poi andrai a Babilonia. [4]Tuttavia, ascolta la parola
del Signore, o Sedecìa re di Giuda! Così dice il Signore a tuo riguardo: Non
morirai di spada! [5]Morirai in pace e come si bruciarono aròmi per i
funerali dei tuoi padri, gli antichi re di Giuda che furono prima di te, così si
bruceranno per te e per te si farà il lamento dicendo: Ahimè, Signore! Questo ho
detto». Oracolo del Signore.
[6]Il profeta Geremia riferì a Sedecìa re di Giuda tutte queste parole
in Gerusalemme. [7]Frattanto l'esercito del re di Babilonia muoveva
guerra a Gerusalemme e a tutte le città di Giuda che ancora rimanevano, Lachis e
Azekà, poiché solo queste fortezze erano rimaste fra le città di Giuda.
Il problema della liberazione degli schiavi[8]Questa parola fu
rivolta a Geremia dal Signore, dopo che il re Sedecìa ebbe concluso un'alleanza
con tutto il popolo che si trovava a Gerusalemme, di proclamare la libertà degli
schiavi, [9]rimandando liberi ognuno il suo schiavo ebreo e la sua
schiava ebrea, così che nessuno costringesse più alla schiavitù un Giudeo suo
fratello.
[10]Tutti i capi e tutto il popolo, che avevano aderito all'alleanza,
acconsentirono a rimandare liberi ognuno il proprio schiavo e ognuno la propria
schiava, così da non costringerli più alla schiavitù: acconsentirono dunque e li
rimandarono effettivamente; [11]ma dopo si pentirono e ripresero gli
schiavi e le schiave che avevano rimandati liberi e li ridussero di nuovo
schiavi e schiave.
[12]Allora questa parola del Signore fu rivolta a Geremia:
[13]«Così dice il Signore, Dio di Israele: Io ho concluso un'alleanza con
i vostri padri, quando li ho fatti uscire dal paese d'Egitto, da una condizione
servile, dicendo: [14]Al compiersi di sette anni rimanderà ognuno il suo
fratello ebreo che si sarà venduto a te; egli ti servirà sei anni, quindi lo
rimanderai libero disimpegnato da te; ma i vostri padri non mi ascoltarono e non
prestarono orecchio. [15]Ora voi oggi vi eravate ravveduti e avevate
fatto ciò che è retto ai miei occhi, proclamando ciascuno la libertà del suo
fratello; voi avevate concluso un patto davanti a me, nel tempio in cui è
invocato il mio nome. [16]Ma poi, avete mutato di nuovo parere e
profanando il mio nome avete ripreso ognuno gli schiavi e le schiave, che
avevate rimandati liberi secondo il loro desiderio, e li avete costretti a
essere ancora vostri schiavi e vostre schiave. [17]Perciò dice il
Signore: Voi non avete dato ascolto al mio ordine che ognuno proclamasse la
libertà del proprio fratello e del proprio prossimo: ora, ecco, io affiderò la
vostra liberazione - parola del Signore - alla spada, alla peste e alla fame e
vi farò oggetto di terrore per tutti i regni della terra. [18]Gli uomini
che hanno trasgredito la mia alleanza, perché non hanno eseguito i termini
dell'alleanza che avevano conclusa in mia presenza, io li renderò come il
vitello che spaccarono in due passando fra le sue metà. [19]I capi di
Giuda, i capi di Gerusalemme, gli eunuchi, i sacerdoti e tutto il popolo del
paese, che passarono attraverso le due metà del vitello, [20]li darò in
mano ai loro nemici e a coloro che attentano alla loro vita; i loro cadaveri
saranno pasto agli uccelli dell'aria e alle bestie selvatiche. [21]Darò
Sedecìa re di Giuda e i suoi capi in mano ai loro nemici, in mano a coloro che
attentano alla loro vita e in mano all'esercito del re di Babilonia, che ora si
è allontanato da voi. [22]Ecco, io darò un ordine - dice il Signore - e
li farò tornare verso questa città, la assedieranno, la prenderanno e la daranno
alle fiamme e le città di Giuda le renderò desolate, senza abitanti».
Geremia - Capitolo 35
L'esempio dei Recabiti[1]Questa parola fu rivolta a Geremia dal
Signore nei giorni di Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda: [2]«Và dai
Recabiti e parla loro, conducili in una delle stanze nel tempio del Signore e
offri loro vino da bere». [3]Io allora presi Iazanià figlio di Geremia,
figlio di Cabassinià, i suoi fratelli e tutti i suoi figli, cioè tutta la
famiglia dei Recabiti. [4]Li condussi nel tempio del Signore, nella
stanza dei figli di Canàn figlio di Iegdalià, uomo di Dio, la quale si trova
vicino alla stanza dei capi, sopra la stanza di Maasià figlio di Sallùm, custode
di servizio alla soglia. [5]Posi davanti ai membri della famiglia dei
Recabiti boccali pieni di vino e delle coppe e dissi loro: «Bevete il vino!».
[6]Essi risposero: «Noi non beviamo vino, perché Ionadàb figlio di Recàb,
nostro antenato, ci diede quest'ordine: Non berrete vino, né voi né i vostri
figli, mai; [7]non costruirete case, non seminerete sementi, non
pianterete vigne e non ne possederete alcuna, ma abiterete nelle tende tutti i
vostri giorni, perché possiate vivere a lungo sulla terra, dove vivete come
forestieri. [8]Noi abbiamo obbedito agli ordini di Ionadàb figlio di
Recàb, nostro antenato, riguardo a quanto ci ha comandato, così che noi, le
nostre mogli, i nostri figli e le nostre figlie, non beviamo vino per tutta la
nostra vita; [9]non costruiamo case da abitare né possediamo vigne o
campi o sementi. [10]Noi abitiamo nelle tende, obbediamo e facciamo
quanto ci ha comandato Ionadàb nostro antenato. [11]Quando Nabucodònosor
re di Babilonia è venuto contro il paese, ci siamo detti: Venite, entriamo in
Gerusalemme per sfuggire all'esercito dei Caldei e all'esercito degli Aramei.
Così siam venuti ad abitare in Gerusalemme».
[12]Allora questa parola del Signore fu rivolta a Geremia:
[13]«Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Và e riferisci
agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme: Non accetterete la lezione,
ascoltando le mie parole? Oracolo del Signore. [14]Sono state messe in
pratica le parole di Ionadàb figlio di Recàb, il quale aveva comandato ai suoi
figli di non bere vino. Essi infatti non lo hanno bevuto fino a oggi, perché
hanno obbedito al comando del loro padre. Io vi ho parlato con continua premura,
ma voi non mi avete ascoltato! [15]Vi ho inviato tutti i miei servi, i
profeti, con viva sollecitudine per dirvi: Abbandonate ciascuno la vostra
condotta perversa, emendate le vostre azioni e non seguite altri dei per
servirli, per poter abitare nel paese che ho concesso a voi e ai vostri padri,
ma voi non avete prestato orecchio e non mi avete dato retta. [16]Così i
figli di Ionadàb figlio di Recàb hanno eseguito il comando che il loro padre
aveva dato loro; questo popolo, invece, non mi ha ascoltato. [17]Perciò
dice il Signore, Dio degli eserciti e Dio di Israele: Ecco, io manderò su Giuda
e su tutti gli abitanti di Gerusalemme tutto il male che ho annunziato contro di
essi, perché ho parlato loro e non mi hanno ascoltato, li ho chiamati e non
hanno risposto».
[18]Geremia riferì alla famiglia dei Recabiti: «Dice il Signore degli
eserciti, Dio di Israele: Poiché avete ascoltato il comando di Ionadàb vostro
padre e avete osservato tutti i suoi decreti e avete fatto quanto vi aveva
ordinato, [19]per questo dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele:
a Ionadàb figlio di Recàb non verrà mai a mancare qualcuno che stia sempre alla
mia presenza».
Geremia - Capitolo 36
IV. LE SOFFERENZE DI GEREMIA
Il rotolo del 605-604[1]Nel quarto anno di Ioiakìm figlio di
Giosia, re di Giuda, questa parola fu rivolta a Geremia da parte del Signore:
[2]«Prendi un rotolo da scrivere e scrivici tutte le cose che ti ho detto
riguardo a Gerusalemme, a Giuda e a tutte le nazioni, da quando cominciai a
parlarti dal tempo di Giosia fino ad oggi. [3]Forse quelli della casa di
Giuda, sentendo tutto il male che mi propongo di fare loro, abbandoneranno
ciascuno la sua condotta perversa e allora perdonerò le loro iniquità e i loro
peccati».
[4]Geremia chiamò Baruc figlio di Neria e Baruc scrisse, sotto la
dettatura di Geremia, tutte le cose che il Signore gli aveva detto su un rotolo
per scrivere. [5]Quindi Geremia ordinò a Baruc: «Io ne sono impedito e
non posso andare nel tempio del Signore. [6]Andrai dunque tu a leggere,
nel rotolo che hai scritto sotto la mia dettatura, le parole del Signore,
facendole udire al popolo nel tempio del Signore in un giorno di digiuno; le
leggerai anche ad alta voce a tutti quelli di Giuda che vengono dalle loro
città. [7]Forse si umilieranno con suppliche dinanzi al Signore e
abbandoneranno ciascuno la sua condotta perversa, perché grande è l'ira e il
furore che il Signore ha espresso verso questo popolo».
[8]Baruc figlio di Neria fece quanto gli aveva comandato il profeta
Geremia, leggendo sul rotolo le parole del Signore nel tempio.
[9]Nel quinto anno di Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda, nel nono
mese, fu indetto un digiuno davanti al Signore per tutto il popolo di
Gerusalemme e per tutto il popolo che era venuto dalle città di Giuda a
Gerusalemme. [10]Baruc dunque lesse nel libro facendo udire a tutto il
popolo le parole di Geremia, nel tempio del Signore, nella stanza di Ghemarià,
figlio di Safàn lo scriba, nel cortile superiore presso l'ingresso della Porta
Nuova del tempio del Signore. [11]Michea figlio di Ghemarià, figlio di
Safàn, udite tutte le parole del Signore lette dal libro, [12]scese alla
reggia nella stanza dello scriba; ed ecco là si trovavano in seduta tutti i capi
dignitari: Elisamà lo scriba e Delaià figlio di Semaià, Elnatàn figlio di Acbòr,
Ghemarià figlio di Safàn, e Sedecìa figlio di Anania, insieme con tutti i capi.
[13]Michea riferì loro tutte le parole che aveva udite quando Baruc
leggeva nel libro al popolo in ascolto.
[14]Allora tutti i capi inviarono da Baruc Iudi figlio di Natania,
figlio di Selemia, figlio dell'Etiope, per dirgli: «Prendi nelle mani il rotolo
che leggevi ad alta voce al popolo e vieni».
Baruc figlio di Neria prese il rotolo in mano e si recò da loro.
[15]Ed essi gli dissero: «Siedi e leggi davanti a noi». Baruc lesse
davanti a loro.
[16]Allora, quando udirono tutte quelle parole, ebbero paura e si
dissero l'un l'altro: «Dobbiamo senz'altro riferire al re tutte queste parole».
[17]Poi interrogarono Baruc: «Dicci come hai fatto a scrivere tutte
queste parole». [18]Baruc rispose: «Di sua bocca Geremia mi dettava tutte
queste parole e io le scrivevo nel libro con l'inchiostro».
[19]I capi dissero a Baruc: «Và e nasconditi insieme con Geremia;
nessuno sappia dove siete». [20]Essi poi si recarono dal re
nell'appartamento interno, dopo aver riposto il rotolo nella stanza di Elisamà
lo scriba, e riferirono al re tutte queste cose.
[21]Allora il re mandò Iudi a prendere il rotolo. Iudi lo prese dalla
stanza di Elisamà lo scriba e lo lesse davanti al re e a tutti i capi che
stavano presso il re. [22]Il re sedeva nel palazzo d'inverno - si era al
nono mese - con un braciere acceso davanti.
[23]Ora, quando Iudi aveva letto tre o quattro colonne, il re le
lacerava con il temperino da scriba e le gettava nel fuoco sul braciere, finché
non fu distrutto l'intero rotolo nel fuoco che era sul braciere. [24]Il
re e tutti i suoi ministri non tremarono né si strapparono le vesti all'udire
tutte quelle cose. [25]Eppure Elnatàn, Delaià e Ghemarià avevano
supplicato il re di non bruciare il rotolo, ma egli non diede loro ascolto.
[26]Anzi ordinò a Ieracmeèl, un principe regale, a Seraià figlio di
Azrièl e a Selemia figlio di Abdeèl, di arrestare Baruc lo scriba e il profeta
Geremia, ma il Signore li aveva nascosti.
[27]Questa parola del Signore fu rivolta a Geremia dopo che il re ebbe
bruciato il rotolo con le parole che Baruc aveva scritte sotto la dettatura di
Geremia: [28]Prendi di nuovo un rotolo e scrivici tutte le parole di
prima, che erano nel primo rotolo bruciato da Ioiakìm re di Giuda.
[29]Contro Ioiakìm re di Giuda dichiarerai: «Dice il Signore: Hai
bruciato quel rotolo, dicendo: Perché vi hai scritto queste parole: Certo verrà
il re di Babilonia e devasterà questo paese e farà scomparire da esso uomini e
bestie? [30]Per questo dice il Signore contro Ioiakìm re di Giuda: Egli
non avrà un erede sul trono di Davide; il suo cadavere sarà esposto al calore
del giorno e al freddo della notte. [31]Io punirò lui, la sua discendenza
e i suoi ministri per le loro iniquità e manderò su di loro, sugli abitanti di
Gerusalemme e sugli uomini di Giuda, tutto il male che ho minacciato, senza che
mi abbiano dato ascolto».
[32]Geremia prese un altro rotolo e lo consegnò a Baruc figlio di
Neria, lo scriba, il quale vi scrisse, sotto la dettatura di Geremia, tutte le
parole del libro che Ioiakìm re di Giuda aveva bruciato nel fuoco; inoltre vi
furono aggiunte molte parole simili a quelle.
Geremia - Capitolo 37
Giudizio riassuntivo su Sedecia[1]Sedecìa figlio di Giosia
divenne re al posto di Conìa figlio di Ioiakìm; Nabucodònosor re di Babilonia lo
nominò re nel paese di Giuda. [2]Ma né lui né i suoi ministri né il
popolo del paese ascoltarono le parole che il Signore aveva pronunziate per
mezzo del profeta Geremia.
[3]Il re Sedecìa inviò allora Iucàl figlio di Selemia e il sacerdote
Sofonia figlio di Maasià dal profeta Geremia per dirgli: «Prega per noi il
Signore nostro Dio».
[4]Geremia intanto andava e veniva in mezzo al popolo e non era stato
ancora messo in prigione.
[5]Però l'esercito del faraone era uscito dall'Egitto e i Caldei, che
assediavano Gerusalemme, appena ne avevano avuto notizia, si erano allontanati
da Gerusalemme.
[6]Allora la parola del Signore fu rivolta al profeta Geremia:
[7]«Dice il Signore Dio di Israele: Riferite al re di Giuda, che vi ha
mandati da me per consultarmi: Ecco l'esercito del faraone, uscito in vostro
aiuto, ritornerà nel suo paese d'Egitto; [8]i Caldei ritorneranno,
combatteranno contro questa città, la prenderanno e la daranno alle fiamme».
[9]Dice il Signore: «Non illudetevi pensando: Certo i Caldei si
allontaneranno da noi, perché non se ne andranno. [10]Anche se riusciste
a battere tutto l'esercito dei Caldei che combattono contro di voi, e ne
rimanessero solo alcuni feriti, costoro sorgerebbero ciascuno dalla sua tenda e
darebbero alle fiamme questa città».
[11]Quando l'esercito dei Caldei si allontanò da Gerusalemme a causa
dell'esercito del faraone, [12]Geremia uscì da Gerusalemme per andare
nella terra di Beniamino a prendervi una parte di eredità tra i suoi parenti.
[13]Ma, quando fu alla porta di Beniamino, dove era un incaricato del
servizio di guardia chiamato Ieria figlio di Selemia, figlio di Anania, costui
arrestò il profeta Geremia dicendo: «Tu passi ai Caldei!». [14]Geremia
rispose: «E' falso! Io non passo ai Caldei»; ma egli non gli diede retta. E così
Ieria prese Geremia e lo condusse dai capi. [15]I capi erano sdegnati
contro Geremia, lo percossero e lo gettarono in prigione nella casa di Giònata
lo scriba, che avevano trasformato in un carcere. [16]Geremia entrò in
una cisterna sotterranea a volta e rimase là molti giorni.
[17]Il re Sedecìa mandò a prenderlo e lo interrogò in casa sua, di
nascosto: «C'è qualche parola da parte del Signore?». Geremia rispose: «Sì» e
precisò: «Tu sarai dato in mano al re di Babilonia».
[18]Geremia poi disse al re Sedecìa: «Quale colpa ho commesso contro
di te, i tuoi ministri e contro questo popolo, perché mi abbiate messo in
prigione? [19]E dove sono i vostri profeti, che vi predicevano: Il re di
Babilonia non verrà contro di voi e contro questo paese? [20]Ora,
ascolta, re mio signore; la mia supplica ti giunga gradita. Non rimandarmi nella
casa di Giònata lo scriba, perché io non vi muoia».
[21]Il re Sedecìa comandò di custodire Geremia nell'atrio della
prigione e gli fu data ogni giorno una focaccia di pane proveniente dalla via
dei Fornai, finché non fu esaurito tutto il pane in città.
Così Geremia rimase nell'atrio della prigione.
Geremia - Capitolo 38
Geremia nella cisterna. Intervento di Ebed-Melech[1]Sefatià
figlio di Mattàn, Godolia figlio di Pascùr, Iucàl figlio di Selemia e Pascùr
figlio di Malchia udirono queste parole che Geremia rivolgeva a tutto il popolo:
[2]«Dice il Signore: Chi rimane in questa città morirà di spada, di fame
e di peste, mentre chi passerà ai Caldei vivrà: per lui la sua vita sarà come
bottino e vivrà. [3]Dice il Signore: Certo questa città sarà data in mano
all'esercito del re di Babilonia che la prenderà».
[4]I capi allora dissero al re: «Si metta a morte questo uomo, appunto
perché egli scoraggia i guerrieri che sono rimasti in questa città e scoraggia
tutto il popolo dicendo loro simili parole, poiché questo uomo non cerca il
benessere del popolo, ma il male». [5]Il re Sedecìa rispose: «Ecco, egli
è nelle vostre mani; il re infatti non ha poteri contro di voi».
[6]Essi allora presero Geremia e lo gettarono nella cisterna di
Malchia, principe regale, la quale si trovava nell'atrio della prigione.
Calarono Geremia con corde. Nella cisterna non c'era acqua ma fango, e così
Geremia affondò nel fango.
[7]Ebed-Mèlech l'Etiope, un eunuco che era nella reggia, sentì che
Geremia era stato messo nella cisterna. Ora, mentre il re stava alla porta di
Beniamino, [8]Ebed-Mèlech uscì dalla reggia e disse al re: [9]«Re
mio signore, quegli uomini hanno agito male facendo quanto hanno fatto al
profeta Geremia, gettandolo nella cisterna. Egli morirà di fame sul posto,
perché non c'è più pane nella città». [10]Allora il re diede quest'ordine
a Ebed-Mèlech l'Etiope: «Prendi con te da qui tre uomini e fà risalire il
profeta Geremia dalla cisterna prima che muoia».[11]Ebed-Mèlech prese con
sé gli uomini, andò nella reggia, nel guardaroba del tesoro e, presi di là pezzi
di cenci e di stracci, li gettò a Geremia nella cisterna con corde.
[12]Ebed-Mèlech disse a Geremia: «Su, mettiti i pezzi dei cenci e
degli stracci alle ascelle sotto le corde». Geremia fece così. [13]Allora
tirarono su Geremia con le corde, facendolo uscire dalla cisterna, e Geremia
rimase nell'atrio della prigione.
Ultimo incontro di Geremia con Sedecia[14]Il re Sedecìa mandò a
prendere il profeta Geremia e, fattolo venire presso di sé al terzo ingresso del
tempio del Signore, il re gli disse: «Ti domando una cosa, non nascondermi
nulla!». [15]Geremia rispose a Sedecìa: «Se te la dico, non mi farai
forse morire? E se ti do un consiglio, non mi darai ascolto». [16]Allora
il re Sedecìa giurò in segreto a Geremia: «Com'è vero che vive il Signore che ci
ha dato questa vita, non ti farò morire né ti consegnerò in balìa di quegli
uomini che attentano alla tua vita!».
[17]Geremia allora disse a Sedecìa: «Dice il Signore, Dio degli
eserciti, Dio di Israele: Se uscirai incontro ai generali del re di Babilonia,
allora avrai salva la vita e questa città non sarà data in fiamme; tu e la tua
famiglia vivrete; [18]se invece non uscirai incontro ai generali del re
di Babilonia, allora questa città sarà messa in mano ai Caldei, i quali la
daranno alle fiamme e tu non scamperai dalle loro mani».
[19]Il re Sedecìa rispose a Geremia: «Ho paura dei Giudei che sono
passati ai Caldei; temo di essere consegnato in loro potere e che essi mi
maltrattino». [20]Ma Geremia disse: «Non ti consegneranno a loro. Ascolta
la voce del Signore riguardo a ciò che ti dico; ti andrà bene e tu vivrai;
[21]se, invece, rifiuti di uscire, questo il Signore mi ha rivelato:
[22]Ecco, tutte le donne rimaste nella reggia di Giuda saranno condotte
ai generali del re di Babilonia e diranno:
Ti hanno abbindolato e ingannato gli uomini di tua fiducia. I tuoi
piedi si sono affondati nella melma, mentre essi sono spariti.
[23]Tutte le donne e tutti i tuoi figli saranno condotti ai Caldei e
tu non sfuggirai alle loro mani, ma sarai tenuto prigioniero in mano del re di
Babilonia e questa città sarà data alle fiamme».
[24]Sedecìa disse a Geremia: «Nessuno sappia di questi discorsi perché
tu non muoia. [25]Se i dignitari sentiranno che ho parlato con te e
verranno da te e ti domanderanno: Riferiscici quanto hai detto al re, non
nasconderci nulla, altrimenti ti uccideremo; raccontaci che cosa ti ha detto il
re, [26]tu risponderai loro: Ho presentato la supplica al re perché non
mi mandasse di nuovo nella casa di Giònata a morirvi».
[27]Ora tutti i dignitari vennero da Geremia e lo interrogarono; egli
rispose proprio come il re gli aveva ordinato, così che lo lasciarono
tranquillo, poiché la conversazione non era stata ascoltata.
[28]Geremia rimase nell'atrio della prigione fino al giorno in cui fu
presa Gerusalemme.
Geremia - Capitolo 39
Sorte di Geremia alla caduta di Gerusalemme[1]Nel decimo mese
del nono anno di Sedecìa re di Giuda, Nabucodònosor re di Babilonia mosse con
tutto l'esercito contro Gerusalemme e l'assediò. [2]Nel quarto mese
dell'anno undecimo di Sedecìa, il nove del mese, fu aperta una breccia nella
città, [3]entrarono tutti i generali del re di Babilonia e si stabilirono
alla Porta di mezzo; Nergal-Sarèzer di Sin-Magir, Nebosar-Sechim, capo dei
funzionari, Nergal-Sarèzer, comandante delle truppe di fontiera e tutti gli
altri capi del re di Babilonia.
[4]Appena videro ciò, Sedecìa re di Giuda e tutti i suoi guerrieri
fuggirono uscendo di notte per la via del giardino del re, attraverso la porta
fra le due mura, e presero la via dell'Araba. [5]Ma i soldati caldei li
inseguirono e raggiunsero Sedecìa nelle steppe di Gerico, lo presero e lo
condussero da Nabucodònosor re di Babilonia a Ribla nel paese di Amat, dove il
re pronunziò la sentenza su di lui. [6]Il re di Babilonia fece sgozzare i
figli di Sedecìa, a Ribla, sotto gli occhi di lui; il re di Babilonia fece anche
sgozzare tutti i notabili di Giuda. [7]Cavò poi gli occhi a Sedecìa e lo
legò con catene per condurlo a Babilonia. [8]I Caldei diedero alle fiamme
la reggia e le case del popolo e demolirono le mura di Gerusalemme.
[9]Tutto il resto del popolo rimasto in città e i disertori che erano
passati a lui e tutto il resto del popolo, Nabuzaradàn, capo delle guardie, li
deportò a Babilonia. [10]Nabuzaradàn, capo delle guardie, lasciò nel
paese di Giuda i poveri del popolo, che non avevano nulla, assegnando loro vigne
e campi in tale occasione.
[11]Quanto a Geremia, Nabucodònosor re di Babilonia aveva dato queste
disposizioni a Nabuzaradàn, capo delle guardie: [12]«Prendilo e tieni gli
occhi su di lui, non fargli alcun male, ma fà per lui ciò che egli ti dirà».
[13]Essi allora - cioè Nabuzaradàn, capo delle guardie, Nabusazbàn capo
dei funzionari, Nergal-Sarèzer, comandante delle truppe di frontiera e tutti gli
alti ufficiali del re di Babilonia - [14]mandarono a prendere Geremia
dall'atrio della prigione e lo consegnarono a Godolia figlio di Achikàm, figlio
di Safàn, perché lo conducesse a casa. Così egli rimase in mezzo al popolo.
Oracolo di salvezza per Ebed-Melech[15]A Geremia era stata
rivolta questa parola del Signore, quando era ancora rinchiuso nell'atrio della
prigione: [16]«Và a dire a Ebed-Mèlech l'Etiope: Così dice il Signore
degli eserciti, Dio di Israele: Ecco io pongo in atto le mie parole contro
questa città, a sua rovina e non a suo bene; in quel giorno esse si avvereranno
sotto i tuoi occhi. [17]Ma io ti libererò in quel giorno - oracolo del
Signore - e non sarai consegnato in mano agli uomini che tu temi.
[18]Poiché, certo, io ti salverò; non cadrai di spada, ma ti sarà
conservata la vita come tuo bottino, perché hai avuto fiducia in me. Oracolo del
Signore».
Geremia - Capitolo 40
Ancora la sorte di Geremia[1]Questa parola fu rivolta a Geremia
dal Signore, dopo che Nabuzaradàn, capo delle guardie, lo aveva rimandato libero
da Rama, avendolo preso mentre era legato con catene in mezzo a tutti i
deportati di Gerusalemme e di Giuda, i quali venivano condotti in esilio a
Babilonia. [2]Il capo delle guardie prese Geremia e gli disse: «Il
Signore tuo Dio ha predetto questa sventura per questo luogo; [3]il
Signore l'ha mandata, compiendo quanto aveva minacciato, perché voi avete
peccato contro il Signore e non avete ascoltato la sua voce; perciò vi è
capitata una cosa simile. [4]Ora ecco, ti sciolgo queste catene dalle
mani. Se preferisci venire con me a Babilonia, vieni; io veglierò su di te. Se
invece preferisci non venire con me a Babilonia, rimani. Vedi, tutta la regione
sta davanti a te; và pure dove ti piace e ti è comodo andare. [5]Torna
pure presso Godolia figlio di Achikàm, figlio di Safàn, che il re di Babilonia
ha messo a capo delle città di Giuda. Rimani con lui in mezzo al popolo oppure
và dove ti piace andare».
Il capo delle guardie gli diede provviste di cibo e un regalo e lo licenziò.
[6]Allora Geremia andò in Mizpà da Godolia figlio di Achikàm, e si
stabilì con lui in mezzo al popolo che era rimasto nel paese.
Godolia governatore: suo assassinio[7]Tutti i capi
dell'esercito, che si erano dispersi per la regione con i loro uomini, vennero a
sapere che il re di Babilonia aveva messo a capo del paese Godolia figlio di
Achikàm, e gli aveva affidato gli uomini, le donne, i bambini e i poveri del
paese che non erano stati deportati a Babilonia. [8]Si recarono allora da
Godolia in Mizpà Ismaele figlio di Natania, Giovanni figlio di Kàreca, Seraià
figlio di Tancùmet, i figli di Ofi di Netofa e Iezanià figlio del Maacatita con
i loro uomini. [9]Godolia figlio di Achikàm, figlio di Safàn, giurò a
loro e ai loro uomini: «Non temete i funzionari caldei; rimanete nel paese e
state soggetti al re di Babilonia e vi troverete bene. [10]Quanto a me,
ecco, io mi stabilisco in Mizpà come vostro rappresentante di fronte ai Caldei
che verranno da noi; ma voi fate pure la raccolta del vino, delle frutta e
dell'olio, riponete tutto nei vostri magazzini e dimorate nelle città da voi
occupate».
[11]Anche tutti i Giudei che si trovavano in Moab, tra gli Ammoniti,
in Edom e in tutte le altre regioni, seppero che il re di Babilonia aveva
lasciato una parte della popolazione in Giuda e aveva messo a capo di essa
Godolia figlio di Achikàm, figlio di Safàn. [12]Tutti questi Giudei
ritornarono da tutti i luoghi nei quali si erano dispersi e vennero nel paese di
Giuda presso Godolia a Mizpà. Raccolsero vino e frutta in grande abbondanza.
[13]Ora Giovanni figlio di Kàreca e tutti i capi delle bande armate
che si erano dispersi per la regione, si recarono da Godolia in Mizpà
[14]e gli dissero: «Non sai che Baalìs re degli Ammoniti ha mandato
Ismaele figlio di Natania per toglierti la vita?». Ma Godolia figlio di Achikàm
non credette loro.
[15]Allora Giovanni figlio di Kàreca parlò segretamente con Godolia in
Mizpà: «Io andrò a colpire Ismaele figlio di Natania senza che alcuno lo sappia.
Perché egli dovrebbe toglierti la vita, così che vadano dispersi tutti i Giudei
che si sono raccolti intorno a te e perisca tutto il resto di Giuda?».
[16]Ma Godolia figlio di Achikàm rispose a Giovanni figlio di Kàreca:
«Non commettere una cosa simile, perché è una menzogna quanto tu dici di
Ismaele».
Geremia - Capitolo 41
[1]Ora, nel settimo mese, Ismaele figlio di Natania, figlio di
Elisamà, di stirpe reale, si recò con dieci uomini da Godolia figlio di Achikàm
in Mizpà e mentre là in Mizpà prendevano cibo insieme, [2]Ismaele figlio
di Natania si alzò con i suoi dieci uomini e colpirono di spada Godolia figlio
di Achikàm, figlio di Safàn. Così uccisero colui che il re di Babilonia aveva
messo a capo del paese. [3]Ismaele uccise anche tutti i Giudei che erano
con Godolia a Mizpà e i Caldei, tutti uomini d'arme, che si trovavano colà.
[4]Il secondo giorno dopo l'uccisione di Godolia, quando nessuno
sapeva la cosa, [5]vennero uomini da Sichem, da Silo e da Samaria:
ottanta uomini con la barba rasa, le vesti stracciate e con incisioni sul corpo.
Essi avevano nelle mani offerte e incenso da portare nel tempio del Signore.
[6]Ismaele figlio di Natania uscì loro incontro da Mizpà, mentre essi
venivano avanti piangendo. Quando li ebbe raggiunti, disse loro: «Venite da
Godolia, figlio di Achikàm».
[7]Ma quando giunsero nel centro della città, Ismaele figlio di
Natania con i suoi uomini li sgozzò e li gettò in una cisterna.
[8]Fra quelli si trovarono dieci uomini, che dissero a Ismaele: «Non
ucciderci, perché abbiamo nascosto provviste nei campi, grano, orzo, olio e
miele». Allora egli si trattenne e non li uccise insieme con i loro fratelli.
[9]La cisterna in cui Ismaele gettò tutti i cadaveri degli uomini che
aveva uccisi era la cisterna grande, quella che il re Asa aveva costruita quando
era in guerra contro Baasa re di Israele; Ismaele figlio di Natania la riempì
dei cadaveri.
[10]Poi Ismaele fece prigioniero il resto del popolo che si trovava in
Mizpà, le figlie del re e tutto il popolo rimasto in Mizpà, su cui Nabuzaradàn,
capo delle guardie, aveva messo a capo Godolia figlio di Achikàm. Ismaele figlio
di Natania li condusse via e partì per rifugiarsi presso gli Ammoniti.
[11]Intanto Giovanni figlio di Kàreca e tutti i capi delle bande
armate che erano con lui ebbero notizia di tutto il male compiuto da Ismaele
figlio di Natania. [12]Raccolsero i loro uomini e si mossero per andare
ad assalire Ismaele figlio di Natania. Essi lo trovarono presso la grande
piscina di Gàbaon.
[13]Appena tutto il popolo che era con Ismaele vide Giovanni figlio di
Kàreca e tutti i capi delle bande armate che erano con lui, se ne rallegrò.
[14]Tutto il popolo che Ismaele aveva condotto via da Mizpà si voltò e,
ritornato indietro, raggiunse Giovanni figlio di Kàreca. [15]Ma Ismaele
figlio di Natania sfuggì con otto uomini a Giovanni e andò presso gli Ammoniti.
[16]Giovanni figlio di Kàreca e tutti i capi delle bande armate che
erano con lui presero tutto il resto del popolo che Ismaele figlio di Natania
aveva condotto via da Mizpà dopo aver ucciso Godolia figlio di Achikàm, uomini
d'arme, donne, fanciulli ed eunuchi, e li condussero via da Gàbaon.
[17]Essi partirono e sostarono in Gherut-Chimàm, che si trova a fianco di
Betlemme, per proseguire ed entrare in Egitto, [18]lontano dai Caldei.
Infatti essi temevano costoro, poiché Ismaele figlio di Natania aveva ucciso
Godolia figlio di Achikàm, che il re di Babilonia aveva messo a capo del paese.
Geremia - Capitolo 42
La fuga in Egitto[1]Tutti i capi delle bande armate e Giovanni
figlio di Kàreca, e Azaria figlio di Osaia e tutto il popolo, dai piccoli ai
grandi, si presentarono [2]al profeta Geremia e gli dissero: «Ti sia
gradita la nostra supplica! Prega per noi il Signore tuo Dio, in favore di tutto
questo residuo di popolazione, perché noi siamo rimasti in pochi dopo essere
stati molti, come vedi con i tuoi occhi. [3]Il Signore tuo Dio ci indichi
la via per la quale dobbiamo andare e che cosa dobbiamo fare». [4]Il
profeta Geremia rispose loro: «Comprendo! Ecco, pregherò il Signore vostro Dio
secondo le vostre parole e vi riferirò quanto il Signore risponde per voi; non
vi nasconderò nulla».
[5]Essi allora dissero a Geremia: «Il Signore sia contro di noi
testimone verace e fedele, se non faremo quanto il Signore tuo Dio ti rivelerà
per noi. [6]Che ci sia gradita o no, noi ascolteremo la voce del Signore
nostro Dio al quale ti mandiamo, perché ce ne venga bene obbedendo alla voce del
Signore nostro Dio».
[7]Al termine di dieci giorni, la parola del Signore fu rivolta a
Geremia. [8]Questi chiamò Giovanni figlio di Kàreca e tutti i capi delle
bande armate che erano con lui e tutto il popolo, dai piccoli ai grandi,
[9]e riferì loro: «Dice il Signore, Dio di Israele, al quale mi avete
inviato perché gli presentassi la vostra supplica: [10]Se continuate ad
abitare in questa regione, vi renderò stabili e non vi distruggerò, vi pianterò
e non vi sradicherò, perché ho pietà del male che vi ho arrecato. [11]Non
temete il re di Babilonia, che vi incute timore; non temetelo - dice il Signore
- perché io sarò con voi per salvarvi e per liberarvi dalla sua mano.
[12]Io gli ispirerò sentimenti di pietà per voi, così egli avrà
compassione di voi e vi lascerà dimorare nel vostro paese. [13]Se invece,
non dando retta alla voce del Signore vostro Dio, voi direte: Non vogliamo
abitare in questo paese, [14]e direte: No, vogliamo andare nel paese
d'Egitto, perché là non vedremo guerre e non udremo squilli di tromba né
soffriremo carestia di pane: là abiteremo; [15]in questo caso ascolta la
parola del Signore, o resto di Giuda: Dice il Signore degli eserciti, Dio di
Israele: Se voi intendete veramente andare in Egitto e vi andate per stabilirvi
colà, [16]ebbene, la spada che temete vi raggiungerà laggiù nel paese
d'Egitto, e la fame che temete vi sarà addosso laggiù in Egitto e là morirete.
[17]Allora tutti gli uomini che avranno deciso di recarsi in Egitto per
dimorarvi moriranno di spada, di fame e di peste. Nessuno di loro scamperà o
sfuggirà alla sventura che io manderò su di loro. [18]Poiché, dice il
Signore degli eserciti, Dio di Israele: Come si è rovesciato il mio furore e la
mia ira contro gli abitanti di Gerusalemme, così la mia ira si rovescerà contro
di voi quando sarete andati in Egitto. Voi sarete oggetto di maledizione, di
orrore, di esecrazione e di scherno e non vedrete mai più questo luogo».
[19]Questo vi dice il Signore, o superstiti di Giuda: «Non andate in
Egitto. Sappiate bene che oggi io vi ho solennemente avvertiti.
[20]Poiché avete messo a rischio le vostre vite, quando mi avete mandato
dal Signore vostro Dio, dicendomi: Intercedi per noi presso il Signore nostro
Dio, dicci ciò che il Signore nostro Dio dirà e noi lo eseguiremo.
[21]Oggi ve l'ho riferito, ma voi non ascoltate la voce del Signore
vostro Dio riguardo a tutto ciò per cui egli mi ha inviato a voi.
[22]Perciò sappiate bene che morirete di spada, di fame e di peste nel
luogo in cui desiderate andare a dimorare».
Geremia - Capitolo 43
[1]Quando Geremia finì di riferire a tutto il popolo tutte le parole
del Signore loro Dio - tutte quelle parole per cui il Signore lo aveva inviato a
loro - [2]Azaria figlio di Osaia e Giovanni figlio di Kàreca e tutti
quegli uomini superbi e ribelli dissero a Geremia: «Una menzogna stai dicendo!
Non ti ha inviato il Signore nostro Dio a dirci: Non andate in Egitto per
dimorare là; [3]ma Baruch figlio di Neria ti istiga contro di noi per
consegnarci nelle mani dei Caldei, perché ci uccidano e ci deportino in
Babilonia».
[4]Pertanto Giovanni figlio di Kàreca e tutti i capi delle bande
armate e tutto il popolo non obbedirono all'invito del Signore di rimanere nel
paese di Giuda.
[5]Così Giovanni figlio di Kàreca e tutti i capi delle bande armate
raccolsero tutti i superstiti di Giuda, che erano ritornati per abitare nella
terra di Giuda da tutte le regioni in mezzo alle quali erano stati dispersi,
[6]uomini, donne, bambini, le principesse reali e tutte le persone che
Nabuzaradàn, capo delle guardie, aveva lasciate con Godolia figlio di Achikàm,
figlio di Safàn, insieme con il profeta Geremia e con Baruch figlio di Neria,
[7]e andarono nel paese d'Egitto, non avendo dato ascolto alla voce del
Signore, e giunsero fino a Tafni.
Geremia predice l'invasione dell'Egitto da parte di
Nabucodonosor[8]Allora la parola del Signore fu rivolta a Geremia in
Tafni: [9]«Prendi in mano grandi pietre e sotterrale nella mota nel
quadrato dei mattoni all'ingresso della casa del faraone in Tafni, sotto agli
occhi dei Giudei. [10]Quindi dirai loro: Dice il Signore degli eserciti,
Dio di Israele: Ecco, io manderò a prendere Nabucodònosor re di Babilonia, mio
servo; egli porrà il trono su queste pietre che hai sotterrate e stenderà il
baldacchino sopra di esse. [11]Verrà infatti e colpirà il paese d'Egitto,
mandando a morte chi è destinato alla morte, alla schiavitù chi è destinato alla
schiavitù e uccidendo di spada chi è destinato alla spada. [12]Darà alle
fiamme i templi degli dei d'Egitto, li brucerà e porterà gli dei in esilio;
ripulirà il paese di Egitto come un pastore pulisce dai pidocchi il mantello;
poi se ne andrà tranquillo. [13]Frantumerà gli obelischi del tempio del
sole nel paese d'Egitto e darà alle fiamme i templi degli dei d'Egitto».
Geremia - Capitolo 44
Ultimo ministero di Geremia: i Giudei in Egitto e la Regina del Cielo
[1]Questa parola fu rivolta a Geremia per tutti i Giudei che
abitavano nel paese d'Egitto, a Migdòl, a Tafni, a Menfi e nella regione di
Patròs. [2]«Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Voi
avete visto tutte le sventure che ho mandate su Gerusalemme e su tutte le città
di Giuda; eccole oggi una desolazione, senza abitanti, [3]a causa delle
iniquità che commisero per provocarmi, andando a offrire incenso e a venerare
altri dei, che né loro conoscevano né voi né i vostri padri conoscevate.
[4]Eppure, io vi avevo premurosamente inviato tutti i miei servi, i
profeti, con l'incarico di dirvi: Non fate questa cosa abominevole che io ho in
odio! [5]Ma essi non mi ascoltarono e non prestarono orecchio in modo da
abbandonare la loro iniquità cessando dall'offrire incenso ad altri dei.
[6]Perciò la mia ira e il mio furore divamparono come fuoco nelle città
di Giuda e nelle strade di Gerusalemme ed esse divennero un deserto e una
desolazione, come sono ancor oggi.
[7]Dice dunque il Signore, Dio degli eserciti, Dio di Israele: Perché
voi fate un male così grave contro voi stessi tanto da farvi sterminare di mezzo
a Giuda uomini e donne, bambini e lattanti, in modo che non rimanga di voi
neppure un resto? [8]Perché mi provocate con l'opera delle vostre mani,
offrendo incenso a divinità straniere nel paese d'Egitto dove siete venuti a
dimorare, in modo da farvi sterminare e da divenire oggetto di esecrazione e di
obbrobrio tra tutte le nazioni della terra? [9]Avete forse dimenticato le
iniquità dei vostri padri, le iniquità dei re di Giuda, le iniquità dei vostri
capi, le vostre iniquità e quelle delle vostre mogli, compiute nel paese di
Giuda e per le strade di Gerusalemme? [10]Fino ad oggi essi non ne hanno
sentito rimorso, non hanno provato timore e non hanno agito secondo la legge e i
decreti che io ho posto davanti a voi e ai vostri padri».
[11]Perciò dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: «Ecco, io
rivolgo la faccia verso di voi a vostra sventura e per distruggere tutto Giuda.
[12]Abbatterò il resto di Giuda, che ha deciso di andare a dimorare nel
paese d'Egitto; essi periranno tutti nel paese d'Egitto; cadranno di spada e
periranno di fame, dal più piccolo al più grande; moriranno di spada e di fame e
saranno oggetto di maledizione e di orrore, di esecrazione e di obbrobrio.
[13]Punirò coloro che dimorano nel paese d'Egitto come ho punito
Gerusalemme con la spada, la fame e la peste. [14]Nessuno scamperà né
sfuggirà fra il resto di Giuda che è venuto a dimorare qui nel paese d'Egitto
con la speranza di tornare nella terra di Giuda, dove essi desiderano ritornare
ad abitare; essi non vi ritorneranno mai, eccettuati pochi fuggiaschi».
[15]Allora tutti gli uomini che sapevano che le loro donne avevano
bruciato incenso a divinità straniere, e tutte le donne che erano presenti, una
grande folla, e tutto il popolo che dimorava nel paese d'Egitto e in Patros,
risposero a Geremia: [16]«Quanto all'ordine che ci hai comunicato in nome
del Signore, noi non ti vogliamo dare ascolto; [17]anzi decisamente
eseguiremo tutto ciò che abbiamo promesso, cioè bruceremo incenso alla Regina
del cielo e le offriremo libazioni come abbiamo gia fatto noi, i nostri padri, i
nostri re e i nostri capi nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme.
Allora avevamo pane in abbondanza, eravamo felici e non vedemmo alcuna sventura;
[18]ma da quando abbiamo cessato di bruciare incenso alla Regina del
cielo e di offrirle libazioni, abbiamo sofferto carestia di tutto e siamo stati
sterminati dalla spada e dalla fame». [19]E le donne aggiunsero: «Quando
noi donne bruciamo incenso alla Regina del cielo e le offriamo libazioni, forse
che senza il consenso dei nostri mariti prepariamo per lei focacce con la sua
immagine e le offriamo libazioni?».
[20]Allora così parlò Geremia a tutto il popolo, agli uomini e alle
donne e a tutta la gente che gli avevano risposto in quel modo:
[21]«Forse che il Signore non si ricorda e non ha più in mente l'incenso
che voi bruciavate nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme, voi e i
vostri padri, i vostri re e i vostri capi e il popolo del paese? [22]Il
Signore non ha più potuto sopportare la malvagità delle vostre azioni né le cose
abominevoli che avete commesse. Per questo il vostro paese è divenuto un
deserto, oggetto di orrore e di esecrazione, senza abitanti, come oggi si vede.
[23]Per il fatto che voi avete bruciato incenso e avete peccato contro il
Signore, non avete ascoltato la voce del Signore e non avete camminato secondo
la sua legge, i suoi decreti e i suoi statuti, per questo vi è capitata questa
sventura, come oggi si vede».
[24]Geremia disse a tutto il popolo e a tutte le donne: «Ascoltate la
parola del Signore, voi tutti di Giuda che siete nel paese d'Egitto.
[25]Dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Voi donne lo avete
affermato con la bocca e messo in atto con le vostre mani, affermando: Noi
adempiremo tutti i voti che abbiamo fatto di offrire incenso alla Regina del
cielo e di offrirle libazioni! Adempite pure i vostri voti e fate pure le vostre
libazioni.
[26]Tuttavia ascoltate la parola del Signore, voi tutti di Giuda che
abitate nel paese di Egitto. Ecco, io giuro per il mio grande nome - dice il
Signore - che mai più il mio nome sarà pronunciato in tutto il paese d'Egitto
dalla bocca di un uomo di Giuda che possa dire: Per la vita del Signore Dio!
[27]Ecco, veglierò su di essi per loro disgrazia e non per loro bene.
Tutti gli uomini di Giuda che si trovano nel paese d'Egitto periranno di spada e
di fame fino al loro sterminio. [28]Gli scampati dalla spada torneranno
dal paese d'Egitto nella terra di Giuda molto scarsi di numero. Tutto il resto
di Giuda, coloro che sono andati a dimorare nel paese d'Egitto, sapranno quale
parola si avvererà, se la mia o la loro. [29]Questo sarà per voi il segno
- dice il Signore - che io vi punirò in questo luogo, perché sappiate che le mie
parole si avverano sul serio contro di voi, per vostra disgrazia.
[30]Così dice il Signore: Ecco io metterò il faraone Cofrà re di
Egitto in mano ai suoi nemici e a coloro che attentano alla sua vita, come ho
messo Sedecìa re di Giuda in mano a Nabucodònosor re di Babilonia, suo nemico,
che attentava alla sua vita».
Geremia - Capitolo 45
La parola di consolazione per Baruc[1]Questa è la parola che il
profeta Geremia comunicò a Baruc figlio di Neria, quando egli scriveva queste
parole in un libro sotto la dettatura di Geremia nel quarto anno di Ioiakìm
figlio di Giosia, re di Giuda: [2]«Dice il Signore, Dio di Israele, su di
te, Baruc: [3]Tu hai detto: Guai a me poiché il Signore aggiunge
tristezza al mio dolore. Io sono stanco dei miei gemiti e non trovo pace.
[4]Dice il Signore: Ecco io demolisco ciò che ho edificato e sradico ciò
che ho piantato; così per tutta la terra. [5]E tu vai cercando grandi
cose per te? Non cercarle, poiché io manderò la sventura su ogni uomo. Oracolo
del Signore. A te farò dono della vita come bottino, in tutti i luoghi dove tu
andrai».
Geremia - Capitolo 46
[1]Parola del Signore che fu rivolta al profeta Geremia sulle nazioni.
V. ORACOLI CONTRO LE NAZIONI
Oracoli contro l'Egitto. La disfatta di Carchemis[2]Per
l'Egitto. Sull'esercito del faraone Necao re d'Egitto, a Càrchemis presso il
fiume Eufrate, esercito che Nabucodònosor re di Babilonia vinse nel quarto anno
di Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda.
[3]Preparate scudo grande e piccolo e avanzate per la battaglia.
[4]Attaccate i cavalli, montate, o cavalieri. Schieratevi con
gli elmi, lucidate le lance, indossate le corazze! [5]Che
vedo? Sono sbigottito, retrocedono! I loro prodi sono sconfitti,
fuggono a precipizio senza voltarsi; il terrore è tutt'intorno.
Parola del Signore. [6]Il più agile non scamperà né il più
prode si salverà. A settentrione, sulla riva dell'Eufrate, inciampano e
cadono. [7]Chi è che trabocca come il Nilo, come un torrente
dalle acque turbolente? [8]E' l'Egitto che trabocca come il Nilo,
come un torrente dalle acque turbolente. Esso dice: «Salirò, ricoprirò
la terra, distruggerò la città e i suoi abitanti». [9]Caricate,
cavalli, avanzate, carri! Avanti o prodi! uomini di Etiopia e di
Put, voi che impugnate lo scudo, e voi di Lud che tendete l'arco.
[10]Ma quel giorno per il Signore Dio degli eserciti, è un giorno
di vendetta, per vendicarsi dei suoi nemici. La sua spada divorerà, si
sazierà e si inebrierà del loro sangue; poiché sarà un sacrificio per il
Signore, Dio degli eserciti, nella terra del settentrione, presso il
fiume Eufrate. [11]Sali in Gàlaad e prendi il balsamo, vergine,
figlia d'Egitto. Invano moltiplichi i rimedi, non c'è guarigione per te.
[12]Le nazioni hanno saputo del tuo disonore; del tuo grido di
dolore è piena la terra, poiché il prode inciampa nel prode, tutti e due
cadono insieme.
L'invasione dell'Egitto[13]Parola che il Signore comunicò al
profeta Geremia quando Nabucodònosor re di Babilonia giunse per colpire il paese
d'Egitto.
[14]Annunziatelo in Egitto, fatelo sapere a Migdòl, fatelo
udire a Menfi e a Tafni; dite: «Alzati e preparati, perché la spada
divora tutto intorno a te». [15]Perché mai Api è fuggito? Il tuo
toro sacro non resiste? Il Signore lo ha rovesciato. [16]Una gran
folla vacilla e stramazza, ognuno dice al vicino: «Su, torniamo al
nostro popolo, al paese dove siamo nati, lontano dalla spada
micidiale!». [17]Chiamate pure il faraone re d'Egitto: Frastuono,
che lascia passare il momento buono. [18]Per la mia vita - dice il re
il cui nome è Signore degli eserciti - uno verrà, simile al Tabor fra le
montagne, come il Carmelo presso il mare. [19]Prepàrati il
bagaglio per l'esilio, o gente che abiti l'Egitto, perché Menfi sarà
ridotta a un deserto, sarà devastata, senza abitanti.
[20]Giovenca bellissima è l'Egitto, ma un tafano viene su di lei
dal settentrione. [21]Anche i suoi mercenari nel paese sono come
vitelli da ingrasso. Anch'essi infatti han voltate le spalle, fuggono
insieme, non resistono, poiché il giorno della sventura è giunto su di loro,
il tempo del loro castigo. [22]La sua voce è come di serpente che
sibila, poiché essi avanzano con un esercito e armati di scure vengono
contro di lei, come tagliaboschi. [23]Abbattono la sua selva -
dice il Signore - e non si possono contare, essi sono più delle locuste,
sono senza numero. [24]Prova vergogna la figlia d'Egitto, è data
in mano a un popolo del settentrione.
[25]Il Signore degli eserciti, Dio di Israele, dice: «Ecco, punirò
Amòn di Tebe, l'Egitto, i suoi dei e i suoi re, il faraone e coloro che
confidano in lui. [26]Li consegnerò in potere di coloro che attentano
alla loro vita, in potere di Nabucodònosor re di Babilonia e in potere dei suoi
ministri. Ma dopo esso sarà abitato come in passato». Parola del Signore.
[27]«Ma tu non temere, Giacobbe mio servo, non abbatterti,
Israele; poiché ecco, io ti libererò da un paese lontano e la tua
discendenza dal paese del suo esilio. Giacobbe ritornerà e godrà in pace,
tranquillo e nessuno lo molesterà. [28]Tu non temere, Giacobbe
mio servo, - dice il Signore - perché io sono con te. Annienterò tutte
le nazioni tra le quali ti ho disperso, ma di te non farò sterminio;
ti castigherò secondo equità, ma non ti lascerò del tutto impunito».
Geremia - Capitolo 47
Oracolo contro i Filistei[1]Parola del Signore che fu rivolta al
profeta Geremia sui Filistei, prima che il faraone occupasse Gaza.
[2]Così dice il Signore: «Ecco s'avanzano ondate dal settentrione
diventano un torrente che straripa. Allagano la terra e ciò che è in
essa, la città e i suoi abitanti. Gli uomini gridano, urlano tutti
gli abitanti della terra. [3]Allo scalpitar dei suoi possenti
cavalli, al fragor dei suoi carri, al cigolio delle ruote, i padri non
si voltano verso i figli, le loro mani sono senza forza [4]perché
è arrivato il giorno in cui saran distrutti tutti i Filistei e saranno
abbattute Tiro e Sidòne, con tutti i loro ausiliari; il Signore infatti
distrugge i Filistei, il resto dell'isola di Caftor. [5]Fino a
Gaza si son rasati per lutto, è distrutta Ascalòna. Asdòd, povero resto
degli Anakiti, fino a quando ti farai incisioni? [6]Ah! spada del
Signore, quando dunque ti concederai riposo? Rientra nel fodero,
riposati e stà calma. [7]Come potrà riposare, poichè il Signore
le ha ordinato di agire contro Ascalòna e il lido del mare? Là egli l'ha
destinata».
Geremia - Capitolo 48
Oracoli contro Moab[1]Su Moab. Così dice il Signore degli
eserciti, Dio di Israele: «Guai a Nebo poiché è devastata, piena di
vergogna e catturata è Kiriatàim; sente vergogna, è abbattuta la roccaforte.
[2]Non esiste più la fama di Moab; in Chesbòn tramano contro di
essa: Venite ed eliminiamola dalle nazioni. Anche tu, Madmèn, sarai
demolita, la spada ti inseguirà. [3]Una voce, un grido da
Coronàim: Devastazione e rovina grande! [4]Abbattuto è Moab,
le grida si fanno sentire fino in Zoar. [5]Su per la salita di
Luchìt vanno piangendo, giù per la discesa di Coronàim si ode un grido
di disfatta. [6]Fuggite, salvate la vostra vita! Siate come
l'asino selvatico nel deserto. [7]Poiché hai posto la fiducia
nelle tue fortezze e nei tuoi tesori, anche tu sarai preso e Camos andrà
in esilio insieme con i suoi sacerdoti e con i suoi capi. [8]Il
devastatore verrà contro ogni città; nessuna città potrà scampare. Sarà
devastata la valle e la pianura desolata, come dice il Signore.
[9]Date ali a Moab, perché dovrà prendere il volo. Le sue
città diventeranno un deserto, perché non vi sarà alcun abitante.
[10]Maledetto chi compie fiaccamente l'opera del Signore,
maledetto chi trattiene la spada dal sangue! [11]Moab era
tranquillo fin dalla giovinezza, riposava come vino sulla sua feccia,
non è stato travasato di botte in botte, né è mai andato in esilio;
per questo gli è rimasto il suo sapore, il suo profumo non si è
alterato. [12]Per questo, ecco, giorni verranno - dice il Signore
- nei quali gli manderò travasatori a travasarlo, vuoteranno le sue
botti e frantumeranno i suoi otri.
[13]Moab si vergognerà di Camos come la casa di Israele si è
vergognata di Betel, oggetto della sua fiducia.
[14]Come potete dire: Noi siamo uomini prodi e uomini valorosi
per la battaglia? [15]Il devastatore di Moab sale contro di lui,
i suoi giovani migliori scendono al macello - dice il re il cui nome è
Signore degli eserciti. [16]E' vicina la rovina di Moab, la sua
sventura avanza in gran fretta. [17]Compiangetelo, voi tutti suoi
vicini e tutti voi che conoscete il suo nome; dite: Come si è spezzata
la verga robusta, quello scettro magnifico? [18]Scendi dalla tua
gloria, siedi sull'arido suolo, o popolo che abiti a Dibon; poiché il
devastatore di Moab è salito contro di te, egli ha distrutto le tue
fortezze. [19]Stà sulla strada e osserva, tu che abiti in Aroer.
Interroga il fuggiasco e lo scampato, domanda: Che cosa è successo?
[20]Moab prova vergogna, è in rovina; urlate, gridate,
annunziate sull'Arnon che Moab è devastato.
[21]E' arrivato il giudizio per la regione dell'altipiano, per Colòn,
per Iaaz e per Mefàat, [22]per Dibon, per Nebo e per Bet-Diblatàim,
[23]per Kiriatàim, per Bet-Gamùl e per Bet-Meòn, [24]per Kiriòt e
per Bozra, per tutte le città della regione di Moab, lontane e vicine.
[25]E' infranta la potenza di Moab ed è rotto il suo braccio.
[26]Inebriatelo, perché si è levato contro il Signore, e Moab si
rotolerà nel vomito e anch'esso diventerà oggetto di scherno. [27]Non è
stato forse Israele per te oggetto di scherno? Fu questi forse sorpreso fra i
ladri, dato che quando parli di lui scuoti sempre la testa?
[28]Abbandonate le città e abitate nelle rupi, abitanti di Moab,
siate come la colomba che fa il nido nelle pareti d'una gola profonda.
[29]Abbiamo udito l'orgoglio di Moab, il grande orgoglioso,
la sua superbia, il suo orgoglio, la sua alterigia, l'altezzosità del
suo cuore.
[30]Conosco bene la sua tracotanza - dice il Signore - l'inconsistenza
delle sue chiacchiere, le sue opere vane. [31]Per questo alzo un lamento
su Moab, grido per tutto Moab, gemo per gli uomini di Kir-Cheres.
[32]Io piango per te come per Iazèr, o vigna di Sibma! I tuoi
tralci arrivavano al mare, giungevano fino a Iazèr. Sulle tue frutta e
sulla tua vendemmia è piombato il devastatore. [33]Sono scomparse
la gioia e l'allegria dai frutteti e dalla regione di Moab. E' sparito
il vino nei tini, non pigia più il pigiatore, il canto di gioia non è
più canto di gioia.
[34]Delle grida di Chesbòn e di Elealè si diffonde l'eco fino a Iacaz;
da Zoar si odono grida fino a Coronàim e a Eglat-Selisià, poiché le acque di
Nimrìm son diventate una zona desolata. [35]Io farò scomparire in Moab -
dice il Signore - chi sale sulle alture e chi brucia incenso ai suoi dei.
[36]Perciò il mio cuore per Moab geme come i flauti, il mio cuore geme
come i flauti per gli uomini di Kir-Cheres, essendo venute meno le loro scorte.
[37]Poiché ogni testa è rasata, ogni barba è tagliata; ci sono incisioni
su tutte le mani e tutti hanno i fianchi cinti di sacco. [38]Sopra tutte
le terrazze di Moab e nelle sue piazze è tutto un lamento, perché io ho spezzato
Moab come un vaso senza valore. Parola del Signore. [39]Come è rovinato!
Gridate! Come Moab ha voltato vergognosamente le spalle! Moab è diventato
oggetto di scherno e di orrore per tutti i suoi vicini.
[40]Poiché così dice il Signore: Ecco, come l'aquila egli spicca
il volo e spande le ali su Moab. [41]Le città son prese, le
fortezze sono occupate. In quel giorno il cuore dei prodi di Moab sarà
come il cuore di donna nei dolori del parto. [42]Moab è distrutto, ha
cessato d'essere popolo, perché si è insuperbito contro il Signore.
[43]Terrore, trabocchetto, tranello cadranno su di te, abitante
di Moab. Oracolo del Signore. [44]Chi sfugge al terrore cadrà nel
trabocchetto; chi risale dal trabocchetto sarà preso nel tranello,
perché io manderò sui Moabiti tutto questo nell'anno del loro castigo.
Oracolo del Signore. [45]All'ombra di Chesbòn si fermano
spossati i fuggiaschi, ma un fuoco esce da Chesbòn, una fiamma dal
palazzo di Sicòn e divora le tempie di Moab e il cranio di uomini
turbolenti. [46]Guai a te, Moab, sei perduto, popolo di Camos,
poiché i tuoi figli sono condotti schiavi, le tue figlie portate in
esilio. [47]Ma io cambierò la sorte di Moab negli ultimi giorni.
Oracolo del Signore». Qui finisce il giudizio su Moab.
Geremia - Capitolo 49
Oracolo contro Ammon[1]Sugli Ammoniti. Dice il Signore:
«Israele non ha forse figli, non ha egli alcun erede? Perché Milcom
ha ereditato la terra di Gad e il suo popolo ne ha occupate le città?
[2]Perciò ecco, verranno giorni - dice il Signore - nei quali
io farò udire a Rabbà degli Ammoniti fragore di guerra; essa diventerà
un cumulo di rovine, le sue borgate saranno consumate dal fuoco, Israele
spoglierà i suoi spogliatori, dice il Signore. [3]Urla, Chesbòn,
arriva il devastatore; gridate, borgate di Rabbà, cingetevi di sacco,
innalzate lamenti e andate raminghe con tagli sulla pelle, perché Milcom
andrà in esilio, insieme con i suoi sacerdoti e i suoi capi.
[4]Perché ti vanti delle tue valli, figlia ribelle? Confidi
nelle tue scorte ed esclami: Chi verrà contro di me? [5]Ecco io
manderò su di te il terrore - parola del Signore Dio degli eserciti - da
tutti i dintorni. Voi sarete scacciati, ognuno per la sua via, e non vi
sarà nessuno che raduni i fuggiaschi. [6]Ma dopo cambierò la sorte
degli Ammoniti». Parola del Signore.
Oracolo contro Edom[7]Su Edom. Così dice il Signore degli
eserciti: «Non c'è più sapienza in Teman? E' scomparso il consiglio dei
saggi? E' svanita la loro sapienza? [8]Fuggite, partite,
nascondetevi in un luogo segreto, abitanti di Dedan, poiché io mando su
Esaù la sua rovina, il tempo del suo castigo. [9]Se vendemmiatori
verranno da te, non lasceranno nulla da racimolare. Se ladri notturni
verranno da te, saccheggeranno quanto loro piace. [10]Poiché io
intendo spogliare Esaù, rivelo i suoi nascondigli ed egli non ha dove
nascondersi. La sua stirpe, i suoi fratelli, i suoi vicini sono
distrutti ed egli non è più. [11]Lascia i tuoi orfani, io li farò
vivere, le tue vedove confidino in me!
[12]Poiché così dice il Signore: Ecco, coloro che non erano obbligati
a bere il calice lo devono bere e tu pretendi di rimanere impunito? Non resterai
impunito, ma dovrai berlo [13]poiché io ho giurato per me stesso - dice
il Signore - che Bozra diventerà un orrore, un obbrobrio, un deserto, una
maledizione e tutte le sue città saranno ridotte a rovine perenni.
[14]Ho udito un messaggio da parte del Signore, un messaggero è
stato inviato fra le nazioni: Adunatevi e marciate contro di lui!
Alzatevi per la battaglia. [15]Poiché ecco, ti renderò piccolo
fra i popoli e disprezzato fra gli uomini. [16]La tua arroganza
ti ha indotto in errore, la superbia del tuo cuore; tu che abiti nelle
caverne delle rocce, che ti aggrappi alle cime dei colli, anche se
ponessi, come l'aquila, in alto il tuo nido, di lassù ti farò precipitare.
Oracolo del Signore.
[17]Edom sarà oggetto di orrore; chiunque passerà lì vicino ne resterà
attonito e fischierà davanti a tutte le sue piaghe. [18]Come nello
sconvolgimento di Sòdoma e Gomorra e delle città vicine - dice il Signore - non
vi abiterà più uomo né vi fisserà la propria dimora un figlio d'uomo.
[19]Ecco, come un leone sale dalla boscaglia del Giordano verso i prati
sempre verdi, così in un baleno io lo scaccerò di là e il mio eletto porrò su di
esso; poiché chi è come me? Chi può citarmi in giudizio? Chi è dunque il pastore
che può resistere davanti a me? [20]Per questo ascoltate il progetto che
il Signore ha fatto contro Edom e le decisioni che egli ha prese contro gli
abitanti di Teman.
Certo, trascineranno via anche i più piccoli del gregge, e per loro sarà
desolato il loro prato. [21]Al fragore della loro caduta tremerà la
terra. Un grido! Fino al Mare Rosso se ne ode l'eco. [22]Ecco,
come l'aquila, egli sale e si libra, espande le ali su Bozra. In quel
giorno il cuore dei prodi di Edom sarà come il cuore di una donna nei dolori
del parto».
Oracolo contro città sire[23]Su Damasco.
«Amat e Arpad sono piene di confusione, perché hanno sentito una cattiva
notizia; esse sono agitate come il mare, sono in angoscia, non possono
calmarsi. [24]Spossata è Damasco, si volge per fuggire; un
tremito l'ha colta, angoscia e dolori l'assalgono come una partoriente.
[25]Come fu abbandonata la città gloriosa, la città del tripudio?
[26]Cadranno i suoi giovani nelle sue piazze e tutti i suoi
guerrieri periranno in quel giorno. Oracolo del Signore degli eserciti.
[27]Appiccherò il fuoco alle mura di Damasco e divorerà i palazzi
di Ben-Hadàd».
Oracolo contro le tribù arabe[28]Su Kedàr e sui regni di Cazòr,
che Nabucodònosor re di Babilonia sconfisse.
Così dice il Signore: «Su, marciate contro Kedàr, saccheggiate i
figli dell'oriente. [29]Prendete le loro tende e le loro pecore,
i loro teli da tenda, tutti i loro attrezzi; portate via i loro
cammelli; un grido si leverà su di loro: Terrore all'intorno!
[30]Fuggite, andate lontano, nascondetevi in luoghi segreti o
abitanti di Cazòr - dice il Signore - perché ha ideato un disegno contro di
voi. Nabucodònosor re di Babilonia ha preparato un piano contro di voi.
[31]Su, marciate contro la nazione tranquilla, che vive in
sicurezza. Oracolo del Signore. Essa non ha né porte né sbarre e vive
isolata. [32]I suoi cammelli saranno portati via come preda e la
massa dei suoi greggi come bottino. Disperderò a tutti i venti coloro
che si tagliano i capelli alle tempie, da ogni parte farò venire la loro
rovina. Parola del Signore. [33]Cazòr diventerà rifugio di
sciacalli, una desolazione per sempre; nessuno vi dimorerà più, non
vi abiterà più un figlio d'uomo».
Oracolo contro Elam[34]Parola che il Signore rivolse al profeta
Geremia riguardo all'Elam all'inizio del regno di Sedecìa re di Giuda.
[35]«Dice il Signore degli eserciti: Ecco io spezzerò l'arco
dell'Elam, il nerbo della sua potenza. [36]Manderò contro l'Elam
i quattro venti dalle quattro estremità del cielo e li sparpaglierò
davanti a questi venti; non ci sarà nazione in cui non giungeranno i
profughi dell'Elam. [37]Incuterò terrore negli Elamiti davanti ai
loro nemici e davanti a coloro che vogliono la loro vita; manderò su di
essi la sventura, la mia ira ardente. Parola del Signore. Manderò la
spada a inseguirli finché non li avrò sterminati. [38]Porrò il
mio trono sull'Elam e farò morire il re e i capi. Oracolo del Signore.
[39]Ma negli ultimi giorni cambierò la sorte dell'Elam». Parola
del Signore.
Geremia - Capitolo 50
Oracolo contro Babilonia[1]Parola che il Signore pronunziò
contro Babilonia, contro il paese dei Caldei, per mezzo del profeta Geremia.
Caduta di Babilonia, liberazione di Israele[2]«Proclamatelo fra
i popoli e fatelo sapere, non nascondetelo, dite: Babilonia è presa,
Bel è coperto di confusione, è infranto Marduch; sono confusi i suoi
idoli, sono sgomenti i suoi feticci.
[3]Poiché dal settentrione sale contro di essa un popolo che ridurrà
la sua terra a un deserto, non vi abiterà più nessuno; uomini e animali fuggono,
se ne vanno. [4]In quei giorni e in quel tempo - dice il Signore -
verranno gli Israeliti insieme con i figli di Giuda; cammineranno piangendo e
cercheranno il Signore loro Dio. [5]Domanderanno di Sion, verso cui sono
fissi i loro volti: Venite, uniamoci al Signore con un'alleanza eterna, che non
sia mai dimenticata. [6]Gregge di pecore sperdute era il mio popolo, i
loro pastori le avevano sviate, le avevano fatte smarrire per i monti; esse
andavano di monte in colle, avevano dimenticato il loro ovile. [7]Quanti
le trovavano, le divoravano e i loro nemici dicevano: Non commettiamo nessun
delitto, perché essi hanno peccato contro il Signore, pascolo di giustizia e
speranza dei loro padri.
[8]Fuggite da Babilonia, dalla regione dei Caldei, uscite e
siate come capri in testa al gregge. [9]Poiché, ecco io suscito e
mando contro Babilonia una massa di grandi nazioni dal paese del
settentrione; queste le si schiereranno contro, di là essa sarà presa.
Le loro frecce sono come quelle di un abile arciere, nessuna ritorna a
vuoto. [10]La Caldea sarà saccheggiata, tutti i suoi
saccheggiatori saranno saziati. Parola del Signore. [11]Gioite
pure e tripudiate, saccheggiatori della mia eredità! Saltate pure come
giovenchi su un prato e nitrite come destrieri! [12]La vostra
madre è piena di confusione, e coperta di vergogna colei che vi ha
partorito. Ecco è l'ultima delle nazioni, un deserto, un luogo riarso e
una steppa. [13]A causa dell'ira del Signore non sarà più abitata,
sarà tutta una desolazione. Chiunque passerà vicino a Babilonia rimarrà
stupito e fischierà davanti a tutte le sue piaghe.
[14]Disponetevi intorno a Babilonia, voi tutti che tendete
l'arco; tirate contro di essa, non risparmiate le frecce, poiché essa ha
peccato contro il Signore. [15]Alzate il grido di guerra contro di
essa, da ogni parte. Essa tende la mano, crollano le sue torri,
rovinano le sue mura, poiché questa è la vendetta del Signore.
Vendicatevi di lei, trattatela come essa ha trattato gli altri!
[16]Sterminate in Babilonia chi semina e chi impugna la falce al
momento della messe. Di fronte alla spada micidiale ciascuno ritorni al
suo popolo e ciascuno fugga verso il suo paese. [17]Una pecora
smarrita è Israele, i leoni le hanno dato la caccia; per primo l'ha
divorata il re di Assiria, poi il re di Babilonia ne ha stritolato le ossa.
[18]Perciò, dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Ecco, io
punirò il re di Babilonia e il suo paese, come gia ho punito il re di Assiria,
[19]e ricondurrò Israele nel suo pascolo, pascolerà sul Carmelo e sul
Basàn; sulle montagne di Efraim e di Gàlaad si sazierà. [20]In quei
giorni e in quel tempo - dice il Signore - si cercherà l'iniquità di Israele, ma
essa non sarà più, si cercheranno i peccati di Giuda, ma non si troveranno,
perché io perdonerò a quanti lascerò superstiti.
Caduta di Babilonia annunziata a Gerusalemme[21]Avanza nella
terra di Meratàim, avanza contro di essa e contro gli abitanti di Pekòd.
Devasta, annientali - dice il Signore - eseguisci quanto ti ho
comandato! [22]Rumore di guerra nella regione, e grande disastro.
[23]Perché è stato rotto e fatto in pezzi il martello di tutta la
terra? Perché è diventata un orrore Babilonia fra le nazioni?
[24]Ti ho teso un laccio e ti ci sei impigliata, Babilonia, senza
avvedertene. Sei stata sorpresa e afferrata, perché hai fatto guerra al
Signore. [25]Il Signore ha aperto il suo arsenale e ne ha tratto
le armi del suo sdegno, perché il Signore Dio degli eserciti ha un'opera
da compiere nel paese dei Caldei. [26]Venite ad essa dall'estremo
limite, aprite i suoi granai; fatene dei mucchi come covoni,
sterminatela, non ne rimanga neppure un resto. [27]Uccidete tutti
i suoi tori, scendano al macello. Guai a loro, perché è giunto il loro
giorno, il tempo del loro castigo! [28]Voce di profughi e di
scampati dal paese di Babilonia per annunziare in Sion la vendetta del
Signore nostro Dio, la vendetta per il suo tempio.
Il peccato di insolenza[29]Convocate contro Babilonia gli
arcieri, quanti tendono l'arco. Accampatevi intorno ad essa in modo
che nessuno scampi. Ripagatela secondo le sue opere, fate a lei quanto
ha fatto agli altri, perché è stata arrogante con il Signore, con il
Santo di Israele. [30]Perciò cadranno i suoi giovani nelle sue piazze
e tutti i suoi guerrieri periranno in quel giorno». Parola del Signore.
[31]«Eccomi a te, o arrogante, - oracolo del Signore degli
eserciti - poiché è giunto il tuo giorno, il tempo del tuo castigo.
[32]Vacillerà l'arrogante e cadrà, nessuno la rialzerà. Io
darò alle fiamme le sue città, esse divoreranno tutti i suoi dintorni.
Il Signore redentore di Israele[33]Dice il Signore degli
eserciti: Oppressi sono i figli di Israele e i figli di Giuda tutti insieme;
tutti i loro deportatori li trattengono e rifiutano di lasciarli andare.
[34]Ma il loro vendicatore è forte, Signore degli eserciti è il suo nome.
Egli sosterrà efficacemente la loro causa, per rendere tranquilla la terra e
sconvolgere gli abitanti di Babilonia.
[35]Spada, sui Caldei e sugli abitanti di Babilonia, sui suoi
capi e sui suoi sapienti! [36]Spada, sui suoi indovini ed
essi impazziscano! Spada, sui suoi prodi, ed essi s'impauriscano!
[37]Spada, sui suoi cavalli e sui suoi carri, su tutta la
gentaglia che è in essa, diventino come donne! Spada, sui suoi tesori
ed essi siano saccheggiati! [38]Spada, sulle sue acque ed
esse si prosciughino! Poiché essa è una terra di idoli; vanno pazzi per
questi spauracchi.
[39]Perciò l'abiteranno animali del deserto e sciacalli, vi si
stabiliranno gli struzzi; non sarà mai più abitata, né popolata di generazione
in generazione. [40]Come quando Dio sconvolse Sòdoma, Gomorra e le città
vicine - oracolo del Signore - così non vi abiterà alcuna persona né vi dimorerà
essere umano.
Il popolo del nord e il leone del Giordano[41]Ecco, un popolo
viene dal settentrione, un popolo grande, e molti re sorgono dalle estremità
della terra. [42]Impugnano arco e dardo, sono crudeli, non hanno pietà;
il loro tumulto è come il mugghio del mare. Montano cavalli, sono pronti come un
sol uomo a combattere contro di te, figlia di Babilonia. [43]Il re di
Babilonia ha sentito parlare di loro e le sue braccia sono senza forza; lo ha
colto l'angoscia, un dolore come di donna nel parto. [44]Ecco, come un
leone sale dalla boscaglia del Giordano verso i prati sempre verdi, così in un
batter d'occhio io li farò fuggire al di là e vi metterò sopra colui che mi
piacerà. Poiché chi è come me? Chi può citarmi in giudizio? Chi è dunque il
pastore che può resistere davanti a me? [45]Per questo ascoltate il
progetto che il Signore ha fatto contro Babilonia e le decisioni che ha prese
contro il paese dei Caldei. Certo, trascineranno via anche i più piccoli del
gregge e per loro sarà desolato il loro prato. [46]Al fragore della presa
di Babilonia trema la terra, ne risuonerà il clamore fra le nazioni».
Geremia - Capitolo 51
Il Signore contro Babilonia[1]Così dice il Signore: «Ecco
susciterò contro Babilonia e contro gli abitanti della Caldea un vento
distruttore; [2]io invierò in Babilonia spulatori che la spuleranno
e devasteranno la sua regione, poiché le piomberanno addosso da tutte le
parti nel giorno della tribolazione». [3]Non deponga l'arciere
l'arco e non si spogli della corazza. Non risparmiate i suoi giovani,
sterminate tutto il suo esercito. [4]Cadano trafitti nel paese
dei Caldei e feriti nelle sue piazze, [5b]perché la loro terra è
piena di delitti davanti al Santo di Israele. [5a]Ma Israele e
Giuda non sono vedove del loro Dio, il Signore degli eserciti.
[6]Fuggite da Babilonia, ognuno ponga in salvo la sua vita;
non vogliate perire per la sua iniquità, poiché questo è il tempo della
vendetta del Signore; egli la ripaga per quanto ha meritato.
[7]Babilonia era una coppa d'oro in mano del Signore, con la
quale egli inebriava tutta la terra; del suo vino hanno bevuto i popoli,
perciò sono divenuti pazzi. [8]All'improvviso Babilonia è caduta,
è stata infranta; alzate lamenti su di essa; prendete balsamo per il suo
dolore, forse potrà essere guarita. [9]«Abbiamo curato Babilonia,
ma non è guarita. Lasciatela e andiamo ciascuno al proprio paese; poiché
la sua punizione giunge fino al cielo e si alza fino alle nubi.
[10]Il Signore ha fatto trionfare la nostra giusta causa, venite,
raccontiamo in Sion l'opera del Signore nostro Dio».
[11]Aguzzate le frecce, riempite le faretre! Il Signore
suscita lo spirito del re di Media, perché il suo piano riguardo a Babilonia
è di distruggerla; perché questa è la vendetta del Signore, la
vendetta per il suo tempio. [12]Alzate un vessillo contro il muro di
Babilonia, rafforzate le guardie, collocate sentinelle, preparate
gli agguati, poiché il Signore si era proposto un piano e ormai compie
quanto aveva detto contro gli abitanti di Babilonia. [13]Tu che
abiti lungo acque abbondanti, ricca di tesori, è giunta la tua fine,
il momento del taglio. [14]Il Signore degli eserciti lo ha
giurato per se stesso: «Ti ho gremito di uomini come cavallette, che
intoneranno su di te il canto di vittoria». [15]Egli ha formato la
terra con la sua potenza, ha fissato il mondo con la sua sapienza, con
la sua intelligenza ha disteso i cieli. [16]Al rombo della sua voce
rumoreggiano le acque nel cielo. Egli fa salire le nubi dall'estremità
della terra, produce lampi per la pioggia e manda fuori il vento dalle
sue riserve. [17]Resta inebetito ogni uomo, senza comprendere;
resta confuso ogni orefice per i suoi idoli, poiché è menzogna ciò che
ha fuso e non ha soffio vitale. [18]Esse sono vanità, opere
ridicole; al tempo del loro castigo periranno. [19]Non è tale
l'eredità di Giacobbe, perché egli ha formato ogni cosa. Israele è la
tribù della sua eredità, Signore degli eserciti è il suo nome.
Il martello del Signore e il monte colossale[20]«Un martello sei
stata per me, uno strumento di guerra; con te martellavo i popoli,
con te annientavo i regni, [21]con te martellavo cavallo e
cavaliere, con te martellavo carro e cocchiere, [22]con te
martellavo uomo e donna, con te martellavo vecchio e ragazzo, con te
martellavo giovane e fanciulla, [23]con te martellavo pastore e
gregge, con te martellavo l'aratore e il suo paio di buoi, con te
martellavo governatori e prefetti.
[24]Ma ora ripagherò Babilonia e tutti gli abitanti della Caldea di
tutto il male che hanno fatto a Sion, sotto i vostri occhi. Oracolo del Signore.
[25]Eccomi a te, monte della distruzione, che distruggi tutta la
terra. Io stenderò la mano contro di te, ti rotolerò giù dalle rocce
e farò di te una montagna bruciata; [26]da te non si prenderà più
né pietra d'angolo, né pietra da fondamenta, perché diventerai un luogo
desolato per sempre». Oracolo del Signore.
Verso la fine[27]Alzate un vessillo nel paese, suonate la
tromba fra le nazioni; preparate le nazioni alla guerra contro di essa,
convocatele contro i regni di Araràt, di Minnì e di Aschenàz.
Nominate contro di essa un comandante, fate avanzare i cavalli come
cavallette spinose.
[28]Preparate alla guerra contro di essa le nazioni, il re della
Media, i suoi governatori, tutti i suoi prefetti e tutta la terra in suo
dominio.
[29]Trema la terra e freme, perché si avverano contro Babilonia
i progetti del Signore di ridurre il paese di Babilonia in luogo
desolato, senza abitanti. [30]Hanno cessato di combattere i prodi di
Babilonia, si sono ritirati nelle fortezze; il loro valore è venuto
meno, sono diventati come donne. Sono stati incendiati i suoi edifici,
sono spezzate le sue sbarre. [31]Corriere corre incontro a
corriere, messaggero incontro a messaggero per annunziare al re di
Babilonia che la sua città è presa da ogni lato; [32]i guadi sono
occupati, le fortezze bruciano, i guerrieri sono sconvolti dal terrore.
[33]Poiché dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: «La
figlia di Babilonia è come un'aia al tempo in cui viene spianata; ancora
un poco e verrà per essa il tempo della mietitura».
La vendetta del Signore[34]«Mi ha divorata, mi ha consumata
Nabucodònosor, re di Babilonia, mi ha ridotta come un vaso vuoto, mi
ha inghiottita come fa il coccodrillo, ha riempito il suo ventre, dai
miei luoghi deliziosi, mi ha scacciata. [35]Il mio strazio e la mia
sventura ricadano su Babilonia!» dice la popolazione di Sion, «il
mio sangue sugli abitanti della Caldea!» dice Gerusalemme.
[36]Perciò così parla il Signore: «Ecco io difendo la tua causa,
compio la tua vendetta; prosciugherò il suo mare, disseccherò le sue
sorgenti. [37]Babilonia diventerà un cumulo di rovine, un rifugio
di sciacalli, un oggetto di stupore e di scherno, senza abitanti.
[38]Essi ruggiscono insieme come leoncelli, rugghiano come
cuccioli di una leonessa. [39]Con veleno preparerò loro una bevanda,
li inebrierò perché si stordiscano e si addormentino in un sonno
perenne,nne, per non svegliarsi mai più. Parola del Signore.
[40]Li farò scendere al macello come agnelli, come montoni
insieme con i capri».
Elegia su Babilonia[41]Sesac è stata presa e occupata,
l'orgoglio di tutta la terra. Babilonia è diventata un oggetto di orrore
fra le nazioni! [42]Il mare dilaga su Babilonia essa è stata
sommersa dalla massa delle onde. [43]Sono diventate una desolazione
le sue città, un terreno riarso, una steppa. Nessuno abita più in esse
non vi passa più nessun figlio d'uomo.
La visita del Signore agli idoli[44]«Io punirò Bel in Babilonia,
gli estrarrò dalla gola quanto ha inghiottito. Non andranno più a lui le
nazioni». Perfino le mura di Babilonia sono crollate, [45]esci da
essa, popolo mio, ognuno salvi la vita dall'ira ardente del Signore.
[46]Non si avvilisca il vostro cuore e non temete per la notizia
diffusa nel paese; un anno giunge una notizia e l'anno dopo un'altra. La
violenza è nel paese, un tiranno contro un tiranno. [47]Per questo ecco,
verranno giorni nei quali punirò gli idoli di Babilonia. Allora tutto il suo
paese sentirà vergogna e tutti i suoi cadaveri le giaceranno in mezzo.
[48]Esulteranno su Babilonia cielo e terra e quanto contengono, perché da
settentrione verranno i suoi devastatori. Parola del Signore. [49]Anche
Babilonia deve cadere per gli uccisi di Israele, come per Babilonia caddero gli
uccisi di tutta la terra. [50]Voi scampati dalla spada partite, non
fermatevi; da questa regione lontana ricordatevi del Signore e vi torni in mente
Gerusalemme.
[51]«Sentiamo vergogna nell'udire l'insulto; la confusione ha coperto
i nostri volti, perché stranieri sono entrati nel santuario del tempio del
Signore».
[52]«Perciò ecco, verranno giorni - dice il Signore - nei quali punirò
i suoi idoli e in tutta la sua regione gemeranno i feriti.[53]Anche se
Babilonia si innalzasse fino al cielo, anche se rendesse inaccessibile la sua
cittadella potente, da parte mia verranno i suoi devastatori». Oracolo del
Signore.
[54]Udite! Un grido da Babilonia, una rovina immensa dal paese dei
Caldei. [55]E' il Signore che devasta Babilonia e fa tacere il suo grande
rumore. Mugghiano le sue onde come acque possenti, risuona il frastuono della
sua voce, [56]perché piomba su Babilonia il devastatore, sono catturati i
suoi prodi, si sono infranti i loro archi. Dio è il Signore delle giuste
ricompense, egli ricompensa con precisione. [57]«Io ubriacherò i suoi
capi e i suoi saggi, i suoi governatori, i suoi magistrati e i suoi guerrieri;
essi dormiranno un sonno eterno e non potranno più svegliarsi» dice il re, il
cui nome è Signore degli eserciti.
L'abbattimento di Babilonia[58]Così dice il Signore degli
eserciti: «Il largo muro di Babilonia sarà raso al suolo, le sue alte
porte saranno date alle fiamme. Si affannano dunque invano i popoli, le
nazioni si affaticano per nulla».
L'oracolo gettato nell'Eufrate[59]Ordine che il profeta Geremia
diede a Seraià figlio di Neria, figlio di Maasia, quando egli andò con Sedecìa
re di Giuda in Babilonia nell'anno quarto del suo regno. Seraià era capo degli
alloggiamenti. [60]Geremia scrisse su un rotolo tutte le sventure che
dovevano piombare su Babilonia. Tutte queste cose sono state scritte contro
Babilonia. [61]Geremia quindi disse a Seraià: «Quando giungerai a
Babilonia, abbi cura di leggere in pubblico tutte queste parole [62]e
dirai: Signore, tu hai dichiarato di distruggere questo luogo così che non ci
sia più chi lo abiti, né uomo né animale, ma sia piuttosto una desolazione per
sempre. [63]Ora, quando avrai finito di leggere questo rotolo, vi
legherai una pietra e lo getterai in mezzo all'Eufrate [64]dicendo: Così
affonderà Babilonia e non risorgerà più dalla sventura che io le farò piombare
addosso».
Fin qui le parole di Geremia.
Geremia - Capitolo 52
VI. APPENDICI
La catastrofe di Gerusalemme e il favore reso a
Ioiachin[1]Sedecìa aveva ventun'anni quando divenne re e regnò
undici anni a Gerusalemme; sua madre si chiamava Camitàl figlia di Geremia ed
era di Libna. [2]Egli fece ciò che dispiace al Signore, proprio come
aveva fatto Ioiakìm.
[3]Ma, a causa dell'ira del Signore, in Gerusalemme e in Giuda le cose
arrivarono a tal punto che il Signore li scacciò dalla sua presenza. Sedecìa si
era ribellato al re di Babilonia.
[4]Allora nel decimo mese dell'anno nono del suo regno, il dieci del
mese, venne Nabucodònosor re di Babilonia con tutto l'esercito contro
Gerusalemme. Costoro si accamparono intorno ad essa e costruirono attorno opere
d'assedio. [5]La città rimase assediata fino all'undecimo anno del re
Sedecìa.
[6]Nel quarto mese, il nove del mese, mentre la fame dominava nella
città e non c'era più pane per la popolazione, [7]fu aperta una breccia
nella città. Allora tutti i soldati fuggirono, uscendo dalla città di notte per
la via della porta fra le due mura, che era presso il giardino del re e, mentre
i Caldei erano intorno alla città, presero la via dell'Araba.
[8]Le truppe dei Caldei però inseguirono il re e raggiunsero Sedecìa
nelle steppe di Gerico; allora tutto il suo esercito lo abbandonò e si disperse.
[9]Il re fu catturato e condotto a Ribla nel paese di Amat presso il re
di Babilonia che pronunziò la sentenza contro di lui. [10]Il re di
Babilonia fece sgozzare i figli di Sedecìa sotto i suoi occhi e fece sgozzare
anche tutti i capi di Giuda in Ribla; [11]cavò gli occhi a Sedecìa e lo
fece legare con catene e condurre a Babilonia, dove lo tenne in carcere fino
alla sua morte.
[12]Nel quinto mese, il dieci del mese, essendo l'anno decimonono del
regno di Nabucodònosor re di Babilonia, Nabuzaradàn, capo delle guardie, che
prestava servizio alla presenza del re di Babilonia, entrò a Gerusalemme.
[13]Egli incendiò il tempio del Signore e la reggia e tutte le case di
Gerusalemme, diede alle fiamme anche tutte le case dei nobili. [14]Tutto
l'esercito dei Caldei, che era con il capo delle guardie, demolì tutte le mura
intorno a Gerusalemme.
[15]Il resto del popolo che era stato lasciato in città, i disertori
che erano passati al re di Babilonia e quanti eran rimasti degli artigiani,
Nabuzaradàn, capo delle guardie, li deportò: [16]dei più poveri del paese
Nabuzaradàn, capo delle guardie ne lasciò una parte come vignaioli e come
campagnoli. [17]I Caldei fecero a pezzi le colonne di bronzo che erano
nel tempio, le basi a ruote e il mare di bronzo che era nel tempio e ne
portarono tutto il bronzo in Babilonia. [18]Essi presero ancora le
caldaie, le palette, i coltelli, i bacini per l'aspersione, le coppe e tutti gli
arredi di bronzo che servivano al culto. [19]Il capo delle guardie prese
ancora i bicchieri, i bracieri, i bacini, le caldaie, i candelabri, le coppe e i
calici, quanto era d'oro e d'argento. [20]Quanto alle due colonne,
all'unico mare, ai dodici buoi di bronzo che erano sotto di esso e alle basi a
ruote, cose che aveva fatto il re Salomone per il tempio del Signore, non si
poteva calcolare quale fosse il peso del bronzo di tutti questi arredi.
[21]Delle colonne poi una sola era alta diciotto cubiti e ci voleva un
filo di dodici cùbiti per misurarne la circonferenza; il suo spessore era di
quattro dita, essendo vuota nell'interno. [22]Su di essa c'era un
capitello di bronzo e l'altezza di un capitello era di cinque cùbiti; tutto
intorno al capitello c'erano un reticolato per lato e melagrane, il tutto di
bronzo; così era anche l'altra colonna. [23]Le melagrane erano
novantasei; tutte le melagrane intorno al reticolato ammontavano a cento.
[24]Il capo delle guardie fece prigioniero Seraià, sacerdote capo, e
il secondo sacerdote Sofonia insieme con tre custodi della soglia.
[25]Dalla città egli fece prigionieri un funzionario, che era a capo dei
soldati, e sette uomini fra i più familiari del re, i quali furono trovati in
città, e l'aiutante del capo dell'esercito che arruolava la gente del paese, e
sessanta uomini della gente del paese, che furono trovati nella città.
[26]Nabuzaradàn, capo delle guardie, li prese e li condusse presso il re
di Babilonia, a Ribla. [27]Il re di Babilonia li fece percuotere e
uccidere a Ribla, nel paese di Amat. Così fu deportato Giuda dal suo paese.
[28]Questa è la gente che Nabucodònosor deportò: nell'anno settimo
tremilaventitrè Giudei; [29]nell'anno decimo ottavo di Nabucodònosor
furono deportati da Gerusalemme ottocentotrentadue persone; [30]nell'anno
ventitreesimo di Nabucodònosor, Nabuzaradàn capo delle guardie deportò
settecentoquarantacinque Giudei: in tutto quattromilaseicento persone.
[31]Ora, nell'anno trentasettesimo della deportazione di Ioiachìn re
di Giuda, nel decimosecondo mese, il venticinque del mese, Evil-Merodàch re di
Babilonia, nell'anno della sua ascesa al regno, fece grazia a Ioiachìn re di
Giuda e lo fece uscire dalla prigione. [32]Gli parlò con benevolenza e
pose il seggio di lui al di sopra dei seggi dei re che si trovavano con lui a
Babilonia. [33]Gli cambiò le vesti da prigioniero e Ioiachìn mangiò
sempre il cibo alla presenza di lui per tutti i giorni della sua vita.
[34]Il suo sostentamento, come sostentamento abituale, gli era fornito
dal re di Babilonia ogni giorno, fino al giorno della sua morte, per tutto il
tempo della sua vita.
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