Isaia
Isaia - Capitolo 1
I. PRIMA PARTE DI ISAIA
1. ORACOLI ANTERIORI ALLA GUERRA SIRO-EFRAIMITA
Titolo
[1]Visione che Isaia, figlio di Amoz, ebbe su Giuda e su
Gerusalemme nei giorni di Ozia, di Iotam, di Acaz e di Ezechia, re di Giuda.
Contro un popolo ingrato[2]Udite, cieli; ascolta, terra,
perché il Signore dice: «Ho allevato e fatto crescere figli, ma essi
si sono ribellati contro di me. [3]Il bue conosce il proprietario
e l'asino la greppia del padrone, ma Israele non conosce e il mio
popolo non comprende». [4]Guai, gente peccatrice, popolo carico
di iniquità! Razza di scellerati, figli corrotti! Hanno abbandonato
il Signore, hanno disprezzato il Santo di Israele, si sono voltati
indietro; [5]perché volete ancora essere colpiti, accumulando
ribellioni? La testa è tutta malata, tutto il cuore langue.
[6]Dalla pianta dei piedi alla testa non c'è in esso una parte
illesa, ma ferite e lividure e piaghe aperte, che non sono state
ripulite, né fasciate, né curate con olio. [7]Il vostro paese è
devastato, le vostre città arse dal fuoco. La vostra campagna, sotto i
vostri occhi, la divorano gli stranieri; è una desolazione come Sòdoma
distrutta. [8]E' rimasta sola la figlia di Sion come una capanna
in una vigna, come un casotto in un campo di cocomeri, come una città
assediata. [9]Se il Signore degli eserciti non ci avesse lasciato
un resto, gia saremmo come Sòdoma, simili a Gomorra.
Contro l'ipocrisia[10]Udite la parola del Signore, voi capi
di Sòdoma; ascoltate la dottrina del nostro Dio, popolo di Gomorra!
[11]«Che m'importa dei vostri sacrifici senza numero?» dice il
Signore. «Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di
giovenchi; il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco.
[12]Quando venite a presentarvi a me, chi richiede da voi che
veniate a calpestare i miei atri? [13]Smettete di presentare offerte
inutili, l'incenso è un abominio per me; noviluni, sabati, assemblee
sacre, non posso sopportare delitto e solennità. [14]I vostri
noviluni e le vostre feste io detesto, sono per me un peso; sono
stanco di sopportarli. [15]Quando stendete le mani, io allontano
gli occhi da voi. Anche se moltiplicate le preghiere, io non ascolto.
Le vostre mani grondano sangue. [16]Lavatevi, purificatevi,
togliete il male delle vostre azioni dalla mia vista. Cessate di
fare il male, [17]imparate a fare il bene, ricercate la
giustizia, soccorrete l'oppresso, rendete giustizia all'orfano,
difendete la causa della vedova». [18]«Su, venite e discutiamo»
dice il Signore. «Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto,
diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora,
diventeranno come lana. [19]Se sarete docili e ascolterete,
mangerete i frutti della terra. [20]Ma se vi ostinate e vi
ribellate, sarete divorati dalla spada, perché la bocca del Signore ha
parlato».
Lamento su Gerusalemme[21]Come mai è diventata una prostituta
la città fedele? Era piena di rettitudine, la giustizia vi dimorava;
ora invece è piena di assassini! [22]Il tuo argento è diventato
scoria, il tuo vino migliore è diluito con acqua. [23]I tuoi capi
sono ribelli e complici di ladri; tutti sono bramosi di regali,
ricercano mance, non rendono giustizia all'orfano e la causa della
vedova fino a loro non giunge. [24]Perciò, oracolo del Signore,
Dio degli eserciti, il Potente di Israele: «Ah, esigerò
soddisfazioni dai miei avversari, mi vendicherò dei miei nemici.
[25]Stenderò la mano su di te, purificherò nel crogiuolo le tue
scorie, eliminerò da te tutto il piombo. [26]Renderò i tuoi
giudici come una volta, i tuoi consiglieri come al principio. Dopo,
sarai chiamata città della giustizia, città fedele». [27]Sion
sarà riscattata con la giustizia, i suoi convertiti con la rettitudine.
[28]Tutti insieme finiranno in rovina ribelli e peccatori e
periranno quanti hanno abbandonato il Signore.
Contro gli alberi sacri[29]Vi vergognerete delle querce di
cui vi siete compiaciuti, arrossirete dei giardini che vi siete scelti,
[30]poiché sarete come quercia dalle foglie avvizzite e come
giardino senza acqua. [31]Il forte diverrà come stoppa, la sua
opera come scintilla; bruceranno tutte e due insieme e nessuno le
spegnerà.
Isaia - Capitolo 2
La pace perpetua[1]Ciò che Isaia, figlio di Amoz, vide riguardo
a Giuda e a Gerusalemme.
[2]Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà
eretto sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; ad esso
affluiranno tutte le genti. [3]Verranno molti popoli e diranno:
«Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe,
perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri».
Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore.
[4]Egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti
popoli. Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci;
un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si
eserciteranno più nell'arte della guerra. [5]Casa di Giacobbe, vieni,
camminiamo nella luce del Signore.
Splendore e maestà del Signore[6]Tu hai rigettato il tuo popolo,
la casa di Giacobbe, perché rigurgitano di maghi orientali e di
indovini come i Filistei; agli stranieri battono le mani. [7]Il
suo paese è pieno di argento e di oro, senza fine sono i suoi tesori; il
suo paese è pieno di cavalli, senza numero sono i suoi carri.
[8]Il suo paese è pieno di idoli; adorano l'opera delle proprie
mani, ciò che hanno fatto le loro dita. [9]Perciò l'uomo sarà
umiliato, il mortale sarà abbassato; tu non perdonare loro.
[10]Entra fra le rocce, nasconditi nella polvere, di fronte
al terrore che desta il Signore, allo splendore della sua maestà, quando
si alzerà a scuotere la terra. [11]L'uomo abbasserà gli occhi
orgogliosi, l'alterigia umana si piegherà; sarà esaltato il Signore, lui
solo in quel giorno. [12]Poiché ci sarà un giorno del Signore
degli eserciti contro ogni superbo e altero, contro chiunque si innalza
ad abbatterlo; [13]contro tutti i cedri del Libano alti ed elevati,
contro tutte le querce del Basan, [14]contro tutti gli alti
monti, contro tutti i colli elevati, [15]contro ogni torre
eccelsa, contro ogni muro inaccessibile, [16]contro tutte le navi
di Tarsis e contro tutte le imbarcazioni di lusso. [17]Sarà
piegato l'orgoglio degli uomini, sarà abbassata l'alterigia umana; sarà
esaltato il Signore, lui solo in quel giorno [18]e gli idoli
spariranno del tutto. [19]Rifugiatevi nelle caverne delle rocce e
negli antri sotterranei, di fronte al terrore che desta il Signore e
allo splendore della sua maestà, quando si alzerà a scuotere la terra.
[20]In quel giorno ognuno getterà gli idoli d'argento e gli idoli
d'oro, che si era fatto per adorarli, ai topi e ai pipistrelli,
[21]per entrare nei crepacci delle rocce e nelle spaccature delle
rupi, di fronte al terrore che desta il Signore e allo splendore della
sua maestà, quando si alzerà a scuotere la terra. [22]Guardatevi
dunque dall'uomo, nelle cui narici non v'è che un soffio, perché in
quale conto si può tenere?
Isaia - Capitolo 3
L'anarchia a Gerusalemme[1]Ecco infatti, il Signore, Dio degli
eserciti, toglie a Gerusalemme e a Giuda ogni genere di sostegno,
ogni riserva di pane e ogni sostentamento d'acqua, [2]il
prode e il guerriero, il giudice e il profeta, l'indovino e l'anziano,
[3]il capo di una cinquantina e il notabile, il consigliere e il
mago sapiente e l'esperto di incantesimi. [4]Io metterò come loro
capi ragazzi, monelli li domineranno. [5]Il popolo userà
violenza: l'uno contro l'altro, individuo contro individuo; il giovane
tratterà con arroganza l'anziano, lo spregevole, il nobile.
[6]Poiché uno afferra l'altro nella casa del padre: «Tu hai
un mantello: sii nostro capo; prendi in mano questa rovina!».
[7]Ma quegli si alzerà in quel giorno per dire: «Non sono un
medico; nella mia casa non c'è pane né mantello; non mi ponete a
capo del popolo!». [8]Certo, Gerusalemme va in rovina e Giuda
crolla, perché la loro lingua e le loro opere sono contro il Signore,
fino ad offendere la vista della sua maestà divina. [9]La loro
parzialità verso le persone li condanna ed essi ostentano il peccato come
Sòdoma: non lo nascondono neppure; disgraziati! Si preparano il male da
se stessi. [10]Beato il giusto, perché egli avrà bene, mangerà il
frutto delle sue opere. [11]Guai all'empio! Lo colpirà la sventura,
secondo i misfatti delle sue mani avrà la mercede. [12]Il mio
popolo! Un fanciullo lo tiranneggia e le donne lo dominano. Popolo mio,
le tue guide ti traviano, distruggono la strada che tu percorri.
[13]Il Signore appare per muovere causa, egli si presenta per
giudicare il suo popolo. [14]Il Signore inizia il giudizio con
gli anziani e i capi del suo popolo: «Voi avete devastato la vigna; le
cose tolte ai poveri sono nelle vostre case. [15]Qual diritto avete
di opprimere il mio popolo, di pestare la faccia ai poveri?». Oracolo
del Signore, Signore degli eserciti.
Le donne di Gerusalemme[16]Dice il Signore: «Poiché si sono
insuperbite le figlie di Sion e procedono a collo teso, ammiccando con
gli occhi, e camminano a piccoli passi facendo tintinnare gli anelli ai
piedi, [17]perciò il Signore renderà tignoso il cranio delle
figlie di Sion, il Signore denuderà le loro tempie».
[18]In quel giorno il Signore toglierà l'ornamento di fibbie, fermagli
e lunette, [19]orecchini, braccialetti, veli, [20]bende, catenine
ai piedi, cinture, boccette di profumi, amuleti, [21]anelli, pendenti al
naso, [22]vesti preziose e mantelline, scialli, borsette,
[23]specchi, tuniche, cappelli e vestaglie.
[24]Invece di profumo ci sarà marciume, invece di cintura una
corda, invece di ricci calvizie, invece di vesti eleganti uno stretto
sacco, invece di bellezza bruciatura.
Gerusalemme colpita dalla sventura[25]«I tuoi prodi cadranno di
spada, i tuoi guerrieri in battaglia». [26]Si alzeranno lamenti e
gemiti alle tue porte e tu, disabitata, giacerai a terra.
Isaia - Capitolo 4
[1]Sette donne afferreranno un uomo solo, in quel giorno, e
diranno: «Ci nutriremo del nostro pane e indosseremo le nostre vesti;
soltanto, lasciaci portare il tuo nome. Toglici la nostra vergogna».
Il germoglio del Signore[2]In quel giorno, il germoglio del
Signore crescerà in onore e gloria e il frutto della terra sarà a
magnificenza e ornamento per gli scampati di Israele.
[3]Chi sarà rimasto in Sion e chi sarà superstite in Gerusalemme sarà
chiamato santo, cioè quanti saranno iscritti per restare in vita in Gerusalemme.
[4]Quando il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion e avrà
pulito l'interno di Gerusalemme dal sangue che vi è stato versato con lo spirito
di giustizia e con lo spirito dello sterminio, [5]allora verrà il Signore
su ogni punto del monte Sion e su tutte le sue assemblee come una nube e come
fumo di giorno, come bagliore di fuoco e fiamma di notte, perché sopra ogni cosa
la gloria del Signore sarà come baldacchino. [6]Una tenda fornirà ombra
contro il caldo di giorno e rifugio e riparo contro i temporali e contro la
pioggia.
Isaia - Capitolo 5
Il canto della vigna[1]Canterò per il mio diletto il mio
cantico d'amore per la sua vigna. Il mio diletto possedeva una vigna
sopra un fertile colle. [2]Egli l'aveva vangata e sgombrata dai
sassi e vi aveva piantato scelte viti; vi aveva costruito in mezzo una
torre e scavato anche un tino. Egli aspettò che producesse uva, ma
essa fece uva selvatica. [3]Or dunque, abitanti di Gerusalemme e
uomini di Giuda, siate voi giudici fra me e la mia vigna. [4]Che
cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto? Perché,
mentre attendevo che producesse uva, essa ha fatto uva selvatica?
[5]Ora voglio farvi conoscere ciò che sto per fare alla mia
vigna: toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo; demolirò
il suo muro di cinta e verrà calpestata. [6]La renderò un
deserto, non sarà potata né vangata e vi cresceranno rovi e pruni;
alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia. [7]Ebbene, la
vigna del Signore degli eserciti è la casa di Israele; gli abitanti di
Giuda la sua piantagione preferita. Egli si aspettava giustizia ed
ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di
oppressi.
Maledizioni[8]Guai a voi, che aggiungete casa a casa e unite
campo a campo, finché non vi sia più spazio, e così restate soli ad
abitare nel paese. [9]Ho udito con gli orecchi il Signore degli
eserciti: «Certo, molti palazzi diventeranno una desolazione, grandi
e belli saranno senza abitanti». [10]Poiché dieci iugeri di vigna
produrranno solo un bat e un comer di seme produrrà
un'efa. [11]Guai a coloro che si alzano presto al mattino
e vanno in cerca di bevande inebrianti e si attardano alla sera
accesi in volto dal vino. [12]Ci sono cetre e arpe, timpani e
flauti e vino per i loro banchetti; ma non badano all'azione del
Signore, non vedono l'opera delle sue mani. [13]Perciò il mio
popolo sarà deportato senza che neppure lo sospetti. I suoi grandi
periranno di fame, il suo popolo sarà arso dalla sete.
[14]Pertanto gli inferi dilatano le fauci, spalancano senza
misura la bocca. Vi precipitano dentro la nobiltà e il popolo, il
frastuono e la gioia della città. [15]L'uomo sarà umiliato, il
mortale sarà abbassato, gli occhi dei superbi si abbasseranno.
[16]Sarà esaltato il Signore degli eserciti nel giudizio e il Dio
santo si mostrerà santo nella giustizia. [17]Allora vi pascoleranno
gli agnelli come nei loro prati, sulle rovine brucheranno i capretti.
[18]Guai a coloro che si tirano addosso il castigo con corde da
buoi e il peccato con funi da carro, [19]che dicono: «Faccia
presto, acceleri pure l'opera sua, perché la vediamo; si facciano
più vicini e si compiano i progetti del Santo di Israele, perché li
conosciamo». [20]Guai a coloro che chiamano bene il male e male
il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che
cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro. [21]Guai a coloro che
si credono sapienti e si reputano intelligenti. [22]Guai a coloro
che sono gagliardi nel bere vino, valorosi nel mescere bevande inebrianti,
[23]a coloro che assolvono per regali un colpevole e privano del
suo diritto l'innocente. [24]Perciò, come una lingua di fuoco divora
la stoppia e una fiamma consuma la paglia, così le loro radici
diventeranno un marciume e la loro fioritura volerà via come polvere,
perché hanno rigettato la legge del Signore degli eserciti, hanno
disprezzato la parola del Santo di Israele.
La collera del Signore[25]Per questo è divampato lo sdegno
del Signore contro il suo popolo, su di esso ha steso la sua mano per
colpire; hanno tremato i monti, i loro cadaveri erano come lordura
in mezzo alle strade. Con tutto ciò non si calma la sua ira e la sua
mano resta ancora tesa.
La chiamata degli invasori[26]Egli alzerà un segnale a un popolo
lontano e gli farà un fischio all'estremità della terra; ed ecco verrà
veloce e leggero. [27]Nessuno fra essi è stanco o inciampa,
nessuno sonnecchia o dorme, non si scioglie la cintura dei suoi fianchi
e non si slaccia il legaccio dei suoi sandali. [28]Le sue frecce
sono acuminate, e ben tesi tutti i suoi archi; gli zoccoli dei suoi
cavalli sono come pietre e le ruote dei suoi carri come un turbine.
[29]Il suo ruggito è come quello di una leonessa, ruggisce come
un leoncello; freme e afferra la preda, la pone al sicuro, nessuno
gliela strappa. [30]Fremerà su di lui in quel giorno come freme
il mare; si guarderà la terra: ecco, saranno tenebre, angoscia e la luce
sarà oscurata dalla caligine.
Isaia - Capitolo 6
2. IL LIBRO DELL'EMMANUELE
Vocazione di Isaia[1]Nell'anno in cui morì il re Ozia, io vidi
il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano
il tempio. [2]Attorno a lui stavano dei serafini, ognuno aveva sei ali;
con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava.
[3]Proclamavano l'uno all'altro:
«Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena
della sua gloria».
[4]Vibravano gli stipiti delle porte alla voce di colui che gridava,
mentre il tempio si riempiva di fumo. [5]E dissi:
«Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e
in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi
hanno visto il re, il Signore degli eserciti».
[6]Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone
ardente che aveva preso con le molle dall'altare. [7]Egli mi toccò la
bocca e mi disse:
«Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua
iniquità e il tuo peccato è espiato». [8]Poi io udii la voce del
Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi,
manda me!». [9]Egli disse: «Và e riferisci a questo popolo:
Ascoltate pure, ma senza comprendere, osservate pure, ma senza conoscere.
[10]Rendi insensibile il cuore di questo popolo, fallo duro
d'orecchio e acceca i suoi occhi e non veda con gli occhi né oda con gli
orecchi né comprenda con il cuore né si converta in modo da esser
guarito».
[11]Io dissi: «Fino a quando, Signore?». Egli rispose:
«Finché non siano devastate le città, senza abitanti, le case senza
uomini e la campagna resti deserta e desolata». [12]Il Signore
scaccerà la gente e grande sarà l'abbandono nel paese. [13]Ne
rimarrà una decima parte, ma di nuovo sarà preda della distruzione come
una quercia e come un terebinto, di cui alla caduta resta il ceppo.
Progenie santa sarà il suo ceppo.
Isaia - Capitolo 7
Primo intervento di Isaia[1]Nei giorni di Acaz figlio di Iotam,
figlio di Ozia, re di Giuda, Rezìn re di Aram e Pekach figlio di Romelia, re di
Israele, marciarono contro Gerusalemme per muoverle guerra, ma non riuscirono a
espugnarla. [2]Fu dunque annunziato alla casa di Davide: «Gli Aramei si
sono accampati in Efraim». Allora il suo cuore e il cuore del suo popolo si
agitarono, come si agitano i rami del bosco per il vento.
[3]Il Signore disse a Isaia: «Và incontro ad Acaz, tu e tuo figlio
Seariasùb, fino al termine del canale della piscina superiore sulla strada del
campo del lavandaio. [4]Tu gli dirai: Fà attenzione e stà tranquillo, non
temere e il tuo cuore non si abbatta per quei due avanzi di tizzoni fumosi, per
la collera di Rezìn degli Aramei e del figlio di Romelia. [5]Poiché gli
Aramei, Efraim e il figlio di Romelia hanno tramato il male contro di te,
dicendo: [6]Saliamo contro Giuda, devastiamolo e occupiamolo, e vi
metteremo come re il figlio di Tabeèl.
[7]Così dice il Signore Dio: Ciò non avverrà e non sarà!
[8a]Perché capitale di Aram è Damasco e capo di Damasco è Rezìn.
[9a]Capitale di Efraim è Samaria e capo di Samaria il figlio di
Romelia. [8b]Ancora sessantacinque anni ed Efraim cesserà di
essere un popolo. [9b]Ma se non crederete, non avrete stabilità».
Secondo intervento[10]Il Signore parlò ancora ad Acaz:
[11]«Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi
oppure lassù in alto». [12]Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio
tentare il Signore». [13]Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide!
Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare
anche quella del mio Dio? [14]Pertanto il Signore stesso vi darà un
segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele.
[15]Egli mangerà panna e miele finché non imparerà a rigettare il male e
a scegliere il bene. [16]Poiché prima ancora che il bimbo impari a
rigettare il male e a scegliere il bene, sarà abbandonato il paese di cui temi i
due re. [17]Il Signore manderà su di te, sul tuo popolo e sulla casa di
tuo padre giorni quali non vennero da quando Efraim si staccò da Giuda: manderà
il re di Assiria».
Predizione di un'invasione[18]Avverrà in quel giorno: il
Signore farà un fischio alle mosche che sono all'estremità dei canali di
Egitto e alle api che si trovano in Assiria. [19]Esse verranno e
si poseranno tutte nelle valli ricche di burroni, nelle fessure delle
rocce, su ogni cespuglio e su ogni pascolo. [20]In quel giorno il
Signore raderà con rasoio preso in affitto oltre il fiume, cioè il re
assiro, il capo e il pelo del corpo, anche la barba toglierà via.
[21]Avverrà in quel giorno: ognuno alleverà una giovenca e due
pecore. [22]Per l'abbondanza del latte che faranno, si mangerà la
panna; di panna e miele si ciberà ogni superstite in mezzo a questo
paese. [23]Avverrà in quel giorno: ogni luogo, dove erano mille
viti valutate mille sicli d'argento, sarà preda dei rovi e dei pruni.
[24]Vi si entrerà armati di frecce e di arco, perché tutta la
terra sarà rovi e pruni. [25]In tutti i monti, che erano vangati
con la vanga, non si passerà più per paura delle spine e dei rovi.
Serviranno da pascolo per armenti e da luogo battuto dal gregge.
Isaia - Capitolo 8
Nascita di un figlio di Isaia[1]Il Signore mi disse: «Prenditi
una grande tavoletta e scrivici con caratteri ordinari: A
Mahèr-salàl-cash-baz». [2]Io mi presi testimoni fidati, il
sacerdote Uria e Zaccaria figlio di Iebarachìa. [3]Poi mi unii alla
profetessa, la quale concepì e partorì un figlio. Il Signore mi disse: «Chiamalo
Mahèr-salàl-cash-baz, [4]poiché, prima che il bambino sappia dire
babbo e mamma, le ricchezze di Damasco e le spoglie di Samaria saranno portate
davanti al re di Assiria».
Siloe e l'Eufrate[5]Il Signore mi disse di nuovo:
[6]«Poiché questo popolo ha rigettato le acque di Siloe, che
scorrono piano, e trema per Rezìn e per il figlio di Romelia,
[7]per questo, ecco, il Signore gonfierà contro di loro le
acque del fiume, impetuose e abbondanti: cioè il re assiro con tutto il
suo splendore, irromperà in tutti i suoi canali e strariperà da tutte le
sue sponde. [8]Penetrerà in Giuda, lo inonderà e lo attraverserà
fino a giungere al collo. Le sue ali distese copriranno tutta
l'estensione del tuo paese, Emmanuele. [9]Sappiatelo, popoli: sarete
frantumati; ascoltate voi tutte, nazioni lontane, cingete le armi e
sarete frantumate. [10]Preparate un piano, sarà senza effetti;
fate un proclama, non si realizzerà, perché Dio è con noi».
La missione di Isaia[11]Poiché così il Signore mi disse, quando
mi aveva preso per mano e mi aveva proibito di incamminarmi nella via di questo
popolo:
[12]«Non chiamate congiura ciò che questo popolo chiama congiura,
non temete ciò che esso teme e non abbiate paura». [13]Il Signore
degli eserciti, lui solo ritenete santo. Egli sia l'oggetto del vostro
timore, della vostra paura. [14]Egli sarà laccio e pietra d'inciampo
e scoglio che fa cadere per le due case di Israele, laccio e
trabocchetto per chi abita in Gerusalemme. [15]Tra di loro molti
inciamperanno, cadranno e si sfracelleranno, saranno presi e catturati.
[16]Si chiuda questa testimonianza, si sigilli questa rivelazione nel
cuore dei miei discepoli. [17]Io ho fiducia nel Signore, che ha nascosto
il volto alla casa di Giacobbe, e spero in lui. [18]Ecco, io e i figli
che il Signore mi ha dato, siamo segni e presagi per Israele da parte del
Signore degli eserciti, che abita sul monte Sion.
[19]Quando vi diranno: «Interrogate gli spiriti e gli indovini che
bisbigliano e mormorano formule. Forse un popolo non deve consultare i suoi dei?
Per i vivi consultare i morti?», [20]attenetevi alla rivelazione, alla
testimonianza. Certo, faranno questo discorso che non offre speranza d'aurora.
Il cammino nella notte[21]Egli si aggirerà nel paese oppresso e
affamato, e, quando sarà affamato e preso dall'ira, maledirà il suo re e
il suo dio. Guarderà in alto [22]e rivolgerà lo sguardo sulla
terra ed ecco angustia e tenebre e oscurità desolante. Ma la
caligine sarà dissipata, [23]poiché non ci sarà più oscurità dove
ora è angoscia.
La liberazioneIn passato umiliò la terra di Zàbulon e la terra di
Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano e la
curva di Goim.
Isaia - Capitolo 9
[1]Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse.
[2]Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si
gioisce quando si spartisce la preda. [3]Poiché il giogo che gli
pesava e la sbarra sulle sue spalle, il bastone del suo aguzzino tu
hai spezzato come al tempo di Madian. [4]Poiché ogni calzatura di
soldato nella mischia e ogni mantello macchiato di sangue sarà bruciato,
sarà esca del fuoco. [5]Poiché un bambino è nato per noi, ci
è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è
chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre,
Principe della pace; [6]grande sarà il suo dominio e la pace non
avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare
e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo farà lo
zelo del Signore degli eserciti.
Le prove del regno del Nord[7]Una parola mandò il Signore contro
Giacobbe, essa cadde su Israele. [8]La conoscerà tutto il popolo,
gli Efraimiti e gli abitanti di Samaria, che dicevano nel loro orgoglio
e nell'arroganza del loro cuore: [9]«I mattoni sono caduti,
ricostruiremo in pietra; i sicomori sono stati abbattuti, li
sostituiremo con cedri». [10]Il Signore suscitò contro questo popolo
i suoi nemici, stimolò i suoi avversari: [11]gli Aramei
dall'oriente, da occidente i Filistei che divorano Israele a grandi morsi.
Con tutto ciò non si calma la sua ira e ancora la sua mano rimane stesa.
[12]Il popolo non è tornato a chi lo percuoteva; non ha ricercato
il Signore degli eserciti. [13]Pertanto il Signore ha amputato a
Israele capo e coda, palma e giunco in un giorno. [14]L'anziano e
i notabili sono il capo, il profeta, maestro di menzogna, è la coda.
[15]Le guide di questo popolo lo hanno fuorviato e i guidati si
sono perduti. [16]Perciò il Signore non avrà pietà dei suoi giovani,
non si impietosirà degli orfani e delle vedove, perché tutti sono empi e
perversi; ogni bocca proferisce parole stolte. Con tutto ciò non si
calma la sua ira e ancora la sua mano rimane stesa. [17]Brucia
l'iniquità come fuoco che divora rovi e pruni, divampa nel folto della
selva, da dove si sollevano colonne di fumo. [18]Per l'ira del
Signore brucia la terra e il popolo è come un'esca per il fuoco; nessuno
ha pietà del proprio fratello. [19]Dilania a destra, ma è ancora
affamato, mangia a sinistra, ma senza saziarsi; ognuno mangia la carne
del suo vicino. [20]Manàsse contro Efraim ed Efraim contro
Manàsse, tutti e due insieme contro Giuda. Con tutto ciò non si calma la
sua ira e ancora la sua mano rimane stesa.
Isaia - Capitolo 10
[1]Guai a coloro che fanno decreti iniqui e scrivono in fretta
sentenze oppressive, [2]per negare la giustizia ai miseri e per
frodare del diritto i poveri del mio popolo, per fare delle vedove la loro
preda e per spogliare gli orfani. [3]Ma che farete nel giorno del
castigo, quando da lontano sopraggiungerà la rovina? A chi ricorrerete
per protezione? Dove lascerete la vostra ricchezza? [4]Non vi
resterà che piegarvi tra i prigionieri o cadere tra i morti. Con tutto
ciò non si calma la sua ira e ancora la sua mano rimane stesa.
Contro il re di Assiria[5]Oh! Assiria, verga del mio furore,
bastone del mio sdegno. [6]Contro una nazione empia io la mando
e la comando contro un popolo con cui sono in collera perché lo
saccheggi, lo depredi e lo calpesti come fango di strada. [7]Essa
però non pensa così e così non giudica il suo cuore, ma vuole
distruggere e annientare non poche nazioni. [8]Anzi dice: «Forse
i miei capi non sono altrettanti re? [9]Forse come Càrchemis non è
anche Calne? Come Arpad non è forse Amat? Come Damasco non è forse
Samaria? [10]Come la mia mano ha raggiunto quei regni degli idoli,
le cui statue erano più numerose di quelle di Gerusalemme e di Samaria,
[11]non posso io forse, come ho fatto a Samaria e ai suoi idoli,
fare anche a Gerusalemme e ai suoi simulacri?».
[12]Quando il Signore avrà terminato tutta l'opera sua sul monte Sion
e a Gerusalemme, punirà l'operato orgoglioso della mente del re di Assiria e ciò
di cui si gloria l'alterigia dei suoi occhi. [13]Poiché ha detto:
«Con la forza della mia mano ho agito e con la mia sapienza, perché sono
intelligente; ho rimosso i confini dei popoli e ho saccheggiato i loro
tesori, ho abbattuto come un gigante coloro che sedevano sul trono.
[14]La mia mano, come in un nido, ha scovato la ricchezza dei
popoli. Come si raccolgono le uova abbandonate, così ho raccolto tutta
la terra; non vi fu battito d'ala, nessuno apriva il becco o pigolava».
[15]Può forse vantarsi la scure con chi taglia per suo mezzo o la
sega insuperbirsi contro chi la maneggia? Come se un bastone volesse
brandire chi lo impugna e una verga sollevare ciò che non è di legno!
[16]Perciò il Signore, Dio degli eserciti, manderà una peste
contro le sue più valide milizie; sotto ciò che è sua gloria arderà un
bruciore come bruciore di fuoco; [18b]esso consumerà anima e
corpo e sarà come un malato che sta spegnendosi. [17]La luce di
Israele diventerà un fuoco, il suo santuario una fiamma; essa divorerà e
consumerà rovi e pruni in un giorno, [18a]la magnificenza della
sua selva e del suo giardino; [19]il resto degli alberi nella selva
si conterà facilmente, persino un ragazzo potrebbe farne il conto.
Il piccolo resto[20]In quel giorno il resto di Israele e i
superstiti della casa di Giacobbe non si appoggeranno più su chi li ha
percossi, ma si appoggeranno sul Signore, sul Santo di Israele, con
lealtà. [21]Tornerà il resto, il resto di Giacobbe, al Dio forte.
[22]Poiché anche se il tuo popolo, o Israele, fosse come la
sabbia del mare, solo un suo resto ritornerà; è decretato uno sterminio
che farà traboccare la giustizia, [23]poiché un decreto di rovina
eseguirà il Signore, Dio degli eserciti, su tutta la regione.
Fiducia in Dio[24]Pertanto così dice il Signore, Dio degli
eserciti: «Popolo mio, che abiti in Sion, non temere l'Assiria che ti percuote
con la verga e alza il bastone contro di te come gia l'Egitto. [25]Perché
ancora un poco, ben poco, e il mio sdegno avrà fine; la mia ira li annienterà».
[26]Contro di essa il Signore degli eserciti agiterà il flagello, come
quando colpì Madian sulla rupe dell'Oreb; alzerà la sua verga sul mare come fece
con l'Egitto.
[27]In quel giorno sarà tolto il suo fardello dalla tua spalla
e il suo giogo cesserà di pesare sul tuo collo.
L'invasioneIl distruttore viene da Rimmòn, [28]raggiunge
Aiàt, attraversa Migròn, in Micmàs depone il bagaglio.
[29]Attraversano il passo; in Gheba si accampano; Rama trema,
fugge Gàbaa di Saul. [30]Grida con tutta la tua voce, Bat-Gallìm,
stà attenta, Làisa, rispondile, Anatòt! [31]Madmenà è in
fuga, e alla fuga si danno gli abitanti di Ghebim. [32]Oggi
stesso farà sosta a Nob, agiterà la mano verso il monte della figlia di
Sion, verso il colle di Gerusalemme. [33]Ecco il Signore, Dio
degli eserciti, che strappa i rami con fracasso; le punte più alte sono
troncate, le cime sono abbattute. [34]E' reciso con il ferro il
folto della selva e il Libano cade con la sua magnificenza.
Isaia - Capitolo 11
Il discendente di Davide[1]Un germoglio spunterà dal tronco di
Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. [2]Su di lui si
poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza,
spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore
del Signore. [3]Si compiacerà del timore del Signore. Non
giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire;
[4]ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque
per gli oppressi del paese. La sua parola sarà una verga che percuoterà il
violento; con il soffio delle sue labbra ucciderà l'empio.
[5]Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia, cintura dei suoi
fianchi la fedeltà. [6]Il lupo dimorerà insieme con l'agnello, la
pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello
pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà. [7]La vacca e
l'orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il
leone si ciberà di paglia, come il bue. [8]Il lattante si trastullerà
sulla buca dell'aspide; il bambino metterà la mano nel covo di serpenti
velenosi. [9]Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in
tutto il mio santo monte, perché la saggezza del Signore riempirà il paese
come le acque ricoprono il mare.
Il ritorno degli esiliati[10]In quel giorno la radice di
Iesse si leverà a vessillo per i popoli, le genti la cercheranno con ansia,
la sua dimora sarà gloriosa. [11]In quel giorno il Signore
stenderà di nuovo la mano per riscattare il resto del suo popolo
superstite dall'Assiria e dall'Egitto, da Patròs, dall'Etiopia e
dall'Elam, da Sènnaar e da Amat e dalle isole del mare. [12]Egli
alzerà un vessillo per le nazioni e raccoglierà gli espulsi di Israele;
radunerà i dispersi di Giuda dai quattro angoli della terra.
[13]Cesserà la gelosia di Efraim e gli avversari di Giuda saranno
sterminati; Efraim non invidierà più Giuda e Giuda non osteggerà più
Efraim. [14]Voleranno verso occidente contro i Filistei,
saccheggeranno insieme le tribù dell'oriente, stenderanno le mani su
Edom e su Moab e gli Ammoniti saranno loro sudditi. [15]Il
Signore prosciugherà il golfo del mare d'Egitto e stenderà la mano contro il
fiume con la potenza del suo soffio, e lo dividerà in sette bracci
così che si possa attraversare con i sandali. [16]Si formerà una
strada per il resto del suo popolo che sarà superstite dall'Assiria,
come ce ne fu una per Israele quando uscì dal paese d'Egitto.
Isaia - Capitolo 12
Salmo[1]Tu dirai in quel giorno: «Ti ringrazio, Signore; tu
eri in collera con me, ma la tua collera si è calmata e tu mi hai consolato.
[2]Ecco, Dio è la mia salvezza; io confiderò, non temerò mai,
perché mia forza e mio canto è il Signore; egli è stato la mia salvezza.
[3]Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza».
[4]In quel giorno direte: «Lodate il Signore, invocate il suo
nome; manifestate tra i popoli le sue meraviglie, proclamate che il suo
nome è sublime. [5]Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose
grandiose, ciò sia noto in tutta la terra. [6]Gridate giulivi ed
esultate, abitanti di Sion, perché grande in mezzo a voi è il Santo di
Israele».
Isaia - Capitolo 13
3. ORACOLI SUI POPOLI STRANIERI
Contro Babilonia[1]Oracolo su Babilonia, ricevuto in visione da
Isaia figlio di Amoz.
[2]Su un monte brullo issate un segnale, alzate per essi un grido;
fate cenni con la mano perché varchino le porte dei principi.
[3]Io ho dato un ordine ai miei consacrati; ho chiamato i miei
prodi a strumento del mio sdegno, entusiasti della mia grandezza.
[4]Rumore di folla sui monti, simile a quello di un popolo
immenso. Rumore fragoroso di regni, di nazioni radunate. Il Signore
degli eserciti passa in rassegna un esercito di guerra.
[5]Vengono da un paese lontano, dall'estremo orizzonte, il
Signore e gli strumenti della sua collera, per devastare tutto il paese.
[6]Urlate, perché è vicino il giorno del Signore; esso viene come
una devastazione da parte dell'Onnipotente. [7]Perciò tutte le
braccia sono fiacche, ogni cuore d'uomo viene meno; [8]sono
costernati, spasimi e dolori li prendono, si contorcono come una
partoriente; ognuno osserva sgomento il suo vicino; i loro volti sono
volti di fiamma. [9]Ecco, il giorno del Signore arriva implacabile,
con sdegno, ira e furore, per fare della terra un deserto, per
sterminare i peccatori. [10]Poiché le stelle del cielo e la
costellazione di Orione non daranno più la loro luce; il sole si
oscurerà al suo sorgere e la luna non diffonderà la sua luce.
[11]Io punirò il mondo per il male, gli empi per la loro
iniquità; farò cessare la superbia dei protervi e umilierò l'orgoglio
dei tiranni. [12]Renderò l'uomo più raro dell'oro e i mortali più
rari dell'oro di Ofir. [13]Allora farò tremare i cieli e la terra
si scuoterà dalle fondamenta per lo sdegno del Signore degli eserciti,
nel giorno della sua ira ardente. [14]Allora, come una gazzella
impaurita e come un gregge che nessuno raduna, ognuno si dirigerà verso
il suo popolo, ognuno correrà verso la sua terra. [15]Quanti
saranno trovati, saranno trafitti, quanti saranno presi, periranno di spada.
[16]I loro piccoli saranno sfracellati davanti ai loro occhi;
saranno saccheggiate le loro case, disonorate le loro mogli.
[17]Ecco, io eccito contro di loro i Medi che non pensano
all'argento, né si curano dell'oro. [18]Con i loro archi
abbatteranno i giovani, non avranno pietà dei piccoli appena nati, i
loro occhi non avranno pietà dei bambini. [19]Babilonia, perla dei
regni, splendore orgoglioso dei Caldei, sarà come Sòdoma e Gomorra
sconvolte da Dio. [20]Non sarà abitata mai più né popolata di
generazione in generazione. L'Arabo non vi pianterà la sua tenda né i
pastori vi faranno sostare i greggi. [21]Ma vi si stabiliranno gli
animali del deserto, i gufi riempiranno le loro case, vi faranno dimora
gli struzzi, vi danzeranno i sàtiri. [22]Ululeranno le iene nei
loro palazzi, gli sciacalli nei loro edifici lussuosi. La sua ora si
avvicina, i suoi giorni non saranno prolungati.
Isaia - Capitolo 14
Il ritorno dall'esilio[1]Il Signore infatti avrà pietà di
Giacobbe e si sceglierà ancora Israele e li ristabilirà nel loro paese. A loro
si uniranno gli stranieri, che saranno incorporati nella casa di Giacobbe.
[2]I popoli li accoglieranno e li ricondurranno nel loro paese e se ne
impossesserà la casa di Israele nel paese del Signore come schiavi e schiave;
così faranno prigionieri coloro che li avevano resi schiavi e domineranno i loro
avversari.
La morte del re di Babilonia[3]In quel giorno il Signore ti
libererà dalle tue pene e dal tuo affanno e dalla dura schiavitù con la quale
eri stato asservito. [4]Allora intonerai questa canzone sul re di
Babilonia e dirai:
«Ah, come è finito l'aguzzino, è finita l'arroganza! [5]Il
Signore ha spezzato la verga degli iniqui, il bastone dei dominatori,
[6]di colui che percuoteva i popoli nel suo furore, con colpi
senza fine, che dominava con furia le genti con una tirannia senza
respiro. [7]Riposa ora tranquilla tutta la terra ed erompe in
grida di gioia. [8]Persino i cipressi gioiscono riguardo a te e
anche i cedri del Libano: Da quando tu sei prostrato, non salgono più i
tagliaboschi contro di noi. [9]Gli inferi di sotto si agitano per te,
per venirti incontro al tuo arrivo; per te essi svegliano le ombre,
tutti i dominatori della terra, e fanno sorgere dai loro troni tutti i
re delle nazioni. [10]Tutti prendono la parola per dirti: Anche
tu sei stato abbattuto come noi, sei diventato uguale a noi.
[11]Negli inferi è precipitato il tuo fasto, la musica delle tue
arpe; sotto di te v'è uno strato di marciume, tua coltre sono i vermi.
[12]Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell'aurora?
Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli?
[13]Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio
innalzerò il trono, dimorerò sul monte dell'assemblea, nelle parti
più remote del settentrione. [14]Salirò sulle regioni superiori delle
nubi, mi farò uguale all'Altissimo. [15]E invece sei stato
precipitato negli inferi, nelle profondità dell'abisso!
[16]Quanti ti vedono ti guardano fisso, ti osservano
attentamente. E' questo l'individuo che sconvolgeva la terra, che faceva
tremare i regni, [17]che riduceva il mondo a un deserto, che ne
distruggeva le città, che non apriva ai suoi prigionieri la prigione?
[18]Tutti i re dei popoli, tutti riposano con onore, ognuno
nella sua tomba. [19]Tu, invece, sei stato gettato fuori del tuo
sepolcro, come un virgulto spregevole; sei circondato da uccisi trafitti
da spada, come una carogna calpestata. A coloro che sono scesi in una
tomba di pietre [20]tu non sarai unito nella sepoltura, perché
hai rovinato il tuo paese, hai assassinato il tuo popolo; non sarà più
nominata la discendenza dell'iniquo. [21]Preparate il massacro
dei suoi figli a causa dell'iniquità del loro padre e non sorgano più a
conquistare la terra e a riempire il mondo di rovine».
[22]Io insorgerò contro di loro - parola del Signore degli eserciti -,
sterminerò il nome di Babilonia e il resto, la prole e la stirpe - oracolo del
Signore -. [23]Io la ridurrò a dominio dei ricci, a palude stagnante; la
scoperò con la scopa della distruzione - oracolo del Signore degli eserciti -.
Contro l'Assiro[24]Il Signore degli eserciti ha giurato: «In
verità come ho pensato, accadrà e succederà come ho deciso.
[25]Io spezzerò l'Assiro nella mia terra e sui miei monti lo
calpesterò. Allora sparirà da loro il suo giogo, il suo peso dalle loro
spalle». [26]Questa è la decisione presa per tutta la terra e
questa è la mano stesa su tutte le genti. [27]Poiché il Signore degli
eserciti lo ha deciso; chi potrà renderlo vano? La sua mano è stesa, chi
gliela farà ritirare?
Contro i Filistei[28]Nell'anno in cui morì il re Acaz fu
comunicato questo oracolo:
[29]«Non gioire, Filistea tutta, perché si è spezzata la verga di
chi ti percuoteva. Poiché dalla radice del serpe uscirà una vipera e il
suo frutto sarà un drago alato. [30]I poveri pascoleranno sui miei
prati e i miseri vi riposeranno tranquilli; ma farò morire di fame la
tua stirpe e ucciderò il tuo resto. [31]Urla, porta; grida,
città; trema, Filistea tutta, perché dal settentrione si alza il fumo
e nessuno si sbanda dalle sue schiere». [32]Che si risponderà ai
messaggeri delle nazioni? «Il Signore ha fondato Sion e in essa si
rifugiano gli oppressi del suo popolo».
Isaia - Capitolo 15
Su Moab[1]Oracolo su Moab.
E' stata devastata di notte, Ar-Moab è stata distrutta; è stata
devastata di notte, Kir-Moab è stata distrutta. [2]E' salita la
gente di Dibon sulle alture, per piangere; su Nebo e su Màdaba Moab
innalza un lamento; ogni testa è stata rasata, ogni barba è stata
tagliata. [3]Nelle sue strade si indossa il sacco, sulle sue
terrazze si fa il lamento. Nelle sue piazze ognuno si lamenta, si
scioglie in lacrime. [4]Emettono urla Chesbòn ed Elealè, le loro
grida giungono fino a Iàas. Per questo tremano le viscere di Moab, freme
la sua anima. [5]Il cuore di Moab geme; i suoi fuggiaschi
giungono fino a Zoar. Ah, la salita di Luchìt salgono piangendo. Sulla
via di Coronàim mandano grida strazianti. [6]Le acque di Nimrìm
sono un deserto, l'erba si è seccata, finita è la pastura; non c'è più
nulla di verde. [7]Per questo fanno provviste, le loro riserve
trasportano al di là del torrente dei Salici. [8]Risuonano grida
per tutto il territorio di Moab; fino a Eglaim giunge il suo urlo,
fino a Bir-Elim il suo urlo. [9]Le acque di Dimòn sono piene di
sangue, eppure colpirò Dimòn con altri mali; un leone per i fuggiaschi
di Moab e per il resto del paese.
Isaia - Capitolo 16
La richiesta dei Moabiti[1]Mandate l'agnello al signore del
paese, dalla rupe verso il deserto al monte della figlia di Sion.
[2]Come un uccello fuggitivo, come una nidiata dispersa
saranno le figlie di Moab ai guadi dell'Arnon. [3]Dacci un
consiglio, prendi una decisione! Rendi come la notte la tua ombra in
pieno mezzogiorno; nascondi i dispersi, non tradire i fuggiaschi.
[4]Siano tuoi ospiti i dispersi di Moab; sii loro rifugio di
fronte al devastatore. Quando sarà estinto il tiranno e finita la
devastazione, scomparso il distruttore della regione, [5]allora
sarà stabilito un trono sulla mansuetudine, vi siederà con tutta fedeltà,
nella tenda di Davide, un giudice sollecito del diritto e pronto alla
giustizia. [6]Abbiamo udito l'orgoglio di Moab,
l'orgogliosissimo, la sua alterigia, la sua superbia, la sua tracotanza,
la vanità delle sue chiacchiere.
Lamento di Moab[7]Per questo i Moabiti innalzano un lamento per
Moab, si lamentano tutti; per le focacce di uva di Kir-Carèset
gemono tutti costernati. [8]Sono squallidi i campi di Chesbòn,
languiscono le viti di Sibmà. Signori di popoli ne hanno spezzato i
tralci che raggiungevano Iazèr, penetravano fin nel deserto; i loro
rami si estendevano liberamente, giungevano al mare. [9]Per
questo io piangerò con il pianto di Iazèr sui vigneti di Sibmà. Ti
inonderò con le mie lacrime, Chesbòn, Elealè, perché sui tuoi frutti e
sulla tua vendemmia è piombato il grido dei vignaioli. [10]Sono
scomparse gioia e allegria dai frutteti; nelle vigne non si levano più lieti
clamori, né si grida più allegramente. Il vino nei tini nessuno lo
ammosta, l'evviva di gioia è cessato. [11]Perciò le mie viscere
fremono per Moab come una cetra, il mio intimo freme per Kir-Carèset.
[12]Moab si mostrerà e si stancherà sulle alture, verrà nel suo
santuario per pregare, ma senza successo.
[13]Questo è il messaggio che pronunziò un tempo il Signore su Moab.
[14]Ma ora il Signore dice: «In tre anni, come gli anni di un salariato,
sarà deprezzata la gloria di Moab con tutta la sua numerosa popolazione. Ne
rimarrà solo un resto, piccolo e impotente».
Isaia - Capitolo 17
Contro Damasco e Israele[1]Oracolo su Damasco.
Ecco, Damasco sarà eliminata dal numero delle città, diverrà un cumulo di
rovine. [2]Le sue borgate saranno abbandonate per sempre; saranno
pascolo dei greggi che vi riposeranno senza esserne scacciati.
[3]A Efraim sarà tolta la cittadella, a Damasco la sovranità.
Al resto degli Aramei toccherà la stessa sorte della gloria degli
Israeliti, oracolo del Signore degli eserciti. [4]In quel giorno
verrà ridotta la gloria di Giacobbe e la pinguedine delle sue membra
dimagrirà. [5]Avverrà come quando il mietitore prende una
manciata di steli, e con l'altro braccio falcia le spighe, come quando
si raccolgono le spighe nella valle dei Rèfaim, [6]Vi resteranno
solo racimoli, come alla bacchiatura degli ulivi: due o tre bacche sulla
cima dell'albero, quattro o cinque sui rami da frutto. Oracolo del
Signore, Dio di Israele. [7]In quel giorno si volgerà l'uomo al suo
creatore e i suoi occhi guarderanno al Santo di Israele. [8]Non
si volgerà agli altari, lavoro delle sue mani; non guarderà ciò che fecero
le sue dita, i pali sacri e gli altari per l'incenso. [9]In quel
giorno avverrà alle tue fortezze come alle città abbandonate che l'Eveo
e l'Amorreo evacuarono di fronte agli Israeliti e sarà una desolazione.
[10]Perché hai dimenticato Dio tuo salvatore e non ti sei
ricordato della Roccia, tua fortezza. Tu pianti perciò piante amene e
innesti tralci stranieri; [11]di giorno le pianti, le vedi crescere
e al mattino vedi fiorire i tuoi semi, ma svanirà il raccolto in un
giorno di malattia e di dolore insanabile. [12]Ah, il rumore di
popoli immensi, rumore come il mugghio dei mari, fragore di nazioni
come lo scroscio di acque che scorrono veementi. [13]Le nazioni
fanno fragore come il fragore di molte acque, ma il Signore le minaccia,
esse fuggono lontano; come pula sono disperse sui monti dal vento e come
mulinello di polvere dinanzi al turbine. [14]Alla sera, ecco era
tutto uno spavento, prima del mattino non è gia più. Questo è il destino
dei nostri predatori e la sorte dei nostri saccheggiatori.
Isaia - Capitolo 18
Contro L'Etiopia[1]Ah! paese dagli insetti ronzanti, che ti
trovi oltre i fiumi di Etiopia, [2]che mandi ambasciatori per mare,
in canotti di papiro sulle acque: «Andate, messaggeri veloci, verso
un popolo alto e abbronzato, verso un popolo temuto ora e sempre, un
popolo potente e vittorioso, il cui paese è solcato da fiumi».
[3]O voi tutti abitanti del mondo, che dimorate sulla terra,
appena si alzerà un segnale sui monti, guardatelo! Appena squillerà la
tromba, ascoltatela! [4]Poiché questo mi ha detto il Signore: «Io
osserverò tranquillo dalla mia dimora, come il calore sereno alla luce del
sole, come una nube di rugiada al calore della mietitura».
[5]Poiché prima della raccolta, quando la fioritura è finita e il
fiore è diventato un grappolo maturo, egli taglierà i tralci con roncole,
strapperà e getterà via i pampini. [6]Saranno abbandonati tutti
insieme agli avvoltoi dei monti e alle bestie selvatiche; su di essi gli
avvoltoi passeranno l'estate su di essi tutte le bestie selvatiche
passeranno l'inverno. [7]In quel tempo saranno portate offerte al
Signore degli eserciti da un popolo alto e abbronzato, da un popolo temuto ora e
sempre, da un popolo potente e vittorioso, il cui paese è solcato da fiumi,
saranno portate nel luogo dove è invocato il nome del Signore degli eserciti,
sul monte Sion.
Isaia - Capitolo 19
Contro l'Egitto[1]Oracolo sull'Egitto.
Ecco, il Signore cavalca una nube leggera ed entra in Egitto.
Crollano gli idoli d'Egitto davanti a lui e agli Egiziani vien meno il
cuore nel petto. [2]Aizzerò gli Egiziani contro gli Egiziani:
combatterà fratello contro fratello, uomo contro uomo, città contro
città, regno contro regno. [3]Gli Egiziani perderanno il senno e
io distruggerò il loro consiglio; per questo ricorreranno agli idoli e ai
maghi, ai negromanti e agli indovini. [4]Ma io metterò gli
Egiziani in mano a un duro padrone, un re crudele li dominerà. Oracolo
del Signore, Dio degli eserciti. [5]Si prosciugheranno le acque del
mare, il fiume si inaridirà e seccherà. [6]I suoi canali
diventeranno putridi, diminuiranno e seccheranno i torrenti dell'Egitto,
canne e giunchi ingialliranno. [7]I giunchi sulle rive e alla
foce del Nilo e tutti i seminati del Nilo seccheranno, saranno dispersi
dal vento, non saranno più. [8]I pescatori si lamenteranno, gemeranno
quanti gettano l'amo nel Nilo, quanti stendono le reti sull'acqua
saranno desolati. [9]Saranno delusi i lavoratori del lino, le
cardatrici e i tessitori impallidiranno; [10]i tessitori saranno
avviliti, tutti i salariati saranno costernati. [11]Quanto sono
stolti i principi di Tanis! I più saggi consiglieri del faraone sono uno
stupido consiglio. Come osate dire al faraone: «Sono figlio di saggi,
figlio di re antichi»? [12]Dove sono, dunque, i tuoi saggi? Ti
rivelino e manifestino quanto ha deciso il Signore degli eserciti a
proposito dell'Egitto. [13]Stolti sono i principi di Tanis; si
ingannano i principi di Menfi. Hanno fatto traviare l'Egitto i capi
delle sue tribù. [14]Il Signore ha mandato in mezzo a loro uno
spirito di smarrimento; essi fanno smarrire l'Egitto in ogni impresa,
come barcolla un ubriaco nel vomito. [15]Non riuscirà all'Egitto
qualunque opera faccia: il capo o la coda, la palma o il giunco.
Conversione dell'Egitto[16]In quel giorno gli Egiziani
diventeranno come femmine, tremeranno e temeranno all'agitarsi della mano che il
Signore degli eserciti agiterà contro di loro. [17]Il paese di Giuda sarà
il terrore degli Egiziani; quando se ne parlerà, ne avranno spavento, a causa
del proposito che il Signore degli eserciti ha formulato sopra di esso.
[18]In quel giorno ci saranno cinque città nell'Egitto che parleranno
la lingua di Canaan e giureranno per il Signore degli eserciti; una di esse si
chiamerà Città del sole. [19]In quel giorno ci sarà un altare dedicato al
Signore in mezzo al paese d'Egitto e una stele in onore del Signore presso la
sua frontiera: [20]sarà un segno e una testimonianza per il Signore degli
eserciti nel paese d'Egitto. Quando, di fronte agli avversari, invocheranno il
Signore, allora egli manderà loro un salvatore che li difenderà e li libererà.
[21]Il Signore si rivelerà agli Egiziani e gli Egiziani riconosceranno in
quel giorno il Signore, lo serviranno con sacrifici e offerte, faranno voti al
Signore e li adempiranno. [22]Il Signore percuoterà ancora gli Egiziani
ma, una volta colpiti, li risanerà. Essi faranno ritorno al Signore ed egli si
placherà e li risanerà.
[23]In quel giorno ci sarà una strada dall'Egitto verso l'Assiria;
l'Assiro andrà in Egitto e l'Egiziano in Assiria; gli Egiziani serviranno il
Signore insieme con gli Assiri. [24]In quel giorno Israele sarà il terzo
con l'Egitto e l'Assiria, una benedizione in mezzo alla terra. [25]Li
benedirà il Signore degli eserciti: «Benedetto sia l'Egiziano mio popolo,
l'Assiro opera delle mie mani e Israele mia eredità».
Isaia - Capitolo 20
A proposito della presa di Asdod[1]Nell'anno in cui il
Tartàn, mandato ad Asdòd da Sargon re di Assiria, giunse ad Asdòd, la
assalì e la prese. [2]In quel tempo il Signore disse per mezzo di Isaia
figlio di Amoz: «Và, sciogliti il sacco dai fianchi e togliti i sandali dai
piedi!». Così egli fece, andando spoglio e scalzo.
[3]Il Signore poi disse: «Come il mio servo Isaia è andato spoglio e
scalzo per tre anni, come segno e simbolo per l'Egitto e per l'Etiopia,
[4]così il re di Assiria condurrà i prigionieri d'Egitto e i deportati
dell'Etiopia, giovani e vecchi, spogli e scalzi e con le natiche scoperte,
vergogna per l'Egitto. [5]Allora saranno abbattuti e confusi a causa
dell'Etiopia, loro speranza, e a causa dell'Egitto, di cui si vantavano.
[6]In quel giorno gli abitanti di questo lido diranno: Ecco che cosa è
successo al paese al quale ci eravano rivolti e nel quale cercavamo rifugio per
essere aiutati e liberati dal re di Assiria! Ora come ci salveremo?».
Isaia - Capitolo 21
La caduta di Babilonia[1]Oracolo sul deserto del mare.
Come i turbini che si scatenano nel Negheb, così egli viene dal deserto,
da una terra orribile. [2]Una visione angosciosa mi fu mostrata:
il saccheggiatore che saccheggia, il distruttore che distrugge.
Salite, o Elamiti, assediate, o Medi! Io faccio cessare ogni gemito.
[3]Per questo i miei reni tremano, mi hanno colto i dolori come
di una partoriente; sono troppo sconvolto per udire, troppo sbigottito
per vedere. [4]Smarrito è il mio cuore, la costernazione mi
invade; il crepuscolo tanto desiderato diventa il mio terrore.
[5]Si prepara la tavola, si stende la tovaglia, si mangia, si
beve. «Alzatevi, o capi, ungete gli scudi!». [6]Poiché così
mi ha detto il Signore: «Và, metti una sentinella che annunzi quanto
vede. [7]Se vede cavalleria, coppie di cavalieri, gente che
cavalca asini, gente che cavalca cammelli, osservi attentamente, con
grande attenzione». [8]La vedetta ha gridato: «Al posto di
osservazione, Signore, io sto sempre, tutto il giorno, e nel mio
osservatorio sto in piedi, tutta la notte. [9]Ecco, arriva una
schiera di cavalieri, coppie di cavalieri». Essi esclamano e dicono: «E'
caduta, è caduta Babilonia! Tutte le statue dei suoi dèi sono a
terra, in frantumi». [10]O popolo mio, calpestato, che ho
trebbiato come su un'aia, ciò che ho udito dal Signore degli eserciti,
Dio di Israele, a voi ho annunziato.
Sull'Idumea[11]Oracolo sull'Idumea.
Mi gridano da Seir: «Sentinella, quanto resta della notte?
Sentinella, quanto resta della notte?». [12]La sentinella
risponde: «Viene il mattino, poi anche la notte; se volete domandare,
domandate, convertitevi, venite!».
Contro gli Arabi[13]Oracolo sull'Arabia.
Nel bosco, nell'Arabia, passate la notte, carovane di Dedan;
[14]andando incontro agli assetati, portate acqua. Abitanti
del paese di Tema, presentatevi ai fuggiaschi con pane per loro.
[15]Perché essi fuggono di fronte alle spade, di fronte alla
spada affilata, di fronte all'arco teso, di fronte al furore della
battaglia.
[16]Poiché mi ha detto il Signore: «Ancora un anno, contato alla
maniera degli anni di un salariato, e scomparirà tutta la potenza gloriosa di
Kedàr. [17]E il numero degli archi dei prodi di Kedàr resterà molto
esiguo, perché il Signore Dio di Israele ha parlato».
Isaia - Capitolo 22
Contro l'entusiasmo di Gerusalemme[1]Oracolo sulla valle della
Visione. Che hai tu dunque, che sei salita tutta sulle terrazze,
[2]città rumorosa e tumultuante, città gaudente? I tuoi
caduti non sono caduti di spada né sono morti in battaglia.
[3]Tutti i tuoi capi sono fuggiti insieme, fatti prigionieri
senza un tiro d'arco; tutti i tuoi prodi sono stati catturati insieme, o
fuggirono lontano. [4]Per questo dico: «Stornate lo sguardo da me,
che io pianga amaramente; non cercate di consolarmi per la
desolazione della figlia del mio popolo». [5]Poiché è un giorno di
panico, di distruzione e di smarrimento, voluto dal Signore, Dio degli
eserciti. Nella valle della Visione un diroccare di mura e un invocare
aiuto verso i monti. [6]Gli Elamiti hanno preso la faretra; gli
Aramei montano i cavalli, Kir ha tolto il fodero allo scudo.
[7]Le migliori tra le tue valli sono piene di carri; i
cavalieri si sono disposti contro la porta. [8]Così egli toglie la
protezione di Giuda. Voi guardavate in quel giorno alle armi del palazzo
della Foresta; [9]le brecce della città di Davide avete visto
quante fossero; avete raccolto le acque della piscina inferiore,
[10]avete contato le case di Gerusalemme e demolito le case per
fortificare le mura; [11]avete costruito un serbatoio fra i due muri
per le acque della piscina vecchia; ma voi non avete guardato a chi ha
fatto queste cose, né avete visto chi ha preparato ciò da tempo.
[12]Vi invitava il Signore, Dio degli eserciti, in quel giorno al
pianto e al lamento, a rasarvi il capo e a vestire il sacco.
[13]Ecco invece si gode e si sta allegri, si sgozzano buoi e si
scannano greggi, si mangia carne e si beve vino: «Si mangi e si beva,
perché domani moriremo!». [14]Ma il Signore degli eserciti si è
rivelato ai miei orecchi: «Certo non sarà espiato questo vostro peccato,
finché non sarete morti», dice il Signore, Dio degli eserciti.
Contro Sebna[15]Così dice il Signore, Dio degli eserciti:
«Rècati da questo ministro, presso Sebnà, il maggiordomo,
[16b]che si taglia in alto il sepolcro e si scava nella rupe la
tomba: [16a]Che cosa possiedi tu qui e chi hai tu qui, che ti
stai scavando qui un sepolcro? [17]Ecco, il Signore ti scaglierà giù
a precipizio, o uomo, ti afferrerà saldamente, [18]ti rotolerà
ben bene a rotoli come palla, verso un esteso paese. Là morirai e là
finiranno i tuoi carri superbi, o ignominia del palazzo del tuo padrone!
[19]Ti toglierò la carica, ti rovescerò dal tuo posto.
[20]In quel giorno chiamerò il mio servo Eliakìm, figlio di
Chelkia; [21]lo rivestirò con la tua tunica, lo cingerò della tua
sciarpa e metterò il tuo potere nelle sue mani. Sarà un padre per gli
abitanti di Gerusalemme e per il casato di Giuda. [22]Gli porrò
sulla spalla la chiave della casa di Davide; se egli apre, nessuno chiuderà;
se egli chiude, nessuno potrà aprire. [23]Lo conficcherò come un
paletto in luogo solido e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre.
[24]A lui attaccheranno ogni gloria della casa di suo padre:
discendenti e nipoti, ogni vaso anche piccolo, dalle tazze alle anfore».
[25]In quel giorno - oracolo del Signore degli eserciti - cederà il
paletto conficcato in luogo solido, si spezzerà, cadrà e andrà in frantumi tutto
ciò che vi era appeso, perché il Signore ha parlato.
Isaia - Capitolo 23
Contro Tiro[1]Oracolo su Tiro.
Fate il lamento, navi di Tarsis, perché è stato distrutto il vostro
rifugio! Mentre tornavano dal paese dei Kittim, ne fu data loro notizia.
[2]Ammutolite, abitanti della costa, mercanti di Sidòne, i
cui agenti attraversavano [3]grandi acque. Il frumento del Nilo,
il raccolto del fiume era la sua ricchezza; era il mercato dei popoli.
[4]Vergognati, Sidòne, perché ha parlato il mare, la fortezza
marinara, dicendo: «Io non ho avuto doglie, non ho partorito, non ho
allevato giovani, non ho fatto crescere ragazze». [5]Appena si
saprà in Egitto, saranno addolorati per la notizia di Tiro.
[6]Passate in Tarsis, fate il lamento, abitanti della costa.
[7]E' questa la vostra città gaudente, le cui origini risalgono a
un'antichità remota, i cui piedi la portavano lontano per fissarvi
dimore? [8]Chi ha deciso questo contro Tiro l'incoronata, i
cui mercanti erano principi, i cui trafficanti erano i più nobili della
terra? [9]Il Signore degli eserciti lo ha deciso per svergognare
l'orgoglio di tutto il suo fasto, per umiliare i più nobili sulla terra.
[10]Coltiva la tua terra come il Nilo, figlia di Tarsis; il porto
non esiste più. [11]Ha steso la mano verso il mare, ha sconvolto
i regni, il Signore ha decretato per Canaan di abbattere le sue
fortezze. [12]Egli ha detto: «Non continuerai a far baldoria, tu
duramente oppressa, vergine figlia di Sidòne. Alzati, và pure dai Kittim;
neppure là ci sarà pace per te».
[13]Ecco il paese da lui fondato per marinai, che ne avevano innalzato
le torri; ne han demoliti i palazzi: egli l'ha ridotto a un cumulo di rovine.
[14]Fate il lamento, navi di Tarsis, perché è stato distrutto il
vostro rifugio.
[15]In quel giorno Tiro sarà dimenticata per settant'anni, quanti sono
gli anni di un re. Alla fine dei settanta anni a Tiro si applicherà la canzone
della prostituta:
[16]«Prendi la cetra, gira per la città, prostituta dimenticata;
suona con abilità, moltiplica i canti, perché qualcuno si ricordi di
te».
[17]Ma alla fine dei settant'anni il Signore visiterà Tiro, che
ritornerà ai suoi guadagni; essa trescherà con tutti i regni del mondo sulla
terra. [18]Il suo salario e il suo guadagno saranno sacri al Signore. Non
sarà ammassato né custodito il suo salario, ma andrà a coloro che abitano presso
il Signore, perché possano nutrirsi in abbondanza e vestirsi con decoro.
Isaia - Capitolo 24
4. APOCALISSE
Il giudizio del Signore[1]Ecco che il Signore spacca la terra,
la squarcia e ne sconvolge la superficie e ne disperde gli abitanti.
[2]Avverrà lo stesso al popolo come al sacerdote, allo schiavo
come al suo padrone, alla schiava come alla sua padrona, al compratore
come al venditore, al creditore come al debitore, a chi riceve come a
chi dà in prestito. [3]Sarà tutta spaccata la terra sarà tutta
saccheggiata, perché il Signore ha pronunziato questa parola.
[4]E' in lutto, languisce la terra; è squallido, languisce il
mondo, il cielo con la terra perisce. [5]La terra è stata
profanata dai suoi abitanti, perché hanno trasgredito le leggi, hanno
disobbedito al decreto, hanno infranto l'alleanza eterna. [6]Per
questo la maledizione divora la terra, i suoi abitanti ne scontano la pena;
per questo sono bruciati gli abitanti della terra e sono rimasti solo
pochi uomini.
Canto sulla città distrutta[7]Lugubre è il mosto, la vigna
languisce, gemono tutti. [8]E' cessata la gioia dei timpani,
è finito il chiasso dei gaudenti, è cessata la gioia della cetra.
[9]Non si beve più il vino tra i canti, la bevanda inebriante è
amara per chi la beve. [10]E' distrutta la città del caos, è
chiuso l'ingresso di ogni casa. [11]Per le strade si lamentano,
perché non c'è vino; ogni gioia è scomparsa, se ne è andata la letizia
dal paese. [12]Nella città è rimasta la desolazione; la porta è
stata abbattuta, fatta a pezzi. [13]Perché così accadrà nel centro
della terra, in mezzo ai popoli, come quando si bacchiano le ulive,
come quando si racimola, finita la vendemmia. [14]Quelli
alzeranno la voce, acclameranno alla maestà del Signore. Gridano dal
mare: «Acclamate, pertanto, popoli! [15]Voi in oriente,
glorificate il Signore, nelle isole del mare, il nome del Signore, Dio
d'Israele. [16]Dagli angoli estremi della terra abbiamo udito il
canto: Gloria al giusto».
Le ultime sventureMa io dico: «Guai a me! Guai a me! Ohimè!». I
perfidi agiscono perfidamente, i perfidi operano con perfidia.
[17]Terrore, fossa e laccio ti sovrastano, o abitante della
terra. [18]Chi fugge al grido di terrore cadrà nella fossa, chi
risale dalla fossa sarà preso nel laccio. Le cateratte dall'alto si
aprono e si scuotono le fondamenta della terra. [19]A pezzi andrà
la terra, in frantumi si ridurrà la terra, crollando crollerà la terra.
[20]Certo, barcollerà la terra come un ubriaco, vacillerà come
una tenda; peserà su di essa la sua iniquità, cadrà e non si rialzerà.
[21]In quel giorno il Signore punirà in alto l'esercito di lassù
e qui in terra i re della terra. [22]Saranno radunati e
imprigionati in una fossa, saranno rinchiusi in un carcere e dopo lungo
tempo saranno puniti. [23]Arrossirà la luna, impallidirà il sole,
perché il Signore degli eserciti regna sul monte Sion e in Gerusalemme
e davanti ai suoi anziani sarà glorificato.
Isaia - Capitolo 25
Inno di ringraziamento[1]Signore, tu sei il mio Dio; voglio
esaltarti e lodare il tuo nome, perché hai eseguito progetti meravigliosi,
concepiti da lungo tempo, fedeli e veri. [2]Poiché hai ridotto la
città ad un mucchio di sassi, la cittadella fortificata ad una rovina,
la fortezza dei superbi non è più città, non si ricostruirà mai più.
[3]Per questo ti glorifica un popolo forte, la città di genti
possenti ti venera. [4]Perché tu sei sostegno al misero, sostegno
al povero nella sua angoscia, riparo dalla tempesta, ombra contro il caldo;
poiché lo sbuffare dei tiranni è come pioggia d'inverno, [5]come
arsura in terra arida il clamore dei superbi. Tu mitighi l'arsura con
l'ombra d'una nube, l'inno dei tiranni si spegne.
Il divino banchetto[6]Preparerà il Signore degli eserciti
per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un
banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati.
[7]Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia
di tutti i popoli e la coltre che copriva tutte le genti.
[8]Eliminerà la morte per sempre; il Signore Dio asciugherà le
lacrime su ogni volto; la condizione disonorevole del suo popolo
farà scomparire da tutto il paese, poiché il Signore ha parlato.
[9]E si dirà in quel giorno: «Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo
sperato perché ci salvasse; questi è il Signore in cui abbiamo sperato;
rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza. [10]Poiché la mano
del Signore si poserà su questo monte». Moab invece sarà calpestato al
suolo, come si pesta la paglia nella concimaia. [11]Là esso
stenderà le mani, come le distende il nuotatore per nuotare; ma il
Signore abbasserà la sua superbia, nonostante l'annaspare delle sue mani.
[12]L'eccelsa fortezza delle tue mura egli abbatterà e demolirà,
la raderà al suolo.
Isaia - Capitolo 26
Inno di ringraziamento[1]In quel giorno si canterà questo canto
nel paese di Giuda:
Abbiamo una città forte; egli ha eretto a nostra salvezza mura e
baluardo. [2]Aprite le porte: entri il popolo giusto che mantiene
la fedeltà. [3]Il suo animo è saldo; tu gli assicurerai la pace,
pace perché in te ha fiducia. [4]Confidate nel Signore sempre,
perché il Signore è una roccia eterna; [5]perché egli ha
abbattuto coloro che abitavano in alto; la città eccelsa l'ha
rovesciata, rovesciata fino a terra, l'ha rasa al suolo. [6]I
piedi la calpestano, i piedi degli oppressi, i passi dei poveri.
Salmo[7]Il sentiero del giusto è diritto, il cammino del
giusto tu rendi piano. [8]Sì, nella via dei tuoi giudizi,
Signore, noi speriamo in te; al tuo nome e al tuo ricordo si volge
tutto il nostro desiderio. [9]La mia anima anela a te di notte,
al mattino il mio spirito ti cerca, perché quando pronunzi i tuoi
giudizi sulla terra, giustizia imparano gli abitanti del mondo.
[10]Si usi pure clemenza all'empio, non imparerà la giustizia;
sulla terra egli distorce le cose diritte e non guarda alla maestà del
Signore. [11]Signore, sta alzata la tua mano, ma essi non la
vedono. Vedano, arrossendo, il tuo amore geloso per il popolo; anzi, il
fuoco preparato per i tuoi nemici li divori. [12]Signore, ci
concederai la pace, poiché tu dài successo a tutte le nostre imprese.
[13]Signore nostro Dio, altri padroni, diversi da te, ci hanno
dominato, ma noi te soltanto, il tuo nome invocheremo. [14]I
morti non vivranno più, le ombre non risorgeranno; poiché tu li hai
puniti e distrutti, hai fatto svanire ogni loro ricordo. [15]Hai
fatto crescere la nazione, Signore, hai fatto crescere la nazione, ti sei
glorificato, hai dilatato tutti i confini del paese. [16]Signore,
nella tribolazione ti abbiamo cercato; a te abbiamo gridato nella prova, che
è la tua correzione. [17]Come una donna incinta che sta per partorire
si contorce e grida nei dolori, così siamo stati noi di fronte a te,
Signore. [18]Abbiamo concepito, abbiamo sentito i dolori quasi
dovessimo partorire: era solo vento; non abbiamo portato salvezza al paese
e non sono nati abitanti nel mondo. [19]Ma di nuovo vivranno i
tuoi morti, risorgeranno i loro cadaveri. Si sveglieranno ed esulteranno
quelli che giacciono nella polvere, perché la tua rugiada è rugiada
luminosa, la terra darà alla luce le ombre.
Il passaggio del Signore[20]Và, popolo mio, entra nelle tue
stanze e chiudi la porta dietro di te. Nasconditi per un momento
finché non sia passato lo sdegno. [21]Perché ecco, il Signore
esce dalla sua dimora per punire le offese fatte a lui dagli abitanti della
terra; la terra ributterà fuori il sangue assorbito e più non coprirà i
suoi cadaveri.
Isaia - Capitolo 27
[1]In quel giorno il Signore punirà con la spada dura, grande e
forte, il Leviatàn serpente guizzante, il Leviatàn serpente tortuoso
e ucciderà il drago che sta nel mare.
La vigna del Signore[2]In quel giorno si dirà: «La vigna
deliziosa: cantate di lei!». [3]Io, il Signore, ne sono il guardiano,
a ogni istante la irrigo; per timore che venga danneggiata, io ne ho
cura notte e giorno. [4]Io non sono in collera. Vi fossero rovi e
pruni, io muoverei loro guerra, li brucerei tutti insieme. [5]O,
meglio, si stringa alla mia protezione, faccia la pace con me, con me
faccia la pace!
Grazia e castigo[6]Nei giorni futuri Giacobbe metterà radici,
Israele fiorirà e germoglierà, riempirà il mondo di frutti.
[7]Il Signore lo ha forse percosso come i suoi percussori? O lo
ha ucciso come uccise i suoi uccisori? [8]Lo ha punito cacciandolo
via, respingendolo, lo ha rimosso con soffio impetuoso come quando tira
il vento d'oriente! [9]Proprio così sarà espiata l'iniquità di
Giacobbe e questo sarà tutto il frutto per la rimozione del suo peccato:
mentre egli ridurrà tutte le pietre dell'altare come si fa delle pietre
che si polverizzano per la calce, non erigeranno più pali sacri né altari
per l'incenso. [10]La fortezza è divenuta desolata, un luogo
spopolato e abbandonato come un deserto; vi pascola il vitello, vi si sdraia
e ne bruca gli arbusti. [11]I suoi rami seccandosi si spezzeranno;
le donne verranno ad accendervi il fuoco. Certo, si tratta di un popolo
privo di intelligenza; per questo non ne avrà pietà chi lo ha creato, né
chi lo ha fatto ne avrà compassione.
Ritorno degli Israeliti[12]In quel giorno, dal corso
dell'Eufrate al torrente d'Egitto, il Signore batterà le spighe e voi
sarete raccolti uno a uno, Israeliti. [13]In quel giorno suonerà la
grande tromba, verranno gli sperduti nel paese di Assiria e i dispersi
nel paese di Egitto. Essi si prostreranno al Signore sul monte santo, in
Gerusalemme.
Isaia - Capitolo 28
5. POEMI SU ISRAELE E SU GIUDA
Contro Samaria[1]Guai alla corona superba degli ubriachi di
Efraim, al fiore caduco, suo splendido ornamento, che domina la fertile
valle, o storditi dal vino! [2]Ecco, inviato dal Signore, un uomo
potente e forte, come nembo di grandine, come turbine rovinoso, come
nembo di acque torrenziali e impetuose, getta tutto a terra con violenza.
[3]Dai piedi verrà calpestata la corona degli ubriachi di Efraim.
[4]E avverrà al fiore caduco del suo splendido ornamento, che
domina la valle fertile, come a un fico primaticcio prima dell'estate:
uno lo vede, lo coglie e lo mangia appena lo ha in mano. [5]In
quel giorno sarà il Signore degli eserciti una corona di gloria, uno
splendido diadema per il resto del suo popolo, [6]ispiratore di
giustizia per chi siede in tribunale, forza per chi respinge l'assalto alla
porta.
Contro i falsi profeti[7]Anche costoro barcollano per il vino,
vanno fuori strada per le bevande inebrianti. Sacerdoti e profeti
barcollano per la bevanda inebriante, affogano nel vino; vanno fuori
strada per le bevande inebrianti, s'ingannano mentre hanno visioni,
dondolano quando fanno da giudici. [8]Tutte le tavole sono piene
di fetido vomito; non c'è un posto pulito. [9]«A chi vuole
insegnare la scienza? A chi vuole spiegare il discorso? Ai bambini
divezzati, appena staccati dal seno? [10]Sì: precetto su precetto,
precetto su precetto, norma su norma, norma su norma, un pò qui, un pò
là». [11]Con labbra balbettanti e in lingua straniera parlerà a
questo popolo [12]colui che aveva detto loro: «Ecco il riposo!
Fate riposare lo stanco. Ecco il sollievo!». Ma non vollero udire.
[13]E sarà per loro la parola del Signore: «precetto su precetto,
precetto su precetto, norma su norma, norma su norma, un pò qui, un pò
là», perché camminando cadano all'indietro, si producano fratture, siano
presi e fatti prigionieri.
Contro i cattivi consiglieri[14]Perciò ascoltate la parola del
Signore, uomini arroganti, signori di questo popolo che sta in
Gerusalemme: [15]«Voi dite: Abbiamo concluso un'alleanza con la
morte, e con gli inferi abbiamo fatto lega; il flagello del
distruttore, quando passerà, non ci raggiungerà; perché ci siamo fatti
della menzogna un rifugio e nella falsità ci siamo nascosti».
[16]Dice il Signore Dio: «Ecco io pongo una pietra in Sion,
una pietra scelta, angolare, preziosa, saldamente fondata: chi crede
non vacillerà. [17]Io porrò il diritto come misura e la giustizia
come una livella. La grandine spazzerà via il vostro rifugio fallace, le
acque travolgeranno il vostro riparo. [18]Sarà cancellata la vostra
alleanza con la morte; la vostra lega con gli inferi non reggerà. Quando
passerà il flagello del distruttore, voi sarete la massa da lui calpestata.
[19]Ogni volta che passerà, vi prenderà, poiché passerà ogni
mattino, giorno e notte. E solo il terrore farà capire il discorso».
[20]Troppo corto sarà il letto per distendervisi, troppo stretta
la coperta per avvolgervisi. [21]Poiché come sul monte Perasìm si
leverà il Signore; come nella valle di Gàbaon si adirerà per compiere
l'opera, la sua opera singolare, e per eseguire il lavoro, il suo lavoro
inconsueto. [22]Ora cessate di agire con arroganza perché non si
stringano di più le vostre catene, perché un decreto di rovina io ho udito,
da parte del Signore, Dio degli eserciti, riguardo a tutta la terra.
Parabola[23]Porgete l'orecchio e ascoltate la mia voce, fate
attenzione e sentite le mie parole. [24]Ara forse tutti i giorni
l'aratore, rompe e sarchia la terra? [25]Forse non ne spiana la
superficie, non vi semina l'anèto e non vi sparge il cumino? E non vi
pone grano e orzo e spelta lungo i confini? [26]E la sua perizia
rispetto alla regola gliela insegna il suo Dio. [27]Certo,
l'anèto non si batte con il tribbio, né si fa girare sul cumino il rullo,
ma con una bacchetta si batte l'anèto e con la verga il cumino.
[28]Il frumento vien forse schiacciato? Certo, non lo si pesta
senza fine, ma vi si spinge sopra il rullo e gli zoccoli delle bestie
senza schiacciarlo. [29]Anche questo proviene dal Signore degli
eserciti: egli si mostra mirabile nel consiglio, grande nella sapienza.
Isaia - Capitolo 29
Su Gerusalemme[1]Guai ad Arièl, ad Arièl, città dove pose il
campo Davide! Aggiungete anno ad anno, si avvicendino i cicli festivi.
[2]Io metterò alle strette Arièl, ci saranno gemiti e lamenti.
Tu sarai per me come un vero Arièl, [3]io mi accamperò come
Davide contro di te e ti circonderò di trincee, innalzerò contro di te
un vallo. [4]Allora prostrata parlerai da terra e dalla polvere
saliranno fioche le tue parole; sembrerà di un fantasma la tua voce dalla
terra, e dalla polvere la tua parola risuonerà come bisbiglio.
[5]Sarà come polvere fine la massa dei tuoi oppressori e come
pula dispersa la massa dei tuoi tiranni. Ma d'improvviso, subito,
[6]dal Signore degli eserciti sarai visitata con tuoni, rimbombi
e rumore assordante, con uragano e tempesta e fiamma di fuoco divoratore.
[7]E sarà come un sogno, come una visione notturna, la massa
di tutte le nazioni che marciano su Arièl, di quanti la attaccano e
delle macchine poste contro di essa. [8]Avverrà come quando un
affamato sogna di mangiare, ma si sveglia con lo stomaco vuoto; come
quando un assetato sogna di bere, ma si sveglia stanco e con la gola riarsa:
così succederà alla folla di tutte le nazioni che marciano contro il
monte Sion. [9]Stupite pure così da restare sbalorditi, chiudete
gli occhi in modo da rimanere ciechi; ubriacatevi ma non di vino,
barcollate ma non per effetto di bevande inebrianti. [10]Poiché
il Signore ha versato su di voi uno spirito di torpore, ha chiuso i
vostri occhi, ha velato i vostri capi.
[11]Per voi ogni visione sarà come le parole di un libro sigillato: si
dà a uno che sappia leggere dicendogli: «Leggilo», ma quegli risponde: «Non
posso, perché è sigillato». [12]Oppure si dà il libro a chi non sa
leggere dicendogli: «Leggilo», ma quegli risponde: «Non so leggere».
Oracolo[13]Dice il Signore: «Poiché questo popolo si
avvicina a me solo a parole e mi onora con le labbra, mentre il suo
cuore è lontano da me e il culto che mi rendono è un imparaticcio di usi
umani, [14]perciò, eccomi, continuerò a operare meraviglie e
prodigi con questo popolo; perirà la sapienza dei suoi sapienti e si
eclisserà l'intelligenza dei suoi intelligenti».
Il trionfo del diritto[15]Guai a quanti vogliono sottrarsi alla
vista del Signore per dissimulare i loro piani, a coloro che agiscono
nelle tenebre, dicendo: «Chi ci vede? Chi ci conosce?».
[16]Quanto siete perversi! Forse che il vasaio è stimato pari
alla creta? Un oggetto può dire del suo autore: «Non mi ha fatto lui»?
E un vaso può dire del vasaio: «Non capisce»? [17]Certo, ancora
un pò e il Libano si cambierà in un frutteto e il frutteto sarà
considerato una selva. [18]Udranno in quel giorno i sordi le parole
di un libro; liberati dall'oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei
ciechi vedranno. [19]Gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore,
i più poveri gioiranno nel Santo di Israele. [20]Perché il
tiranno non sarà più, sparirà il beffardo, saranno eliminati quanti tramano
iniquità, [21]quanti con la parola rendono colpevoli gli altri,
quanti alla porta tendono tranelli al giudice e rovinano il giusto per
un nulla. [22]Pertanto, dice alla casa di Giacobbe il Signore che
riscattò Abramo: «D'ora in poi Giacobbe non dovrà più arrossire, il suo
viso non impallidirà più, [23]poiché vedendo il lavoro delle mie mani
tra di loro, santificheranno il mio nome, santificheranno il Santo di
Giacobbe e temeranno il Dio di Israele. [24]Gli spiriti traviati
apprenderanno la sapienza e i brontoloni impareranno la lezione».
Isaia - Capitolo 30
Contro l'ambasciata in Egitto[1]Guai a voi, figli ribelli
-oracolo del Signore - che fate progetti da me non suggeriti, vi
legate con alleanze che io non ho ispirate così da aggiungere peccato a
peccato. [2]Siete partiti per scendere in Egitto senza
consultarmi, per mettervi sotto la protezione del faraone e per
ripararvi all'ombra dell'Egitto. [3]La protezione del faraone sarà la
vostra vergogna e il riparo all'ombra dell'Egitto la vostra confusione.
[4]Quando i suoi capi saranno giunti a Tanis e i messaggeri
avranno raggiunto Canès, [5]tutti saran delusi di un popolo che non
gioverà loro, che non porterà né aiuto né vantaggio ma solo confusione e
ignominia.
Altro oracolo contro un'ambasciata[6]Oracolo sulle bestie del
Negheb. In una terra di angoscia e di miseria, adatta a leonesse e leoni
ruggenti, a vipere e draghi volanti, essi portano le loro ricchezze sul
dorso di asini, i tesori sulla gobba di cammelli a un popolo che non
giova a nulla. [7]Vano e inutile è l'aiuto dell'Egitto; per
questo lo chiamo: Raab l'ozioso.
Testamento[8]Su, vieni, scrivi questo su una tavoletta davanti a
loro, incidilo sopra un documento, perché resti per il futuro in
testimonianza perenne. [9]Poiché questo è un popolo ribelle, sono
figli bugiardi, figli che non vogliono ascoltare la legge del Signore.
[10]Essi dicono ai veggenti: «Non abbiate visioni» e ai profeti:
«Non fateci profezie sincere, diteci cose piacevoli, profetateci illusioni!
[11]Scostatevi dalla retta via, uscite dal sentiero, toglieteci
dalla vista il Santo di Israele». [12]Pertanto dice il Santo di
Israele: «Poiché voi rigettate questo avvertimento e confidate nella
perversità e nella perfidia, ponendole a vostro sostegno,
[13]ebbene questa colpa diventerà per voi come una breccia che
minaccia di crollare, che sporge su un alto muro, il cui crollo avviene
in un attimo, improvviso, [14]e si infrange come un vaso di creta,
frantumato senza misericordia, così che non si trova tra i suoi frantumi
neppure un coccio con cui si possa prendere fuoco dal braciere o
attingere acqua dalla cisterna». [15]Poiché dice il Signore Dio, il
Santo di Israele: «Nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza,
nell'abbandono confidente sta la vostra forza». Ma voi non avete voluto,
[16]anzi avete detto: «No, noi fuggiremo su cavalli». - Ebbene,
fuggite! - «Cavalcheremo su destrieri veloci». Ebbene più veloci saranno
i vostri inseguitori. [17]Mille si spaventeranno per la minaccia di
uno, per la minaccia di cinque vi darete alla fuga, finché resti di voi
qualcosa come un palo sulla cima di un monte e come un'asta sopra una
collina.
Dio perdonerà[18]Eppure il Signore aspetta per farvi grazia,
per questo sorge per aver pietà di voi, perché un Dio giusto è il
Signore; beati coloro che sperano in lui!
[19]Popolo di Sion che abiti in Gerusalemme, tu non dovrai più
piangere; a un tuo grido di supplica ti farà grazia; appena udrà, ti darà
risposta. [20]Anche se il Signore ti darà il pane dell'afflizione e
l'acqua della tribolazione, tuttavia non si terrà più nascosto il tuo maestro; i
tuoi occhi vedranno il tuo maestro, [21]i tuoi orecchi sentiranno questa
parola dietro di te: «Questa è la strada, percorretela», caso mai andiate a
destra o a sinistra. [22]Considererai cose immonde le tue immagini
ricoperte d'argento; i tuoi idoli rivestiti d'oro getterai via come un oggetto
immondo. «Fuori!» tu dirai loro. [23]Allora egli concederà la pioggia per
il seme che avrai seminato nel terreno; il pane, prodotto della terra, sarà
abbondante e sostanzioso; in quel giorno il tuo bestiame pascolerà su un vasto
prato. [24]I buoi e gli asini che lavorano la terra mangeranno biada
saporita, ventilata con la pala e con il vaglio. [25]Su ogni monte e su
ogni colle elevato, scorreranno canali e torrenti d'acqua nel giorno della
grande strage, quando cadranno le torri. [26]La luce della luna sarà come
la luce del sole e la luce del sole sarà sette volte di più, quando il Signore
curerà la piaga del suo popolo e guarirà le lividure prodotte dalle sue
percosse.
Contro l'Assiria[27]Ecco il nome del Signore venire da lontano;
ardente è la sua ira e gravoso il suo divampare; le sue labbra
traboccano sdegno, la sua lingua è come un fuoco divorante.
[28]Il suo soffio è come un torrente che straripa, che giunge
fino al collo. Viene per vagliare i popoli con il vaglio distruttore e
per mettere alle mascelle dei popoli una briglia che porta a rovina.
[29]Voi innalzerete il vostro canto come nella notte in cui si
celebra una festa; avrete la gioia nel cuore come chi parte al suono del
flauto, per recarsi al monte del Signore, alla Roccia d'Israele.
[30]Il Signore farà udire la sua voce maestosa e mostrerà come
colpisce il suo braccio con ira ardente, in mezzo a un fuoco divorante,
tra nembi, tempesta e grandine furiosa. [31]Poiché alla voce del
Signore tremerà l'Assiria, quando sarà percossa con la verga.
[32]Ogni colpo del bastone punitivo, che il Signore le farà
piombare addosso, sarà accompagnato con timpani e cetre. Egli combatterà
contro di essa con battaglie tumultuose; [33]poiché il Tofet è
preparato da tempo, esso è pronto anche per il re; profondo e largo è il
rogo, fuoco e legna abbondano, lo accenderà, come torrente di zolfo,
il soffio del Signore.
Isaia - Capitolo 31
Contro l'alleanza egiziana[1]Guai a quanti scendono in Egitto
per cercar aiuto, e pongono la speranza nei cavalli, confidano nei carri
perché numerosi e sulla cavalleria perché molto potente, senza guardare
al Santo di Israele e senza cercare il Signore. [2]Eppure
anch'egli è capace di mandare sciagure e non rinnega le sue parole. Egli
si alzerà contro la razza dei malvagi e contro l'aiuto dei malfattori.
[3]L'Egiziano è un uomo e non un dio, i suoi cavalli sono carne e
non spirito. Il Signore stenderà la sua mano: inciamperà chi porta aiuto
e cadrà chi è aiutato, tutti insieme periranno.
Contro l'Assiria[4]Poiché così mi ha parlato il Signore:
«Come per la sua preda ruggisce il leone o il leoncello, quando gli
si raduna contro tutta la schiera dei pastori, e non teme le loro grida
né si preoccupa del loro chiasso, così scenderà il Signore degli
eserciti per combattere sul monte Sion e sulla sua collina.
[5]Come gli uccelli proteggono i loro pulcini, così il Signore
degli eserciti proteggerà Gerusalemme; egli la proteggerà, ed essa sarà
salvata, la risparmierà ed essa sarà liberata».
[6]Ritornate, Israeliti, a colui al quale vi siete profondamente
ribellati. [7]In quel giorno ognuno rigetterà i suoi idoli d'argento e i
suoi idoli d'oro, lavoro delle vostre mani peccatrici.
[8]Cadrà l'Assiria sotto una spada che non è di uomo; una spada
non umana la divorerà; se essa sfugge alla spada, i suoi giovani
guerrieri saranno ridotti in schiavitù. [9]Essa abbandonerà per lo
spavento la sua rocca e i suoi capi tremeranno per un'insegna. Oracolo
del Signore che ha un fuoco in Sion e una fornace in Gerusalemme.
Isaia - Capitolo 32
Il re giusto[1]Ecco, un re regnerà secondo giustizia e i
principi governeranno secondo il diritto. [2]Ognuno sarà come un
riparo contro il vento e uno schermo dall'acquazzone, come canali
d'acqua in una steppa, come l'ombra di una grande roccia su arida terra.
[3]Non si chiuderanno più gli occhi di chi vede e gli orecchi di
chi sente staranno attenti. [4]Gli animi volubili si applicheranno a
comprendere e la lingua dei balbuzienti parlerà spedita e con chiarezza.
[5]L'abietto non sarà chiamato più nobile né l'imbroglione sarà
detto gentiluomo,
Il grossolano e il nobile[6]poiché l'abietto fa discorsi abietti
e il suo cuore trama iniquità, per commettere empietà e affermare
errori intorno al Signore, per lasciare vuoto lo stomaco dell'affamato e
far mancare la bevanda all'assetato. [7]L'imbroglione - iniqui sono i
suoi imbrogli - macchina scelleratezze per rovinare gli oppressi con
parole menzognere, anche quando il povero può provare il suo diritto.
[8]Il nobile invece si propone cose nobili e agisce sempre con
nobiltà.
Contro le donne di Gerusalemme[9]Donne spensierate, suvvia
ascoltate la mia voce; figlie baldanzose, porgete l'orecchio alle mie parole.
[10]Fra un anno e più giorni voi tremerete, o baldanzose, perché finita
la vendemmia non ci sarà più raccolto. [11]Temete, o spensierate;
tremate, o baldanzose, deponete le vesti, spogliatevi, cingetevi i fianchi di
sacco. [12]Battetevi il petto per le campagne amene, per i fertili
vigneti, [13]per la terra del mio popolo, nella quale cresceranno spine e
pruni, per tutte le case in gioia, per la città gaudente; [14]poiché il
palazzo sarà abbandonato, la città rumorosa sarà deserta, l'Ofel e il torrione
diventeranno caverne per sempre, gioia degli asini selvatici, pascolo di
mandrie.
L'effusione dello Spirito[15]Ma infine in noi sarà infuso uno
spirito dall'alto; allora il deserto diventerà un giardino e il giardino
sarà considerato una selva. [16]Nel deserto prenderà dimora il
diritto e la giustizia regnerà nel giardino. [17]Effetto della
giustizia sarà la pace, frutto del diritto una perenne sicurezza.
[18]Il mio popolo abiterà in una dimora di pace, in abitazioni
tranquille, in luoghi sicuri, [19]anche se la selva cadrà e
la città sarà sprofondata. [20]Beati voi! Seminerete in riva a tutti
i ruscelli e lascerete in libertà buoi e asini.
Isaia - Capitolo 33
L'attesa della salvezza[1]Guai a te, che devasti e non sei stato
devastato, che saccheggi e non sei stato saccheggiato: sarai devastato,
quando avrai finito di devastare, ti saccheggeranno, quando avrai finito di
saccheggiare. [2]Signore, pietà di noi, in te speriamo; sii il
nostro braccio ogni mattina, nostra salvezza nel tempo dell'angoscia.
[3]Al rumore della tua minaccia fuggono i popoli, quando ti levi
si disperdono le nazioni. [4]Si ammucchia la preda come si
ammucchiano le cavallette vi si precipita sopra come vi si precipitano le
locuste. [5]Eccelso è il Signore poiché dimora lassù; egli
riempie Sion di diritto e di giustizia. [6]C'è sicurezza nelle sue
leggi, ricchezze salutari sono sapienza e scienza; il timore di Dio è il
suo tesoro. [7]Ecco gli araldi gridano di fuori, i messaggeri di
pace piangono amaramente. [8]Sono deserte le strade, non c'è chi
passi per la via. Egli ha violato l'alleanza, ha respinto i testimoni,
non si è curato di alcuno. [9]La terra è in lutto e piena di
squallore, si scolora il Libano e intristisce; la pianura di Saron è
simile a una steppa, brulli sono il Basan e il Carmelo. [10]«Ora
mi alzerò», dice il Signore, «ora mi innalzerò, ora mi esalterò.
[11]Avete concepito fieno, partorirete paglia; il mio soffio vi
divorerà come fuoco. [12]I popoli saranno fornaci per calce,
spini tagliati da bruciare nel fuoco. [13]Sentiranno i lontani
quanto ho fatto, sapranno i vicini qual è la mia forza».
[14]Hanno paura in Sion i peccatori, lo spavento si è impadronito
degli empi. «Chi di noi può abitare presso un fuoco divorante? Chi di
noi può abitare tra fiamme perenni?». [15]Chi cammina nella giustizia
e parla con lealtà, chi rigetta un guadagno frutto di angherie, scuote
le mani per non accettare regali, si tura gli orecchi per non udire fatti di
sangue e chiude gli occhi per non vedere il male: [16]costui
abiterà in alto, fortezze sulle rocce saranno il suo rifugio, gli sarà
dato il pane, avrà l'acqua assicurata.
Il ritorno a Gerusalemme[17]I tuoi occhi vedranno un re nel suo
splendore, contempleranno un paese sconfinato. [18]Il tuo cuore
si chiederà nei suoi terrori: «Dov'è colui che registra? Dov'è colui che
pesa il denaro? Dov'è colui che ispeziona le torri?». [19]Non
vedrai più quel popolo straniero, popolo dal linguaggio oscuro,
incomprensibile, dalla lingua barbara che non si capisce.
[20]Guarda Sion, la città delle nostre feste! I tuoi occhi
vedranno Gerusalemme, dimora tranquilla, tenda che non sarà più rimossa,
i suoi paletti non saranno divelti, nessuna delle sue cordicelle sarà
strappata. [21]Poiché se là c'è un potente, noi abbiamo il
Signore, al posto di fiumi e larghi canali; non ci passerà nave a remi
né l'attraverserà naviglio più grosso. [23a]Sono allentate le sue
corde, [23b]non tengono più l'albero diritto, [23c]non
spiegano più le vele. [22]Poiché il Signore è nostro giudice, il
Signore è nostro legislatore, il Signore è nostro re; egli ci salverà.
[23d]Allora anche i ciechi divideranno una preda enorme
[23e]gli zoppi faranno un ricco bottino. [24]Nessuno degli
abitanti dirà: «Io sono malato»; il popolo che vi dimora è stato
assolto dalle sue colpe.
Isaia - Capitolo 34
La condanna di Edom[1]Avvicinatevi, popoli, per udire, e
voi, nazioni, prestate ascolto; ascolti la terra e quanti vi abitano, il
mondo e quanto produce! [2]Poiché il Signore è adirato contro tutti i
popoli ed è sdegnato contro tutti i loro eserciti; li ha votati allo
sterminio, li ha destinati al massacro. [3]I loro uccisi sono gettati
via, si diffonde il fetore dei loro cadaveri; grondano i monti del loro
sangue. [4]Tutta la milizia celeste si dissolve, i cieli si
arrotolano come un libro, tutti i loro astri cadono come cade il pampino
della vite, come le foglie avvizzite del fico. [5]Poiché nel
cielo si è inebriata la spada del Signore, ecco essa si abbatte su Edom,
su un popolo che egli ha votato allo sterminio per fare giustizia.
[6]La spada del Signore è piena di sangue, è imbrattata di
grasso, del sangue di agnelli e di capri, delle viscere grasse dei
montoni, perché si compie un sacrificio al Signore in Bozra, una grande
ecatombe nel paese di Edom. [7]Cadono bisonti insieme con essi,
giovenchi insieme con tori. La loro terra si imbeve di sangue, la
polvere si impingua di grasso. [8]Poiché è il giorno della vendetta
del Signore, l'anno della retribuzione per l'avversario di Sion.
[9]I torrenti di quel paese si cambieranno in pece, la sua
polvere in zolfo, la sua terra diventerà pece ardente. [10]Non si
spegnerà né di giorno né di notte, sempre salirà il suo fumo; per tutte
le generazioni resterà deserta, mai più alcuno vi passerà. [11]Ne
prenderanno possesso il pellicano e il riccio, il gufo e il corvo vi faranno
dimora. Il Signore stenderà su di essa la corda della solitudine e la
livella del vuoto. [12]Non ci saranno più i suoi nobili, non si
proclameranno più re, tutti i suoi capi saranno ridotti a nulla.
[13]Nei suoi palazzi saliranno le spine, ortiche e cardi sulle
sue fortezze; diventerà una tana di sciacalli, un recinto per gli
struzzi. [14]Gatti selvatici si incontreranno con iene, i satiri
si chiameranno l'un l'altro; vi faranno sosta anche le civette e vi
troveranno tranquilla dimora. [15]Vi si anniderà il serpente
saettone, vi deporrà le uova, le farà dischiudere e raccoglierà i piccoli
alla sua ombra; vi si raduneranno anche gli sparvieri, l'uno in cerca
dell'altro; [16c]nessuno si farà attendere. [16a]Cercate
nel libro del Signore e leggete: nessuno di essi vi manca, poiché la
bocca del Signore lo ha comandato e il suo spirito li raduna.
[17]Egli ha distribuito loro la parte in sorte, la sua mano ha
diviso loro il paese con tutta esattezza, lo possederanno per sempre, lo
abiteranno di generazione in generazione.
Isaia - Capitolo 35
Il trionfo di Gerusalemme[1]Si rallegrino il deserto e la terra
arida, esulti e fiorisca la steppa. [2]Come fiore di narciso
fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del
Libano, lo splendore del Carmelo e di Saròn. Essi vedranno la gloria del
Signore, la magnificenza del nostro Dio. [3]Irrobustite le mani
fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. [4]Dite agli
smarriti di cuore: «Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio, giunge la
vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi». [5]Allora
si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
[6]Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la
lingua del muto, perché scaturiranno acque nel deserto, scorreranno
torrenti nella steppa. [7]La terra bruciata diventerà una palude,
il suolo riarso si muterà in sorgenti d'acqua. I luoghi dove si
sdraiavano gli sciacalli diventeranno canneti e giuncaie. [8]Ci
sarà una strada appianata e la chiameranno Via santa; nessun impuro la
percorrerà e gli stolti non vi si aggireranno. [9]Non ci sarà più
il leone, nessuna bestia feroce la percorrerà, vi cammineranno i
redenti. [10]Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e
verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo;
gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto.
Isaia - Capitolo 36
APPENDICI
L'invasione di Sennacherib[1]Nell'anno decimoquarto del re
Ezechia, Sennàcherib re di Assiria assalì e si impadronì di tutte le fortezze di
Giuda. [2]Il re di Assiria mandò poi da Lachis a Gerusalemme contro il re
Ezechia il gran coppiere con un grande esercito. Egli fece sosta presso il
canale della piscina superiore, sulla strada del campo del lavandaio.
[3]Gli andarono incontro Eliakìm figlio di Chelkìa, il maggiordomo,
Sebnà lo scrivano e Ioach figlio di Asaf, l'archivista. [4]Il gran
coppiere disse loro: «Riferite a Ezechia: Così dice il grande re, il re di
Assiria: Che significa questa sicurezza che dimostri? [5]Pensi forse che
la semplice parola possa sostituire il consiglio e la forza nella guerra? Ora,
in chi confidi tu, che ti ribelli contro di me? [6]Ecco, tu confidi
nell'Egitto, in questo sostegno di canna spezzata che penetra la mano e la fora
a chi vi si appoggia; tale è il faraone re d'Egitto per chiunque confida in lui.
[7]Se mi dite: Noi confidiamo nel Signore nostro Dio, non è forse lo
stesso a cui Ezechia distrusse le alture e gli altari, ordinando alla gente di
Giuda e di Gerusalemme: Vi prostrerete solo davanti a questo altare?
[8]Or bene, fà una scommessa con il mio signore, il re di Assiria; io ti
darò duemila cavalli, se puoi procurarti cavalieri per essi. [9]Come
potresti far indietreggiare uno solo dei più piccoli sudditi del mio signore?
Eppure tu confidi nell'Egitto per i carri e i cavalieri! [10]Ora, è forse
contro il volere del Signore che io mi sono mosso contro questo paese per
distruggerlo? Il Signore mi ha detto: Muovi contro questo paese e distruggilo».
[11]Eliakìm, Sebnà e Ioach risposero al gran coppiere: «Parla ai tuoi
servi in aramaico, poiché noi lo comprendiamo; non parlare in ebraico alla
portata degli orecchi del popolo che è sulle mura». [12]Il gran coppiere
replicò: «Forse sono stato mandato al tuo signore e a te dal mio signore per
dire tali parole o non piuttosto agli uomini che stanno sulle mura, i quali
presto saranno ridotti a mangiare i loro escrementi e a bere la loro urina con
voi?».
[13]Il gran coppiere allora si alzò e gridò in ebraico: «Udite le
parole del gran re, del re di Assiria. [14]Dice il re: Non vi inganni
Ezechia, poiché egli non potrà salvarvi. [15]Ezechia non vi induca a
confidare nel Signore dicendo: Certo, il Signore ci libererà; questa città non
sarà messa nelle mani del re di Assiria. [16]Non date ascolto a Ezechia,
poiché così dice il re di Assiria: Fate la pace con me e arrendetevi; allora
ognuno potrà mangiare i frutti della propria vigna e del proprio fico e ognuno
potrà bere l'acqua della sua cisterna, [17]finché io non venga per
condurvi in un paese come il vostro, paese di frumento e di mosto, di pane e di
vigne. [18]Non vi illuda Ezechia dicendovi: Il Signore ci libererà. Gli
dei delle nazioni hanno forse liberato ognuno il proprio paese dalla mano del re
di Assiria? [19]Dove sono gli dei di Amat e di Arpad? Dove sono gli dei
di Sefarvàim? Hanno essi forse liberato Samaria dalla mia mano? [20]Quali
mai, fra tutti gli dei di quelle regioni, hanno liberato il loro paese dalla mia
mano? Potrà forse il Signore liberare Gerusalemme dalla mia mano?».
[21]Quelli tacquero e non gli risposero neppure una parola, perché
l'ordine del re era: «Non rispondetegli».
[22]Eliakìm figlio di Chelkìa, il maggiordomo, Sebnà lo scrivano e
Ioach figlio di Asaf, l'archivista, si presentarono a Ezechia con le vesti
stracciate e gli riferirono le parole del gran coppiere.
Isaia - Capitolo 37
[1]Quando udì, il re Ezechia si stracciò le vesti, si ricoprì di sacco
e andò nel tempio del Signore. [2]Quindi mandò Eliakìm il maggiordomo,
Sebnà lo scrivano e gli anziani dei sacerdoti ricoperti di sacco dal profeta
Isaia figlio di Amoz, [3]perché gli dicessero: «Così dice Ezechia: Giorno
di angoscia, di castigo e di vergogna è questo, perché i figli sono arrivati
fino al punto di nascere, ma manca la forza per partorire. [4]Spero che
il Signore tuo Dio, udite le parole del gran coppiere che il re di Assiria suo
signore ha mandato per insultare il Dio vivente lo voglia castigare per le
parole che il Signore tuo Dio ha udito. Innalza ora una preghiera per quel resto
che ancora rimane in vita».
[5]Così andarono i ministri del re Ezechia da Isaia. [6]Disse
loro Isaia: «Riferite al vostro padrone: Dice il Signore: Non temere per le
parole che hai udite e con le quali i ministri del re di Assiria mi hanno
ingiuriato. [7]Ecco io infonderò in lui uno spirito tale che egli, appena
udrà una notizia, ritornerà nel suo paese e nel suo paese io lo farò cadere di
spada».
Ritorno del gran coppiere[8]Ritornato il gran coppiere, trovò il
re di Assiria che assaliva Libna. Egli, infatti, aveva udito che si era
allontanato da Lachis.
Secondo racconto dell'intervento di Sennàcherib[9]Appena
Sennàcherib sentì dire riguardo a Tiràka, re di Etiopia: «E' uscito per muoverti
guerra»; inviò di nuovo messaggeri a Ezechia per dirgli: [10]«Direte così
a Ezechia, re di Giuda: Non ti illuda il tuo Dio, in cui confidi, dicendoti:
Gerusalemme non sarà consegnata nelle mani del re di Assiria; [11]ecco tu
sai quanto hanno fatto i re di Assiria in tutti i paesi che hanno votato alla
distruzione; soltanto tu ti salveresti? [12]Gli dei delle nazioni che i
miei padri hanno devastate hanno forse salvato quelli di Gozan, di Carran, di
Rezef e la gente di Eden in Telassàr? [13]Dove sono il re di Amat e il re
di Arpad e il re della città di Sefarvàim, di Enà e di Ivvà?».
[14]Ezechia prese la lettera dalla mano dei messaggeri, la lesse,
quindi salì al tempio del Signore. Ezechia, spiegato lo scritto davanti al
Signore, [15]lo pregò: [16]«Signore degli eserciti, Dio di
Israele, che siedi sui cherubini, tu solo sei Dio per tutti i regni della terra;
tu hai fatto i cieli e la terra. [17]Porgi, Signore, l'orecchio e
ascolta; apri, Signore, gli occhi e guarda; ascolta tutte le parole che
Sennàcherib ha mandato a dire per insultare il Dio vivente. [18]E' vero,
Signore, i re di Assiria hanno devastato tutte le nazioni e i loro territori;
[19]hanno gettato i loro dei nel fuoco; quelli però non erano dei, ma
solo lavoro delle mani d'uomo, legno e pietra; perciò li hanno distrutti.
[20]Ma ora, Signore nostro Dio, liberaci dalla sua mano perché sappiano
tutti i regni della terra che tu sei il Signore, il solo Dio».
Intervento di Isaia[21]Allora Isaia, figlio di Amoz mandò a dire
a Ezechia: «Così dice il Signore, Dio di Israele: Ho udito quanto hai chiesto
nella tua preghiera riguardo a Sennàcherib re di Assiria. [22]Questa è la
sentenza che il Signore ha pronunciato contro di lui:
Ti disprezza, ti deride la vergine figlia di Sion. Dietro a te scuote
il capo la figlia di Gerusalemme. [23]Chi hai insultato e
schernito? Contro chi hai alzato la voce e hai elevato, superbo, gli
occhi tuoi? Contro il Santo di Israele! [24]Per mezzo dei tuoi
ministri hai insultato il Signore e hai detto: «Con la moltitudine dei miei
carri sono salito in cima ai monti, sugli estremi gioghi del Libano,
ne ho reciso i cedri più alti, i suoi cipressi migliori; sono
penetrato nel suo angolo più remoto, nella sua foresta lussureggiante.
[25]Io ho scavato e bevuto acque straniere, ho fatto
inaridire con la pianta dei miei piedi tutti i torrenti dell'Egitto».
[26]Non l'hai forse sentito dire? Da tempo ho preparato questo,
dai giorni antichi io l'ho progettato; ora lo pongo in atto. Era
deciso che tu riducessi in mucchi di rovine le fortezze; [27]i
loro abitanti impotenti erano spaventati e confusi, erano come l'erba
dei campi, come tenera verzura, come l'erba dei tetti, bruciata dal
vento d'oriente. [28]Io so quando ti alzi o ti metti a sedere, io
ti conosco sia che tu esca sia che rientri. [29]Poiché tu infuri
contro di me e la tua insolenza è salita ai miei orecchi, ti metterò il
mio anello nelle narici e il mio morso alle labbra; ti farò tornare per
la strada per cui sei venuto.
Il segno di Ezechia[30]Questo ti serva da segno: si mangerà
quest'anno ciò che nascerà dai semi caduti, nell'anno prossimo quanto
crescerà da sé, ma nel terzo anno seminerete e mieterete, pianterete
vigne e ne mangerete il frutto. [31]Ciò che scamperà della casa di
Giuda continuerà a mettere radici in basso e a fruttificare in alto.
[32]Poiché da Gerusalemme uscirà un resto, dei superstiti dal
monte Sion. Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.
Oracolo sull'Assiria[33]Pertanto dice il Signore contro il re di
Assiria: Non entrerà in questa città né vi lancerà una freccia, non
l'affronterà con gli scudi né innalzerà contro di essa un terrapieno.
[34]Ritornerà per la strada per cui è venuto; non entrerà in
questa città. Oracolo del Signore: [35]Io proteggerò questa città
e la salverò, per riguardo a me stesso e al mio servo Davide.
Castigo di Sennàcherib[36]Ora l'angelo del Signore scese e
percosse nell'accampamento degli Assiri centottantacinquemila uomini. Quando i
superstiti si alzarono al mattino, ecco erano tutti cadaveri.
[37]Sennàcherib re di Assiria levò le tende e partì; tornato a
Ninive, rimase colà. [38]Ora, mentre egli era prostrato in venerazione
nel tempio di Nisrok suo dio, i suoi figli Adram-Mèlech e Zarèzer lo uccisero di
spada, mettendosi quindi al sicuro nel paese di Ararat. Assarhàddon suo
figlio regnò al suo posto.
Isaia - Capitolo 38
Malattia e guarigione di Ezechia[1]In quei giorni Ezechia si
ammalò gravemente.
Il profeta Isaia figlio di Amoz si recò da lui e gli parlò: «Dice il Signore:
Disponi riguardo alle cose della tua casa, perché morirai e non guarirai».
[2]Ezechia allora voltò la faccia verso la parete e pregò il Signore.
[3]Egli disse: «Signore, ricordati che ho passato la vita dinanzi a te
con fedeltà e con cuore sincero e ho compiuto ciò che era gradito ai tuoi
occhi». Ezechia pianse molto.
[4]Allora la parola del Signore fu rivolta a Isaia: [5]«Và e
riferisci a Ezechia: Dice il Signore Dio di Davide tuo padre: Ho ascoltato la
tua preghiera e ho visto le tue lacrime; ecco io aggiungerò alla tua vita
quindici anni. [6]Libererò te e questa città dalla mano del re di
Assiria; proteggerò questa città. [7]Da parte del Signore questo ti sia
come segno che egli manterrà la promessa che ti ha fatto. [8]Ecco, io
faccio tornare indietro di dieci gradi l'ombra sulla meridiana, che è gia scesa
con il sole sull'orologio di Acaz».
E il sole retrocesse di dieci gradi sulla scala che aveva disceso.
Cantico di Ezechia[9]Cantico di Ezechia re di Giuda, quando
cadde malato e guarì dalla malattia.
[10]Io dicevo: «A metà della mia vita me ne vado alle porte degli
inferi; sono privato del resto dei miei anni». [11]Dicevo: «Non
vedrò più il Signore sulla terra dei viventi, non vedrò più nessuno
fra gli abitanti di questo mondo. [12]La mia tenda è stata
divelta e gettata lontano da me, come una tenda di pastori. Come un
tessitore hai arrotolato la mia vita, mi recidi dall'ordito. In un
giorno e una notte mi conduci alla fine». [13]Io ho gridato fino al
mattino. Come un leone, così egli stritola tutte le mie ossa.
[14]Come una rondine io pigolo, gemo come una colomba. Sono
stanchi i miei occhi di guardare in alto. Signore, io sono oppresso;
proteggimi. [15]Che dirò? Sto in pena poiché è lui che mi ha
fatto questo. Il sonno si è allontanato da me per l'amarezza dell'anima
mia. [16]Signore, in te spera il mio cuore; si ravvivi il mio
spirito. Guariscimi e rendimi la vita. [17]Ecco, la mia infermità
si è cambiata in salute! Tu hai preservato la mia vita dalla fossa della
distruzione, perché ti sei gettato dietro le spalle tutti i miei
peccati. [18]Poiché non gli inferi ti lodano, né la morte ti
canta inni; quanti scendono nella fossa non sperano nella tua fedeltà.
[19]Il vivente, il vivente ti rende grazie come io oggi faccio.
Il padre farà conoscere ai figli la tua fedeltà. [20]Il
Signore si è degnato di aiutarmi; per questo canteremo sulle cetre tutti
i giorni della nostra vita, canteremo nel tempio del Signore.
[21]Isaia disse: «Si prenda un impiastro di fichi e si applichi sulla
ferita, così guarirà». [22]Ezechia disse: «Qual è il segno per cui io
entrerò nel tempio?».
Isaia - Capitolo 39
Ambasciata babilonese[1]In quel tempo Merodach-Bàladan figlio di
Bàladan, re di Babilonia, mandò lettere e doni a Ezechia, perché aveva udito che
era stato malato ed era guarito. [2]Ezechia se ne rallegrò e mostrò agli
inviati la stanza del tesoro, l'argento e l'oro, gli aromi e gli unguenti
preziosi, tutto il suo arsenale e quanto si trovava nei suoi magazzini; non ci
fu nulla che Ezechia non mostrasse loro nella reggia e in tutto il regno.
[3]Allora il profeta Isaia si presentò al re Ezechia e gli domandò:
«Che hanno detto quegli uomini e da dove sono venuti a te?». Ezechia rispose:
«Sono venuti a me da una regione lontana, da Babilonia». [4]Isaia disse
ancora: «Che hanno visto nella tua reggia?». Ezechia rispose: «Hanno visto
quanto si trova nella mia reggia, non c'è cosa alcuna nei miei magazzini che io
non abbia mostrata loro».
[5]Allora Isaia disse a Ezechia: «Ascolta la parola del Signore degli
eserciti: [6]Ecco, verranno giorni nei quali tutto ciò che si trova nella
tua reggia e ciò che hanno accumulato i tuoi antenati fino a oggi sarà portato a
Babilonia; non vi resterà nulla, dice il Signore. [7]Prenderanno i figli
che da te saranno usciti e che tu avrai generati, per farne eunuchi nella reggia
di Babilonia». [8]Ezechia disse a Isaia: «Buona è la parola del Signore,
che mi hai riferita». Egli pensava: «Per lo meno vi saranno pace e sicurezza nei
miei giorni».
Isaia - Capitolo 40
II. LIBRO DELLA CONSOLAZIONE DI ISRAELE
Annuncio della liberazione[1]«Consolate, consolate il mio
popolo, dice il vostro Dio. [2]Parlate al cuore di Gerusalemme
e gridatele che è finita la sua schiavitù, è stata scontata la sua
iniquità, perché ha ricevuto dalla mano del Signore doppio castigo per
tutti i suoi peccati». [3]Una voce grida: «Nel deserto preparate
la via al Signore, appianate nella steppa la strada per il nostro
Dio. [4]Ogni valle sia colmata, ogni monte e colle siano
abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello
scosceso in pianura. [5]Allora si rivelerà la gloria del Signore
e ogni uomo la vedrà, poiché la bocca del Signore ha parlato».
[6]Una voce dice: «Grida» e io rispondo: «Che dovrò gridare?».
Ogni uomo è come l'erba e tutta la sua gloria è come un fiore del campo.
[7]Secca l'erba, il fiore appassisce quando il soffio del Signore
spira su di essi. [8]Secca l'erba, appassisce il fiore, ma la
parola del nostro Dio dura sempre. Veramente il popolo è come l'erba.
[9]Sali su un alto monte, tu che rechi liete notizie in Sion;
alza la voce con forza, tu che rechi liete notizie in Gerusalemme.
Alza la voce, non temere; annunzia alle città di Giuda: «Ecco il vostro
Dio! [10]Ecco, il Signore Dio viene con potenza, con il braccio
egli detiene il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e i suoi trofei
lo precedono. [11]Come un pastore egli fa pascolare il gregge e
con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul seno e conduce
pian piano le pecore madri».
La grandezza divina[12]Chi ha misurato con il cavo della mano le
acque del mare e ha calcolato l'estensione dei cieli con il palmo? Chi
ha misurato con il moggio la polvere della terra, ha pesato con la stadera
le montagne e i colli con la bilancia? [13]Chi ha diretto lo
spirito del Signore e come suo consigliere gli ha dato suggerimenti?
[14]A chi ha chiesto consiglio, perché lo istruisse e gli
insegnasse il sentiero della giustizia e lo ammaestrasse nella scienza e
gli rivelasse la via della prudenza? [15]Ecco, le nazioni son come
una goccia da un secchio, contano come il pulviscolo sulla bilancia;
ecco, le isole pesano quanto un granello di polvere. [16]Il
Libano non basterebbe per accendere il rogo, né le sue bestie per
l'olocausto. [17]Tutte le nazioni sono come un nulla davanti a lui,
come niente e vanità sono da lui ritenute. [18]A chi potreste
paragonare Dio e quale immagine mettergli a confronto? [19]Il
fabbro fonde l'idolo, l'orafo lo riveste di oro e fonde catenelle
d'argento. (41,6)Si aiutano l'un l'altro; uno dice al compagno:
«Coraggio!». Il fabbro incoraggia l'orafo; (41,7)chi leviga con il
martello incoraggia chi batte l'incudine, dicendo della saldatura: «Va bene»
e fissa l'idolo con chiodi perché non si muova. [20]Chi ha poco
da offrire sceglie un legno che non marcisce; si cerca un artista abile,
perché gli faccia una statua che non si muova. [21]Non lo sapete
forse? Non lo avete udito? Non vi fu forse annunziato dal principio? Non
avete capito le fondamenta della terra? [22]Egli siede sopra la
volta del mondo, da dove gli abitanti sembrano cavallette. Egli stende
il cielo come un velo, lo spiega come una tenda dove abitare;
[23]egli riduce a nulla i potenti e annienta i signori della
terra. [24]Sono appena piantati, appena seminati, appena i loro
steli hanno messo radici nella terra, egli soffia su di loro ed essi seccano
e l'uragano li strappa via come paglia. [25]«A chi potreste
paragonarmi quasi che io gli sia pari?» dice il Santo. [26]Levate
in alto i vostri occhi e guardate: chi ha creato quegli astri? Egli fa
uscire in numero preciso il loro esercito e li chiama tutti per nome;
per la sua onnipotenza e il vigore della sua forza non ne manca alcuno.
[27]Perché dici, Giacobbe, e tu, Israele, ripeti: «La mia
sorte è nascosta al Signore e il mio diritto è trascurato dal mio Dio?».
[28]Non lo sai forse? Non lo hai udito? Dio eterno è il
Signore, creatore di tutta la terra. Egli non si affatica né si stanca,
la sua intelligenza è inscrutabile. [29]Egli dà forza allo stanco
e moltiplica il vigore allo spossato. [30]Anche i giovani
faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; [31]ma
quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile,
corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi.
Isaia - Capitolo 41
Ciro strumento del Signore[1]Ascoltatemi in silenzio, isole,
e voi, nazioni, badate alla mia sfida! Si accostino e parlino;
raduniamoci insieme in giudizio. [2]Chi ha suscitato dall'oriente
colui che chiama la vittoria sui suoi passi? Chi gli ha consegnato i
popoli e assoggettato i re? La sua spada li riduce in polvere e il
suo arco come paglia dispersa dal vento. [3]Li insegue e passa oltre,
sicuro; sfiora appena la strada con i piedi. [4]Chi ha operato e
realizzato questo, chiamando le generazioni fin dal principio? Io, il
Signore, sono il primo e io stesso sono con gli ultimi. [5]Le
isole vedono e ne hanno timore; tremano le estremità della terra,
insieme si avvicinano e vengono.
Israele scelto e protetto dal Signore[8]Ma tu, Israele mio
servo, tu Giacobbe, che ho scelto, discendente di Abramo mio amico,
[9]sei tu che io ho preso dall'estremità della terra e ho
chiamato dalle regioni più lontane e ti ho detto: «Mio servo tu sei ti
ho scelto, non ti ho rigettato». [10]Non temere, perché io sono con
te; non smarrirti, perché io sono il tuo Dio. Ti rendo forte e anche ti
vengo in aiuto e ti sostengo con la destra vittoriosa. [11]Ecco,
saranno svergognati e confusi quanti s'infuriavano contro di te; saranno
ridotti a nulla e periranno gli uomini che si opponevano a te.
[12]Cercherai, ma non troverai, coloro che litigavano con te;
saranno ridotti a nulla, a zero, coloro che ti muovevano guerra.
[13]Poiché io sono il Signore tuo Dio che ti tengo per la destra
e ti dico: «Non temere, io ti vengo in aiuto». [14]Non temere,
vermiciattolo di Giacobbe, larva di Israele; io vengo in tuo aiuto -
oracolo del Signore- tuo redentore è il Santo di Israele.
[15]Ecco, ti rendo come una trebbia acuminata, nuova, munita di
molte punte; tu trebbierai i monti e li stritolerai, ridurrai i colli in
pula. [16]Li vaglierai e il vento li porterà via, il turbine li
disperderà. Tu, invece, gioirai nel Signore, ti vanterai del Santo di
Israele. [17]I miseri e i poveri cercano acqua ma non ce n'è, la
loro lingua è riarsa per la sete; io, il Signore, li ascolterò; io, Dio
di Israele, non li abbandonerò. [18]Farò scaturire fiumi su brulle
colline, fontane in mezzo alle valli; cambierò il deserto in un lago
d'acqua, la terra arida in sorgenti. [19]Pianterò cedri nel
deserto, acacie, mirti e ulivi; porrò nella steppa cipressi, olmi
insieme con abeti; [20]perché vedano e sappiano, considerino e
comprendano a un tempo che questo ha fatto la mano del Signore, lo ha
creato il Santo di Israele.
Nullità degli idoli[21]Presentate la vostra causa, dice il
Signore, portate le vostre prove, dice il re di Giacobbe.
[22]Vengano avanti e ci annunzino ciò che dovrà accadere.
Narrate quali furono le cose passate, sicché noi possiamo riflettervi.
Oppure fateci udire le cose future, così che possiamo sapere quello che
verrà dopo. [23]Annunziate quanto avverrà nel futuro e noi
riconosceremo che siete dei. Sì, fate il bene oppure il male e lo
sentiremo e lo vedremo insieme. [24]Ecco, voi siete un nulla, il
vostro lavoro non vale niente, è abominevole chi vi sceglie.
[25]Io ho suscitato uno dal settentrione ed è venuto, dal luogo
dove sorge il sole l'ho chiamato per nome; egli calpesterà i potenti come
creta, come un vasaio schiaccia l'argilla. [26]Chi lo ha predetto
dal principio, perché noi lo sapessimo, chi dall'antichità, così che
dicessimo: «E' vero»? Nessuno lo ha predetto, nessuno lo ha fatto
sentire, nessuno ha udito le vostre parole. [27]Per primo io l'ho
annunziato a Sion e a Gerusalemme ho inviato un messaggero di cose liete.
[28]Guardai ma non c'era nessuno, tra costoro nessuno era capace
di consigliare; nessuno da interrogare per averne una risposta.
[29]Ecco, tutti costoro sono niente; nulla sono le opere loro,
vento e vuoto i loro idoli.
Isaia - Capitolo 42
Primo canto del servo del Signore[1]Ecco il mio servo che io
sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su
di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. [2]Non griderà né
alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, [3]non
spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta.
Proclamerà il diritto con fermezza; [4]non verrà meno e non si
abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra; e per la
sua dottrina saranno in attesa le isole. [5]Così dice il Signore Dio
che crea i cieli e li dispiega, distende la terra con ciò che vi nasce,
dà il respiro alla gente che la abita e l'alito a quanti camminano su di
essa: [6]«Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho
preso per mano; ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo e
luce delle nazioni, [7]perché tu apra gli occhi ai ciechi e
faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano
nelle tenebre. [8]Io sono il Signore: questo è il mio nome; non
cederò la mia gloria ad altri, né il mio onore agli idoli. [9]I
primi fatti, ecco, sono avvenuti e i nuovi io preannunzio; prima che
spuntino, ve li faccio sentire».
Inno di vittoria[10]Cantate al Signore un canto nuovo, lode
a lui fino all'estremità della terra; lo celebri il mare con quanto esso
contiene, le isole con i loro abitanti. [11]Esulti il deserto con
le sue città, esultino i villaggi dove abitano quelli di Kedàr;
acclamino gli abitanti di Sela, dalla cima dei monti alzino grida.
[12]Diano gloria al Signore e il suo onore divulghino nelle
isole. [13]Il Signore avanza come un prode, come un guerriero
eccita il suo ardore; grida, lancia urla di guerra, si mostra forte
contro i suoi nemici. [14]Per molto tempo, ho taciuto, ho fatto
silenzio, mi sono contenuto; ora griderò come una partoriente, mi
affannerò e sbufferò insieme. [15]Renderò aridi monti e colli,
farò seccare tutta la loro erba; trasformerò i fiumi in stagni e gli
stagni farò inaridire. [16]Farò camminare i ciechi per vie che non
conoscono, li guiderò per sentieri sconosciuti; trasformerò davanti a
loro le tenebre in luce, i luoghi aspri in pianura. Tali cose io ho
fatto e non cesserò di farle. [17]Retrocedono pieni di vergogna
quanti sperano in un idolo, quanti dicono alle statue: «Voi siete i
nostri dei».
L'accecamento di Israele[18]Sordi, ascoltate, ciechi,
volgete lo sguardo per vedere. [19]Chi è cieco, se non il mio servo?
Chi è sordo come colui al quale io mandavo araldi? Chi è cieco come il
mio privilegiato? Chi è sordo come il servo del Signore? [20]Hai
visto molte cose, ma senza farvi attenzione, hai aperto gli orecchi, ma
senza sentire. [21]Il Signore si compiacque, per amore della sua
giustizia, di dare una legge grande e gloriosa. [22]Eppure questo
è un popolo saccheggiato e spogliato; sono tutti presi con il laccio nelle
caverne, sono rinchiusi in prigioni. Furono saccheggiati e nessuno li
liberava; furono spogliati, e nessuno diceva: «Restituisci».
[23]Chi fra di voi porge l'orecchio a ciò, vi fa attenzione e
ascolta per il futuro? [24]Chi abbandonò Giacobbe al saccheggio,
Israele ai predoni? Non è stato forse il Signore contro cui peccarono,
per le cui vie non vollero camminare, la cui legge non osservarono?
[25]Egli, perciò, ha riversato su di esso la sua ira ardente e la
violenza della guerra. L'ira divina lo ha avvolto nelle sue fiamme senza
che egli se ne accorgesse, lo ha bruciato, senza che vi facesse attenzione.
Isaia - Capitolo 43
Dio protettore e liberatore di Israele[1]Ora così dice il
Signore che ti ha creato, o Giacobbe, che ti ha plasmato, o Israele:
«Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi
appartieni. [2]Se dovrai attraversare le acque, sarò con te, i
fiumi non ti sommergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti
scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare; [3]poiché io sono il
Signore tuo Dio, il Santo di Israele, il tuo salvatore. Io do l'Egitto
come prezzo per il tuo riscatto, l'Etiopia e Seba al tuo posto.
[4]Perché tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di
stima e io ti amo, do uomini al tuo posto e nazioni in cambio della tua
vita. [5]Non temere, perché io sono con te; dall'oriente farò
venire la tua stirpe, dall'occidente io ti radunerò. [6]Dirò al
settentrione: Restituisci, e al mezzogiorno: Non trattenere; fà tornare
i miei figli da lontano e le mie figlie dall'estremità della terra,
[7]quelli che portano il mio nome e che per la mia gloria ho
creato e formato e anche compiuto».
Il Signore è l'unico Dio[8]«Fà uscire il popolo cieco, che pure
ha occhi, i sordi, che pure hanno orecchi. [9]Si radunino insieme
tutti i popoli e si raccolgano le nazioni. Chi può annunziare questo tra
di loro e farci udire le cose passate? Presentino i loro testimoni e
avranno ragione, ce li facciano udire e avranno detto la verità.
[10]Voi siete i miei testimoni - oracolo del Signore - miei
servi, che io mi sono scelto perché mi conosciate e crediate in me e
comprendiate che sono io. Prima di me non fu formato alcun dio né dopo
ce ne sarà. [11]Io, io sono il Signore, fuori di me non v'è
salvatore. [12]Io ho predetto e ho salvato, mi son fatto sentire
e non c'era tra voi alcun dio straniero. Voi siete miei testimoni -
oracolo del Signore - e io sono Dio, [13]sempre il medesimo
dall'eternità. Nessuno può sottrarre nulla al mio potere; chi può
cambiare quanto io faccio?».
Contro Babilonia[14]Così dice il Signore vostro redentore,
il Santo di Israele: «Per amor vostro l'ho mandato contro Babilonia e
farò scendere tutte le loro spranghe, e quanto ai Caldei muterò i loro
clamori in lutto. [15]Io sono il Signore, il vostro Santo, il
creatore di Israele, il vostro re».
I prodigi del nuovo esodo[16]Così dice il Signore che offrì una
strada nel mare e un sentiero in mezzo ad acque possenti [17]che
fece uscire carri e cavalli, esercito ed eroi insieme; essi giacciono
morti: mai più si rialzeranno; si spensero come un lucignolo, sono estinti.
[18]Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose
antiche! [19]Ecco, faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia,
non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò
fiumi nella steppa. [20]Mi glorificheranno le bestie selvatiche,
sciacalli e struzzi, perché avrò fornito acqua al deserto, fiumi
alla steppa, per dissetare il mio popolo, il mio eletto. [21]Il
popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi.
L'ingratitudine di Israele[22]Invece tu non mi hai invocato, o
Giacobbe; anzi ti sei stancato di me, o Israele. [23]Non mi hai
portato neppure un agnello per l'olocausto, non mi hai onorato con i tuoi
sacrifici. Io non ti ho molestato con richieste di offerte, né ti ho
stancato esigendo incenso. [24]Non mi hai acquistato con denaro la
cannella, né mi hai saziato con il grasso dei tuoi sacrifici. Ma tu mi
hai dato molestia con i peccati, mi hai stancato con le tue iniquità.
[25]Io, io cancello i tuoi misfatti, per riguardo a me non
ricordo più i tuoi peccati. [26]Fammi ricordare, discutiamo insieme;
parla tu per giustificarti. [27]Il tuo primo padre peccò, i
tuoi intermediari mi furono ribelli. [28]I tuoi principi hanno
profanato il mio santuario; per questo ho votato Giacobbe alla esecrazione,
Israele alle ingiurie.
Isaia - Capitolo 44
Benedizione di Israele[1]Ora ascolta, Giacobbe mio servo,
Israele da me eletto. [2]Così dice il Signore che ti ha fatto,
che ti ha formato dal seno materno e ti aiuta: «Non temere, Giacobbe mio
servo, Iesurùn da me eletto, [3]poiché io farò scorrere acqua sul
suolo assetato, torrenti sul terreno arido. Spanderò il mio spirito
sulla tua discendenza, la mia benedizione sui tuoi posteri;
[4]cresceranno come erba in mezzo all'acqua, come salici lungo
acque correnti. [5]Questi dirà: Io appartengo al Signore, quegli
si chiamerà Giacobbe; altri scriverà sulla mano: Del Signore, e verrà
designato con il nome di Israele».
Non c'è altro Dio[6]Così dice il re di Israele, il suo
redentore, il Signore degli eserciti: «Io sono il primo e io l'ultimo;
fuori di me non vi sono dei. [7]Chi è come me? Si faccia avanti e
lo proclami, lo riveli di presenza e me lo esponga. Chi ha reso noto il
futuro dal tempo antico? Ci annunzi ciò che succederà. [8]Non
siate ansiosi e non temete: non forse gia da molto tempo te l'ho fatto
intendere e rivelato? Voi siete miei testimoni: C'è forse un dio fuori di me
o una roccia che io non conosca?».
Nullità degli idoli[9]I fabbricatori di idoli sono tutti vanità
e le loro opere preziose non giovano a nulla; ma i loro devoti non vedono né
capiscono affatto e perciò saranno coperti di vergogna. [10]Chi fabbrica
un dio e fonde un idolo senza cercarne un vantaggio? [11]Ecco, tutti i
suoi seguaci saranno svergognati; gli stessi artefici non sono che uomini. Si
radunino pure e si presentino tutti; saranno spaventati e confusi insieme.
[12]Il fabbro lavora il ferro di una scure, lo elabora sulle braci e
gli dà forma con martelli, lo rifinisce con braccio vigoroso; soffre persino la
fame, la forza gli viene meno; non beve acqua ed è spossato. [13]Il
falegname stende il regolo, disegna l'immagine con il gesso; la lavora con
scalpelli, misura con il compasso, riproducendo una forma umana, una bella
figura d'uomo da mettere in un tempio. [14]Egli si taglia cedri, prende
un cipresso o una quercia che lascia cre-scere robusta nella selva; pianta un
frassino che la pioggia farà crescere.
[15]Tutto ciò diventa per l'uomo legna da bruciare; ne prende una
parte e si riscalda o anche accende il forno per cuocervi il pane o ne fa
persino un idolo e lo adora, ne forma una statua e la venera. [16]Una
metà la brucia al fuoco, sulla brace arrostisce la carne, poi mangia l'arrosto e
si sazia. Ugualmente si scalda e dice: «Mi riscaldo; mi godo il fuoco».
[17]Con il resto fa un dio, il suo idolo; lo venera, lo adora e lo prega:
«Salvami, perché sei il mio dio!».
[18]Non sanno né comprendono; una patina impedisce agli occhi loro di
vedere e al loro cuore di capire. [19]Essi non riflettono, non hanno
scienza e intelligenza per dire: «Ho bruciato nel fuoco una parte, sulle sue
braci ho cotto perfino il pane e arrostito la carne che ho mangiato; col residuo
farò un idolo abominevole? Mi prostrerò dinanzi ad un pezzo di legno?».
[20]Si pasce di cenere, ha un cuore illuso che lo travia; egli non sa
liberarsene e dire: «Ciò che tengo in mano non è forse falso?».
Fedeltà al Signore[21]Ricorda tali cose, o Giacobbe, o
Israele, poiché sei mio servo. Io ti ho formato, mio servo sei tu;
Israele, non sarai dimenticato da me. [22]Ho dissipato come nube
le tue iniquità e i tuoi peccati come una nuvola. Ritorna a me, poiché
io ti ho redento. [23]Esultate, cieli, poiché il Signore ha agito;
giubilate, profondità della terra! Gridate di gioia, o monti, o
selve con tutti i vostri alberi, perché il Signore ha riscattato Giacobbe,
in Israele ha manifestato la sua gloria.
Dio creatore del mondo e Signore della storia[24]Dice il
Signore, che ti ha riscattato e ti ha formato fino dal seno materno:
«Sono io, il Signore, che ho fatto tutto, che ho spiegato i cieli da
solo, ho disteso la terra; chi era con me? [25]Io svento i
presagi degli indovini, dimostro folli i maghi, costringo i sapienti a
ritrattarsi e trasformo in follia la loro scienza; [26]confermo
la parola dei suoi servi, compio i disegni dei suoi messaggeri. Io dico
a Gerusalemme: Sarai abitata, e alle città di Giuda: Sarete riedificate
e ne restaurerò le rovine. [27]Io dico all'oceano: Prosciugati!
Faccio inaridire i tuoi fiumi. [28]Io dico a Ciro: Mio pastore;
ed egli soddisferà tutti i miei desideri, dicendo a Gerusalemme: Sarai
riedificata; e al tempio: Sarai riedificato dalle fondamenta».
Isaia - Capitolo 45
Ciro strumento di Dio[1]Dice il Signore del suo eletto, di Ciro:
«Io l'ho preso per la destra, per abbattere davanti a lui le nazioni,
per sciogliere le cinture ai fianchi dei re, per aprire davanti a lui i
battenti delle porte e nessun portone rimarrà chiuso. [2]Io
marcerò davanti a te; spianerò le asperità del terreno, spezzerò le
porte di bronzo, romperò le spranghe di ferro. [3]Ti consegnerò
tesori nascosti e le ricchezze ben celate, perché tu sappia che io sono
il Signore, Dio di Israele, che ti chiamo per nome. [4]Per amore
di Giacobbe mio servo e di Israele mio eletto io ti ho chiamato per
nome, ti ho dato un titolo sebbene tu non mi conosca. [5]Io sono
il Signore e non v'è alcun altro; fuori di me non c'è dio; ti renderò
spedito nell'agire, anche se tu non mi conosci, [6]perché sappiano
dall'oriente fino all'occidente che non esiste dio fuori di me. Io sono
il Signore e non v'è alcun altro. [7]Io formo la luce e creo le
tenebre, faccio il bene e provoco la sciagura; io, il Signore, compio
tutto questo.
Preghiera[8]Stillate, cieli, dall'alto e le nubi facciano
piovere la giustizia; si apra la terra e produca la salvezza e
germogli insieme la giustizia. Io, il Signore, ho creato tutto questo».
Potere sovrano del Signore[9]Potrà forse discutere con chi lo ha
plasmato un vaso fra altri vasi di argilla? Dirà forse la creta al
vasaio: «Che fai?» oppure: «La tua opera non ha manichi»? [10]Chi
oserà dire a un padre: «Che cosa generi?» o a una donna: «Che cosa
partorisci?». [11]Dice il Signore, il Santo di Israele, che lo ha
plasmato: «Volete interrogarmi sul futuro dei miei figli e darmi ordini
sul lavoro delle mie mani? [12]Io ho fatto la terra e su di essa ho
creato l'uomo; io con le mani ho disteso i cieli e do ordini a tutte le
loro schiere. [13]Io l'ho stimolato per la giustizia; spianerò
tutte le sue vie. Egli ricostruirà la mia città e rimanderà i miei
deportati, senza denaro e senza regali», dice il Signore degli eserciti.
Conversione dei popoli pagani[14]Così dice il Signore: «Le
ricchezze d'Egitto e le merci dell'Etiopia e i Sabei dall'alta statura
passeranno a te, saranno tuoi; ti seguiranno in catene, si
prostreranno davanti a te, ti diranno supplicanti: Solo in te è Dio; non
ce n'è altri; non esistono altri dei. [15]Veramente tu sei un Dio
nascosto, Dio di Israele, salvatore. [16]Saranno confusi e
svergognati quanti s'infuriano contro di lui; se ne andranno con
ignominia i fabbricanti di idoli. [17]Israele sarà salvato dal
Signore con salvezza perenne. Non patirete confusione o vergogna per
i secoli eterni». [18]Poiché così dice il Signore, che ha creato
i cieli; egli, il Dio che ha plasmato e fatto la terra e l'ha resa
stabile e l'ha creata non come orrida regione, ma l'ha plasmata perché
fosse abitata: «Io sono il Signore; non ce n'è altri. [19]Io non
ho parlato in segreto, in un luogo d'una terra tenebrosa. Non ho detto
alla discendenza di Giacobbe: Cercatemi in un'orrida regione! Io sono il
Signore, che parlo con giustizia, che annunzio cose rette.
Dio, Signore di tutto l'universo[20]Radunatevi e venite,
avvicinatevi tutti insieme, superstiti delle nazioni! Non hanno
intelligenza coloro che portano un loro legno scolpito e pregano un dio
che non può salvare. [21]Manifestate e portate le prove,
consigliatevi pure insieme! Chi ha fatto sentire quelle cose da molto
tempo e predetto ciò fin da allora? Non sono forse io, il Signore?
Fuori di me non c'è altro Dio; Dio giusto e salvatore non c'è fuori
di me. [22]Volgetevi a me e sarete salvi, paesi tutti della
terra, perché io sono Dio; non ce n'è altri. [23]Lo giuro su me
stesso, dalla mia bocca esce la verità, una parola irrevocabile:
davanti a me si piegherà ogni ginocchio, per me giurerà ogni lingua».
[24]Si dirà: «Solo nel Signore si trovano vittoria e potenza!».
Verso di lui verranno, coperti di vergogna, quanti fremevano d'ira
contro di lui. [25]Nel Signore saranno vittoriosi e si glorieranno
tutti i discendenti di Israele.
Isaia - Capitolo 46
Caduta di Babilonia[1]A terra è Bel, rovesciato è Nebo;
i loro idoli sono per gli animali e le bestie, caricati come loro
fardelli, come peso sfibrante. [2]Sono rovesciati, sono a terra
insieme, non hanno potuto salvare chi li portava ed essi stessi se ne
vanno in schiavitù. [3]Ascoltatemi, casa di Giacobbe e voi tutti,
superstiti della casa di Israele; voi, portati da me fin dal seno materno,
sorretti fin dalla nascita. [4]Fino alla vostra vecchiaia io sarò
sempre lo stesso, io vi porterò fino alla canizie. Come ho gia fatto,
così io vi sosterrò, vi porterò e vi salverò. [5]A chi mi
paragonate e mi assomigliate? A chi mi confrontate, quasi fossimo simili?
[6]Traggono l'oro dal sacchetto e pesano l'argento con la
bilancia; pagano un orefice perché faccia un dio, che poi venerano e
adorano. [7]Lo sollevano sulle spalle e lo portano, poi lo
ripongono sulla sua base e sta fermo: non si muove più dal suo posto.
Ognuno lo invoca, ma non risponde; non libera nessuno dalla sua
angoscia. [8]Ricordatevelo e agite da uomini; rifletteteci, o
prevaricatori. [9]Ricordatevi i fatti del tempo antico, perché io
sono Dio e non ce n'è altri. Sono Dio, nulla è uguale a me.
[10]Io dal principio annunzio la fine e, molto prima, quanto non
è stato ancora compiuto; io che dico: «Il mio progetto resta valido, io
compirò ogni mia volontà!». [11]Io chiamo dall'oriente l'uccello da
preda, da una terra lontana l'uomo dei miei progetti. Così ho parlato e
così avverrà; l'ho progettato, così farò. [12]Ascoltatemi, voi
che vi perdete di coraggio, che siete lontani dalla giustizia.
[13]Faccio avvicinare la mia giustizia: non è lontana; la mia
salvezza non tarderà. Io dispenserò in Sion la salvezza a Israele,
oggetto della mia gloria.
Isaia - Capitolo 47
Lamento su Babilonia[1]Scendi e siedi sulla polvere, vergine
figlia di Babilonia. Siedi a terra, senza trono, figlia dei Caldei,
poiché non sarai più chiamata tenera e voluttuosa. [2]Prendi
la mola e macina la farina, togliti il velo, solleva i lembi della veste,
scopriti le gambe, attraversa i fiumi. [3]Si scopra la tua
nudità, si mostri la tua vergogna. «Prenderò vendetta e nessuno
interverrà», [4]dice il nostro redentore che si chiama Signore
degli eserciti, il Santo di Israele. [5]Siedi in silenzio e
scivola nell'ombra, figlia dei Caldei, perché non sarai più chiamata
Signora di regni. [6]Ero adirato contro il mio popolo, avevo
lasciato profanare la mia eredità; perciò lo misi in tuo potere, ma tu
non mostrasti loro pietà; perfino sui vecchi facesti gravare il tuo
giogo pesante. [7]Tu pensavi: «Sempre io sarò signora, sempre».
Non ti sei mai curata di questi avvenimenti, non hai mai pensato quale
sarebbe stata la fine. [8]Ora ascolta questo, o voluttuosa che te
ne stavi sicura, che pensavi: «Io e nessuno fuori di me! Non resterò
vedova, non conoscerò la perdita dei figli». [9]Ma ti accadranno
queste due cose, d'improvviso, in un sol giorno; perdita dei figli e
vedovanza piomberanno su di te, nonostante la moltitudine delle tue
magie, la forza dei tuoi molti scongiuri. [10]Confidavi nella tua
malizia, dicevi: «Nessuno mi vede». La tua saggezza e il tuo sapere
ti hanno sviato. Eppure dicevi in cuor tuo: «Io e nessuno fuori di
me». [11]Ti verrà addosso una sciagura che non saprai
scongiurare; ti cadrà sopra una calamità che non potrai evitare. Su
di te piomberà improvvisa una catastrofe che non prevederai.
[12]Stà pure ferma nei tuoi incantesimi e nella moltitudine delle
magie, per cui ti sei affaticata dalla giovinezza: forse potrai
giovartene, forse potrai far paura! [13]Ti sei stancata dei tuoi
molti consiglieri: si presentino e ti salvino gli astrologi che
osservano le stelle, i quali ogni mese ti pronosticano che cosa ti
capiterà. [14]Ecco, essi sono come stoppia: il fuoco li consuma;
non salveranno se stessi dal potere delle fiamme. Non ci sarà bracia per
scaldarsi, né fuoco dinanzi al quale sedersi. [15]Così sono
diventati per te i tuoi maghi, con i quali ti sei affaticata fin dalla
giovinezza; ognuno se ne va per suo conto, nessuno ti viene in aiuto.
Isaia - Capitolo 48
Il Signore aveva predetto tutto[1]Ascoltate ciò, casa di
Giacobbe, voi che siete chiamati Israele e che traete origine dalla
stirpe di Giuda, voi che giurate nel nome del Signore e invocate il Dio
di Israele, ma senza sincerità e senza rettitudine, [2]poiché
prendete il nome dalla città santa e vi appoggiate sul Dio di Israele
che si chiama Signore degli eserciti. [3]Io avevo annunziato da
tempo le cose passate, erano uscite dalla mia bocca, le avevo fatte udire.
D'improvviso io ho agito e sono accadute. [4]Poiché sapevo che tu
sei ostinato e che la tua nuca è una sbarra di ferro e la tua fronte è
di bronzo, [5]io te le annunziai da tempo, prima che avvenissero
te le feci udire, per timore che dicessi: «Il mio idolo le ha fatte, la
mia statua e il dio da me fuso le hanno ordinate». [6]Tutto questo
hai udito e visto; non vorresti testimoniarlo? Ora ti faccio udire cose
nuove e segrete che tu nemmeno sospetti. [7]Ora sono create e non
da tempo; prima di oggi tu non le avevi udite, perché tu non dicessi:
«Gia lo sapevo». [8]No, tu non le avevi mai udite né sapute né il
tuo orecchio era gia aperto da allora poiché io sapevo che sei davvero
perfido e che ti si chiama sleale fin dal seno materno. [9]Per il
mio nome rinvierò il mio sdegno, per il mio onore lo frenerò a tuo riguardo,
per non annientarti. [10]Ecco, ti ho purificato per me come
argento, ti ho provato nel crogiuolo dell'afflizione. [11]Per
riguardo a me, per riguardo a me lo faccio; come potrei lasciar profanare il
mio nome? Non cederò ad altri la mia gloria.
Il Signore ha scelto Ciro[12]Ascoltami, Giacobbe, Israele
che ho chiamato: Sono io, io solo, il primo e anche l'ultimo.
[13]Sì, la mia mano ha posto le fondamenta della terra, la mia
destra ha disteso i cieli. Quando io li chiamo, tutti insieme si
presentano. [14]Radunatevi, tutti voi, e ascoltatemi. Chi di essi
ha predetto tali cose? Uno che io amo compirà il mio volere su Babilonia
e, con il suo braccio, sui Caldei. [15]Io, io ho parlato; io l'ho
chiamato, l'ho fatto venire e ho dato successo alle sue imprese.
Il destino di Israele[16]Avvicinatevi a me per udire questo.
Fin dal principio non ho parlato in segreto; dal momento in cui questo è
avvenuto io sono là. Ora il Signore Dio ha mandato me insieme con il suo
spirito. [17]Dice il Signore tuo redentore, il Santo di Israele:
«Io sono il Signore tuo Dio che ti insegno per il tuo bene, che ti
guido per la strada su cui devi andare. [18]Se avessi prestato
attenzione ai miei comandi, il tuo benessere sarebbe come un fiume, la
tua giustizia come le onde del mare. [19]La tua discendenza sarebbe
come la sabbia e i nati dalle tue viscere come i granelli d'arena; non
sarebbe mai radiato né cancellato il tuo nome davanti a me».
La fine dell'esilio[20]Uscite da Babilonia, fuggite dai
Caldei; annunziatelo con voce di gioia, diffondetelo, fatelo
giungere fino all'estremità della terra. Dite: «Il Signore ha riscattato
il suo servo Giacobbe». [21]Non soffrono la sete mentre li
conduce per deserti; acqua dalla roccia egli fa scaturire per essi;
spacca la roccia, sgorgano le acque. [22]Non c'è pace per i
malvagi, dice il Signore.
Isaia - Capitolo 49
Secondo canto del servo del Signore[1]Ascoltatemi, o isole,
udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha
chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunziato il mio nome.
[2]Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto
all'ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto
nella sua faretra. [3]Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele,
sul quale manifesterò la mia gloria». [4]Io ho risposto: «Invano
ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il
mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio».
[5]Ora disse il Signore che mi ha plasmato suo servo dal seno
materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele, -
poiché ero stato stimato dal Signore e Dio era stato la mia forza -
[6]mi disse: «E' troppo poco che tu sia mio servo per restaurare
le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti di Israele. Ma io ti
renderò luce delle nazioni perché porti la mia salvezza fino
all'estremità della terra». [7]Dice il Signore, il redentore di
Israele, il suo Santo, a colui la cui vita è disprezzata, al reietto delle
nazioni, al servo dei potenti: «I re vedranno e si alzeranno in piedi,
i principi vedranno e si prostreranno, a causa del Signore che è fedele,
a causa del Santo di Israele che ti ha scelto».
La gioia del ritorno[8]Dice il Signore: «Al tempo della
misericordia ti ho ascoltato, nel giorno della salvezza ti ho aiutato.
Ti ho formato e posto come alleanza per il popolo, per far risorgere
il paese, per farti rioccupare l'eredità devastata, [9]per dire
ai prigionieri: Uscite, e a quanti sono nelle tenebre: Venite fuori.
Essi pascoleranno lungo tutte le strade, e su ogni altura troveranno
pascoli. [10]Non soffriranno né fame né sete e non li colpirà né
l'arsura né il sole, perché colui che ha pietà di loro li guiderà, li
condurrà alle sorgenti di acqua. [11]Io trasformerò i monti in strade
e le mie vie saranno elevate. [12]Ecco, questi vengono da
lontano, ed ecco, quelli vengono da mezzogiorno e da occidente e quelli
dalla regione di Assuan». [13]Giubilate, o cieli; rallegrati, o
terra, gridate di gioia, o monti, perché il Signore consola il suo
popolo e ha pietà dei suoi miseri. [14]Sion ha detto: «Il Signore
mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato». [15]Si
dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il
figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io
invece non ti dimenticherò mai. [16]Ecco, ti ho disegnato sulle palme
delle mie mani, le tue mura sono sempre davanti a me. [17]I tuoi
costruttori accorrono, i tuoi distruttori e i tuoi devastatori si
allontanano da te. [18]Alza gli occhi intorno e guarda: tutti
costoro si radunano, vengono da te. «Com'è vero ch'io vivo - oracolo del
Signore- ti vestirai di tutti loro come di ornamento, te ne ornerai come
una sposa». [19]Poiché le tue rovine e le tue devastazioni e il
tuo paese desolato saranno ora troppo stretti per i tuoi abitanti,
benché siano lontani i tuoi divoratori. [20]Di nuovo ti diranno
agli orecchi i figli di cui fosti privata: «Troppo stretto è per me
questo posto; scostati, e mi accomoderò». [21]Tu penserai: «Chi
mi ha generato costoro? Io ero priva di figli e sterile; questi chi li
ha allevati? Ecco, ero rimasta sola e costoro dove erano?».
[22]Così dice il Signore Dio: «Ecco, io farò cenno con la mano ai
popoli, per le nazioni isserò il mio vessillo. Riporteranno i tuoi figli
in braccio, le tue figlie saran portate sulle spalle. [23]I re
saranno i tuoi tutori, le loro principesse tue nutrici. Con la faccia a
terra essi si prostreranno davanti a te, baceranno la polvere dei tuoi
piedi; allora tu saprai che io sono il Signore e che non saranno delusi
quanti sperano in me». [24]Si può forse strappare la preda al forte?
Oppure può un prigioniero sfuggire al tiranno? [25]Eppure dice il
Signore: «Anche il prigioniero sarà strappato al forte, la preda
sfuggirà al tiranno. Io avverserò i tuoi avversari; io salverò i tuoi
figli. [26]Farò mangiare le loro stesse carni ai tuoi oppressori,
si ubriacheranno del proprio sangue come di mosto. Allora ogni uomo
saprà che io sono il Signore, tuo salvatore, io il tuo redentore e il
Forte di Giacobbe».
Isaia - Capitolo 50
La punizione di Israele[1]Dice il Signore: «Dov'è il
documento di ripudio di vostra madre, con cui l'ho scacciata? Oppure a
quale dei miei creditori io vi ho venduti? Ecco, per le vostre iniquità
siete stati venduti, per le vostre scelleratezze è stata scacciata vostra
madre. [2]Per qual motivo non c'è nessuno, ora che io sono venuto?
Perché, ora che chiamo, nessuno risponde? E' forse la mia mano troppo
corta per riscattare oppure io non ho la forza per liberare? Ecco, con
una minaccia prosciugo il mare, faccio dei fiumi un deserto. I loro
pesci, per mancanza d'acqua, restano all'asciutto, muoiono di sete.
[3]Rivesto i cieli di oscurità, do loro un sacco per mantello».
Terzo canto del servo del Signore[4]Il Signore Dio mi ha dato
una lingua da iniziati, perché io sappia indirizzare allo sfiduciato una
parola. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come
gli iniziati. [5]Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio e io non
ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. [6]Ho
presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano
la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.
[7]Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare
deluso. [8]E' vicino chi mi rende giustizia; chi oserà venire a
contesa con me? Affrontiamoci. Chi mi accusa? Si avvicini a me.
[9]Ecco, il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole?
Ecco, come una veste si logorano tutti, la tignola li divora.
[10]Chi tra di voi teme il Signore, ascolti la voce del suo
servo! Colui che cammina nelle tenebre, senza avere luce, speri nel
nome del Signore, si appoggi al suo Dio. [11]Ecco, voi tutti che
accendete il fuoco, e tenete tizzoni accesi, andate alle fiamme del
vostro fuoco, tra i tizzoni che avete acceso. Dalla mia mano vi è giunto
questo; voi giacerete fra le torture.
Isaia - Capitolo 51
Elezione e benedizione di Israele[1]Ascoltatemi, voi che siete
in cerca di giustizia, voi che cercate il Signore; guardate alla roccia
da cui siete stati tagliati, alla cava da cui siete stati estratti.
[2]Guardate ad Abramo vostro padre, a Sara che vi ha partorito;
poiché io chiamai lui solo, lo benedissi e lo moltiplicai.
[3]Davvero il Signore ha pietà di Sion, ha pietà di tutte le sue
rovine, rende il suo deserto come l'Eden, la sua steppa come il giardino
del Signore. Giubilo e gioia saranno in essa, ringraziamenti e inni di
lode!
Il regno della giustizia di Dio[4]Ascoltatemi attenti, o popoli;
nazioni, porgetemi l'orecchio. Poiché da me uscirà la legge, il mio
diritto sarà luce dei popoli. [5]La mia vittoria è vicina, si
manifesterà come luce la mia salvezza; le mie braccia governeranno i popoli.
In me spereranno le isole, avranno fiducia nel mio braccio.
[6]Alzate al cielo i vostri occhi e guardate la terra di sotto,
poiché i cieli si dissolveranno come fumo, la terra si logorerà come una
veste e i suoi abitanti moriranno come larve. Ma la mia salvezza durerà
sempre, la mia giustizia non sarà annientata. [7]Ascoltatemi,
esperti della giustizia, popolo che porti nel cuore la mia legge. Non
temete l'insulto degli uomini, non vi spaventate per i loro scherni;
[8]poiché le tarme li roderanno come una veste e la tignola li
roderà come lana, ma la mia giustizia durerà per sempre, la mia salvezza
di generazione in generazione.
Il risveglio del Signore[9]Svegliati, svegliati, rivestiti di
forza, o braccio del Signore. Svegliati come nei giorni antichi,
come tra le generazioni passate. Non hai tu forse fatto a pezzi Raab,
non hai trafitto il drago? [10]Forse non hai prosciugato il mare,
le acque del grande abisso e non hai fatto delle profondità del mare una
strada, perché vi passassero i redenti? [11]I riscattati dal
Signore ritorneranno e verranno in Sion con esultanza; felicità perenne
sarà sul loro capo; giubilo e felicità li seguiranno; svaniranno
afflizioni e sospiri.
Il Signore è il consolatore[12]Io, io sono il tuo consolatore.
Chi sei tu perché tema uomini che muoiono e un figlio dell'uomo che
avrà la sorte dell'erba? [13]Hai dimenticato il Signore tuo creatore,
che ha disteso i cieli e gettato le fondamenta della terra. Avevi
sempre paura, tutto il giorno, davanti al furore dell'avversario, perché
egli tentava di distruggerti. Ma dove è ora il furore dell'avversario?
[14]Il prigioniero sarà presto liberato; egli non morirà nella fossa
né mancherà di pane. [15]Io sono il Signore tuo Dio, che sconvolge il
mare così che ne fremano i flutti, e si chiama Signore degli eserciti.
[16]Io ho posto le mie parole sulla tua bocca, ti ho nascosto sotto
l'ombra della mia mano, quando ho disteso i cieli e fondato la terra, e ho detto
a Sion: «Tu sei mio popolo».
Il risveglio di Gerusalemme[17]Svegliati, svegliati, alzati,
Gerusalemme, che hai bevuto dalla mano del Signore il calice della sua
ira; la coppa della vertigine hai bevuto, l'hai vuotata.
[18]Nessuno la guida tra tutti i figli che essa ha partorito;
nessuno la prende per mano tra tutti i figli che essa ha allevato.
[19]Due mali ti hanno colpito, chi avrà pietà di te?
Desolazione e distruzione, fame e spada, chi ti consolerà?
[20]I tuoi figli giacciono privi di forze agli angoli di tutte le
strade, come antilope in una rete, pieni dell'ira del Signore, della
minaccia del tuo Dio. [21]Perciò ascolta anche questo, o misera,
o ebbra, ma non di vino. [22]Così dice il tuo Signore Dio, il
tuo Dio che difende la causa del suo popolo: «Ecco io ti tolgo di mano
il calice della vertigine, la coppa della mia ira; tu non lo berrai
più. [23]Lo metterò in mano ai tuoi torturatori che ti dicevano:
Cùrvati che noi ti passiamo sopra. Tu facevi del tuo dorso un suolo e
come una strada per i passanti».
Isaia - Capitolo 52
Liberazione di Gerusalemme[1]Svegliati, svegliati, rivestiti
della tua magnificenza, Sion; indossa le vesti più belle, Gerusalemme,
città santa; perché mai più entrerà in te il non circonciso né l'impuro.
[2]Scuotiti la polvere, alzati, Gerusalemme schiava! Sciogliti
dal collo i legami, schiava figlia di Sion!
[3]Poiché dice il Signore: «Senza prezzo foste venduti e sarete
riscattati senza denaro».
[4]Poiché dice il Signore Dio: «In Egitto è sceso il mio popolo un
tempo per abitarvi come straniero; poi l'Assiro senza motivo lo ha oppresso.
[5]Ora, che faccio io qui? - oracolo del Signore - Sì, il mio popolo è
stato deportato per nulla! I suoi dominatori trionfavano - oracolo del Signore -
e sempre, tutti i giorni il mio nome è stato disprezzato. [6]Pertanto il
mio popolo conoscerà il mio nome, comprenderà in quel giorno che io dicevo:
Eccomi qua».
Annuncio della salvezza[7]Come sono belli sui monti i piedi
del messaggero di lieti annunzi che annunzia la pace, messaggero di bene
che annunzia la salvezza, che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
[8]Senti? Le tue sentinelle alzano la voce, insieme gridano di
gioia, poiché vedono con gli occhi il ritorno del Signore in Sion.
[9]Prorompete insieme in canti di gioia, rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo, ha riscattato Gerusalemme.
[10]Il Signore ha snudato il suo santo braccio davanti a tutti i
popoli; tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.
[11]Fuori, fuori, uscite di là! Non toccate niente d'impuro.
Uscite da essa, purificatevi, voi che portate gli arredi del Signore!
[12]Voi non dovrete uscire in fretta né andarvene come uno che
fugge, perché davanti a voi cammina il Signore, il Dio di Israele chiude
la vostra carovana.
Quarto canto del servo del Signore[13]Ecco, il mio servo avrà
successo, sarà onorato, esaltato e molto innalzato. [14]Come
molti si stupirono di lui - tanto era sfigurato per essere d'uomo il suo
aspetto e diversa la sua forma da quella dei figli dell'uomo -
[15]così si meraviglieranno di lui molte genti; i re davanti a
lui si chiuderanno la bocca, poiché vedranno un fatto mai ad essi raccontato
e comprenderanno ciò che mai avevano udito.
Isaia - Capitolo 53
[1]Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione? A chi sarebbe
stato manifestato il braccio del Signore? [2]E' cresciuto come un
virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida. Non ha
apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per
provare in lui diletto. [3]Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci
si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
[4]Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è
addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da
Dio e umiliato. [5]Egli è stato trafitto per i nostri delitti,
schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è
abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
[6]Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi
seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l'iniquità di
noi tutti. [7]Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua
bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte
ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. [8]Con oppressione e
ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua sorte?
Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per l'iniquità del mio popolo
fu percosso a morte. [9]Gli si diede sepoltura con gli empi, con
il ricco fu il suo tumulo, sebbene non avesse commesso violenza né vi
fosse inganno nella sua bocca. [10]Ma al Signore è piaciuto
prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una
discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
[11]Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della
sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si
addosserà la loro iniquità. [12]Perciò io gli darò in premio le
moltitudini, dei potenti egli farà bottino, perché ha consegnato se
stesso alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli
portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori.
Isaia - Capitolo 54
La rivincita di Gerusalemme[1]Esulta, o sterile che non hai
partorito, prorompi in grida di giubilo e di gioia, tu che non hai
provato i dolori, perché più numerosi sono i figli dell'abbandonata che
i figli della maritata, dice il Signore. [2]Allarga lo spazio della
tua tenda, stendi i teli della tua dimora senza risparmio, allunga le
cordicelle, rinforza i tuoi paletti, [3]poiché ti allargherai a
destra e a sinistra e la tua discendenza entrerà in possesso delle nazioni,
popolerà le città un tempo deserte. [4]Non temere, perché non
dovrai più arrossire; non vergognarti, perché non sarai più disonorata;
anzi, dimenticherai la vergogna della tua giovinezza e non ricorderai
più il disonore della tua vedovanza. [5]Poiché tuo sposo è il tuo
creatore, Signore degli eserciti è il suo nome; tuo redentore è il Santo
di Israele, è chiamato Dio di tutta la terra. [6]Come una donna
abbandonata e con l'animo afflitto, ti ha il Signore richiamata. Viene
forse ripudiata la donna sposata in gioventù? Dice il tuo Dio.
[7]Per un breve istante ti ho abbandonata, ma ti riprenderò con
immenso amore. [8]In un impeto di collera ti ho nascosto per un
poco il mio volto; ma con affetto perenne ho avuto pietà di te, dice il
tuo redentore, il Signore. [9]Ora è per me come ai giorni di Noè,
quando giurai che non avrei più riversato le acque di Noè sulla terra;
così ora giuro di non più adirarmi con te e di non farti più minacce.
[10]Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non
si allontanerebbe da te il mio affetto, né vacillerebbe la mia alleanza di
pace; dice il Signore che ti usa misericordia.
La nuova Gerusalemme[11]Afflitta, percossa dal turbine,
sconsolata, ecco io pongo sulla malachite le tue pietre e sugli zaffiri
le tue fondamenta. [12]Farò di rubini la tua merlatura, le tue
porte saranno di carbonchi, tutta la tua cinta sarà di pietre preziose.
[13]Tutti i tuoi figli saranno discepoli del Signore, grande sarà
la prosperità dei tuoi figli; [14]sarai fondata sulla giustizia.
Stà lontana dall'oppressione, perché non dovrai temere, dallo spavento,
perché non ti si accosterà. [15]Ecco, se ci sarà un attacco, non sarà
da parte mia. Chi ti attacca cadrà contro di te. [16]Ecco, io ho
creato il fabbro che soffia sul fuoco delle braci e ne trae gli
strumenti per il suo lavoro, e io ho creato anche il distruttore per
devastare. [17]Nessun'arma affilata contro di te avrà successo,
farai condannare ogni lingua che si alzerà contro di te in giudizio.
Questa è la sorte dei servi del Signore, quanto spetta a loro da parte
mia. Oracolo del Signore.
Isaia - Capitolo 55
Invito finale[1]O voi tutti assetati venite all'acqua, chi
non ha denaro venga ugualmente; comprate e mangiate senza denaro e,
senza spesa, vino e latte. [2]Perché spendete denaro per ciò che non
è pane, il vostro patrimonio per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e
mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. [3]Porgete
l'orecchio e venite a me, ascoltate e voi vivrete. Io stabilirò per voi
un'alleanza eterna, i favori assicurati a Davide. [4]Ecco l'ho
costituito testimonio fra i popoli, principe e sovrano sulle nazioni.
[5]Ecco tu chiamerai gente che non conoscevi; accorreranno a te
popoli che non ti conoscevano a causa del Signore, tuo Dio, del Santo di
Israele, perché egli ti ha onorato. [6]Cercate il Signore, mentre si
fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. [7]L'empio abbandoni la
sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà
misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona.
[8]Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre
vie non sono le mie vie - oracolo del Signore. [9]Quanto il cielo
sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei
pensieri sovrastano i vostri pensieri. [10]Come infatti la pioggia e
la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la
terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al
seminatore e pane da mangiare, [11]così sarà della parola
uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver
operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata.
Conclusione[12]Voi dunque partirete con gioia, sarete
condotti in pace. I monti e i colli davanti a voi eromperanno in grida
di gioia e tutti gli alberi dei campi batteranno le mani.
[13]Invece di spine cresceranno cipressi, invece di ortiche
cresceranno mirti; ciò sarà a gloria del Signore, un segno eterno che
non scomparirà.
Isaia - Capitolo 56
III. TERZA PARTE DEL LIBRO DI ISAIA
Promessa agli stranieri[1]Così dice il Signore: «Osservate
il diritto e praticate la giustizia, perché prossima a venire è la mia
salvezza; la mia giustizia sta per rivelarsi». [2]Beato l'uomo
che così agisce e il figlio dell'uomo che a questo si attiene, che
osserva il sabato senza profanarlo, che preserva la sua mano da ogni male.
[3]Non dica lo straniero che ha aderito al Signore: «Certo mi
escluderà il Signore dal suo popolo!». Non dica l'eunuco: «Ecco, io
sono un albero secco!». [4]Poiché così dice il Signore: «Agli
eunuchi, che osservano i miei sabati, preferiscono le cose di mio gradimento
e restan fermi nella mia alleanza, [5]io concederò nella mia casa
e dentro le mie mura un posto e un nome migliore che ai figli e alle
figlie; darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato.
[6]Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo e
per amare il nome del Signore, e per essere suoi servi, quanti si
guardano dal profanare il sabato e restano fermi nella mia alleanza,
[7]li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella
mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro sacrifici saliranno
graditi sul mio altare, perché il mio tempio si chiamerà casa di
preghiera per tutti i popoli». [8]Oracolo del Signore Dio che
raduna i dispersi di Israele: «Io ancora radunerò i suoi prigionieri,
oltre quelli gia radunati». [9]Voi tutte, bestie dei campi,
venite a mangiare; voi tutte, bestie della foresta, venite.
Indegnità dei capi[10]I suoi guardiani sono tutti ciechi,
non si accorgono di nulla. Sono tutti cani muti, incapaci di
abbaiare; sonnecchiano accovacciati, amano appisolarsi.
[11]Ma tali cani avidi, che non sanno saziarsi, sono i
pastori incapaci di comprendere. Ognuno segue la sua via, ognuno
bada al proprio interesse, senza eccezione. [12]«Venite, io prenderò
vino e ci ubriacheremo di bevande inebrianti. Domani sarà come oggi;
ce n'è una riserva molto grande».
Isaia - Capitolo 57
[1]Perisce il giusto, nessuno ci bada. I pii sono tolti di mezzo,
nessuno ci fa caso. Il giusto è tolto di mezzo a causa del male.
[2]Egli entra nella pace, riposa sul suo giaciglio chi
cammina per la via diritta.
Contro l'idolatria[3]Ora, venite qui, voi, figli della
maliarda, progenie di un adultero e di una prostituta. [4]Su chi
intendete divertirvi? Contro chi allargate la bocca e tirate fuori la
lingua? Forse voi non siete figli del peccato, prole bastarda?
[5]Voi, che spasimate fra i terebinti, sotto ogni albero verde,
che sacrificate bambini nelle valli, tra i crepacci delle rocce.
[6]Tra le pietre levigate del torrente è la parte che ti spetta:
esse sono la porzione che ti è toccata. Anche ad esse hai offerto
libazioni, hai portato offerte sacrificali. E di questo dovrei forse
consolarmi? [7]Su un monte imponente ed elevato hai posto il tuo
giaciglio; anche là sei salita per fare sacrifici. [8]Dietro la
porta e gli stipiti hai posto il tuo emblema. Lontano da me hai scoperto
il tuo giaciglio, vi sei salita, lo hai allargato; hai patteggiato con
coloro con i quali amavi trescare; guardavi la mano. [9]Ti
sei presentata al re con olio, hai moltiplicato i tuoi profumi; hai
inviato lontano i tuoi messaggeri, ti sei abbassata fino agli inferi.
[10]Ti sei stancata in tante tue vie, ma non hai detto: «E'
inutile». Hai trovato come ravvivare la mano; per questo non ti senti
esausta. [11]Chi hai temuto? Di chi hai avuto paura per farti
infedele? E di me non ti ricordi, non ti curi? Non sono io che uso
pazienza e chiudo un occhio? Ma tu non hai timore di me. [12]Io
divulgherò la tua giustizia e le tue opere, che non ti saranno di vantaggio.
[13]Alle tue grida ti salvino i tuoi guadagni. Tutti se li
porterà via il vento, un soffio se li prenderà. Chi invece confida in me
possederà la terra, erediterà il mio santo monte.
La salvezza per i deboli[14]Si dirà: «Spianate, spianate,
preparate la via, rimuovete gli ostacoli sulla via del mio popolo».
[15]Poiché così parla l'Alto e l'Eccelso, che ha una sede eterna
e il cui nome è santo: In un luogo eccelso e santo io dimoro, ma sono
anche con gli oppressi e gli umiliati, per ravvivare lo spirito degli umili
e rianimare il cuore degli oppressi. [16]Poiché io non voglio
discutere sempre né per sempre essere adirato; altrimenti davanti a me
verrebbe meno lo spirito e l'alito vitale che ho creato. [17]Per
l'iniquità dei suoi guadagni mi sono adirato, l'ho percosso, mi sono
nascosto e sdegnato; eppure egli, voltandosi, se n'è andato per le
strade del suo cuore. [18]Ho visto le sue vie, ma voglio sanarlo,
guidarlo e offrirgli consolazioni. E ai suoi afflitti [19]io
pongo sulle labbra: «Pace, pace ai lontani e ai vicini», dice il
Signore, «io li guarirò». [20]Gli empi sono come un mare agitato
che non può calmarsi e le cui acque portan su melma e fango.
[21]Non v'è pace per gli empi, dice il mio Dio.
Isaia - Capitolo 58
Il digiuno accetto a Dio[1]Grida a squarciagola, non aver
riguardo; come una tromba alza la voce; dichiara al mio popolo i suoi
delitti, alla casa di Giacobbe i suoi peccati. [2]Mi ricercano
ogni giorno, bramano di conoscere le mie vie, come un popolo che
pratichi la giustizia e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio; mi
chiedono giudizi giusti, bramano la vicinanza di Dio: [3]«Perché
digiunare, se tu non lo vedi, mortificarci, se tu non lo sai?». Ecco,
nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i
vostri operai. [4]Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e
colpendo con pugni iniqui. Non digiunate più come fate oggi, così da
fare udire in alto il vostro chiasso. [5]E' forse come questo il
digiuno che bramo, il giorno in cui l'uomo si mortifica? Piegare come un
giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo
vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore? [6]Non è
piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare
ogni giogo? [7]Non consiste forse nel dividere il pane con
l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire
uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?
[8]Allora la tua luce sorgerà come l'aurora, la tua ferita si
rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria
del Signore ti seguirà. [9]Allora lo invocherai e il Signore ti
risponderà; implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!». Se toglierai di
mezzo a te l'oppressione, il puntare il dito e il parlare empio,
[10]se offrirai il pane all'affamato, se sazierai chi è digiuno,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il
meriggio. [11]Ti guiderà sempre il Signore, ti sazierà in terreni
aridi, rinvigorirà le tue ossa; sarai come un giardino irrigato e
come una sorgente le cui acque non inaridiscono. [12]La tua gente
riedificherà le antiche rovine, ricostruirai le fondamenta di epoche
lontane. Ti chiameranno riparatore di brecce, restauratore di case in
rovina per abitarvi.
Il sabato[13]Se tratterrai il piede dal violare il sabato,
dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro, se chiamerai il sabato
delizia e venerando il giorno sacro al Signore, se lo onorerai evitando
di metterti in cammino, di sbrigare affari e di contrattare,
[14]allora troverai la delizia nel Signore. Io ti farò calcare le
alture della terra, ti farò gustare l'eredità di Giacobbe tuo padre,
poiché la bocca del Signore ha parlato.
Isaia - Capitolo 59
Salmo penitenziale[1]Ecco non è troppo corta la mano del Signore
da non poter salvare; né tanto duro è il suo orecchio, da non poter
udire. [2]Ma le vostre iniquità hanno scavato un abisso fra voi e
il vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere il suo volto
così che non vi ascolta. [3]Le vostre palme sono macchiate di
sangue e le vostre dita di iniquità; le vostre labbra proferiscono
menzogne, la vostra lingua sussurra perversità. [4]Nessuno muove
causa con giustizia, nessuno la discute con lealtà. Si confida nel nulla
e si dice il falso, si concepisce la malizia e si genera l'iniquità.
[5]Dischiudono uova di serpenti velenosi, tessono tele di ragno;
chi mangia quelle uova morirà, e dall'uovo schiacciato esce una vipera.
[6]Le loro tele non servono per vesti, essi non si possono
coprire con i loro manufatti; le loro opere sono opere inique, il frutto
di oppressioni è nelle loro mani. [7]I loro piedi corrono al male,
si affrettano a spargere sangue innocente; i loro pensieri sono pensieri
iniqui, desolazione e distruzione sono sulle loro strade. [8]Non
conoscono la via della pace, non c'è giustizia nel loro procedere;
rendono tortuosi i loro sentieri, chiunque vi cammina non conosce la
pace. [9]Per questo il diritto si è allontanato da noi e non ci
raggiunge la giustizia. Speravamo la luce ed ecco le tenebre, lo
splendore, ma dobbiamo camminare nel buio. [10]Tastiamo come ciechi
la parete, come privi di occhi camminiamo a tastoni; inciampiamo a
mezzogiorno come al crepuscolo; tra i vivi e vegeti siamo come i morti.
[11]Noi tutti urliamo come orsi, andiamo gemendo come colombe;
speravamo nel diritto ma non c'è, nella salvezza ma essa è lontana da
noi. [12]Poiché sono molti davanti a te i nostri delitti, i
nostri peccati testimoniano contro di noi; poiché i nostri delitti ci stanno
davanti e noi conosciamo le nostre iniquità: [13]prevaricare e
rinnegare il Signore, cessare di seguire il nostro Dio, parlare di
oppressione e di ribellione, concepire con il cuore e pronunciare parole
false. [14]Così è trascurato il diritto e la giustizia se ne sta
lontana, la verità incespica in piazza, la rettitudine non può entrarvi.
[15]Così la verità è abbandonata, chi disapprova il male viene
spogliato. Ha visto questo il Signore ed è male ai suoi occhi che non ci
sia più diritto. [16]Egli ha visto che non c'era alcuno, si è
meravigliato perché nessuno intercedeva. Ma lo ha soccorso il suo braccio,
la sua giustizia lo ha sostenuto. [17]Egli si è rivestito di
giustizia come di una corazza, e sul suo capo ha posto l'elmo della
salvezza. Ha indossato le vesti della vendetta, si è avvolto di zelo
come di un manto. [18]Il retributore ripagherà le azioni come si
deve: con sdegno ai suoi avversari, con vergogna ai suoi nemici.
[19]In occidente vedranno il nome del Signore e in oriente la sua
gloria, perché egli verrà come un fiume irruente, sospinto dal vento del
Signore. [20]Come redentore verrà per Sion, per quelli di
Giacobbe convertiti dall'apostasia. Oracolo del Signore.
Oracolo[21]Quanto a me, ecco la mia alleanza con essi, dice il
Signore: Il mio spirito che è sopra di te e le parole che ti ho messo in bocca
non si allontaneranno dalla tua bocca né dalla bocca della tua discendenza né
dalla bocca dei discendenti dei discendenti, dice il Signore, ora e sempre.
Isaia - Capitolo 60
Splendore di Gerusalemme[1]Alzati, rivestiti di luce, perché
viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te.
[2]Poiché, ecco, le tenebre ricoprono la terra, nebbia fitta
avvolge le nazioni; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria
appare su di te. [3]Cammineranno i popoli alla tua luce, i re
allo splendore del tuo sorgere. [4]Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da
lontano, le tue figlie sono portate in braccio. [5]A quella vista
sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché le
ricchezze del mare si riverseranno su di te, verranno a te i beni dei
popoli. [6]Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di
Madian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e
proclamando le glorie del Signore. [7]Tutti i greggi di Kedàr si
raduneranno da te, i montoni dei Nabatei saranno a tuo servizio,
saliranno come offerta gradita sul mio altare; renderò splendido il
tempio della mia gloria. [8]Chi sono quelle che volano come nubi
e come colombe verso le loro colombaie? [9]Sono navi che si
radunano per me, le navi di Tarsis in prima fila, per portare i tuoi
figli da lontano, con argento e oro, per il nome del Signore tuo Dio,
per il Santo di Israele che ti onora. [10]Stranieri
ricostruiranno le tue mura, i loro re saranno al tuo servizio, perché
nella mia ira ti ho colpito, ma nella mia benevolenza ho avuto pietà di te.
[11]Le tue porte saranno sempre aperte, non si chiuderanno né di
giorno né di notte, per lasciar introdurre da te le ricchezze dei popoli
e i loro re che faranno da guida. [12]Perché il popolo e il regno
che non vorranno servirti periranno e le nazioni saranno tutte
sterminate. [13]La gloria del Libano verrà a te, cipressi, olmi e
abeti insieme, per abbellire il luogo del mio santuario, per glorificare
il luogo dove poggio i miei piedi. [14]Verranno a te in atteggiamento
umile i figli dei tuoi oppressori; ti si getteranno proni alle piante
dei piedi quanti ti disprezzavano. Ti chiameranno Città del Signore,
Sion del Santo di Israele. [15]Dopo essere stata derelitta,
odiata, senza che alcuno passasse da te, io farò di te l'orgoglio dei
secoli, la gioia di tutte le generazioni. [16]Tu succhierai il
latte dei popoli, succhierai le ricchezze dei re. Saprai che io sono il
Signore tuo salvatore e tuo redentore, io il Forte di Giacobbe.
[17]Farò venire oro anziché bronzo, farò venire argento anziché
ferro, bronzo anziché legno, ferro anziché pietre. Costituirò tuo
sovrano la pace, tuo governatore la giustizia. [18]Non si sentirà
più parlare di prepotenza nel tuo paese, di devastazione e di distruzione
entro i tuoi confini. Tu chiamerai salvezza le tue mura e gloria le tue
porte. [19]Il sole non sarà più la tua luce di giorno, né ti
illuminerà più il chiarore della luna. Ma il Signore sarà per te luce
eterna, il tuo Dio sarà il tuo splendore. [20]Il tuo sole non
tramonterà più né la tua luna si dileguerà, perché il Signore sarà per
te luce eterna; saranno finiti i giorni del tuo lutto. [21]Il tuo
popolo sarà tutto di giusti, per sempre avranno in possesso la terra,
germogli delle piantagioni del Signore, lavoro delle sue mani per
mostrare la sua gloria. [22]Il piccolo diventerà un migliaio, il
minimo un immenso popolo; io sono il Signore: a suo tempo, farò ciò
speditamente.
Isaia - Capitolo 61
Vocazione di un profeta[1]Lo spirito del Signore Dio è su di me
perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione; mi ha mandato a
portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori
spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei
prigionieri, [2]a promulgare l'anno di misericordia del Signore,
un giorno di vendetta per il nostro Dio, per consolare tutti gli
afflitti, [3]per allietare gli afflitti di Sion, per dare loro
una corona invece della cenere, olio di letizia invece dell'abito da lutto,
canto di lode invece di un cuore mesto. Essi si chiameranno querce di
giustizia, piantagione del Signore per manifestare la sua gloria.
[4]Ricostruiranno le vecchie rovine, rialzeranno gli antichi
ruderi, restaureranno le città desolate, devastate da più generazioni.
[5]Ci saranno stranieri a pascere i vostri greggi e figli di
stranieri saranno vostri contadini e vignaioli. [6]Voi sarete
chiamati sacerdoti del Signore, ministri del nostro Dio sarete detti. Vi
godrete i beni delle nazioni, trarrete vanto dalle loro ricchezze.
[7]Perché il loro obbrobrio fu di doppia misura, vergogna e
insulto furono la loro porzione; per questo possiederanno il doppio nel loro
paese, avranno una letizia perenne. [8]Poiché io sono il Signore
che amo il diritto e odio la rapina e l'ingiustizia: io darò loro
fedelmente il salario, concluderò con loro un'alleanza perenne.
[9]Sarà famosa tra i popoli la loro stirpe, i loro discendenti
tra le nazioni. Coloro che li vedranno ne avranno stima, perché essi
sono la stirpe che il Signore ha benedetto.
Ringraziamento[10]Io gioisco pienamente nel Signore, la mia
anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza,
mi ha avvolto con il manto della giustizia, come uno sposo che si cinge
il diadema e come una sposa che si adorna di gioielli. [11]Poiché
come la terra produce la vegetazione e come un giardino fa germogliare i
semi, così il Signore Dio farà germogliare la giustizia e la lode
davanti a tutti i popoli.
Isaia - Capitolo 62
Splendore di Gerusalemme[1]Per amore di Sion non tacerò, per
amore di Gerusalemme non mi darò pace, finché non sorga come stella la sua
giustizia e la sua salvezza non risplenda come lampada. [2]Allora
i popoli vedranno la tua giustizia, tutti i re la tua gloria; ti si
chiamerà con un nome nuovo che la bocca del Signore indicherà.
[3]Sarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema
regale nella palma del tuo Dio. [4]Nessuno ti chiamerà più
Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma tu sarai
chiamata Mio compiacimento e la tua terra, Sposata, perché il Signore si
compiacerà di te e la tua terra avrà uno sposo. [5]Sì, come un
giovane sposa una vergine, così ti sposerà il tuo architetto; come
gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te.
[6]Sulle tue mura, Gerusalemme, ho posto sentinelle; per
tutto il giorno e tutta la notte non taceranno mai. Voi, che rammentate
le promesse al Signore, non prendetevi mai riposo [7]e neppure a
lui date riposo, finché non abbia ristabilito Gerusalemme e finché non
l'abbia resa il vanto della terra. [8]Il Signore ha giurato con la
sua destra e con il suo braccio potente: «Mai più darò il tuo grano in
cibo ai tuoi nemici, mai più gli stranieri berranno il vino per il quale
tu hai faticato. [9]No! Coloro che avranno raccolto il grano lo
mangeranno e canteranno inni al Signore, coloro che avranno vendemmiato
berranno il vino nei cortili del mio santuario». [10]Passate,
passate per le porte, sgombrate la via al popolo, spianate, spianate la
strada, liberatela dalle pietre, innalzate un vessillo per i popoli.
[11]Ecco ciò che il Signore fa sentire all'estremità della terra:
«Dite alla figlia di Sion: Ecco, arriva il tuo salvatore; ecco, ha
con sé la sua mercede, la sua ricompensa è davanti a lui. [12]Li
chiameranno popolo santo, redenti del Signore. E tu sarai chiamata
Ricercata, Città non abbandonata».
Isaia - Capitolo 63
Il giudizio dei popoli[1]Chi è costui che viene da Edom, da
Bozra con le vesti tinte di rosso? Costui, splendido nella sua veste,
che avanza nella pienezza della sua forza? - «Io, che parlo con
giustizia, sono grande nel soccorrere». [2]- Perché rossa è la
tua veste e i tuoi abiti come quelli di chi pigia nel tino? [3]-
«Nel tino ho pigiato da solo e del mio popolo nessuno era con me. Li ho
pigiati con sdegno, li ho calpestati con ira. Il loro sangue è sprizzato
sulle mie vesti e mi sono macchiato tutti gli abiti, [4]poiché il
giorno della vendetta era nel mio cuore e l'anno del mio riscatto è giunto.
[5]Guardai: nessuno aiutava; osservai stupito: nessuno mi
sosteneva. Allora mi prestò soccorso il mio braccio, mi sostenne la mia
ira. [6]Calpestai i popoli con sdegno, li stritolai con ira, feci
scorrere per terra il loro sangue».
Meditazione sulla storia di Israele[7]Voglio ricordare i
benefici del Signore, le glorie del Signore, quanto egli ha fatto per
noi. Egli è grande in bontà per la casa di Israele. Egli ci trattò
secondo il suo amore, secondo la grandezza della sua misericordia.
[8]Disse: «Certo, essi sono il mio popolo, figli che non
deluderanno» e fu per loro un salvatore [9]in tutte le angosce.
Non un inviato né un angelo, ma egli stesso li ha salvati; con amore
e compassione egli li ha riscattati; li ha sollevati e portati su di sé,
in tutti i giorni del passato. [10]Ma essi si ribellarono e
contristarono il suo santo spirito. Egli perciò divenne loro nemico
e mosse loro guerra. [11]Allora si ricordarono dei giorni
antichi, di Mosè suo servo. Dov'è colui che fece uscire dall'acqua del
Nilo il pastore del suo gregge? Dov'è colui che gli pose nell'intimo
il suo santo spirito; [12]colui che fece camminare alla destra di
Mosè il suo braccio glorioso, che divise le acque davanti a loro
facendosi un nome eterno; [13]colui che li fece avanzare tra i
flutti come un cavallo sulla steppa? Non inciamparono,
[14]come armento che scende per la valle: lo spirito del Signore
li guidava al riposo. Così tu conducesti il tuo popolo, per farti un
nome glorioso. [15]Guarda dal cielo e osserva dalla tua dimora
santa e gloriosa. Dove sono il tuo zelo e la tua potenza, il fremito
della tua tenerezza e la tua misericordia? Non forzarti
all'insensibilità [16]perché tu sei nostro padre, poiché Abramo
non ci riconosce e Israele non si ricorda di noi. Tu, Signore, tu sei
nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore. [17]Perché,
Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il
nostro cuore, così che non ti tema? Ritorna per amore dei tuoi servi,
per amore delle tribù, tua eredità. [18]Perché gli empi hanno
calpestato il tuo santuario, i nostri avversari hanno profanato il tuo luogo
santo? [19]Siamo diventati come coloro su cui tu non hai mai
dominato, sui quali il tuo nome non è stato mai invocato. Se tu
squarciassi i cieli e scendessi! Davanti a te sussulterebbero i monti.
Isaia - Capitolo 64
[1]Come il fuoco incendia le stoppie e fa bollire l'acqua,
così il fuoco distrugga i tuoi avversari, perché si conosca il tuo nome
fra i tuoi nemici. Davanti a te tremavano i popoli, [2]quando tu
compivi cose terribili che non attendevamo, [3]di cui non si udì
parlare da tempi lontani. Orecchio non ha sentito, occhio non ha visto
che un Dio, fuori di te, abbia fatto tanto per chi confida in lui.
[4]Tu vai incontro a quanti praticano la giustizia e si ricordano
delle tue vie. Ecco, tu sei adirato perché abbiamo peccato contro di te
da lungo tempo e siamo stati ribelli. [5]Siamo divenuti tutti come
una cosa impura e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia
tutti siamo avvizziti come foglie, le nostre iniquità ci hanno portato
via come il vento. [6]Nessuno invocava il tuo nome, nessuno si
riscuoteva per stringersi a te; perché tu avevi nascosto da noi il tuo
volto, ci hai messo in balìa della nostra iniquità. [7]Ma,
Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci dà forma,
tutti noi siamo opera delle tue mani. [8]Signore, non adirarti
troppo, non ricordarti per sempre dell'iniquità. Ecco, guarda: tutti
siamo tuo popolo. [9]Le tue città sante sono un deserto, un
deserto è diventata Sion, Gerusalemme una desolazione. [10]Il
nostro tempio, santo e magnifico, dove i nostri padri ti hanno lodato, è
divenuto preda del fuoco; tutte le nostre cose preziose sono distrutte.
[11]Dopo tutto questo, resterai ancora insensibile, o Signore,
tacerai e ci umilierai sino in fondo?
Isaia - Capitolo 65
Il giudizio futuro[1]Mi feci ricercare da chi non mi
interrogava, mi feci trovare da chi non mi cercava. Dissi: «Eccomi,
eccomi» a gente che non invocava il mio nome. [2]Ho teso la mano
ogni giorno a un popolo ribelle; essi andavano per una strada non buona,
seguendo i loro capricci, [3]un popolo che mi provocava
sempre, con sfacciataggine. Essi sacrificavano nei giardini,
offrivano incenso sui mattoni, [4]abitavano nei sepolcri,
passavano la notte in nascondigli, mangiavano carne suina e cibi
immondi nei loro piatti. [5]Essi dicono: «Stà lontano! Non
accostarti a me, che per te sono sacro». Tali cose sono un fumo al mio naso,
un fuoco acceso tutto il giorno. [6]Ecco, tutto questo sta
scritto davanti a me; io non tacerò finché non avrò ripagato
[7]le vostre iniquità e le iniquità dei vostri padri, tutte
insieme, dice il Signore. Costoro hanno bruciato incenso sui monti e sui
colli mi hanno insultato; così io calcolerò la loro paga e la riverserò
nel loro grembo. [8]Dice il Signore: «Come quando si trova succo
in un grappolo, si dice: Non distruggetelo, perché v'è qui una
benedizione, così io farò per amore dei miei servi, per non distruggere
ogni cosa. [9]Io farò uscire una discendenza da Giacobbe, da
Giuda un erede dei miei monti. I miei eletti ne saranno i padroni e i
miei servi vi abiteranno. [10]Saròn diventerà un pascolo di greggi,
la valle di Acòr un recinto per armenti, per il mio popolo che mi
ricercherà. [11]Ma voi, che avete abbandonato il Signore,
dimentichi del mio santo monte, che preparate una tavola per Gad e
riempite per Menì la coppa di vino, [12]io vi destino alla spada;
tutti vi curverete alla strage, perché ho chiamato e non avete risposto;
ho parlato e non avete udito. Avete fatto ciò che è male ai miei occhi,
ciò che mi dispiace avete scelto». [13]Pertanto, così dice il
Signore Dio: «Ecco, i miei servi mangeranno e voi avrete fame; ecco,
i miei servi berranno e voi avrete sete; ecco, i miei servi gioiranno
e voi resterete delusi; [14]ecco, i miei servi giubileranno
per la gioia del cuore, voi griderete per il dolore del cuore,
urlerete per la tortura dello spirito. [15]Lascerete il vostro
nome come imprecazione fra i miei eletti: Così ti faccia morire il
Signore Dio. Ma i miei servi saranno chiamati con un altro nome.
[16]Chi vorrà essere benedetto nel paese, vorrà esserlo per il
Dio fedele; chi vorrà giurare nel paese, giurerà per il Dio fedele;
perché saranno dimenticate le tribolazioni antiche, saranno occultate ai
miei occhi. [17]Ecco infatti io creo nuovi cieli e nuova terra;
non si ricorderà più il passato, non verrà più in mente,
[18]poiché si godrà e si gioirà sempre di quello che sto per
creare, e farò di Gerusalemme una gioia, del suo popolo un gaudio.
[19]Io esulterò di Gerusalemme, godrò del mio popolo. Non si
udranno più in essa voci di pianto, grida di angoscia. [20]Non ci
sarà più un bimbo che viva solo pochi giorni, né un vecchio che dei suoi
giorni non giunga alla pienezza; poiché il più giovane morirà a cento
anni e chi non raggiunge i cento anni sarà considerato maledetto.
[21]Fabbricheranno case e le abiteranno, pianteranno vigne e ne
mangeranno il frutto. [22]Non fabbricheranno perché un altro vi
abiti, né pianteranno perché un altro mangi, poiché quali i giorni
dell'albero, tali i giorni del mio popolo. I miei eletti useranno a
lungo quanto è prodotto dalle loro mani. [23]Non faticheranno
invano, né genereranno per una morte precoce, perché prole di benedetti
dal Signore essi saranno e insieme con essi anche i loro germogli.
[24]Prima che mi invochino, io risponderò; mentre ancora stanno
parlando, io gia li avrò ascoltati. [25]Il lupo e l'agnello
pascoleranno insieme, il leone mangerà la paglia come un bue, ma il
serpente mangerà la polvere, non faranno né male né danno in tutto il
mio santo monte». Dice il Signore.
Isaia - Capitolo 66
Oracolo sul tempio[1]Così dice il Signore: «Il cielo è il
mio trono, la terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi potreste
costruire? In quale luogo potrei fissare la dimora? [2]Tutte
queste cose ha fatto la mia mano ed esse sono mie - oracolo del Signore -.
Su chi volgerò lo sguardo? Sull'umile e su chi ha lo spirito contrito
e su chi teme la mia parola. [3]Uno sacrifica un bue e poi uccide
un uomo, uno immola una pecora e poi strozza un cane, uno presenta
un'offerta e poi sangue di porco, uno brucia incenso e poi venera
l'iniquità. Costoro hanno scelto le loro vie, essi si dilettano dei loro
abomini; [4]anch'io sceglierò la loro sventura e farò piombare su
di essi ciò che temono, perché io avevo chiamato e nessuno ha risposto,
avevo parlato e nessuno ha ascoltato. Hanno fatto ciò che è male ai miei
occhi, hanno preferito quello che a me dispiace».
Giudizio su Gerusalemme[5]Ascoltate la parola del Signore,
voi che venerate la sua parola. Hanno detto i vostri fratelli che vi
odiano, che vi respingono a causa del mio nome: «Mostri il Signore la
sua gloria, e voi fateci vedere la vostra gioia!». Ma essi saranno
confusi. [6]Giunge un rumore, un frastuono dalla città, un rumore
dal tempio: è la voce del Signore che paga il contraccambio ai suoi
nemici. [7]Prima di provare i dolori, ha partorito; prima che le
venissero i dolori, ha dato alla luce un maschio. [8]Chi ha mai
udito una cosa simile, chi ha visto cose come queste? Nasce forse un
paese in un giorno; un popolo è generato forse in un istante? Eppure
Sion, appena sentiti i dolori, ha partorito i figli. [9]«Io che
apro il grembo materno, non farò partorire?» dice il Signore. «Io che
faccio generare, chiuderei il seno?» dice il tuo Dio.
[10]Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa quanti la
amate. Sfavillate di gioia con essa voi tutti che avete partecipato al
suo lutto. [11]Così succhierete al suo petto e vi sazierete delle
sue consolazioni; succhierete, deliziandovi, all'abbondanza del suo
seno. [12]Poiché così dice il Signore: «Ecco io farò scorrere
verso di essa, come un fiume, la prosperità; come un torrente in piena
la ricchezza dei popoli; i suoi bimbi saranno portati in braccio,
sulle ginocchia saranno accarezzati. [13]Come una madre consola
un figlio così io vi consolerò; in Gerusalemme sarete consolati.
[14]Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore, le vostre ossa saran
rigogliose come erba fresca. La mano del Signore si farà manifesta ai suoi
servi, ma si sdegnerà contro i suoi nemici. [15]Poiché, ecco, il
Signore viene con il fuoco, i suoi carri sono come un turbine, per
riversare con ardore l'ira, la sua minaccia con fiamme di fuoco.
[16]Con il fuoco infatti il Signore farà giustizia su tutta la
terra e con la spada su ogni uomo; molti saranno i colpiti dal Signore.
[17]Coloro che si consacrano e purificano nei giardini, seguendo
uno che sta in mezzo, che mangiano carne suina, cose abominevoli e topi,
insieme finiranno - oracolo del Signore - [18]con le loro opere e
i loro propositi.
Discorso escatologicoIo verrò a radunare tutti i popoli e tutte le
lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria. [19]Io porrò in essi un
segno e manderò i loro superstiti alle genti di Tarsis, Put, Lud, Mesech, Ros,
Tubal e di Grecia, ai lidi lontani che non hanno udito parlare di me e non hanno
visto la mia gloria; essi annunzieranno la mia gloria alle nazioni.
[20]Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutti i popoli come offerta
al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari al mio
santo monte di Gerusalemme, dice il Signore, come i figli di Israele portano
l'offerta su vasi puri nel tempio del Signore. [21]Anche tra essi mi
prenderò sacerdoti e leviti, dice il Signore.
[22]Sì, come i nuovi cieli e la nuova terra, che io farò,
dureranno per sempre davanti a me - oracolo del Signore - così
dureranno la vostra discendenza e il vostro nome. [23]In ogni mese al
novilunio, e al sabato di ogni settimana, verrà ognuno a prostrarsi
davanti a me, dice il Signore. [24]Uscendo, vedranno i cadaveri
degli uomini che si sono ribellati contro di me; poiché il loro verme
non morirà, il loro fuoco non si spegnerà e saranno un abominio per
tutti».
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