Storia della parrocchia
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Storia della chiesa di San Paolo

La nascita della chiesa che poi sarà dedicata a San Paolo apostolo nel nuovo quartiere "Fabio" di Acireale ha origine nei primi anni 70. L'anima del progetto è naturalmente il Vescovo, mons. Pasquale Bacile, il quale comincia a cercare un terreno adatto alla bisogna, finchè il dott. Venerando Leonardi metterà a disposizione un lotto di terreno di mq. 1500 circa, espressamente destinato quale sede della futura chiesa.

Nell'ottobre del 1971 l'ing. Paolo Pennisi consegnerà una perizia descrittiva ed estimativa del terreno. Tale stima era importante per avviare tutte le incombenze previste dalla legge e avviava il "cursus" che doveva portare all'acquisto del lotto del terreno.

Nel 1973 il Presidente della Repubblica autorizzava la "Mensa Vescovile" di Acireale ad acquistare il terreno.

Alla primitiva area acquistata si aggiungeva un secondo lotto di terreno, poi completato con un terzo lotto, che portarono l'area parrocchiale a superare i 3000 mq.

Il progetto della chiesa venne affidato all'ing. Paolo Pennisi che si presenta con delle proposte originali che cercano di armonizzare le istanze liturgiche di una tradizione secolare con le tensioni nuove, proprie ad un quartiere che ospita la piccola e media borghesia acese.

La nuova parrocchia fu affidata al giovane parroco don Carlo Chiarenza che aveva appena completato gli studi a Roma. Licenziato in Sacra Teologia e in Scienze dell'Educazione nelle università pontificie, era stato nominato parroco il primo marzo del 1972 dal Vescovo mons. Bacile, "confidando nella tua scienza, prudenza, onestà e zelo apostolico", come recita il decreto.

Inizialmente la chiesa sorge su una cripta che costituì il primo luogo d'incontro degli allora pochi fedeli e del nuovo parroco. Mancava di tutto dagli arredi sacri alla canonica.

Al momento dell'innaugurazione non tutto il denaro occorrente era stato raccolto e il Vescovo si impegnava a raggranellare le restanti somme per finire di pagare il terreno e l'impresa costruttrice. A causa di tali ristrettezze economiche molte parti interne ed esterne della chiesa dovevano essere tralasciate.

Nonostante l'inesperienza pastorale, il giovane parroco fu incoraggiato nel suo servizio dai vari Vescovi che si succedettero all'inizio del suo mandato, fiduciosi nelle sue capacità e nella volontà creativa che traspariva dal suo impegno ecclesiale. Dopo un pò di tempo; gli venne affiancato il primo vice parroco, don Salvatore Privitera, esperto moralista, che però ben presto avrebbe sviluppato le proprie attitudini culturali in un ambito diverso da quello parrocchiale.

Il 16 dicembre 1973 S.E. mons. Paolo Bacile, Vescovo di Acireale, inaugura la nuova chiesa parrocchiale "San Paolo apostolo" alla presenza di mons. I. Cannavò e di tutti i parroci della città. Alla fine della Santa Messa, sarà il parroco don Carlo Chiarenza a concludere con una esortazione finale alla comunità. Ringrazia chi ha lavorato senza chiedere nulla, meravigliandolo, commuovendolo e dandogli la certezza che il tempio costruito diventava "segno" dell'amore di Dio in mezzo a noi.

Ancora prima dell'innaugurazione solenne, la vita della comunità si era andata sviluppando nella "cripta", il punto più arcano e nascosto della chiesa, attorno al cui tabernacolo si riuniva la piccola comunità per pregare, celebrare la liturgia eucaristica e prepararsi alla fondazione di quelle che poi saranno le prime strutture comunitarie.

Nell'ottobre del 1972, un anno prima dell'innaugurazione, sei catechiste iniziavano, nella "cripta", il primo ciclo di preparazione dei fanciulli cosi nel 1973, ancora nella "cripta", 70 fanciulli riuniti in sei gruppi, ricevono la prima Comunione nella parrocchia, mentre altri 15 ragazzi riceveranno il sacramento della Cresima, come si usava allora, in Cattedrale dalle mani del Vescovo.

I primi anni di vita della giovane comunità sono quelli tesi a farsi conoscere, ad attrarre l'attenzione su iniziative di elevato impegno morale. Nel dicembre del 1973 un folto gruppo di adulti da vita alla "Commissione Famiglia" che continuò ad occuparsi dei problemi della famiglia.

A poco a poco in coincidenza della sistemazione dei locali della chiesa viene abbandonata la gloriosa "cripta" dei primi tempi, che però rimane la sede di un tabernacolo al quale si accosteranno i vari gruppi di preghiera.

Alla fine del 1973 e agli inizi del 1974, si sviluppa l'attività teatrale e il 24 febbraio 1974, in occasione del carnevale, si rappresenta l'atto unico di Nino Martoglio "I civitoti in pretura". Seguiranno altri lavori teatrali con la regia dello stesso parroco, don Carlo Chiarenza, viene messo in cartello "San Giovanni Decollato" e "L'aria del continente". Nel 1976 continua l'attività teatrale con:

"Erano tutti miei figli" di A. Miller
"Processo a Gesù" di D. Fabbri
"Le voci di dentro" di E. De Filippo.

Contemporaneamente prende corpo la Biblioteca parrocchiale dove oltre ad una vasta raccolta di libri organizzerà incontri, dibattiti, conferenze e presentazione di libri, nel complesso una notevole attività culturale.

Fin dai primi anni viene organizzata un'assemblea parrocchiale che dovrà stabilire il lavoro dell'anno successivo che negli anni a seguire diventerà il "Consiglio Pastorale Parrocchiale", atto ad aiutare il parroco nel suo difficile lavoro di sintesi. Composto da 40 membri più il parroco e il suo vicario, tale organo verrà eletto ogni 3 anni dai membri della comunità.

Nel 1976 il vicario don S. Privitera lascia il suo posto nella comunità per dedicarsi ai propri studi di Teologia Morale e all'insegnamento presso la Facoltà Teologica di Palermo.

Il posto di vicario parrocchiale verrà coperto da don G. Rapisarda, un esperto liturgista che orienterà decisamente la vita liturgica comunitaria secondo una prospettiva nella quale la liturgia assumerà il ruolo di motore propulsore della postorale e della conseguente azione formativa. Nei suoi primi anni di vita, la comunità comincia una serie di ritiri spirituali in quella che poi verrà chiamata familiarmente La "casa di Cassone". Posta poco sopra Zafferana Etnea alle pendici dell'Etna e attorniata da uno splendido parco di alberi centenari, la casa già dal 1974 fu posta dalla proprietà a disposizione del parroco per consentire, ritiri e incontri in un ambiente adatto al silenzio e alla contemplazione. Inizialmente parlare di "casa" era troppo, in effetti si trattava di una grossa cascina piuttosto malridotta che l'operosita di diversi menbri della comunità si adoperò a rendere fruibile.

A fine degli anni 70 cominciano ad emergere proposte sempre più forti per un periodico parrocchiale. Per la verità, già prima, nel 1976, c'era stato un tentativo di creare un giornale che si aprisse al quartiere e lo vivificasse con la sua presenza. Dopo una serie di tentativi, era così nato il primo numero de "Il Foro" che purtroppo si fermò al quarto numero.

Il 10 gennaio del 1982 esce il primo numero del periodico parrocchiale "Appunti di Comunità". Il giornale nasceva dopo una lunga discussione, iniziata il 30 settembre 1981 con una lettera-invito del parroco a tutti i fedeli per discutere la necessità o meno di un periodico.

La festa del decennale della parrocchia è veramente un punto di svolta nella vita della comunità. Non è solo una precisa presa di coscienza del cammino percorso, ma si tratta di qualcosa di più ampio e profondo. Già l'anno dopo, nel 1984, vengono date indicazioni per una strutturazione più ampia e precisa della vita liturgica. Nel settembre di quell'anno, infatti, viene pubblicato uno scritto su "La vita liturgica in parrocchia" che contiene preziose indicazione pastorali.

Nel mese di Ottobre 1984 c'è il conferimento dell'ordine sacerdotale a don Gaetano Pulvirenti che da quel momento diventa vicario parrocchiale, sostituendo padre G. Rapisarda ormai parroco a Fiumefreddo.

Nel 1984 mons. Nervo, vice presidente della Caritas nazionale, era venuto in diocesi a stimolare la formazione di quest'organismo nelle varie parrocchie. L'anno succecssivo padre Carlo Chiarenza invita diversi fedeli a comporre uno statuto e in quello stesso anno nasce ufficialmente la Caritas parrocchiale San Paolo.

La Caritas comincia ad affrontare il problema della tossicodipendenza emergente in città chiedendo sostegno al centro che opera a Catania secondo il metodo di recupero proposto da don Mario Picchi, nonostante l'impegno sembra che ogni attenzione cadesse nel vuoto. A seguito di questo tentativo nasce il "Centro Ascolto", autonomo dalla Caritas, ma dotato di propri locali e con un telefono sempre pronto ad accogliere coloro che volevano comunicare. Si passa così ad una fase di volontariato più formalizzato e strutturato. Si organizza un convegno con la presenza di don Eligio Gelmini, responsabile di mondo X Il successo, del Centro Ascolto, è enorme e sono centinaia i volontari ad alternarsi nei vari turni di ascolto al telefono.

Intanto cresce il numero dei giovani che si avvicinano alla parrocchia. Negli anni attorno al 1986-87 si struttura definitivamente la commissione giovani. I più maturi costituiscono gli animatori col compito di formare i più giovani.

L'11 dicembre del 1988 ha inizio la visita pastorale del Vescovo mons. Malandrino alla comunità San Paolo, che durerà fini al giorno 15 dello stesso mese. L'intensa attività pastorale e il lavoro della comunità cominciano ad avere i primi effetti duraturi. Frutto particolare di questa spiritualità che si invera nel quotidiano per scoprirvi la presenza di Dio è senza dubbio l'ordinazione a diacono permanente di Alfredo Pulvirenti, avvenuta il 2 giugno 1990.

Nel 1992 la comunità sarà chiamata a celebrare un altro momento significativo, l'ordinazione sacerdotale di un suo figlio, padre Marcello Pulvirenti.

Il seguito è in allestimento.

Web Master Mario Pappalardo